La scorsa estate sono stato a vedere questa opera d’arte. Come tutta l’arte moderna e come tutta l’arte in generale, il "bello" è sempre soggettivo, e vivaddio che è così. Ci sono state tantissime recensioni positive e tante critiche. Io sono dell’idea che, al di là del ritenerlo o meno "bello", questo signore ha fatto A SPESE SUE (ovviamente finanziato da sponsor) un evento che ha attirato migliaia di visitatori (figuratevi che ancora adesso ad Iseo fanno la fila per vedere la mostra fotografica) i quali hanno sicuramente lasciato in qualche modo qualche soldino in zona e hanno potuto scoprire luoghi da poi ritornare a visitare con calma. Ce ne fossero di Christo disposti ad investire così in Oltrepo. Invece noi siamo qui a dire che la nostra è una terra bellissima, che non ha niente da invidiare alla Toscana e tutte quelle cose lì, che io sono il primo a dire e a sostenere, ma che da sole ahimè non bastano.
Ma torniamo all’opera "THE FLOATING PIERS" di CHRISTO. Beh, a me essere parte di un’opera d’arte mi ha molto emozionato. Come dicono Fedez e J Ax oggi "Ogni ricordo è più importante condividerlo che viverlo". Invece io mi emoziono a vivere i momenti. Sono capace di fare chilometri, di fare mille sbattimenti, di mettere in secondo piano cose "importanti" per essere, per esserci. Per il matrimonio di un amico, per trovare qualcuno al mare, per andare a un concerto, per svegliarsi nel mio letto invece di essere altrove, per andare nel centro del (mio) mondo (Piccadilly Circus) e così via. E così ho fatto quel giorno. La domenica era l’ultimo giorno, immaginavo ci fosse un disastro di gente e allora decido di andare in settimana. Magari mercoledi, magari giovedì, infine venerdì. Si decidce per sabato. Sveglia sveglio alle 3 e si parto. Per evitare ogni tipo di cosa passo da Bergamo, poi Trescore, Lovere e poi scendo. A Sale Marasino parcheggio in collina, per poi raggiungere a piedi la destinazione. Poco dopo da un fornaio esce il profumo del pane ha appena sfornato. Ma che bello è uscire con in mano un croissant ancora bollente. Che figata che sono queste cose. Sono da poco passate le 6. Alle 6 e 50 inizia la fila e alle 7 e 20: voilà sulla passerella. Mezz’ora di coda. E poi…. emozione.
Emozione di essere parte di qualcosa di magico. Voi criticatela, disprezzatela oppure guardatela con banalità. Non mi importa. Quello che mi importa è che in quel momento ero emozionato e quell’emozione mi è rimasta nel cuore.
Quando siamo usciti verso le 10 e mezza. C’erano circa 5 ore di coda. Pazzesco. Però io ce l’avevo fatta. Soddisfatto, felice e, ripeto, emozionato.