Io sono il semaforo verde per l’autista, sono quel semaforo rosso per un tassista, il miglior dentista per il tuo molare cariato, sono quell’idea geniale che ti ha rallegrato. Sono dieci carte trovate per strada, l’ultimo pezzo di carta igienica dopo una cagata, sono la tipa che te la da facile, la tua parte agile, sono una bella immagine, sono il tuo peggior nemico morto, l’ultima birra nel tuo frigo quando fa caldo. Sono casa libera per fare festini, sono due revolver carichi in mano a due bambini, sono il tuo vicino scassacazzo in vacanza, sono il tuo capo malato in convalescenza. Quel trasferimento che tanto aspettavi, quel motivetto bello che canterai e cantavi. Sono proprio io, la parte più profonda del tuo io, quel complimento ricevuto da Dio, sono proprio io a tutti i livelli, ti sto prendendo per i fondelli. Io sono per un fanatico zero modestia, soldi spicci per un punk-a-bestia, mille impicci per lo spacciatore, per un frikkettone pace&amore, la prima sigaretta mattutina per un fumatore. Sono un accendino per un piromane, dieci maschi in astinenza per una ninfomane, per un megalomane io non sono niente, io sono per un mercante il suo miglior cliente. Io sono tua nonna che esce dall’ospedale, l’ultima cambiale, il congedo militare, io sono il postino che ti porta a casa il vaglia. Io sono la tua coscienza, che ti dice sveglia, la maglia super figa comprata con i saldi, sono il 777 per i sordi, sono lo sbirro che ti ritrova l’auto rubata, il ladro che ti vende l’autoradio ultima moda. Io sono ferie prolungate e contributi pagati, quel fighetto di tuo figlio che si laurea a pieni voti. Io sono mille film senza intervalli, per un Polacco sono tutte le auto senza tergicristalli, sono la tua squadra che perde, ma rimonta, sono il tuo partito in maggioranza nella giunta. Sono tua figlia che a sedici anni resta incinta, tranquillo Giangi, era una finta. Io sono tuo zio ricco che ti sceglie come erede, il mondo che qualsiasi cosa dici lui ti crede, abbi fede, se sai chi sono sai che è finzione, sono per te la migliore sensazione. Io sono tuo marito che perde il posto di lavoro, tua moglie che ha l’amante ma ti chiama tesoro, sono tua figlia che resta incinta a sedici anni mezzo, Giangi mi dispiace, ma stavolta non scherzo. Sono un portafoglio vuoto trovato per strada, la carta igienica finita dopo una cagata, sono quella gran figa che non te la darà mai, quel beota di tuo figlio che combina solo guai. Io sono il pacchetto vuoto per un tabagista, vai dal distributore e il denaro s’incastra, una svista, casca il bancomat nel tombino, sono quello che nota la scena e ride: un marocchino. Sono quel tredici in schedina, peccato che non l’hai giocata è rimasta lì in cucina. Sono quei grandi debiti che erediti, una grossa genialata ma a te non danno i meriti, sono il primo giorno di militare, tua nonna in ospedale, la multa da pagare, sono la tua squadra retrocessa in serie B. Ma basta sono Turi di mestiere Mc.
(era "La migliore sensazione" di Turi)
Corrado D’Ottavi – Autoritratto, 1981, pennarello, biro e collage su carta, Museo di Villa Croce, Genova
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