DISNEYLAND
Ci svegliamo ancora storditi dallo “Stato di leggero malessere psicofisico (stanchezza, sonnolenza, senso di stordimento, ecc.), generalm. avvertito dopo un lungo viaggio in aereo per il rapido cambiamento di fuso orario.” (Treccani, sta per “jet lag”) e tentiamo una colazione al vicino Starbucks, dove inizio ad avere il leggerissimo sospetto di non capire una mazza di quello che dicono negli USA.
Raggiungiamo il parcheggio “Toy Story” di Disneyland tramite autostrada. Eh si, Los Angeles è talmente enorme che per spostarsi da un punto all’altro ci si muove in autostrada. Tecnicamente il nostro albergo non è a LA, ma a Harbor City, mentre Disneyland è a Anaheim, ma nella pratica è tutta Los Angeles, senza soluzione di continuità, una città immensa, pare che sia 88mila km quadrati.
Da lì ci portano con la navetta fino al parco. In realtà sono DUE parchi, uno di fronte all’altro. Il primo è Disneyland in senso stretto, quello fondato da Walt Disney, il primo al mondo, l’altro si chiama Disney’s California Adventure. Tutte le guide che ho letto consigliano, se non l’hai già visto, se hai una sola giornata, se hai bambini, di visitare IL PRIMO. Iniziamo con lo sfatare un mito: Disneyland è SOLO quello di Los Angeles. Quello di Orlando, in Florida è il Walt Disney World (conosciuto anche come Disneyworld), poi c’è Disneyland Paris (conosciuto anche come Eurodisney), poi c’è quello di Tokyo, Hong Kong e Shanghai.
Ovviamente, con Leo, abbiamo visitato tutte le giostrine subito vicine all’entrata, che sono le prime e le più adatte ai bimbi piccoli, relative a Pinocchio, Alice, Peter Pan, Mary Poppins, ecc. Dopo averne provata anche qualcun’altra e aver preso due bottigliette d’acqua per l’economico prezzo di 10 dollari, ci siamo resi conto che si faceva tardi (il tempo vola in quei luoghi, tra file, toilette, negozietti, ecc.) e ci siamo spostati verso l’area dove avremmo dovuto incontrare il mondo di Topolino. Leo si è divertito come un matto al parco giochi (visto? Per far divertire i bambini spesso non serve sorvolare l’oceano) poi, dopo un’infinita coda per salire su un trenino, appena saliti il suddetto treno si è guastato e quindi siamo dovuti uscire. I classici personaggi che si vedono nelle pubblicità tipo Topolino, Paperino, Minni, Pluto, non li abbiamo visti
Erano quasi le sette di sera, abbiamo raggiunto l’area Star Wars (per far contento il papà), ma proprio durante la fila per entrare nel Millenium Falcon, Leo si è addormentato. Non ci hanno lasciato scelta: non si poteva tenere in braccio, quindi o uscivamo o avremmo dovuto legarlo da solo sul seggiolino davanti. Da bravi genitori cosa abbiamo deciso? Ma di lasciarlo da solo naturalmente! Capiteci: la Flotta Imperiale ci era alle calcagna, non potevamo fare altrimenti!
Leo si è vendicato non svegliandosi più e così ho dovuto portarlo in spalla fino all’uscita e poi fino alla navetta. Credo che possiamo dire di aver visto forse meno di un terzo dell’intero parco.
Prossima puntata: “Supermercati e ristoranti”
Puntata precedente: LA GUIDA IN USA
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