(raccolta molto sparsa di pensieri)

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Tag: differenziata

Mi rifiuto !

Questa settimana su "Il Punto". Intervista by Stefania Bertonazzi


Diminuzione degli imballaggi

Il mondo occidentale (e anche il resto, ormai) è pieno di rifiuti. L’Italia ha problemi di smaltimento. Ci sono regole che puntano alla maggiore differenziazione della spazzatura, in modo da poterla riciclare.
E uno dei metodi più utilizzati per arrivare a questa differenziazione è la raccolta porta a porta.

E’ l’unico sistema, mi chiedo?

Avrei una proposta. Ma se il legislatore, in qualche modo, mettesse un freno agli imballaggi?

Mi spiego meglio con un esempio: io vivo da solo e quando faccio la spesa, se ho tempo, metto a posto ciò che ho acquistato togliendolo già dalla confezione. Tolgo le banane dalla plastica, gli yogurt dalla carta, ecc. Se fossimo ancora ai tempi della raccolta indifferenziata riempirei un bidone. Pazzesco.

E’ normale che ho acquistato delle fette biscottate sigillate nella plastica a due a due, poi riunite in un sacchetto, contenuto in una scatola? Per mangiarle devo poi buttare ben tre imballaggi. Gli yogurt potrebbero per esempio attaccarli tra loro come fanno con i bicchierini di un noto tè freddo aromatizzato al limone o alla pesca prodotto da una multinazionale italiana con sede al Alba in provincia di Cuneo il cui amministratore è Giovanni Ferrero e il cui nome ricorda la stagione estiva.
Ogni alimento è in una confezione, la quale come minimo è dentro un’altra confezione, se non due. Quando ero bambino si buttava via forse la carta della carne, le bucce della mela e la scatola della pasta.
Così come si sono "obbligate" le case automobilistiche a produrre motori meno inquinanti, così come ci sono regole per le industrie sullo smaltimento dei rifiuti, non si potrebbe, come si dice con frase abusatissima, "sensibilizzare l’opinione pubblica" e soprattutto legiferare sulla riduzione degli imballaggi che, per un’utenza domestica, sono la prima causa di produzione di rifiuti.
Io ho sempre il secchiello della plastica pieno, quello della carta idem (a causa delle pubblicità, farei prima a mettere il bidone direttamente al posto della cassetta delle lettere, se non fosse che sono abbonato a "Topolino" e mi dispiacerebbe perdere qualche numero), quello del vetro sempre vuoto (lo espongo in media una volta al mese) e quello dell’umido semivuoto.
L’indifferenziato abbastanza pieno.

E qui vorrei aprire un altro discorso: non si potrebbe fare una legge che obblighi i produttori a indicare sull’imballaggio di qualsiasi cosa dove deve essere gettato? Perchè si sa: nel dubbio meglio nell’indifferenziato.

Semantica lessicale di raccolta differenziata

Nei discorsi da bar, ma anche sui giornali, si fa molta confusione tra "differenziata" e "differenziata porta a porta".

Leggevo che prima o poi partirà la "differenziata" in tutta Voghera. Oppure mi sento dire che io sarei contrario alla "differenziata".

No, intendiamoci. Per "Raccolta differenziata", Wikipedia recita: "la raccolta differenziata indica un sistema di raccolta dei rifiuti che prevede una prima differenziazione in base al tipo da parte dei cittadini diversificandola dalla raccolta totalmente indifferenziata. Il fine ultimo è dunque la separazione dei rifiuti in modo tale da reindirizzare ciascuna tipologia di rifiuto differenziato verso il rispettivo più adatto trattamento di smaltimento o recupero che va dallo stoccaggio in discarica o all’incenerimento/termovalorizzazione per il residuo indifferenziato, al compostaggio per l’organico e al riciclo per il differenziato propriamente detto (carta, vetro, lattine, plastica)."

E su questo io sono d’accordissimo. Sono favorevolissimo, è giustissimo e così via di superlativi. A mio avviso bisognerebbe solo migliorare la situazione in questo modo:

  • Mettendo più cassonetti di raccolta differenziata in più punti.
  • Svuotandoli con la giusta regolarità.
  • Insegnare ai cittadini (con corsi, opuscoli, siti internet e tutto ciò che serve) su quale rifiuto vada in quale contenitore (per alcuni oggetti è facile, ho una bottiglia e la butto nel vetro, ma il tappo? il cartone del latte? la confezione delle merendine? il giocattolo rotto?, ecc.)

Poi ci vorrebbe anche un intervento del legislatore che obblighi un po’ le ditte produttrici ad usare meno imballaggi. Non so se ci fate caso, ma ogni volta che fate la spesa avete portato a casa una quantità di imballaggi quasi pari ai prodotti acquistati. Tutto provocato anche dalla mania iper-igienista che fa confezionare i prodotti alimentari quasi ad uno ad uno e dalle politiche di marketing che cercano la soluzione più accattivante.

E fino qui tutto bene. Poi è arrivato qualche genio (del male) che ha inventato la soluzione della raccolta differenziata porta-a-porta. Perchè non mi piace? Ecco i motivi:

  • Non è più comodo che quando ho la mia bella rumenta differenziata io esca e vada a buttarla nel cassonetto differenziato invece che tenermela in casa?
  • Non ricordo mai i giorni in cui devo mettere fuori il tal pattume o il tal altro.
  • A volte non sono a casa. Per esempio: spesso la domenica sera mi fermo a Brallo e quindi il lunedì mattina non posso mettere fuori casa la carta. E così me la devo tenere in casa un’altra settimana. Scomodissimo.
  • Costa meno svuotare un cassonetto, posizionato in un posto fisso, che serve 100 famiglie o 100 bidoni posti davanti a 100 case?
  • E’ bello girare per la città e vedere sempre un bidone di spazzatura davanti a casa?

Quindi non dite: adesso ci sarà la differenziata, perché la differenziata C’E’ GIA’ !
E’ la differenziata porta-a-porta che è una cagata pazzesca.

La raccolta porta-a-porta della carta è una cagata pazzesca

Complimenti a quel genio del male che ideato questa furbata. Sarà bella Voghera con la spazzatura davanti alle case (soprattutto quando piove)? E quanto ci costa? Stamattina volevo buttare via degli scatoloni, ma mi sono accorto che hanno eliminato il cassonetto della carta. Genio, chiunque tu sia, avrei voglia di buttarli davanti a casa tua in mezzo alla strada!

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