Tratto da "Voghera nel Cuore", a cura del Comune di Voghera, Assessorato al Turismo, 2004
II Comune di Voghera, secondo la ricostruzione del conte Antonio Cavagna Sangiuliani posteriore al 1871, al tempo della Dieta di Roncaglia (15.12.1154), mostrando fedeltà all’imperatore Federico Barbarossa, assunse a proprio stemma l’aquila imperiale in campo dorato con sbarre bianche e nere e, secondo altre fonti, anche rosse, con l’iscrizione che termina con le parole Signo Sacrati Imperii Durabit Viqueria tempore longo si sciet vivere cauta.
Lo stemma, a forma di scudo, recava nella parte superiore, in campo oro, un’aquila imperiale unicipite poggiante su un attraversamento fasciale costituito da tre bande nere e tre bianche fra loro alternate, occupante la parte centrale, mentre la parte inferiore è costituita da campo rosso.
Al di sopra dello stemma campeggiava una corona turrita a cinque torri uguali, significante la presenza di fortificazioni. Nel linguaggio araldico le bande nere rappresentano la fazione ghibellina, quelle bianche, la fazione guelfa; l’aquila imperiale poggia sulla pace delle fazioni della comunità (il campo rosso).
Con decreto dato in Milano il 19 gennaio 1608 da Filippo III di Spagna, la Contea di Voghera venne elevata a Marchesato e infeudata a Don Petrus Enriquez Azevedo, conte di Fuentes, come risulta dal diploma originale conservato nell’archivio di Stato di Milano.
Il marchese di Fuentes aggiornò lo stemma di Voghera dandogli forma ovale, inquadrandolo in una cornice barocca, sormontata da una corona marchionale a tre gigli intercalati da due punte argentate, mentre nei due fori inferiori erano incastonati alternativamente rubini, perle e smeraldi.
Negli anni ’30 del XX secolo lo stemma fu riconosciuto dalla Consulta araldica in forma di scudo, mantenendo l’aquila imperiale in capo oro, sormontata dal fascio littorio poggiante su fasce convesse alternate nere ed argentee con sottostante campo inferiore rosso e la corona marchionale, sovrastante. Sotto lo scudo figurava un nastro azzurro con l’iscrizione Signo Sacrati Imperii durabit Viqueria e un ramo di alloro intrecciato con uno di quercia, legati, al centro, con nastro rosso.
Con l’avvento della Repubblica Italiana, viene tolto il fascio littorio.