Sostituiti da un contatore del gas
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Avete visto in giro Sprite? L’ abbiamo perso…
Più o meno nel 1991..o anche dopo, o magari anche prima…si andava in giro a far disastri, al Trebbia in bici, in Cròsa a far grigliate, in giro in scooter, al Colletta, da Cavanna, al Kursaal, nella sabbia di Normanno o sulle rotoballe della Bula, i bottiglioni della Linda, il parco giochi, e così via…
Dopo tante cazzate che scrivo vorrei dire una cosa seria (diciamo semiseria, via). Cosa mi rimane della serata di sabato scorso? Tante cose, ma 5 in particolare. Vedere tanta gente che partecipa, che applaude, che si diverte, per una cosa che (nel mio 0,1%) mi sento di aver dato una mano a realizzare, beh mi sembra una bella soddisfazione. Poi mi è rimasta la frase che mi ha detto un bambino, non ve la posso dire pubblicamente, ma mi ha quasi commosso. La terza cosa…beh parlando di bambini: dopo la mia… come chiamarla… "sfilata"?… beh l’esibizione dei "miei" ragazzi, ricevere tanti complimenti, soprattutto dai bambini che mi fermavano per dirmi qualcosa (per esempio, mentre riportavo gli articoli in negozio una bambina, mai vista prima, mi dice: "Ciao Fabio". Io penso: "come fa a sapere il mio nome?" e lei aggiunge "Fabio Rovazzi") Beh ma dovrei pagare per avere un pubblico così, penso che far divertire i piccoli sia la cosa più bella che ci sia.
Poi volevo ringraziare Cinzia, mia sorella, e Alina, per il loro aiuto, altrimenti io nel mio casino mi perdo.
E la quinta cosa, ma la prima nel mio cuore, è la conferma, la sorpresa, la fierezza, l’orgoglio di aver collaborato con un gruppo di Amici. E come vedete l’ho scritto con la maiuscola. Non sto li a dire che ci sono persone che si sono sbattute oltremodo per la realizzazione del Galà della Moda perchè poi mi cazziano dicendo che ognuno ha contribuito, volemose bene, ecc, ma in realtà c’è gente che si è fatta dei culi pazzeschi, "tralasciando" il lavoro e la famiglia, mettendoci quella che si definisce "passione". Perchè senza passione sarebbero rimasti in casa a guardare la tv, o avrebbero dedicato più tempo al loro negozio, ai loro amici, ai loro figli invece di organizzare, fare riunioni, telefonate, ancora riunioni, messaggi, girato per mille posti, incontrato mille persone…. (riunioni l’ho già detto?). E oltre la passione c’è un’altra cosa che traspare, chi ci conosce lo sa e chi ci vede insieme lo capisce al volo, e si chiama AMICIZIA. Quella cosa che non hai bisogno di spiegarla, basta guardare noi. Lo so che non ci si ringrazia per dei sentimenti, e allora vi ringrazio per la passione che ci avete messo.
Da qualche tempo molti stanno parlando di un libro, un "romanzetto" come lo chiama lui, scritto dal mio amico, il maestro Michele Miky Orione, dal titolo "Ho imparato a sognare". Anche io mi unisco al coro e ne ho scritto addirittura due recensioni. Eccole.
Prima recensione:
Michele sono anni che è innamorato. Da quando lo conosco io (primi anni duemila) lo è sempre stato. Innamorato della libertà, innamorato delle cose pazze, innamorato dei sogni. Innamorato delle avventure, innamorato delle cose belle, innamorato della pallavolo. E di queste cose ne ha fatto un libro, anzi pardon, un romanzetto. Ma non fatevi ingannare da questo vezzeggiativo, che sta solo ad indicare il numero di battute, non certo la qualità. Quali cose, direte voi? Beh in primis la pallavolo e i sogni. E poi, leggendo bene, di tutto il resto: le cose belle, la libertà, le avventure, le cose pazze. C’è dentro molto di lui in questo. Non tutto, perché lui è anche istintivo, impulsivo, a volte anche cagacazzo, ma tutto dovuto a quest’indole da eterno sognatore che mai si arrende, e quindi quando c’è qualcosa che non va glielo si legge subito in faccia. Torniamo però al libro: scritto in maniera molto fruibile, diretta, di facile lettura. Avvincente, già dalle prime pagine vuoi sapere come andrà a finire. Romantico, nostalgico, ottimista. Devo dire che da un lato me lo sarei aspettato, conoscendo l’autore. Da un altro lato, come sempre, mi ha stupito. Quindi mio malgrado, visto che sono ormai alcuni lustri che ci prendiamo in giro vicendevolmente, devo fargli i miei complimenti. Ricordo quando, lui e l’amico Matteo, avevano creato il sito "Il Cassetto dei Sogni". Questo racconto è la naturale continuazione di quell’avventura. Come dite? Non vi ho ancora accennato di cosa tratta il libro? Beh quello lo hanno già fatto in tanti, non vi resta che leggerlo.
