In questa scuola eletta a rifugio, il 19 dicembre 1944, mentre ovunque infuriava il sinistro fuoco della rappresaglia, un distaccamento della gloriosa brigata partigiana "Arturo Capettini" veniva circondato, sopraffatto e catturato quasi al completo da truppe nazifasciste.
Il ventenne commissario "Lamarmora" Renato Gusmaroli di Milano rimaneva ucciso e i suoi compagni erano legati e trascinati al carcere di Varzi per essere poi deportati al campo di concentramento di Mauthausen, dal quale, tra gli altri, non fecero più ritorno.
Ugo Bozzi, di 18 anni, di Varzi
Peppino Capitani, di 19 anni, di Redavalle
Mario Casullo, di 17 anni, di Varzi
Giacomo Centenaro, di 19 anni, di Varzi
Antonio Degli Alberti, di 18 anni, di Varzi
Fredio Guerrino, di 21 anni, di Roma
Giovanni Masanta, di 21 anni, di Santa Margherita Staffora
Antonio Poggi, di 21 anni, di Varzi
I compagni di lotta e la popolazione sempre li ricordano
Brallo di Pregola, 45° Anniversario della Liberazione
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A mio parere non c’è un torto e non c’è una ragione, in guerra. Tanto più in una guerra civile, come c’è stata in Italia, dove erano contrapposti ragazzi di una stessa nazione.
A leggere la loro età vengono i brividi: 17, 18 anni. Ragazzi con in mano un fucile, una pistola, una mitragliatrice, contro altri giovani che erano nati nel loro stesso paese. Davvero una gran brutta cosa la guerra. Adesso ci lamentiamo della politica, della crisi, delle palme di Milano, ma qui c’erano dei diciottenni uccisi. E quindi non esiste nessuna parte politica di fronte queste cose, rabbrividisco quando la gente si scaglia contro la targa commemorativa posta a fianco al Castello di Voghera che ricorda altri ragazzi, coetanei di questi, che però erano "dall’altra parte". Dopo tutti questi anni, davanti alla morte di di vite così giovani ci si deve rendere conto che è sempre una tragedia, senza bandiere, senza se e senza ma.
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