C’è caldo, abbiamo la porta spalancata.
Arriva una signora in bicicletta. Sembra quasi che dallo slancio voglia entrare in negozio con il velocipede!
"Signora, non entri in negozio con la bici", la apostrofiamo come facciamo di solito con quelli che parcheggiano sul marciapiede davanti all’entrata ("Se vuole le apro la porta e la faccio parcheggiare dentro").
Solo che in questo caso, appunto, la porta è già aperta e la signora (appunto!) entra veramente dentro in sella al cavallo di ferro!
"Guardi che non può entrare con la bici !"
"Ma solo per 5 minuti". E prima che ce ne rendiamo contro scende dalla sella e appoggia la bici sul cavalletto, esattamente tra la porta e la cassa… insomma in mezzo, in un punto dove non sarebbe più potuto passare nessuno. Io mi chiedo: ma che cosa le frulla nel cervello?
"Signora, non può lasciarla lì, almeno la sposti"
"Ma solo per 5 minuti" ripete quella come fosse una litania.
"Ma neanche 5 secondi, la deve spostare"
Allora la prende, la porta fuori, la lega col lucchetto, rientra, chiede se di un paio di scarpe in vetrina c’è il suo numero, alla nostra risposta purtroppo negativa esce, riapre il lucchetto, salta sulla bici e se ne va. Ma non poteva risparmiare questi benedetti "5 minuti" e metterci solo 5 secondi per chiedere?
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