L’ARRIVO A L.A.
Arriviamo all’aeroporto di Los Angeles ovviamente storditi dal jet lag e con le nostre mille valigie (in realtà “solo” 4, più tre zaini) cerchiamo, non senza fatica, il bus che ci porta al noleggio auto. E’ sera, dopo la fila al desk finalmente ci fanno scegliere il nostro mezzo. Io avevo scelto come categoria un SUV di taglia media, per stare più comodi coi bagagli e per affrontare meglio i deserti che ci attendono, ma qui scopro subito il primo VERO MITO americano: “quello che per noi è grande, per loro è medio, se non piccolo”. Infatti ci prospettano tre macchinoni. Ad una prima occhiata io e Valentina vorremmo optare per quello rosso, decisamente da maranza, ma era targato “Colorado”, uno stato che non avremmo neppure visitato, quindi la scelta va su un Toyota 4runner, una bella bestia.
Prima difficoltà: io non avevo MAI guidato un’auto con le marce automatiche, escludendo qualche centinaio di metri con una Smart di un amico, durante i quali ho premuto il freno credendo che fosse la frizione e a momenti mi faccio tamponare. So, dai film americani, che P sta per Parcheggio, R per Retro, N per folle. Mi mancavano S e D. Provo S, la macchina va. Ottimo. In seguito scopro che S sta per “Sport” e quindi una guida un po’ più grintosa e con maggiori consumi, in alternativa a D, che sta per “Drive”, la guida “normale”.
Mi ripeto mentalmente di NON muovere per nessun motivo la gamba sinistra e imbocco l’autostrada. Non ero pronto ad affrontare il modo di guidare americano tutto in una volta, soprattutto dopo 15 ore su un paio di aerei, stanco, al buio (ormai erano le 8 di sera), e su una strada trafficatissima. Gente che mi superava da tutte le parti, timore di superare i limiti e difficoltà a capire dove dovessi andare. Leo e Valentina che dormivano e io che imprecavo mentalmente.
Ma siamo arrivati sani e salvi al motel. Carino, anche se con una presenza un po’ inquietante di un homeless nel parcheggio che ci fissava.
Puntata precedente: “Introduzione“
Prossima puntata: “La guida in USA”
Leave a Reply