(raccolta molto sparsa di pensieri)

fabiotordi

Tag: crisi

Sfratto Express

Stavo leggendo sul Manifesto (ebbene si, ripeto, stavo leggendo il Manifesto, per la precisione questo articolo: www.ilmanifesto.it/attualita/notizie/mricN/8357 ) che il governo Rajoy sta attuando una serie di iniziative per fronteggiare la crisi in corso. Secondo il giornale di sinistra sono tutte proposte che buttano benzina sul fuoco e che quindi incendieranno le piazze. Sarà. Per esempio toglie il prolungamento dei sussidi di disoccupazione. Uè ragazzi, siamo in crisi, lo stato non può continuare a tempo indeterminato a dare soldi a chi non ha lavoro. Io mi rendo conto che il periodo è difficile, ma se lo stato spende e spande diventa ancora più difficile. Certo, poi non andrebbero sprecati (per esempio dandoli ai politici). Poi aumenta l‘IVA al 21%, come ha fatto il nostro Monti. E poi ha inventato lo "sfratto rapido". In pratica, per chi non paga anche solo un mese di affitto può scattare lo sfratto e l’inquilino avrà solo 10 giorni di tempo per regolarizzare la sua posizione. Magari fosse così anche qui: ci sarebbero tanti furbacchioni a cui brucerebbe un po’ la sedia sotto al sedere a sapere che nel giro di pochi giorni dovrebbero lasciare l’appartamento. Vedi che allora si metterebbero in riga. Oggi tutti sanno che ci vuole circa un anno per rendere esecutivo uno sfratto e quindi c’è chi se ne approfitta e ci marcia sopra. Questa dovremmo rubarla agli spagnoli !

Certo, la casa è un diritto per tutto, quindi anche per il proprietario della casa stessa che vorrebbe godersi il proprio appartamento, che magari invece è abitato da inquilini non paganti. A mio avviso in alcuni casi sono pretese assurde. Un po’ come la famosa "spesa proletaria": vado al supermercato e non pago per dimostrare che c’è gente che non può peremettersi di fare la spesa e tirare a fine mese. Proteste magari giustissime, ma perchè prendersela col supermercato? No, non ce la faccio, non riesco a capire questi ragionamenti barbari e mai li capirò. Punto. 

Motivi della crisi

Si fa tanto parlare di crisi… ma c’è ? C’è stata? E’ finita? Ci sarà? Io vi porto l’esperienza che vivo sulla mia pelle, con alcune riflessioni.

Da me in negozio la crisi si sente. Da un anno a questa parte le vendite sono calate parecchio e i guadagni ancora di più. Questo perché, per cercare di aumentare le vendite, ho diminuito i ricarichi. Il problema non è che le vendite sono diminuite, talvolta sono proprio crollate! Quali sono i motivi?

