Un gradevole libro di Beppe Severgnini. Sono consigli su come scrivere bene, ma non è un libro supponente o pedagogico, è sempre nello stile di Severgnini, quindi abbastanza ironico e, appunto, semiserio.
Spiega le cose da fare (per esempio scrivere chiaro e conciso) e soprattutto da non fare (usare metafore abusate, niente punteggiatura, ecc.). Tra le tante cito: l’abuso di parole straniere che potrebbero benissimo essere sostituite dalle corrispondenti italiane ("vision"); il cosiddetto "italiano parallelo", quello che si usa solamente scrivendo (faccia = volto, macchina = autoveicolo, ecc.); il poco utilizzo delle virgole e il troppo uso dei punti esclamativi o dei puntini di sospensione.
E poi i "Sedici Semplici Suggerimenti":
- Avere qualcosa da dire (non è scontato)
- Dirlo (invece di dire altro)
- Dirlo brevemente (questa è autoesplicativa)
- Non ridirlo. Se mai, rileggerlo (quasi nessuno lo fa)
- Scriverlo esatto (quando si usa il cq? ci vuole la i? e l’accento? e la doppia?)
- Scriverlo chiaro (la colpa non è mai di chi non capisce, ma sempre di chi -non- si spiega)
- Scriverlo in modo interessante (non è facile)
- Scriverlo in italiano (alcune parole straniere sono inevitabili, ma altre sono insopportabili)
- Non calpestare i congiuntivi
- Non gettate oggettive dal finestrino (meno "che" si usano, meglio è)
- Spegnete gli aggettivi (le parolone sono come le parolacce: meglio non usarle, ma è importante conoscerle)
- Non date da mangiare alle maiuscole (quando e come usarle)
- Slacciate le metafore di sicurezza (alcune sono stantie)
- In vista della citazione, rallentate (stessa cosa dicesi delle citazioni, meglio non abusarne)
- Evitate i colpi di sonno verbale (piccole disattenzioni che rendono difficle la lettura)
- L’ultimo che esce, chiuda il periodo (prima o poi bisogna finire di scrivere ciò che si sta scrivendo. Con stile)
Fantastica è la lettera che gli hanno inviato alcuni studenti di un suo corso su "come scrivere bene". E’ ovviamente uno scherzo, ma spiega bene come non ci si deve comportare:
Chiarissimo Professor Severgini, cogliamo l’opportunità di un’interfaccia amichevole con Lei per ringraziarLa che fosse stato disponibile alle lezioni di scrittura in Bocconi. Certo non è la location giusta, ma dopo un brevissimo briefing tra di noi, come disse Churchill, e lei lo sa, "tra intimi" ci si capisce. Mostriamo la nostra accresciuta e imperitura gratitudine. Se sarebbe possibile incontrarLa di persona, Le faremmo i nostri ringraziamenti personalmente, ma data la nostra estrema, dissrmante, forse eccessiva, arrossata "timidezza", restiamo seduti in attesa della Sua attenzione in classe, restando muti come pesci. Nel manifestarci gradevolmente a Lei, ma "lingua mortal non dice quel che io sentia in seno" Foscolo dice. Le problematiche da Lei trattate nel corso ci saranno di grande aiuto nel corso del "cammino della nostra vita". E’ nostra Speranza che questa missiva giunga alla Sua Cortese Attenzione, nell’attesa di un prossimo e pronto riscontro, thanks for disturbing.
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