Come al solito il comandante del Millenium Falcon si richiuse nella sua stanza per la notte, solo. Scorrevano tanti pensieri nella sua testa. Si rivedeva bimbo quando aiutava zio Hakab a riordinare le reti da pesca sul molo.  Prese un libro a caso dallo scaffale e provò a leggerne qualche riga. Era un romanzo, di quelli che sembrano tutti uguali. I suoi occhi scorrevano le parole, ma i pensieri volavano per conto loro.  Chiuse le pagine e appoggiò il libro, girandosi nella sua cuccetta. Non prese sonno molto presto. Ripensava a quella volta che cercò di intuire cosa si nascondeva dentro gli occhi di quella donna e gli venne in mente quella strofa della canzone: “io ti cercherò negli occhi delle donne che nel mondo incontrerò e dentro quegli sguardi mi ricorderò di noi…” . In effetti gli era capitato, a volte, di rivedere negli sguardi delle altre donne quegli occhi color acciaio.

Quella notte dormì un sonno breve ed agitato. In fondo era contento di avere poco tempo per se, così non poteva pensar ad altro che al suo lavoro. Era il comandante e la responsabilità sull’equipaggio e sull’andamento della missione ricadeva sulle sue spalle. Sognò sua figlia, piccola creatura che aveva potuto veder solo pochi istanti, prima di essere allontanato. Dopo quel giorno gli fu vietato di vederla e mesi dopo si iscrisse all’accademia navale. Dove sarà  ora? Ha dodici anni, dodici come le fatiche di Ercole. Come saranno le sue mani e di che colore i suoi capelli? Chi chiamerà Papà? Il capitano si alzo con un misto di nostalgia e malinconia per questi suoi pensieri. Ad un tratto suonò l’allarme. Non perse tempo ad abbottonarsi la protocamicia e si diresse di tutta fretta verso la sala comando. Stavano per incrociare un branco di baledonti, enormi esseri viventi che viaggiano ad una velocità prossima a quella della luce. Ormai era troppo tardi per virare. Accidenti, chi era di turno allo spaziosonar? Avrebbe punito duramente il responsabile di questa negligenza, ma ora non c’era tempo, dovevano prepararsi all’impatto. Diede disposizioni di azionare le tute protettive a cercare di raggiungere le scialuppe. Mentre si dirigeva verso la sala dei sottoufficiali, la tecnonave venne scossa in modo violentissimo dallo scontro con uno di quei bestioni. Non fece in tempo a rialzarsi quando un altro colpo lo fece barcollare, e poi un colpo ancora, e ancora un altro: ormai il Millenium Falcon si era spezzato in più punti.

"Solo, la pa loiya Solo!"
"Bone duwa pweepway?"
"Han, ma bookie, keel-ee calleya ku kah."
"Wanta dah moolee-rah…"
"Mon kee chees kreespa Greedo?"
"Han, ma kee chee zay."
"Hassa ba una kulkee malia…"
"Lude eveela deesa…"
"sloan dwa spasteega el was nwo yana da gooloo?"
"Han, ma bookie, baldo nee anna dodo da eena."
"See fa doi dee yaba…"
"Dee do ee deen."
"Ee ya ba ma dookie massa…"
"Eek bon chee ko pa na green."
"na meeto do buny dunko la cho ya."
"Boska!"