Seconda recensione:
E’ una cagata pazzesca.
E’ bello formare un bel gruppo, ognuno con le sue competenze, la sua energia, la sua voglia, e collaborare tutti insieme, non per promuovere il proprio interesse personale, ma per quello di tutti. E si "perde" tempo, serate, riunioni, organizzazioni, decisioni…discutendo, ridendo, rifacendo tutto da capo. Messaggi, email, telefonate, incontri, pizze improvvisate, aperitivi. Sempre prendendoci poco sul serio ma facendo le cose molto sul serio, come siamo abituati a fare: con PASSIONE. E la giornata di domenica scorsa al PalaOltrepo lo ha confermato, grazie alla partecipazione di numerosissimi amici che non sto qui ad elencare perché sono troppi e rischierei di dimenticarmene qualcuno. Ho visto talento, ho visto dedizione al proprio lavoro, ho visto divertimento, altruismo, voglia di fare, di partecipare, di esserci. Ho visto PASSIONE. Siamo noi la vera squadra vincente, altro che la politica.
Come sempre all’inizio dell’anno si fanno dei buoni propositi: starò attento a mangiare poco e bene, più attività fisica, ad essere sempre positivo… poi dopo qualche giorno arrivano i "solo per questa volta" e si finisce coi "chissenefrega".
Quindi quest’anno niente buoni propositi, se non quello di cercare di essere un po’ più positivo (come naturalmente sono). Allora approfitto di questo spazio per ringraziare perlomeno quelle persone che hanno contribuito a rendere meno negativo più positivo questo 2014 che è finito. Non faccio nomi, ma dai, lo sapete chi siete, no? Grazie. Non è stato un anno facile per me, e quello prima meno anche quindi… che dire, vi ringrazio. Senza di voi sarebbe stato triste. E invece è bello sapere che c’è gente che mi vuole bene (e che me lo dimostra, perché le parole in questi casi servono a poco. Da alcuni me lo aspettavo, da altri è stata una gradita sorpresa. Quindi…. quindi BUON ANNO e buon 2015, spero di essere vostro amico come voi lo siete per me!
Qualche tempo fa ho trascorso 8 giorni in ospedale. Niente di che, per fortuna. Però, chi mi conosce lo sa, io non sopporto gli ospedali, anche solo entrarci e sentire "l’odore di ospedale" mi da noia e mi sento male, insomma somatizzo. Già mi da fastidio anche solo andare a trovare qualcuno ricoverato, figuriamoci essere io il ricoverato. Nella mi vita per fortuna non mi era mai capitato, se escludiamo quella volta che ho subito una piccola operazione che doveva essere in day hospital e poi mi hanno tenuto lì una notte per sicurezza. Quindi il racconto che segue è sicuramente esagerato, condito, pomposo, ma io sono fatto così ed è ciò che "sentivo".
