Insignificanti pedine
o assoluti protagonisti
di quel fantastico videogioco.
Mirabolanti rockstar
o scadenti controfigure
su quel palco illuminato.
Decadenti poeti
o illusi menestrelli
illuminati dalla luna.
Eravamo pura energia
elettricità libera
fiamme ardenti.
Viaggiatori nell’iperspazio
in quel caleidoscopico mondo.
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Eravamo io e Christian, persi nello spaziotempo.
E non ce ne fregava niente.
Non c’importava se non ci capivano, noi ci capivamo.
Non c’importava degli insulti, delle risate, ci scivolavano addosso.
Se non credevano in noi… noi credevamo in noi.
Non ce ne fregava niente se noi eravamo gli ultimi,
i reietti, gli sfigati, i balordi, quelli che non seguivano la massa.
E’ un grave peccato non esser convenzionali?
Probabilmente è un peccato per l’uomo qualunque.
Ma noi non eravamo qualunque.
E di quelli qualunque non ce n’è mai fregato nulla.
E siamo sempre andati avanti, con chi era con noi,
oppure soli, senza problemi.
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