(raccolta molto sparsa di pensieri)

fabiotordi

Tag: nostalgia

Nuovo dizionario delle cose perdute

E’ un libro che si legge in un viaggio aereo (come ho fatto io), quindi un libro facile.
E’ un libro divertente, a tratti quasi nostalgico, ma sempre carichissimo di ironia.

Di cosa tratta? Di tante cose che c’erano…e non ci sono più. Che quando le leggi pensi: "E’ vero! Te le ricordi?"

Come i vespasiani, la merenda (non le merendine!), le cartoline, l’autoradio estraibile, la carta carbone, ecc.
Alcune le ho vissute anche io, altre sono troppo vecchie affinché io me le ricordi, difatti l’autore (Francesco Guccini), è di un’altra generazione (seppure molto amato anche dalla mia e dalle successive generazioni, quanti concerti ho visto!).

"Dove sono finiti i deflettori che erano nelle automobili? Erano comodissimi. Si aprivano parzialmente ed entrava un soffio d’aria rinfrescante, potevi fumare senza impregnare di fumo l’abitacolo (già, a proposito, dove sono finiti anche i portaceneri delle automobili?).
Perché non ci sono più? Un oscuro complotto di potenze straniere a noi ostili, un piano delle case automobilistiche per risparmiare nella costruzione, la vittoria di una misteriosa Lega Antideflettore, una delle mille inutili leggi della Commissione europea?
"

 

ASAP

Lunedi 17 marzo 2014 – Ore 19:38

Nel frattempo siamo decollati.

Dicevo: non si accorgono dell’imbarco, non rispettano le file, salgono sull’aereo solo dalla scaletta davanti (io ho prenotato in fondo apposta).

Caspita che bello partire da Londra. Partendo da altri aeroporti non ero mai passato sopra alla città, stupenda! Quasi come se il pilota ci volesse far vedere il centro dall’alto, tutto illuminato, per poi virare verso sud. Accidenti come è alto il palazzo "Scheggia", altissimo! E poi in un solo colpo vedi la City, il Tower Bridge, il London Eye, sembra una cartolina. Poi l’aereo vira e ti rendo conto ancora una volta dell’immensità di questa città: luci luci luci luci a perdita d’occhio, senza riuscire a vederne la fine, luci luci luci luci che all’orizzonte si perdono nella foschia. Ciao Londra, ciao arrivederci!

E’ stata proprio una bella gita, non credevo, visti i presupposti. Sono anni che non facevo ‘sti viaggi da solo, è tanto che non venivo a Londra e l’ultima volta ho avuto troppa nostalgia. Stavolta invece, nonostante tutto (e Dio solo sa cosa intendo) non ho patito nostalgia, solo bei ricordi e piacevole compagnia. Si, Londra è ancora la mia seconda Milano. Anzi in questo momento la sento ancora più mia. Ne so forse più di Milano, l’ho girata sicuramente di più a Piedi, negli anfratti, nei vicoli, e poi riesce sempre a stupirmi. Londra è nel mio cuore. Mi verrebbe voglia di tornare e raccontare tutto a mia mamma (ma sa già tutto) e dirle: hai visto? hanno chiuso la mia casa!

Chissà quando sarà la prossima volta che torno qui. Crfedo non passerà più così tanto tempo. Ho annusato il profumo dei posti. Potrebbe essere un nuovo capitolo del libro. O del libro della vita. A proposito di libro, anche Anna diceva a sua figlia (la seconda, che non conoscevo): "questo qui è quello del blog, quello del libro". Anche questo diario potrebbe essere un capitolo nuovo, magari sistemandolo un po’, togliendo i pensieri troppo personali, ecc.

(e infatti così ho fatto)

Ciao Londra, C U next time, ASAP!

