Siamo stati a Milano, presso l'Istituto dei Ciechi, dove Dialogo nel Buio ha organizzato uno spettacolo di "Teatro al Buio".
Si tratta di vedere uno spettacolo teatrale… oops, no scusate, vedere non è per niente la parola giusta. Infatti si viene accopagnati da una guida, pochi alla volta, in una sala completamente buia. Per buia intendo… avete presente una stanza quando chiudete le imposte? Di più. Una cantina senza finestre? molto di più. Buio totale. Completo. Non vedevi niente. Zero. Zero assoluto. Potevi chiudere gli occhi, riaprirli e la senzazione era la stessa. Allungare una mano, muovere una gamba, non le vedevi. Buio completo.
E quindi, direte voi, come si fa a vedere lo spettacolo? Appunto, non lo si vede, lo si "partecipa".
Non ci rende conto di dove si è: un teatro? Una stanza? E neppure dove si è seduti: in prima fila? In ultima? Ma le sedie sono disposte a file? Poi ovviamente non si vede l'attore: è alto? Biondo? Giovane? Calvo? Ha la barba?
Si sente solo la sua voce, e quella degli altri presenti che ridono, sussurrano, urlano, parlano. L'attore, o meglio la sua voce, si muove tutto intorno a noi: si avvicina, si allontana, diventa più forte.
La vista non serve, e quindi si acuiscono gli altri 4 sensi, più il sesto: la fantasia.
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