Voglio parlare di un uomo che è stato in guerra dal giorno in cui è nato. Dai vetri della finestra vedo la gente passare veloce, il buio che scende e la pallida luna che sembra un rapace. Ripenso al compenso che diedero uomini ad altri uomini colpevoli del crimine di vivere liberi da secoli e secoli. Il cielo era stato il loro soffitto, la terra da sempre il materasso, il sole scandiva il passare dei giorni, eterni momenti trascorsi nei prati.
Li chiamarono indiani.
In una giornata d'estate del 1492
tre navi erano salpate
dal porto di Palos in Spagna,
mentre uomini a milioni e milioni
dall'altra parte dell'oceano
credevano di non avere padroni.
Non sapevano niente di Cristo,
non facevano pellegrinaggi,
ignoravano l'arte di Dante
e vennero chiamati selvaggi.
Quei tempi non sono lontani.
Li chiamarono indiani.
Quale patto il bianco ha rispettato
e l'uomo rosso infranto?
Ci ho provato ed ho aspettato,
ho rispettato l'uomo bianco.
Quando io ero ragazzo
i Sioux erano padroni del mondo,
ora sono chiamato pazzo
e mi ingannano ogni secondo.
Di uomini ne avevo a migliaia,
dove sono oggi i guerrieri ?
Ne sono rimaste poche paia
che camminano sui sentieri.
Vecchie e sporche sono le mie mani.
Li chiamarono indiani.
Dove sono le nostre terre,
chi è che le ha saccheggiate ?
Chi vi ha scatenato le guerre ?
Chi le ha devastate ?
Ma ladro mi chiama la gente.
Quale donna ho mai insultato ?
E dicono che sono un delinquente.
Quale uomo mi ha mai visto ubriaco ?
Quale affamato o derelitto
ho mai lasciato a stomaco vuoto ?
La pelle rossa è forse un delitto ?
Per la mia gente non c'è domani.
Li chiamarono indiani.
Tanto tempo è ormai passato
da quelle lontane giornate.
Tutto quanto è dimenticato,
le acque si sono calmate.
L'uomo bianco con la prepotenza,
l'odio, il razzismo e la menzogna
ha sterminato popolazioni
come fossero topi di fogna;
ha annientato una civiltà
di tanti esseri umani
alla faccia della pietà
per poi definirsi cristiani
Li chiamarono indiani.
Tatanka Yotanka, Toro Seduto
questo il nome che mi hanno dato.
Tante ingiustizie i miei occhi han veduto
prima di essere assassinato.
Marco
Bellissima poesia che riassume l'Olocausto dei nativi americani.
Sicuramente l'avrai già letto altrimenti ti consiglio Gli spiriti non dimenticano di Vittorio Zucconi.