«Scusa il ritardo» disse Gianni, «vado un attimo in bagno e sono pronto. Intanto, tieni questa». Appoggiò quella cosa sul pavimento e sparì nella toilette.

Era di metallo e plastica. Un sostegno di ferro, o alluminio, che reggeva un ripiano orizzontale di bachelite. Poteva servire come appoggio, ma la particolarità era un altro ripiano, più piccolo, obliquo, dello stesso materiale.

Un altro di quegli oggetti bizzarri creati da Gianni nei suoi pomeriggi di design applicato a cui io, che ero la parte un po’ meno creativa e più descrittiva del duo, avrei dovuto dare un nome.

Mentre lo aspettavo cercavo di capirne il possibile utilizzo. Assolutamente incomprensibile, ma l’idea del nome ce l’avevo già chiara: CADREGA!

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