Ero a Milano in zona Sempione e ho notato un pulmino, di quelli vecchi, con tutti gli adesivi attaccati dietro. È una cosa che non si vede molto spesso, una volta era più “di moda”, era un’usanza quella di attaccare gli adesivi sulle auto. Ma non solo sulle auto, c’era più la cultura dell’adesivo, se ne vedevano dappertutto. E uno dei posti dove appiccicarli erano proprio le auto. Quando adesso ne vedi qualcuno così, ci si fa più caso. Tra l’altro questo pulmino aveva degli adesivi assurdi, pubblicitari, tipo quelli delle radio, tutti attaccati storti. Alcuni erano venuti un po’ via e si vedeva la colla. Il "tocco di classe" finale lo dava una foto, ritagliata da un giornale, attaccata con lo scotch. Ad un certo punto doveva girare a destra e io mi sono affiancato con una curiosità matta di vedere chi fosse il proprietario, chi fosse quel personaggio che avesse ancora voglia di attaccare adesivi sul proprio veicolo, in quest’era in cui le auto sono tutte in “bianco e nero”. Sono sparite le auto colorate, hanno tutti i colori delle gradazioni di grigio. Un personaggio un po’ bohemien quindi? Si mi sarei aspettato un signore sulla cinquantina che magari aveva iniziato ad attaccare adesivi trent’anni fa e non aveva ancora smesso. Invece era una ragazza.
Poco più avanti c’era una Mini Cooper a cui si era staccata la “C” della scritta e il proprietario gliene aveva attaccata un’altra, che non era la sua, in quanto era completamente diversa. Piuttosto che girare con una scritta non “completa” costui l’aveva attaccata in modo artigianale.
Poco avanti, al semaforo, avevo una macchina dietro a me che aveva attiva la freccia per girare a destra. Quei casi in cui ti basta avanzare di mezzo metro per permettergli di girare. Quelle situazioni in cui quando capita a me quello davanti non si sposta neanche di un millimetro, anzi se potesse tornerebbe anche indietro, piuttosto di lasciarti passare. Io invece me ne sono accorto, mi sono spostato un poco più avanti e lui, quando è passato, ha rallentato, si è girato per ringraziarmi. È bello questo. Mi piace quando tra automobilisti (e non) ci si rispetta, si usa una certa etichetta non scritta ma che tutti sanno, anche se fanno finta di sapere. Di solito la gente la pensa proprio al contrario: a me non fanno mai favori, quindi io non ne faccio di sicuro, e così si crea il vortice vizioso. Peccato.
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