Era il 20 agosto 1944. Mio padre, Siro, aveva 14 anni e già andava in giro da solo a vendere col fagotto. Solitamente frequentava i paesi vicini al suo, Ponti: Corbesassi, Cortevezzo, Someglio, Lama, Bralello, Colleri, ecc.
Mi diceva sempre che le occasioni migliori erano quelle delle feste di paese, durante le quali la gente era più propensa all’acquisto. Quella sera si ballava a Vesimo, un paese sempre a ridosso del Lesima come Ponti, solo dal versante opposto. Sarebbe potuto andare, poi non se ne fece nulla. Mi spiegò il motivo, ma non lo ricordo: forse un contrattempo, un ritardo, forse suo padre non lo mandò per via della giovane età (a quei tempi l’unico mezzo di trasporto era “il cavallo di San Francesco”, ovvero le proprie gambe). Questo probabilmente gli salvò la vita.

Dal luglio 1944 gli alleati avevano dato avvio ad un’operazione, detta “Night Intruder“: dei piccoli aerei bimotore sorvolavano il nord Italia, volando a bassa quota per non farsi intercettare dai radar e mitragliavano e bombardavano qualsiasi postazione illuminata. Il caratteristico rombo era riconoscibilissimo e tutti sentivano che stava arrivando “Pippo” (così erano chiamati familiarmente quei piccoli velivoli)

A Vesimo stavano ballando. E’ stato un ballo improvvisato: era estate, erano in guerra da tanti anni e volevano solamente rallegrarsi un po’ e togliersi per una sera tutti i brutti pensieri dalla testa: i morti, la povertà, la fame, le difficoltà. Specialmente i giovani, avevano tanta energia imbrigliata da quella maledetta situazione che voleva uscire e trasformarsi, almeno per quel giorno, in puro divertimento. Quella sera arrivarono dei partigiani, spuntò qualche suonatore, si accesero le luci a petrolio e partì la festicciola. Non sapevano ancora che stava arrivando Pippo.

video de “La Provincia Pavese”

Col chiasso della festa nessuno si accorse per tempo. O meglio, qualcuno lo udì arrivare, pare che sorvolò la zona più di una volta. Alcuni genitori, preoccupati, corsero sullo spiazzo dove si stava ballando per convincere i figli a tornare a casa, spesso con poca fortuna, vuoi per l’incoscienza giovanile, vuoi perché qualcuno sosteneva che fossero aerei “amici”, vuoi per il fatto che prima d’allora Pippo non aveva mai bombardato nessun obiettivo civile nella zona.

Pippo sganciò le bombe. Finirono direttamente sul “ballo”. Caos. Distruzione. Fumo, polvere. A terra rimasero 32 morti, gran parte giovani, e tanti feriti. Vesimo è un piccolo villaggio, ogni famiglia ebbe almeno un lutto, la comunità fu davvero distrutta.

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