Succede che non stavo bene, le cure della guardia medica non davano effetto, ero peggiorato e così sono stato al pronto soccorso di Voghera. Li si sono subito spaventati e hanno iniziato a parlare di malattie terribili. Io sono un tipo positivo, di quelli che pensano sempre "a me non può capitare", però come dico odio gli ospedali e tutto ciò che li circonda (o meglio, ne ho paura, non che li odio, anzi per fortuna che ci sono!) e quindi durante le visite a momenti svengo. Mi spiego, mi hanno fatto subito un sacco di esami, ma non sono quelli che mi spaventano (per esempio quando mi fanno i prelievi del sangue a me piace vedere dove mi pungono e vedere il sangue che entra nelle provette, mi fa tanto film horror), è proprio l’aria dell’ospedale. Gli infermieri pensavano che fosse perché non stessi bene, ma non era quello. Fatto sta che scongiurano un paio di malattie gravi (altrimenti mi avrebbero spedito direttamente a Pavia) e decidono di ricoverarmi. Ricoverarmi???? Io??? A me??? Ma serio?? In vita mia sono andato gamma volte al pronto soccorso (con gamma = numero a piacere superiore a 20), ma non mi hanno mai ricoverato! Ansia. (vedi? mica ero ansioso per le malattie, ero ansioso perché dovevo stare in ospedale)
Aneddoti vari di 8 giorni di ospedale.
Giorno 8. Passa un’infermiera che ha appena iniziato il turno, mi vede e mi fa (sottovoce): "ma sei ancora qui? vattene da qui, è un posto di matti"
Giorno 4. Il mio compagno di stanza (di oltre 70 anni) mi dice: "ci ho fatto caso, a parte te e me qui sono tutti vecchi"
Giorno 9 (ma non avevo detto che erano 8? beh mi sono sbagliato!). Il primario viene a farmi visita e alzando il braccio destro a mo’ di "vai a lavorare" mi dice: "Ma vaaaaada a casaaaaaa"
Giorno 6. In bagno c’è di tutto. E non sto qui a dirvi cosa, usate l’immaginazione: di tutto. Per fortuna che ci sono due bagni.
Giorno 7. Al mattino il mio "collega" mi racconta che nella notte un altro paziente ha dato fuori da matto e ha lanciato le sedie nel corridoio, mente il suo compagno di stanza urlava dalla paura. Io ovviamente dormivo e non mi sono reso conto di niente.
Giorno 2. Ennesimi prelievi del sangue. Chiedo all’infermiera scherzando se ho ancora del sangue, lei mi risponde che fino a 2 litri il corpo umano non ne risente.
Giorno 5. Finalmente riesco a mangiare qualcosa di solido. Non ditelo a nessuno, ma era pastina.
Giorno 8. Per il quarto giorno di fila prendo la pastina. L’infermiera si stupisce, ma la verità è che è il meno peggio del menu.
Giorno 6. Oggi mi staccano la flebo, e lei per vendicarsi non finisce mai.
Giorno 6. Insegno al mio amico come sentire la radio sul cellulare, cioè attaccando le cuffie. Lui non le ha, gliele regalo io.
Giorno 2. Passa il tizio che vende i giornali, gli chiedo il Corriere della Sera, ma l’ha finito. La stessa scena si ripeterà tutti i giorni.
Giorno 9. Passa il tizio che vende i giornali e gli mostro orgoglioso il Corriere che ho appena ricevuto in dono (insieme a una brioche), che soddisfazione!
Giorno 5: Un nostro "coinquilino" passa per l’ennesima volta nel corridoi sbraitando le solite cose tipo "io adesso ammazzo il dottore, giuro che li ammazzo tutti". E guardandolo ci sarebbe da credergli.
Giorno 6. Da ieri in bagno c’è un paio di pantaloni. Non credo siano pulitissimi. Ho il sospetto che siano del nuovo inquilino. Ma tutti qui li mandano?
Giorno 9. Il mio compagno di camera oggi viene dimesso. Io in teoria no. Poi accade il miracolo.
Giorno 4. Anche oggi viene un sacco di gente a trovarmi. Bello. Si dice che gli amici si vedono nel momento del bisogno. Io ho bisogno di poco, però ho tanti amici.
Giorno 2. Molti mi chiedono via messenger/sms/whatsapp come sto e se è vero che sono in ospedale. Io dico che non posso parlare. E loro che fanno? Tempo zero mi telefonano. Si, Sabry, sto parlando (anche) di te.
Giorno 7. Oggi altra ecografia. La dottoressa dice che secondo lei non ho niente.
Giorno 7. Le infermiere si stupiscono sempre della mia presenza in reparto e per pietà mi offrono anche un caffè.
