"Goodbye Malincònia
Maybe tomorrow, I hope we find tomorrow"

cantava Tony Hadley insieme a Caparezza.
 
Io sono un diversamente malinconico. Nel senso che ho una malinconia latente di fondo che mi ha accompagnato e mi accompagnerà per tutta la vita. Non la reputo una cosa negativa, anzi mi aiuta a superare i momenti brutti. 
Perché io sono profondamente innamorato della vita.
E’ un po’ difficile da spiegare. Quando sono giù passo da momenti in cui vorrei spaccare i muri a testate a momenti in cui non mi scollerei dal non-fare-niente (ma proprio nientenienteniente, neanche accendere la tv in sottofondo). E questo penso che sia una cosa normale, o comunque comune. Poi sprofondo nella malinconia.
 
Cecco Angiolieri scrive:
La mia malinconia è tanta e tale,
ch’i’ non discredo che, s’egli ’l sapesse
un che mi fosse nemico mortale,
che di me di pietade non piangesse.
 
Ma non ci resto più di tanto. Come ho detto: è difficile da spiegare. Non sono come un Leopardi che viveva interamente in questo triste sentimento ed era prigioniero dell’abisso. A me serve andarci, per recuperare le forze e tornare a galla: sono un sommozzatore della malinconia, uno speleologo che esplora gli anfratti più oscuri… ma poi torna al sole. Non sono un decadentista, anzi proprio io sono un inguaribile ottimista. Così come mi rifugio nei bassifondi, ho la ferma fiera e forte consapevolezza che la vita è strabella e che tutto andrà sicuramente per il meglio. 
Diciamo che sono un malinconico cronico al 5% (come la miscela). QB (quanto basta).
 
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