Mio padre conobbe Achille Compagnoni, credo a Cervinia, dove lo scalatore aveva un albergo (tuttora esistente).
Per chi non lo sapesse Compagnoni fu il primo uomo a raggiungere la vetta del K2. Sulla spedizione italiana capitanata da Ardito Desio si discusse tanto e ci furono risvolti e rivelazioni da parte di Walter Bonatti che offuscarono la luce del grande alpinista. Dopo tante polemiche il caso fu chiuso dal CAI confermando la versione di Bonatti: Compagnoni e Lacedelli, su decisione del primo, boicottarono Bonatti per non farlo arrivare per primo sulla vetta.
Ma torniamo alla nostra storia. Siro conosce Compagnoni e, come era sua abitudine con le persone, inizia a chiacchierare ed entrare in confidenza. L’alpinista gli regala addirittura un portachiavi con il rilievo del secondo monte più alto del mondo e la scritta “K2“, che lui ha gelosamente conservato attaccato alle chiavi di casa e del negozio per tutta il resto della vita.
Siamo nel 1980 e mia mamma era maestra al Passo del Brallo. Approfittando di tale conoscenza fa scrivere alcune domande ai suoi alunni da inviare fino a Cervinia. Qualche tempo dopo arriva una busta indirizzata “Per gli scolari di III, IV, V di Brallo“. Conteneva un libro: “Uomini sul K2” dove lo stesso Compagnoni racconta la sua versione dell’avventura sulla vetta, nel 1954. Oltre a questo, su carta intestata dell’Hotel Ristorante Bar da Compagnoni, la risposta a tutte le domande dei ragazzi.
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