Lunedi 17 marzo 2014 – Ore 21:00 (22 per l’Italia)

This is the end


Un selfie a Trafalgar con Nelson riflesso negli occhiali :-)

Noi che…

Noi che la penitenza era ‘dire fare baciare lettera testamento‘.
Noi che ci sentivamo ricchi se avevamo ‘Parco Della Vittoria e Viale Dei Giardini‘.
Noi che i pattini avevano 4 ruote e si allungavano quando il piede cresceva.
Noi che chi lasciava la scia più lunga nella frenata con la bici era il più figo.
Noi che il Ciao si accendeva pedalando.
Noi che suonavamo al campanello per chiedere se c’era l’amico in casa.
Noi che dopo la prima partita c’era la rivincita, e poi la bella, e poi la bella della bella.
Noi che giocavamo a nomi, cose, animali, città.. (e la città con la D era sempre Domodossola).
Noi che ci mancavano sempre quattro figurine per finire l’album Panini.
Noi che avevamo il ‘nascondiglio segreto‘ con il ‘passaggio segreto‘.
Noi che ci divertivamo anche facendo ‘Strega comanda color‘.
Noi che le cassette se le mangiava il mangianastri, e ci toccava riavvolgere il nastro con la bic.
Noi che al cine usciva un cartone animato ogni dieci anni e vedevi sempre gli stessi tre o quattro (di Walt Disney) .
Noi che sentivamo i 45 giri nel mangiadischi e adesso se ne vedi uno in un negozio di modernariato tuo figlio ti chiede cos’è
Noi che le barzellette erano Pierino, il fantasma formaggino o un francese, un tedesco e un italiano.
Noi che ci emozionavamo per un bacio su una guancia.
Noi che si andava in cabina a telefonare.
Noi che c’era la Polaroid e aspettavi che si vedesse la foto.
Noi che andavamo a letto dopo il carosello. (beh no cavoli, questo no… nota di Fabio)
Noi che suonavamo ai campanelli e poi scappavamo.
Noi che ci sbucciavamo il ginocchio, ci mettevamo il mercuro cromo, e più era rosso più eri figo.
Noi che la Barbie aveva le gambe rigide.
Noi che nelle foto delle gite facevamo le corna ed eravamo sempre sorridenti.
Noi che quando a scuola c’era l’ora di ginnastica partivamo da casa in tuta.
Noi che a scuola ci andavamo da soli, e tornavamo da soli.
Noi che se a scuola la maestra ti dava un ceffone, la mamma te ne dava 2.
Noi che se a scuola la maestra ti metteva una nota sul diario, a casa era il terrore.
Noi che le ricerche le facevamo in biblioteca, mica su Google.
Noi che il ‘Disastro di Cernobyl‘ vuol dire che non potevamo bere il latte alla mattina.
Noi che si poteva star fuori in bici il pomeriggio.
Noi che se andavi in strada non era così pericoloso.
Noi che sapevamo che ormai era pronta la cena perché c’era Happy Days.
Noi che il primo novembre era ‘Tutti i santi‘, mica Halloween.
Noi che se la notte ti svegliavi e accendevi la tv vedevi il segnale di interruzione delle trasmissioni con quel
rumore fastidioso. (si chiama monoscopio, e aveva il dubbio servigio di poter calibrare lo schermo tv. nota di Fabio)
Noi che abbiamo avuto le tute lucide che facevano troppo figo.
Noi che l’unica merendina era il Buondì Motta e mangiavamo solo i chicchi di zucchero sopra la glassa
Noi che all’oratorio le caramelle costavano 50 lire..
Noi che si suonava la pianola Bontempi.
Noi che la Ferrari era Alboreto, la McLaren Prost, la Williams Mansell, la Lotus Senna e Piquet e la Benetton Nannini e la Tyrrel a 6 ruote!!!!!
Noi che guardavamo allucinati il futuro con Spazio 1999 Base Lunare Alpha.
Noi che il Twix si chiamava Raider e faceva competizione al Mars.
Noi che nei mercatini dell’antiquariato troviamo i giocattoli di quando eravamo piccoli e diciamo "guarda! te lo ricordi?" e poi sentiamo un nodo in gola
Noi che le mamme mica ci hanno visti con l’ecografia
NOI CHE SIAMO ANCORA QUI E CERTE COSE LE ABBIAMO
DIMENTICATE E SORRIDIAMO QUANDO CE LE RICORDIAMO.
QUESTA è LA NOSTRA STORIA. . .

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