(raccolta molto sparsa di pensieri)

fabiotordi

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Noi siamo qui

Un fedele lettore del blog, Marco, mi ha invitato alla data vogherese di un tour di concerti tenuti da un gruppo di cantanti emergenti (tra cui lui ;-) per raccogliere soldini per Haiti.

Il concerto si terrà a Voghera, al Teatro Arlecchino, il giorno sabato 12 giugno 2010 alle 21 e l’ingresso costa 5 euro intero e 3 euro ridotto. E’ un prezzo sicuramente abbordabile per una bella serata di musica, anche al di là del fine di solidarietà.

Potete avere maggiori info sul sito ufficiale:

www.noisiamoquitour.it

oppure sulla pagina Facebook.

Cognomi

Per prima cosa una premessa: questo post non ha nessuna pretesa di veridicità, ho recuperato i dati da fonti assolutamente non ufficiali e pertanto potrebbero esserci errori. Detto questo, ecco le classifiche dei cognomi più diffusi…

…nel comune di Brallo di Pregola:

1. Tagliani 6. Rettani
2. Rossi 7. Maruffi
3. Alpegiani 8. Buscone
4. Zanardi 9. Benedini
5. Gualdana 10. Scabini

Di questi ne conosco almeno uno per ogni cognome.

…nel comune di Voghera:

1. Barbieri 6. Poggi
2. Ferrari 7. Marchese
3. Rossi 8. Marchesi
4. Montagna 9. Giorgi
5. Gatti 10. Bernini

Conosco dei Ferrari, Rossi, Gatti, Poggi.

…in provincia di Pavia:

1. Ferrari 9. Montagna
2. Rossi 10. Vercesi
3. Barbieri 11. Giorgi
4. Sacchi 12. Poggi
5. Gatti 13. Marchesi
6. Maggi 14. Milanesi
7. Negri 15. Magnani
8. Bianchi  

Oltre ai già citati conosco dei Barbieri (che non sono di Voghera), Sacchi, Negri, Bianchi, Milanesi. In provincia il podio si mischia: Ferrari e Rossi salgono, Barbieri scende, ma a sorpresa arriva Sacchi.

…in Lombardia:

1. Colombo 6. Villa
2. Ferrari 7. Cattaneo
3. Rossi 8. Brambilla
4. Bianchi 9. Riva
5. Sala 10. Fumagalli

Qui invece spunta Colombo, ma Ferrari e Rossi resistono. Nella top ten i classici milanesi Brambilla e Fumagalli

…e in Italia:

1. Rossi 6. Romano
2. Russo 7. Colombo
3. Ferrari 8. Ricci
4. Esposito 9. Marino
5. Bianchi 10. Greco

 

Agenda vogherese

Nel 2006 il DLF di Voghera ha realizzato un’agenda, a cura di Paolo Moroni e Angelo Vicini, che oltre a fare funzione di taccuino, ha delle interessanti note sugli usi, i costumi, le tradizioni, i proverbi e le personalità vogheresi del passato. Eccone alcuni:

I Vigili Urbani, chiamati Câmpâgnón, usavano nella notte del primo dell’anno, augurare ai signori "buona fine e buon principio". In cambio ottenevano sempre un buon bicchiere di vino ma non era cosa rara che reicevessero anche una mancia, lâ bonâmân. "Bon dì bon an ti râ pèl e mi âr sâlàm".

Non esisteva in città, prima del 1820, nessuna illuminazione. Chi usciva di casa quando faceva buio doveva essere munito di un lume acceso per evitare la multa di quattro scudi o lo stesso numero di giorni di prigione. L’ordinanza è del 2 gennaio 1770.

Fu il 5 gennaio 1593 che la carica di Camparo (câmpè) venne messa all’asta. I campari erano cinque perché le porte della città erano in tal numero e il loro compito era quello di sorvegliare i terreni che dipendevano da ogni porta.

Le ragazze da marito mettevano, per l’Epifania, sotto il cuscino tre fave: una con la pelle, una spoglia a metà e una completamente spoglia. Al mattino ne sorteggiavano una. Il responso era: quella con la pelle marito ricco, quella spoglia a metà una mèsâ câlsâtâ e un buletàri nell’ultimo caso.