Giorno 4. Arrivano i primi risultati delle analisi e degli esami. Negativi. Stessa cosa in tutti i giorni successivi. Neanche il citomegalovirus mi ha attaccato.
Giorno 1: Dormo col cell in mano, perché ho già capito in che bel reparto sono finito. Stessa scena nei giorni successivi. Ho sviluppato una certa abilità a non dormirci sopra per non rovinarlo.
Giorno 1: Daniele mi chiede cosa mi serve. Beh, facile: "una maglietta, un pantaloncino e soprattutto il caricatore del N5"
Giorno 3: Michele mi "presta" SkyGo per vedere la gara MotoGP. Risultato: per un’oretta di televisione mi brucio via TUTTA la banda internet a disposizione del mese. Panico.
Giorno 1: Il dottore che mi fa l’ecocardiogramma mi dice che in casi normali dovrei attendere 3 mesi per quell’esame. Oh caspita, ma allora sono un tizio fortunato!
Poi ci sarebbero tanti altri piccoli e grandi aneddoti che si posso riassumere in:
- I primi giorni sono stati brutti perché ero collegato alla flebo 24h su 24. Una bella rottura. E perché i dottori mi spaventavano un attimino cercando le peggiori malattie all’interno della mia amabile persona (che però non hanno mai riscontrato, tiè)
- Gli ultimi giorni abbastanza noiosi perché ormai stavo meglio e quindi mi fracassavo altamente i marones a stare lì a vegetare come un’ameba.
- Fortuna che, come dico, sono passati tanti amici a trovarmi. Dovrei non citarli perché sicuramente (vista la mia pessima memoria) ne dimenticherò qualcuno, ma ci provo lo stesso. Mio papà, Cinzia, Daniele, Ivo, Gloria, Luca, Alan, Michele, Silvia, Paola, Umberto, Tina, Alina, Tako, Sabrina, Fabio, Zia Mina, Salvatore, Enrica, Pluto, Varni, Christian, Paola….oddio chi avrò dimenticato?
Jim Morrison diceva "solo quando te ne fregherai di quello che dicono gli altri potrai dire di essere veramente grande". Io, come tutti, sono circondato da gente che ti da consigli, quasi sempre in buonafede.
Sii cauto nell’accettare consigli,
ma sii paziente con chi li dispensa.
I consigli sono una forma di nostalgia.
Dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio,
ripulirlo, passare la vernice sulle parti più brutte
e riciclarlo per più di quel che valga.
Questo invece è parte di un discorso nato per caso su whatsapp:
Io ho capito che c’è solo una cura, purtroppo, anti consigli e giudizi degli altri: invecchiare! Più invecchi e più te ne freghi di cosa dicono gli altri e più fai quello che fa star bene te.
Io per esempio ho fatto delle mega litigate per tutto coi miei e le faccio ancora…però lotto per la mia indipendenza e la mia infelicità, ma non è facile. Io vivo con pochi soldi, in una casa brutta e piccola…se avessi assecondato i miei ora vivrei una vita agiata in un appartamento nuovo con tutti i comfort possibili… sono scelte e non sono facili.
Il loro sogno, in fondo, era che stessi in casa con loro fino a 40 anni e poi andassi a vivere nel pianerottolo di fianco con qualche laureato che usciva tutti i giorni in giacca e cravatta.
Io però non mi sono mai pentita delle mie scelte perchè ho capito che sono felice così.
E quando vedo e sento parlare degli altri, di quelli che hanno fatto le scelte giuste, tipo chi è andata nella metropoli, lavora, sposata, comprato casa, figli, e marito con una bella posizione sociale, praticamente la perfezione. Beh non è facile: ti mettono su di un piatto d’argento la perfezione e poi sottolineano che tu sei una merda, vivi male, non hai soldi neanche per una vacanza come si deve, non sei stabile e via dicendo.
Per quelli come noi ci vuole pazienza e tempo… facciamo più fatica degli altri a prendere decisioni, ma poi forse quando le prendiamo siamo sicure che siano quelle giuste…
Il problema è che deve scattare qualcosa, devi fare il salto, devi crescere e diventare adulta.. Però tutti gli altri cercano di far si che questo accada il più tardi possibile perchè sanno che così ti perdono, sia la famiglia sia gli amici…o meglio ti ritrovano diversa
C’è la paura di crescere…di buttarsi in qualcosa che non conosci, difficile, più facile stare nell’ovile. Ma sicuramente bisogna pensarci.
