“Invictus” di Simone Sarasso è stata una piacevole sorpresa. Mi aspettavo un romanzo storico tradizionale, magari un po’ scontato, incentrato su qualche eroe romano di fantasia. Invece, l’autore ha scelto di raccontare la straordinaria e complessa vita di Costantino il Grande, un personaggio storico che di per sé sembra uscito da un romanzo.
Sarasso dimostra una profonda conoscenza della storia romana e riesce a trasmettere al lettore la sensazione di immergersi in un’epoca lontana e affascinante. Lo stile narrativo è crudo e diretto, quasi cinematografico, che permette di vivere in prima persona le vicende di Costantino, dalle sue prime esperienze alla corte di Diocleziano fino alla sua ascesa al potere.
Le oltre 450 pagine scorrono via rapidamente, grazie a una trama avvincente e a personaggi ben delineati. Seguire le avventure di questo giovane illirico, destinato a diventare uno degli imperatori più importanti della storia, è un’esperienza coinvolgente.
Apprezzo molto come l’autore sia riuscito a rendere palpabili le atmosfere dell’epoca, le rivalità politiche, le battaglie epiche e le intricate dinamiche di corte. “Invictus” non è solo un romanzo storico, ma anche un ritratto psicologico di un uomo che ha lasciato un’impronta indelebile sulla storia dell’Occidente.
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