(raccolta molto sparsa di pensieri)

fabiotordi

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Gioca con moderazione

ipocriìa s. f.  – Simulazione di virtù, di devozione religiosa, e in genere di buoni sentimenti, di buone qualità e disposizioni, per guadagnarsi la simpatia o i favori di una o più persone, ingannandole.

Così dice il dizionario Treccani. E aggiunge come sinonimi: doppiezza e fintaggine. Se ancora non avete capito vi faccio un altro esempio:

lo Stato Italiano è il biscazziere più grande che c’è. Anni fa ci propinava solo 4 sale da gioco (i casinò), il Totocalcio, il Totip e i mitici Gioco del Lotto e Lotteria Italia. Poi salatrono fuori il Totogol, i Gratta e Vinci, e soprattutto il Superenalotto (erede dell’Enalotto che invece non attiva giocatori)e le famigerate "macchinette", cioè quelle specie di slot machines che si trovano ormai in qualunque bar dello Stivale. E poi un corollario di Win for Life, scommesse, punto Snai, e un florilegio di poker dal vivo, poker on line, poker in tv, ecc.

E in tutto questo chi ci guadagna? Chi vince, certo. E poi? Il gestore, e va bene. E poi?
E poi ve lo dico io (ma lo sapete già): lo Stato. Perchè su tutti questi giochi c’è una parte di denaro che va all’Erario. E lo Stato cosa fa? In questi anni ha in tutti i modi cercato di incrementare questo enorme afflusso di soldi inventandosi nuovi giochi e concedendo nuove licenze. Ma vi rendete conto di quanti quattrini gli diamo? E poi scopriamo che sono serviti a pagare la laurea del Trota.

Soldi bagnati di lacrime e sangue: stipendi, pensioni che se ne vanno in pezzi di carta con dei sogni attaccati con lo sputo.

Io rimango liberista: ognuno è artefice del proprio destino, e se uno vuol buttar denaro nei giochi sono affari suoi. La cosa che proprio non mi va giù è che lo Stato, dopo aver messo i panni del croupier, mi viene a dire:

"Gioca con moderazione". Ma va ciapà di ratt, pirla!

Casino de la Vallée

Tempo fa sono stato al Casino di Saint Vincent, in Valle d’Aosta. Erano esattamente 15 anni che non entravo in un posto del genere (se si escude un rapido passaggio in quello di San Remo e a quello di Montecarlo, ma erano brevi visite turistiche solo nelle sale delle slot machine).

Ragazzi, quanti soldi che girano. C’è un sacco di gente, ma veramente tanta, che butta palate di soldi sui tavoli verdi come se niente fosse. E quando dico palate di soldi intendo proprio tanti. Al piano di sotto puoi entrare senza giacca e i giochi hanno solitamente delle poste minime più basse. C’era pieno di giapponesi che giocavano ad un gioco strano che non sono riuscito bene a decifrare. Dei tizi giocavano a dadi e uno di loro aveva in mano una mazzetta di 500 euro!!
Al piano di sopra l’ambiente è un poco più raffinato, e lì c’è gente che picchia duro come un fabbro. Al tavolo di Chemin de Fer ho visto un tale che in una mano si è portato a casa dodicimila euro. Do-di-ci-mi-la. Io e i miei soci abbiamo scambiato qualche soldino in fiches, che distribuivamo parsimoniosamente sul tavolo della roulette. Ogni tanto passava uno e buttava un gettone da 500 euro e se ne andava, come se niente fosse. Poi ne è arrivato un altro e ha cambiato una fiche da diecimila euro, lamentandosi, a cuor leggero però, che la serata era un po’ sfortunata.


Édouard Manet – Le Chemin de fer

Commmento della serata: ma si bel posto, un giro ogni 15 anni si può anche fare (magari anche senza aspettare così tanto, per la carità), avendo però bene in mente che l’unico che vince sempre e comunque è il Casino. Punto e basta. Se ci vai e dici "passo una serata diversa e butto via TOT euro" va bene, se pensi di vincere invece è meglio che te ne stai a casa. I soldi che hai in tasca quando entri devi considerarli persi, se li riporti a casa è già una fortuna.

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