Il governo ha deciso che il giorno 17 marzo 2011 sarà festa nazionale, per festeggiare l’unità d’Italia, in ricordo dell 17 marzo 1861, quando il parlamento subalpino proclamò Vittorio Emanuele II «re d’Italia, per grazia di Dio e volontà della nazione». Sull’opportunità di tale festa si potrebbe discutere, ma oggi vorrei invece parlarvi di Durnwalder.
Questo signore è il presidente della provincia di Bolzano, che, per chi non lo sapesse, ha l’autonomia di una regione, perdipiù a statuto speciale. Ha recentemente dichiarato che lui non intende in alcun modo promuovere e tantomeno organizzare festeggiamenti in Alto Adige (pardon, in Südtirol), in quanto loro si sentono austriaci e non hanno certo intenzione di festeggiare l’annessione ad un paese straniero, l’Italia. (Infatti, per esempio, Durnwalder nel 1995 è stato insignito dell’Ordine al Merito della Repubblica Austriaca, nel 2000 dell’Ordine al Merito di Germania).
Io non sono certo un patriota, e onestamente dell’unità italiana m’importa relativamente poco, sono più autonomista. Forse proprio per questo non ritengo giusto tenere questo signore (e tutti quelli che la pensano come lui, vale a dire la maggioranza degli altoatesini, visto che lo hanno votato) sotto il vessillo tricolore. Perché, dico io, tenere questi poveri austriaci in Italia? Suvvia, siamo negli anni 2000, il secolo del futuro, lasciamo liberi di tornare in madrepatria. Non vedete come sono poveri, emaciati ed indigenti? Non vi fanno tenerezza? D’altronde non riescono neanche ad imparare l’italiano. Io mi batto affinché questi poveri (poveri mica tanto, Durnwalder è il politico più pagato d’Italia, ancor più di Berlusconi!) cittadini riescano a staccarsi finalmente dalla Repubblica Italiana e approdare tra le braccia dell’agognata Austria. Così sia.
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