(raccolta molto sparsa di pensieri)

fabiotordi

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Espuma

La mia esperienza ad Ibiza si può dividere in due parti, completamente diverse tra loro. Prima parte. Ibiza è veramente una delle patrie del divertimento, ma ormai quello che trovi li lo trovi dappertutto. Pieno di locali e pieno di discoteche aperte fino al mattino, con tanta gente strana. Ma non c’è bisogno di scomodare né Riccioneioré (Lloret de Mar) per fare paragoni: basta farsi un giro a Milano e puoi trovare tutto questo. L’isola in sé fa abbastanza schifo, immagino che prima dell’invenzione del turismo gli abitanti del posto facessero proprio la fame, non c’è nulla di nulla. Il mare è abbastanza bruttino, proprio niente di chè. I locali pre-disco sono i soliti di ogni parte del mondo. E non sono in tutta Ibiza, ma sono concentrati nella parte del porto. Insomma è abbastanza un pacco, che bisogno c’è di prendere l’aereo x andare fino a là? Io non ero certo in cerca di una vacanza rilassante, me ne sarei andato a Celle Ligure altrimenti (che non so neppure dove sia). Io ero in cerca delle leggende di Ibiza: gente fuori di brutto, discoteche aperte giorno e notte, locali ovunque, bar in spiaggia aperti alla sera per fare l’aperitivo a mezzanotte, cene alle due di notte. Leggende, appunto. C’è un mare di italiani. Ma proprio tantissimi, sono il secondo popolo di Ibiza (infatti praticamente chiunque capisce e/o parla italiano) sia come clientela che come baristi/camerieri/pr/ecc. Sabato sera un tizio ci convince ad andare alla discoteca Privilege, anzichè il Pacha. Giudizio: il posto si vanta di essere la discoteca più grande del mondo. Buuu, tanto per citarne una, l’Alcatraz di Milano è più grande. E poi non è neanche bella, è un capannone con una piscina fatta malissimo. La nota molto positiva era la musica, proprio quella che piace a me, vale a dire E-LET-TTTTTTT-TTTT-TTTTRO-NI-KA un po’ minimal e un po’ house (come ho spiegato qui è difficile definire bene la musica). Musica che purtroppo nella zona sfigata e musicalmente repressa, l’Oltrepo Pavese, non suonano e non hanno praticamente mai suonato. Da noi c’è la cultura discoteca=fighetto, non discoteca=musica, della musica non gliene fotte un piffero a nessuno. Da noi si va in disco se c’è "bella gente", non per ballare o ascoltare musica. Voi direte: ma perchè tu la ascolti quella musica li? SI. Siamo tornati alle 6 e alle 10 eravamo già in giro col motorino affittato. Siamo andati a cercare un’altra presunta trasgeressione di Ibiza: la spiaggia dei nudisti. Prevedevo fosse una cazzata e infatti avevo pienamente ragione. Quattro bischeri isolati dal mondo col pisello o le tette al sole. Non ho questo tipo di perversioni, né quello di abbronzarmi le parti basse, né la voglia di star li a spiare quelle degli altri. Al pomeriggio un sonno ristoratore e alla sera un giretto per i locali. Poi in albergo.

Seconda parte. Ibiza è veramente una figata, non fosse altro che per un motivo: l’Amnèsia e lo schiuma party. Partiamo in costume e t-shirt a bordo del nostro mezzo, guido io. Arriviamo all’Amnesia alle 2 e venti circa. L’ambiente è molto bello. Ci sono due sale. La musica è sul genere techno, quindi molto più cattiva di quella del Privilege, ma più adatta alla situazione. La sala principale è piena imballata. Ci buttiamo a ballare per due ore ininterrotte. Di schiuma neanche l’ombra. La barista ci dà la brutta notizia: sarà sparata dopo le 5 e mezza. Cazzarola noi siamo già stanchissimi. Ce la dobbiamo far passare. Facciamo un giro nell’altra sala, ci sediamo un attimo e torniamo in pista. Siamo pronti.
Io mi aspettavo una pioggia di schiuma, che magari ti arriva fino alla vita, esagerando. Invece no, ci sono 3 cannoni che sparano un getto impressionante di schiuma. Dopo pochi secondi (secondi!!) la schiuma ti supera e ti circonda. Schiuma ovunque. Nel naso in bocca negli occhi. Cerchi di togliertele dagli occhi con le mani, ma sono piene di schiuma e peggiori la situazione. Se ti sbagli e respiri con la bocca sei finito, inizi ad inghiottire schiuma. In pista è il delirio assoluto. Musica a palla, luci strobo e gente piena di schiuma. Ma letteralmente piena, non so come descrivere la situazione. Quasi pupazzi irriconoscibili. Dopo un po’ il livello cala, e allora spingono i cannoni a manetta e giù un’altra schiumata. Pazzesco. Schiuma ovunque, ovunque. Nella pista varia dai 150 ai 180 cm di altezza. Nella zona limitrofa arriva all’inguine. Gente che balla, che scivola, che perde gli occhiali o le infradito, forse per sempre. Gente che si lancia la schiuma, che si abbraccia. La parola giusta è proprio delirio. Una situazione stranissima e quasi indescrivibile. In una parola fantastica. Dopo una manciata di minuti la maglietta è ovviamente diventata una spugna e quindi me la tolgo. Boys a petto nudo, girls in bikini. E ancora musica, luci e soprattutto schiuma, schiuma schiuma. E schiuma. Senza trregua. Penso di averne mangiato a chili. Le mie lenti a contatto ovviamente mi ringrazieranno per sempre, avevo gli occhi color brace viva. Dopo una mezzoretta hanno iniziato a sparare acqua con un idrante e hanno acceso delle bocchette stile anti incendio. Questo per togliere progressivamente un po’ di schiuma. Noi, già bagnati fradici, ulteriormente inzuppati dall’acqua, ci chiedevamo come saremmo tornati a casa, in scooter. Quando erano quasi le 7 la disco ha chiuso. C’era schiuma ovunque, perfino fuori dal locale. Ma non "un po’ di schiuma", ce n’era almeno una quindicina di centimetri. Nel piazzale! Mi sa che l’Altro Mondo Studios di Rimini ha perso il posto di miglior discoteca che abbia mai frequentato. Abbiamo strizzato le nostre magliette e abbiamo raggiunto il parcheggio. C’era già chiaro. Il nostro era l’unico scooter rimasto. Gli altri avevano quasi tutti un ricambio in auto. Noi no. Noi ci siamo sparati i circa 10 km che ci separavano dall’Hotel completamente bagnati in motorino, con la schiuma che ci ricopriva i piedi e le gambe fino al ginocchio. Ottimo. Ormai era giorno. Alle 8 e trenta ho riconsegnato il mezzo, ho fatto colazione e mi sono concesso due ore e dieci minuti di sonno. Che nottata fantastica però.

Amnèsia

In questo momento, mentre voi siete li, io dovrei essere qui. Ma poi torno eh? Forse. Sono partito ieri, sono stato al Pacha e stasera dovrei andare all’Amnèsia. Poi domani, semidistrutto, will go back home. Perchè uso il condizionale? Perchè questo post l’ho scritto ovviamente in anticipo, in questo momento non sono in grado di poter scrivere… a presto.

 

 

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