E poi c’è l’invidia degli altri…che brutta cosa però l’invidia.
Alla perssona che mi ha scritto queste cose dedico un ricordo. Ricordo un aneddoto che mi raccontava sempre mia mamma. Un giorno è arrivata a Brallo una parente con degli amici e presentadoglieli ha detto loro: "Questa è Rita, lei è rimasta a Brallo, poverina". POVERINA?? Mia mamma, come diceva lei, nella vita gliel’ha "fatta in barba" a quelli più alti, col marito più bello, col lavoro migliore, con la macchina più grande, ecc. ecc.
Piet Mondrian – Broadway Boogie-Woogie – 1942/1943 – Olio su tela – MoMa New York
Lunedi 17 marzo 2014 – Ore 13:51
Ho visto la Londra tranquilla, ho visto la Londra incasinata, quella che ti fa superare la gente ordinatamente a destra sulle scale mobili anche se non devi andare da nessuna parte. Un tizio si stava lavando i denti per strada, giacca e cravatta,e ha sputazzato mentre camminava di fretta, nel tombino! Ma si può?
Ho fatto un giro a Oxford Street e poi ho preso la Northern a Tottenham Court Road. Hey, al Dominion Theatre danno ancora il musical sui Queen. Ancora!
Arrivo a Camden Town e trovo l’ufficio di Anna, al piano terra con vetrina.
Nel frattempo ho mangiato qualcosa, ho comprato una penna, ho ricaricato la Oyster e ho preso la underground per tornare giù. Dicevo di Anna: volevo fare un saluto e via, ma poi sono rimasto. Sempre uguale quel posto (anche se non è lo stesso ufficio) e sempre uguale lei. Ha a che fare perlopiù con ventenni italiani un po’ strafottenti che pensano che il lavoro gli sia dovuto e non capiscono che capelli lunghi, piercing, tatuaggi, puntualità ed educazione c’entrino qualcosa col trovare lavoro. E lei, un po’ chioccia e un po’ maestra, li cazzia, li coccola e li ricazzia. Anche in questo caso è come se il tempo non fosse passato. Siamo stati entrambi felici di rivederci. Si ricordava di me, del mio negozio, ecc. Anche in questo caso sembrava fosse passato un mese. E invece erano 8 anni, dico 8 anni. Gran cosa. Sono stato lì un paio d’ore a chiacchierare e a "vivere" l’ambiente. Figurati che mi ha detto che se le avessi telefonato mi avrebbe invitato a casa sua il giorno prima ad una grigliata tra amici. Sono un tizio davvero fortunato, dovunque vada ho amici. Ma non nel senso che ho amici dappertutto, nel senso che in qualsiasi situazione sono in grado di coltivare amicizie. Non male, veramente, sono fortunato in questo settore (e beh, dai almeno in un settore!!!!)
Nel frattempo una telefonata in Italia (finalmente ho "preso la linea"). Bello. Poi mi sono fatto un giro al mercato. A Londra vedi gente di tutti i tipi, il bello è quello. A Portobello ho visto una coppia, lui e lei, sui 40 anni, normalissimi, se non fosse che entrambi indossavano dei fuseaux gialli costellati da loghi di Batman! Ma le cose più strane le vedi solo a Camden Town. Non esiste un altro posto così. Trovi le cose più assurde, i negozi più assurdi e la gente più assurda. Imperdibile per chi non c’è mai stato. Adesso sono le 2 e 20 e sto per arrivare a Covent Garden.
Se mi bendassero in Italia e mi sbendassero qui, in una via a caso del centro, non avrei dubbi: è Londra!
Domenica 16 marzo 2014 – Ore 22:50
Sono a Woking! Non so a che distanza sia da Londra e dal mio letto, ma parecchio! Come sono qui Fabio? Non ti ricordi? Cominciamo dall’inizio.