  1. La crisi. La crisi indubbiamente c’è e c’è stata. Molte imprese hanno ridotto le spese, tra cui quella del personale, che ha creato un’interruzione o una diminuzione di flusso di capitale circolante. Meno stipendi, meno euro che girano e quindi meno euro che possono finire nel mio cassetto. Se volete il mio parere è tutto vero, anche se di dimensioni minori rispetto a quello che ci vogliono far credere. Anche perché, siamo sinceri, in molti settori i prezzi sono addirittura diminuiti.
  2. I media. I giornali e le tv continuano a parlare di crisi. Così, anche chi il lavoro ce l’ha e non ha subito tagli allo stipendio, per timore di questa ventilata crisi sta più attento nelle spese. Questo succede in alcuni settori. In altri, come il lusso, i viaggi, l’elettronica di consumo, i capi griffati, non hanno assolutamente risentito di questo, anzi talvolta il giro d’affari è aumentato. Da me sono solo aumentati i rompiscatole che chiedono sconto.
  3. Il clima. Diciamoci la verità, non è un modo di dire quando diciamo che non ci sono più le mezze stagioni: ormai mettiamo i capi estivi e subito dopo passiamo a quelli invernali e viceversa. Questo ha eliminato una vasta fetta di prodotti che prima si vendevano parecchio, come ad esempio i capi in pelle, che sono il classico abbigliamento da mezza stagione. Inoltre nei mesi di cambio stagione, come settembre, i clienti non vogliono più capi della stagione precedente (estivi) ma non vogliono ancora quelli della stagione futura (inverno). Pertanto… non comprano nulla e aspettano.
  4. Il gioco. Sembra un’idea stupida, ma seguite il ragionamento: si parla di crisi, la gente ha paura e quindi cosa fa? Si lascia tentare dall’illusione della fortuna coi giochi e giochini. E infatti le varie lotterie, lotto, enalotto, macchinette, scommesse, poker e chi più ne ha più ne metta hanno avuto un netto aumento. Questi, signori, sono tutti soldi che erano nelle tasche della gente e che avrebbero potuto finire nelle tasche dei commercianti. Se uno ha 100 euro da spendere e le spende in superenalotto et similia, ovviamente non le avrà più da spendere per comprarsi un bel piumino.
  5. La concorrenza. La mia zona è stata dimenticata per anni e anni dalle grandi catene distributive. Quando ero ragazzino e ancora quando frequentavo l’università guardavo con invidia le zone a nord di Milano, che  pullulavano di grandi centri commerciali. Ora, da una decina d’anni, queste catene stanno colonizzando sempre più anche l’Oltrepo Pavese e le terre limitrofe. La gente è sempre quella, i soldi son sempre quelli, quindi se la gente li spende da una parte non può spenderli dall’altra. Oltretutto sta lentamente cambiando la mentalità degli acquirenti che preferiscono recarsi presso questi centri dove si ha maggiore scelta e magari comfort (parcheggi, climatizzazione, ristorazione, ecc). Per i negozi è sempre più dura.
  6. La politica del centro. Ormai in quasi tutte le città e cittadine si sta seguendo questo schema: abbellire la città con parchi, vialetti, piante, zone pedonali; spostare ed accorpare i servizi in luoghi più facilmente raggiungibili. In questo modo le città sono sicuramente più belle da vedersi, ma sono più vuote. Chi prima parcheggiava e girava per le città, magari entrava nei negozi a fare qualche acquisto. Ora i parcheggi sono quasi un sogno e i servizi sono decentrati. Che motivo avrebbero i potenziali clienti di vivere il centro città? Quasi nessuno.
  7. Io. Tra i vari motivi mi ci metto anche io: sono antipatico, rompiballe, antico, sciatto, fuori moda. Insomma è out venire da me in negozio. Oppure è troppo in, dipende dai punti di vista.

Terrorismo psicologico

Crisi crisi crisi… in questo periodo non si fa altro che parlare di crisi. Molti mi chiedono se io, nel mio lavoro, la sento. Eccome se la sento. Si vende meno, balle non ce ne sono. E la crisi è sotto gli occhi di tutti: anche le grandi aziende falliscono o hanno seri problemi. Però io sono convinto di una cosa e ne parlavo l’altra sera col mio clone con un mio amico: in questa situzione sono anche i media che ci marciano e ingrandiscono la cosa. Io mi ricordo nei primi anni ’90 che, dopo la grande abbuffata dei "favolosi anni 80" si parlava di crisi crisi crisie crisi fu. Se la gente sui giornali, in tv, nei tg, nei talk show, sente parlare di crisi crisi crisi… è ovvio che poi si preoccupa e sta più attenta a spendere. In realtà io sono convinto che, finora, la crisi non c’è. Anche perchè quando hanno lanciato l’iPhone davanti ai negozi c’era la fila di gente pronta a spendere 500 euro per un tecnogadget. E la tv piatta, e la Wii, e la settimana nell’oceano indiano, ecc.

Oltre a questa crisi, ingigantita dalle paure fomentate dai giornalisti, a preoccuparmi c’è anche la notizia di continue nuove aperture di Centri Commerciali. Io da cliente sono abbastanza un fanatico di Centri Commerciali. Quando facevo ingegneria prendevo l’auto e da Pavia me ne andavo nell’hinterland milanese per giracchiare in questi megastore e mi chiedevo come mai qui in Oltrepo non ce ne fossero. Ora è il contrario: c’è una concentrazione quasi maggiore che nel Varesotto, con la piccola differenza che non c’è lo stresso bacino di utenza! Una volta i miei amici di Pavia venivano a fare la spesa all’Iper, adesso con la Bennet e il Carrefour… col cavolo.

Settimane fa circolava la notizia di una possibile nuova apertura di un nuovo centro (con Decathlon) in via Piacenza, prima della rotonda ex-Colussi. E oggi sul giornale si ventila la possibilità di impiantare un megacentro a Casei Gerola. Ma davvero in questo periodo di crisi c’è gente disposta ad investire tanto nel commercio?? E davvero pensano che questa zona non sia ancora satura?? Inizieranno a volare i coltelli!!! E chi ci perderà saranno ovviamente i piccoli negozi di città. Peccato. Andrò a fare un altro lavoro, potrei fare l’istruttore di nuoto, il medico, il pittore… voi che dite??

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