Avete mai sentito parlare di Gucci Ghost? E’ un po’ come la favola dei "falsi d’autore": copie di quadri disegnati talmente bene da gente talmente brava che acquisiscono importanza quasi pari all’originale.
Trevor ‘Trouble’ Andrew è un canadese appassionato di skateboard, e poi di snowboard. Talmente appassionato che diventa professionista e finisce alle olimpiadi come snowboarder. Non gli piace l’abbigliamento "classico" e allora se lo reinventa, indossando i jeans sopra alla tuta. Dopo un infortunio si dedica appieno alla moda, si trasferisce prima a Philadelphia e infine a New York. fa cose strane, tipo girare in skate con indosso un lenzuolo. Un fotografo lo nota e finisce su alcune copertine. Coi primi soldi si compra un orologio Gucci. Rimane impressionato dal marchio, tanto che anni dopo inizia a fare graffiti col simbolo della doppia G. La cosa piace talmente tanto che si mette a produrre oggetti, e capi di abbigliamento, col "suo" logo, la doppia G rovesciata, spesso stilizzata sopra ad un fantasmino. Da qui nasce "Gucci Ghost". La cosa non passa inosservata alla casa di moda Gucci e al suo direttore creativo, Alessandro Michele, che vuole conoscerlo e gli propone una collaborazione.
E così Gucci esce con una linea, "Gucci Ghost" appunto, disegnata da Trouble Andrew. Il fake è diventato real. Il clone è diventato l’originale. Il tarocco che diventa vero. Pazzesco, ma non troppo. D’altronde nella cultura orientale la copia ha un significato di rispetto e di riverenza verso l’originale, e più che plagio, il lavoro di Travor è sempre stato quello di una citazione del suo marchio preferito. L’intelligenza di Gucci è stata quella di cavalcare l’onda, di far buon viso a cattivo gioco e di riuscire a sfruttare questa pubblicità, dimostrandosi allo stesso tempo "benevola", moderna, e con buon fiuto degli affari, nonchè sempre terribilmente avanti nella moda, benchè la griffe abbia quasi 100 anni.
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