Dopo essere stato al Tower Bridge, prendo la Circle Line per andare a Liverpool Street Station, dove ho pranzato. Ho visto Ponti’s, dove lavoravo: che tristezza…vuoto! Forse perchè è domenica. Nel frattempo mi scrive Mau, sono sul bank, near Waterloo. Ok, li raggiungo. Quasi alle 4PM sono li. Conosco la sua tipa, Celia, spagnola, carina e molto simpatica. Sono proprio una bella coppia. Ci facciamo un giro e ci beviamo un sidro in un locale col cortiletto. Celia mi racconta che è di Cadice, sud della Spagna. Ha studiato tipo biologia marina, ha fatto l’Erasmus a Lecce (!!!) e poi esperienza a Londra (esprienza di lavoro, non di ciò che ha studiato). Risultato: ha consociuto Maurizio e si è fermata. Adesso lavora in un asilo e saltuariamente fa la baby sitter, ma il suo sogno è quello di fare ciò per cui ha studiato, magari alle Canarie.
Facciamo ancora un mezzo giro e poi a Waterloo prendiamo il treno fino a Clapham Junction. E’ un po’ fuori, ma non è una brutta periferia, tutt’altro. E’ vicino a dove abitano loro. Mi chiedono come va e come mi butta la vita in Italia: beh la prossima volta che torno gli racconto. Dicono che vivere a Londra è anche bello, ovvio in periferia per i prezzi e per la qualità della vita. Però anche difficile, soprattutto per i tempi (a causa della vastità delle distanze) e per i costi. Vorrebbero una vita più semplice.
A Clapham ci fermiamo a bere una birra come aperitivo (è quasi ora di cena) e poi andiamo in una pizzeria italiana, Donna Margherita. Pizza buona devo dire. Prezzi nella media di Londra.
Si, sono proprio una bella coppia. Mi aspettavo una sulle sue, invece è socievole, e quando stanno insieme si vede che sono innamorati. E poi è forte la cosa: io e Maurizio non è che siamo mai stati amici, cioè ci siamo mai frequentati…però è un amico, uno che l’ultima volta l’ho visto 6 anni fa (per una birra) ed è come se non lo vedessi da un paio di mesi. Ecco la gente che mi piace, la gente tranquilla, che non se la tira, che non ha come scopo quello di tirarsela o di far vedere che sta bene. C’è sintonia. E’ una chimica strana, chissà perchè due persone si incontrano, si ritrovano dopo un mese, poi dopo 2 anni e poi dopo altri 6…ed è come se fossero stati sempre amici.
"Il mio amico di Londra". A cui auguro, a lui e alla sua morosa, un sacco di bene.
Dopo la pizza siamo tutti un po’ cotti e mi accompagnano in bus alla stazione. Vedo un treno, la scritta dice "Waterloo" e ci salgo. Faccio giusto in tempo a chiedere "Excuse me, is this train going to Waterloo?" che si chiudono le porte. La risposta è "no". Noooooooo!!!
Passa il controllore. Gli spiego e mi dice di scendere alla prossima. Peccato che alla successiva non si ferma. E neanche a quella dopo…ecc. Fino a Woking! Ma dove cazzo sono? E’ lontanissimo, ma di brutto! E beh, un viaggio senza avventure non sarebbe emozionante. Fortuna che un quarto d’ora e arriva il treno in direzione opposta. Sono qui, nella speranza che un eventuale controllore sia clemente, a non so quanti km dal mio lettino….shit! In this time I’d be in Wimbledon. Inizio ad accusare un po’ di sonno.
Lunedi 17 marzo 2014 – Ore 00:42
In stanza. Buonanotte!
Horse Guards, dietro Downing Street. Ci sono ancora dei posti di Londra in cui non ero mai stato, forte!
Sabato 15 marzo 2014 – Ore 22:14
Devastato? Distrutto? E’ dire poco.
Mi sono avvicinato a dove lavora Mau. Viaggio coi piedi e con la mente. E’ il bello di viaggiare da solo: rifletti. E penso a tante cose, e ho tempo di vedere le cose in modo più tranquillo e distaccato. Ho tante cose belle! Le cose non vanno? Si risolvono. Alcune con applicazioni pratiche, lavorando. Altre…ci vuole passione, voglia, sentimento, determinazione, amore. Tutte cose che mi sento di avere.
