(raccolta molto sparsa di pensieri)

fabiotordi

Tag: ricordi

Centro Tennis Brallo

Uno di questi giorni stavo riposando, alla sera, prima di uscire e andare al Malaspina. Sapete com’è, i pensieri si accavallano e si rincorrono. Pensavo che… come li definiscono adesso, ecco tra gli "istruttori" del centro tennis di Pregola non c’è più nessuno di quelli che venivano al bar quando lo gestivo io. L’ultima volta è stato nell’estate 2005. Chissà quei ragazzi che fanno ora, e se anche tra tanti anni si ricorderanno della loro avventura al centro "Il Brallo" e delle loro serate al

Castello Malaspina. E già, chi lo sa. E allora il pensiero è andato a mille anni fa, quando da ragazzino ci andavo io al centro tennis. Ricordo che i maestri li vedevo come uomini supermaturi, quasi vecchi, e invece probabilmente avevano circa trent’anni o poco meno. E gli "assistenti", come li chiamavano allora? Per noi erano dei veri miti. Erano degli adulti e quindi li rispettavamo, ma per noi erano come eroi: ci facevano giocare, divertire, ne inventavano sempre qualcuna. Mi ricordo di quattro persone in particolare: la prima è la miticissima Albina, la ragazza d’oro. Non era possibile non volerle bene, ogni bambino e ogni bambina del centro veniva rapito dai suoi modi gentili di fare, era un po’ la mammina di tutti noi. Pensate che si è sposata il super maestro Roberto Catalucci!!! Poi c’era Paola, di cui ricordo il nome e la sua dedizione. E poi c’era Tony. Capello riccio e appassionato di Hockey. E infine c’era il mito assoluto: Edo. Ricordo benissimo un episodio che la dice lunga su quanto per noi era un supereroe: un giorno pioveva e noi dei "secondo gruppo" ci siamo ritrovati in uno stanzone insieme a quelli del "primo gruppo". Spiego: i ragazzini erano divisi per età: i più piccoli erano il "terzo gruppo", i più grandicelli il secondo e poi il primo. Così mentre un gruppo giocava a tennis l’altro faceva un altro sport e l’altro ancora anadava a fare la passeggiata, la merenda, o quant’altro. Quel giorno, fra i vari giochi improvvisati, abbiamo scatenato una guerra di cori: vinceva chi faceva il coro più rumoroso. Quando noi abbiamo scatenato il coro "Edo Edo Edo…" non ce n’è stata per nessuno, abbiamo stravinto. Caspita ragazzi, se qualcuno di voi un giorno leggerà questo post mi scriva, chissà dove abitate, non lo so, non ricordo… Eravamo a metà degli anni ’80… penso 1985 / 86 / 87 o già di li. Miiiiii che botta di ricordi. Sarà che quando pensavo a tutto questo fuori pioveva….

Saldi di fine stagione

L’estate sta finendo, un anno se ne va… cantavano i Righeira. Ormai anche l’estate 2008 sta volgendo al termine. E’ stata un’estate diversa dalle altre, come del resto ogni anno è sempre diverso dagli altri. E’ stato il Luglio in cui sono stato più a Voghera in vita mia. Praticamente quasi almeno una volta al giorno. E un Agosto… diverso. Anche quest’anno, come nel 2007, ero a Brallo a vendere all’aperto (a “fare il banchetto” come dice mio papà). Luglio è stato disastroso come vendite, ero in crisi economico-finanziaria di bestia. Agosto invece è stato paragonabile a quello dello scorso anno. Visti i tempi: gran buono. Son stato poche volte al Trebbia, rarissimi giri in bici. Il classico giro al mare con gli amici è saltato, i lunedì di agosto li ho utilizzati per andare da Elisa ad Alassio. E poi, cmq, l’unico sempre presento ormai è Davide, il quale ha una dose di scazzo addosso che è quasi impossibile coinvolgerlo in iniziative.. che peraltro non ho, visto che siamo solo in due. Come previsto ho saltato quasi tutte le feste di paese. Volevo andare a quella di Cortevezzo ma non avevo la macchina, alla fine son stato a quella di Bocco.
Ricordo tante estati di tanti anni fa, nelle quali mi sembrava veramente inconcepibile trascorrere la stagione altrove. Oggi sto ripensando ad un periodo in particolare, circa una dozzina di anni fa. Qui fuori mio fratello aveva tantissima merce esposta, come sempre, e c’erano tanti ragazzi che gli davano una mano nelle vendite. Alla sera finivano di tirare dentro che erano anche le nove. E poi li ritrovavo magari al Kursaal. Ricordo il tizio col cappellone stile Jamoroquai, quello coi capelli lunghi che si truccava (!!!), la volta che siamo andati in 7 a mangiare da Rino (mamma mia che panciata) e poi siamo stati sul Colletta perché Ivo voleva provare il fuoristrada nuovo e Lorenzo, che era nel portabagagli, aveva buttato giù il vetro posteriore con una testata!! Giuro, l’intero vetro è finito sulla strada. Per fortuna (a parte il bernoccolo) non si è fatto male. Cavoli che bella che era l’estate a Brallo in quegli anni. Non avrei veramente mai desiderato essere da altre parti. Passeggiate nei boschi, partite con gli amici, grigliate, Trebbia, bicicletta, illusioni di amori, feste di paese, bottiglie di vino, giri in macchina. In discoteca 4 volte alla settimana. Due mesi che sembravano lunghi un anno, ma passavano in fretta come fossero stati due giorni.

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