ipocriṡìa s. f. – Simulazione di virtù, di devozione religiosa, e in genere di buoni sentimenti, di buone qualità e disposizioni, per guadagnarsi la simpatia o i favori di una o più persone, ingannandole.
Così dice il dizionario Treccani. E aggiunge come sinonimi: doppiezza e fintaggine. Se ancora non avete capito vi faccio un altro esempio:
lo Stato Italiano è il biscazziere più grande che c’è. Anni fa ci propinava solo 4 sale da gioco (i casinò), il Totocalcio, il Totip e i mitici Gioco del Lotto e Lotteria Italia. Poi salatrono fuori il Totogol, i Gratta e Vinci, e soprattutto il Superenalotto (erede dell’Enalotto che invece non attiva giocatori)e le famigerate "macchinette", cioè quelle specie di slot machines che si trovano ormai in qualunque bar dello Stivale. E poi un corollario di Win for Life, scommesse, punto Snai, e un florilegio di poker dal vivo, poker on line, poker in tv, ecc.
E in tutto questo chi ci guadagna? Chi vince, certo. E poi? Il gestore, e va bene. E poi?
E poi ve lo dico io (ma lo sapete già): lo Stato. Perchè su tutti questi giochi c’è una parte di denaro che va all’Erario. E lo Stato cosa fa? In questi anni ha in tutti i modi cercato di incrementare questo enorme afflusso di soldi inventandosi nuovi giochi e concedendo nuove licenze. Ma vi rendete conto di quanti quattrini gli diamo? E poi scopriamo che sono serviti a pagare la laurea del Trota.
Soldi bagnati di lacrime e sangue: stipendi, pensioni che se ne vanno in pezzi di carta con dei sogni attaccati con lo sputo.
Io rimango liberista: ognuno è artefice del proprio destino, e se uno vuol buttar denaro nei giochi sono affari suoi. La cosa che proprio non mi va giù è che lo Stato, dopo aver messo i panni del croupier, mi viene a dire:
"Gioca con moderazione". Ma va ciapà di ratt, pirla!