Un giorno ero in negozio quando entra un signore, che era un cliente abituale fino a che non si è trasferito vicino ad Alessandria. Dopo pochi minuti entra in negozio mio papà e qualche istante dopo il cliente mi chiede un giaccone in piumino che era appeso fuori, presso l’ingresso. Io apro la porta e scopriamo che il giaccone è appena sparito.

"Ma se io sono entrato da pochi minuti e c’era ancora", dice il cliente.
"Ma se io sono entrato da pochi secondi e c’era ancora", dice mio padre.

Allora io e il signore usciamo e ci dirigiamo in via Martinelli, la via dietro al negozio. Vediamo in lontananza 2 energumeni sospetti e ancor più lontano altri due, di cui uno sembrava indossare un giaccone simile a quello appena trafugato. Io dico al cliente di stare li, mentre io facevo il giro passando da via Cavour e via Covini. Purtroppo non sono arrivato in tempo perchè i due tizi hanno avvertito gli altri due del mio arrivo, e questi sono fuggiti. Il mio cliente, che è marocchino, ha nel frattempo parlato coi due figuri, tunisini, chiedendo perchè avessero fatto la spia, comunicando il mio arrivo ai due presunti ladruncoli. Questi ovviamente hanno negato e si sono allontanati a loro volta.
Che fare? Il giaccone era di buona qualità, ma io l’avevo messo in mega-offerta a 20 euro (perdendoci dei soldi, ma ce l’avevo in casa da circa 3 anni !!!). Ma non erano i 20 euro che contavano, era una sfida tra me e loro: prendo la macchina e mi dirigo verso piazza Meardi. In questo modo, pensavo, non avrebbero potuto accorgersi del mio arrivo. Infatti, nei pressi della fontana vicino al Bar Cervinia, vedo un personaggio con un giaccone che avrebbe potuto essere il mio. Entro contromano in via Cavallotti (se un qualche vigile sta leggendo queste righe sappia che STO SCHERZANDO, NON E’ ASSOLUTAMENTE VERO) e pianto lì la macchina. Mi avvicino alle panchine stando rasente il muro, per non farmi notare. Vedo che il giaccone è proprio quello. Ci sono tre panchine, tutte piene di nordafricani. Piombo sul tizio e approfitto dell’effetto sorpresa per vedere la sua reazione, intimandogli con tono perentorio di restituirmi la giacca. Ho ottenuto l’effetto sperato, perchè quello prima se la toglie,e solo dopo inizia a reclamare, dicendo in uno stentato italiano che la giacca l’ha appena rubata un suo amico, ma che non sapeva fosse mia, per poi ritrattare immediatemente dopo, dicendo che si è confuso nel parlare, e che la giacca l’aveva comprata un suo amico per 20 euro, salvo accorgersi che era troppo grande per lui. Fatto sta che mi prendo la giacca, e quelli (e quelli delle panchine limitrofe) iniziano a rivolgermi domande: che negozio hai? Sei sicuro che il giaccone sia tuo? Mi dai una sigaretta? Fammi veder il giaccone? ecc. ecc. Insomma, proprio delle facce di… lamiera.

Il risalgo in macchina, inversione a U e torno in negozio.

Uff, devo fare anche lo sbirro !!!

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