Cmq è più bello Kensington Garden di Hyde Park. Hey quante cose ho ancora da vedere: Big Ben, Buckingham, Trafalgar, Covent Garden, il bank sul Thames, ecc.
Una cosa noto: ci sono nel parco stradine divise tra pista ciclabile e pedonale e i pedoni stanno nella parte pedonale, le bici nella ciclabile. Da noi sarebbe impossibile.
Con un po’ di fatica trovo il pub e Mau. Lo trovo dimagrito, ma sempre lui. Mi porta in un pub li vicino e davanti a una birra mi racconta: convive con la tipa, lei è spagnola. Ha mollato il lavoro nel reparto marketing di un sito di scommesse per dedicarsi alla sua passione: la cucina. Sta facendo un corso, ha lavorato due mesi gratis in un ristorante e adesso da 1 week in quel pub. Gli piace, è appassionato, lo fa volentieri. Prima o poi vorrebbe andare in un ristorante. Magari alle Canarie.
Non contento della strada che ho fatto (ho visto anche Buckingham Palace) mi porta fino a Westminster Abbey, House of Parliament (Big Ben) e poi sul Southbank del Thames, parlandomi della sua nuova passione, il cibo e la cucina. Passiamo sotto al London Eye. Non ci sono mai andato, ma ci vorrei andare con quacuno, non da solo.
Lui mi chiede di me, dico che sono in un periodo un po’ così. Mi dice di essere ottimista, che nella vita le cose si aggiustano, se ci tieni veramente. Ha ragione. E’ forte avere un amico a Londra. Anche se ci vediamo ogni 6 anni, ci basta raccontarci le ultime per tornare in sintonia. Dice che segue il mio blog e che mi "tiene sotto controllo". Il mio blog…da quanto tempo non lo aggiorno? Non ho mai voglia. E dice che ha letto il mio libro (si ricorda anche il titolo!) e lo ha pure prestato a un’amica italiana.
Col Millennium Bridge torniamo su fino a SOHO, passiamo davanti al G.A.Y., è ormai ora di cena e ci prendiamo due pseudopizze, non male.
Poi mi fa andare fino a Tottenham Court Road, vuole uccidermi di chilometri, fino a una cantina spagnola per due bicchieri di vino e ulteriori chiacchiere: mi chiede del lavoro, dell’Italia che offre poco (lui è di Osimo) (lo scrivo così mi ricordo, altrimenti non mi ricordo mai di dov’è) e del passato e futuro. Lui ha anche aperto una ditta per vendere prodotti alimentari ai mercati, ma non ci stava dentro e l’ha chiusa. Alla fine si lavorava solo al sabato, gli altri giorni poco,e non valeva la pena. La tipa vorrebbe, prima o poi, trasferirsi alle Canarie, e lui anche, ma prima vorrebbe finire la scuola da cuoco che sta facendo. Scelta difficile, nel senso che ti cambia la vita, ma una volta che ha scelto di vivere a Londra, e una volta che ha scelto di vivere con la sua fidanzata, era già una scelta di vita, e quindi va fino in fondo. Bello…
Alla fine cedo, son stracco e torno. Inoltre sono in piedi dalle 5, che è come fossero le 4! Buonanotte Londra!
Un taxi cab pied de poule
Qualche tempo fa mi è arrivata un’email da una mia amica che diceva più o meno così (gli asterischi li ho messi io…)
Help
Mi è successo ancora!!!
Da m******@******.it a m******@*******.it
e poi tutta una scritta strana in lingua bohhhh
Ma come può essere???????
Domanda unica: visto un bel chisssssenefregaaaaa,
a questo punto :è pericoloso?
Se si, help me please
se no, ok grazie fiuuu
Baci a te e Eli
La tua amica diversamente informatica(politicaly correctly)
L’ho riletta pù volte e ogni volta ridevo da solo…. Poi mi ha spiegato che in precedenza mi aveva mandato un’altra email (che evidentemente non mi è mai arrivata, oppure è finita nell’antispam).
Però questa è proprio forte: sicuramente se facessi la classifica delle email dell’anno finirebbe di sicuro al primo posto !!!
Guardate cosa ho pescato nell’album di foto del 1994: il mio amico Mauro !