Seguendo i consigli della guida “A un passo dalla vetta” di Cristiano Zanardi, ho voluto fare questa passeggiata.
Arrivo a Bruggi, in Alta Val Curone (dalle parti di Caldirola, il Curone nasce lì vicino). La giornata non sembra bellissima, ma parcheggio fiducioso a fianco della chiesa e parto.

All’inizio bisogna seguire il sentiero che porta fino alla vetta del Monte Chiappo (che prima o poi farò), ma ad un certo punto occorre deviare sulla sinistra e raggiungere la pineta sopra Bruggi. Durante la salita ci sono degli scorci panoramici gradevoli che mi fanno anche capire che sto prendendo quota. Si oltrepassa una capanna nel bosco e poi un punto di ristoro con tavolo e panchine di legno.
Quando sono all’interno della pineta, anche se è un luogo che non ho mai visitato, ho come la sensazione di sentirmi a casa. D’altronde io ci sono cresciuto in una pineta, quindi camminare sulla soffice coltre di aghi e riconoscere il classico sottobosco delle conifere mi regala emozioni. Mi sembra di perdermi in quel luogo.

E infatti mi perdo. Dovrei raggiungere il Monte Garavè, ma sbaglio qualcosa nei vari bivi che incontro, non segnalati. Nel dubbio, di solito cerco di stare a sinistra, in quanto l’anello che dovrei fare è in senso antiorario. Nei giorni scorsi ha piovuto, quindi c’è un bel pantano e ad un certo punto il sentiero che sto seguendo si rivela per quello che è: una semplice traccia lasciata dalle vacche portate al pascolo (si sente lo scampanellio in lontananza). A questo punto, grazie alle mappe sul cellulare, risalgo un po’ a caso e raggiungo il crinale e quindi la “Via del Sale“, ma siccome sono un bastian contrario, vado in direzione opposta a quella canonica, cioè verso Varzi.

Che bello: da qui si vede il Lesima, ma si vede bene anche Cima Colletta e laggiù spicca il Penice. Scendendo raggiungo il Colle della Seppa e ovviamente giro verso Bruggi, quindi a sinistra (a destra si scende in direzione Armà). Detto così sembra che sia quasi arrivato, invece la strada strerrata è molto lunga e arzigogolata. La discesa è comunque piacevole, soprattutto una volta raggiunto il paese. La vista è incantevole: tutti i tetti di Bruggi e laggiù la chiesa. E’ singolare il fatto che sia stata costruita in fondo al paese, di solito è in centro o tuttalpiù in cima. Scendo, trovo la fontana, tante casettine carine ristrutturate bene, una vecchia insegna “commestibili” che mi fa ricordare come anche ogni piccolo paese avesse una volta delle attività.

Chiudo l’anello, mi fermo per una preghiera e una candela, è uscito il sole, la vita è bella, salgo in auto e ritorno a casa.
8,8 km – 1h50min – 507m dislivello.

Relive ‘Anello di Bruggi’

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