A S. Antonio si portavano gli animali sul sagrato della chiesa per farli benedire. Chi li conduceva si metteva in tasca un pane affinché fosse anch’esso benedetto e potesse servire, a bocconi, come medicina per gli animali colpiti da qualche malattia. "S. Ântòni pen d’virtü fam truvà cul ch’ö perdü".

Esisteva a Voghera la Confraternita detta della Misericordia che, oltre a dare rifugio ai pellegrini, assisteva i condannati a morte. Questi confratelli indossavano una cappa rossa con una mantellina di tela cerata adorna di conghiglie e portavano lunghi bastoni con cinghie e borchie.

Alla Madonna della Candelora (Mâdonâ drâ Seriölâ) chierici e sagrestani distribuivano nelle case candele di cera benedette che venivano appese sopra il letto. "Â lâ Mâdonâ drâ Seriölâ âd l’invèrân sumâ förâ, tânt â piövâ mè fa su pâr quârântâ dì gh’n’è incù".

A San Biagio si va in chiesa a farsi benedire la gola. Al fedele vengono poste sotto la gola due candele incrociate e legate con un nastro a nodo di S.Andrea. "Quând venâ S.Bias s’fa benedì râ gulâ e âr nas"

Ultimi

Ultima puntata, con gli ultimi santini trovati in giro. Voglio ribadire che sono tutti santini che ho trovato nei bar e che li ho pubblicati tutti.

Taverna ha una bella posa, ma quasi spavalda
Ecco un altro candidato sindaco. Santino istituzionale.
Giovanetti è l’unico di questo partito di cui ho trovato un santino. La foto è scurissima, non mi piace.
Uffa i santini standard dell’UDC proprio non mi piacciono: sono troppo grossi e hanno tutti il faccione del candidato in primo piano.
Vedi sopra, sembrano tutti uguali, io non farei caso neanche alla persona…
Ferraresi addirittura non ci sta nel santino, ne avrebbe bisogno uno più grande! Però almeno ha aggiunto uno slogan.
Pernetti sorride ma che cavolo vuol dire "Segretario collegio ingegnere architetto della provincia di Pavia" ??
Mi scuso con Saccardi ma il mio scanner non ne vuole sapere di acquisire bene il suo santino. Che a me piace.
Ferrari è un po’ triste. Il santino è senza infamia e senza lode.
Quello di Arianna è un bel santino, c’è tutto: il verde dell’appartenenza politica, il nome, la foto, la grafica un po’ stilosa. Brava, promossa.
Mi sa che anche quelli del Movimento 5 Stelle sono tutti uguali. Anche lo slogan è identico… non mi piace tanto come idea.
Idem per quelli di Rinnovare Voghera. Ragazzi io sono più critico nel giudicare le foto: non potete non dirmi che sono fototessere che avevate in casa
Vedi sopra, ma almeno la foto non è quella della patente.
Anche Vicentini non è benvoluto dal mio scanner. Sarà la carta lucida? O la mia incompetenza? Peccato perchè il santino mertia: colorato, con le informazioni, bella foto sorridente. Promosso.
Anche questo non è male. Ma era l’ultimo. Ora in bocca al lupo a tutti… io non voto a Voghera.

 

Sempre santini

Ecco la terza parte delle critiche sui santini elettorali a Voghera:

Ohibò, ma come… un santino rosso col candidato con la cravatta rossa e la barba da Che Guevara? Non c’è più religione, il mondo sta finendo…
Non ci siamo. La cravatta è un po’ retrò, ma la foto seduto… la giacca fa le pieghe. Il sorriso ce lo siamo dimenticati, la poltrona non sta bene e il color verdino dello sfondo poi… Da Todeschini mi aspettavo di meglio.
Anche da Fiori mia aspettavo di meglio. La foto è bella, ma il bianco e nero è pessimo. Un’attenuante: la scritta è chiara e precisa.
Invece Abelli in bianco e nero sta bene. La grafica è molto curata, ma lo slogan fa ridere… cosa fa, si prende in giro da solo? Se è così un punto alla simpatia, ma suona come una minaccia…
La Rocchi ha fatto un santino molto colorato. Vi assicuro che non è colpa del mio scanner la sfocatura, era proprio stampato male così.
Ammazza che faccione in primo piano. Troppo in primo piano. E poi la camicina multicolor e l’orecchino sono un po’, come dire… ineleganti.
E dai! Ma all’UDC i santini li fanno col ciclostile? Almeno Anello sorride, però sembra che debba uscire dal bigliettino ! Ma chi è il genio che ha ideato questi santini?
Diani è stato molto professional. Si mi piace, abbastanza curato.
Quello di Pozzoli è il santino, tra quelli che ho trovato, che mi piace di più. La foto è ok, lo sfondo carino, insomma ben fatto. Ma volete che un criticone come me non trovi un difettuccio? Lo slogan cosa significa? "Quello che sono". Ma che slogan è?
Il santino di Nicola non ha difetti evidenti, ma non mi soddisfa in pieno. La foto è giovane, elegante e contemporaneamente sportiva. Ma le cariche scritte a fianco sono troppo confuse: qualche punto, qualche virgola in più non guastavano. Da un "esperto in comunicazione" mi aspettavo di meglio.

 

Ancora santini

Ecco la seconda parte delle critiche sui santini elettorali a Voghera:

Chiaro, preciso, sincero. Né troppo né troppo poco. Però un poco triste.
Carino, col rosso che richiama l’appartenenza politica. Ma ci son scritte fin troppe cose. E poi lo slogan lo metterei fuori dalle virgolette.
Il design non è male, la foto è bella sorridente, ma "spara" un po’ troppo.
Mamma mia, Franco ha usato la foto della patente, avrà almeno 20 anni ‘sta foto!
Quante cose che bisogna fare….troppe? Il sorriso è tirato.
L’idea del castello come sfondo è originale, ma la figura rimane troppo piccola. Ma poi perchè hanno tutti questo vizio di scrivere "uscente" ? Non basterebbe scrivere la tua carica attuale senza aggiungere "uscente" ??
Anche lui ha usato una foto un po’ (tanto) datata.
La foto è molto bella. Per il resto anche qui non mi piace "uscente" e lo slogan tra virgolette (e per giunta coi puntini di sospensione, uno slogan deve essere deciso!). Un’altra cosa che non mi piace è "professione avvocato". Io avrei scritto semplicemente "avvocato".
Vedi sopra
 Niente di criticabile, ma neanche niente di che. Anonimo.

Domani altra puntata…

Santini

Anche a Voghera, il prossimo 28 e 29 marzo ci saranno le elezioni per il rinnovo del consiglio comunale e regionale. Ho raccolto alcuni "santini" e li vorrei commentare, come sempre facendomi i fatti degli altri senza guardare i fatti miei ;-)

Clicca sulle anteprime per ingrandire la foto.

Il santino di Carbone mi piace, c’è addirittura il tricolore che fuoriesce dal logo. Lo slogan è un po’ evangelico, mi ricorda "per Cristo, con Cristo….."
Anche quello di Foresta è un onesto santino. La foto però è un po’ scura e il sorrisetto è forzato.
Oddio la foto non mi piace. La maglietta della salute dà un tocco casereccio (anche io la metto sempre), ma lo sfondo bianco è un po’ spettrale.
Pernetti vuole invece "uscire" dal santino: troppo in primo piano.
Quella di Giugliano non è male, a parte i ciuffi ribelli nella foto. Lo so ragazzi che vi piace mettere gli slogan, ma… ne vale la pena… di che cosa??? E poi la parola "cocoordinatore" è orribile.
Quello di Pino invece mi piace proprio, ma non perchè è un amico (lui sa che sarei comunque perfido e cattivissimo). La foto lo ringiovanisce, c’è un indicazione importante che molti dimenticano (la parola "scrivi" e non la parola "vota")
Il layout del santino della Azzaretti è un po’ diverso dai soliti, anche per il tipo di carattere usato. Se proprio devo fare una ciritca non mi piace l’ovale che racchiude la foto, e il foularino.
Anche Domenico mi è scaduto sullo sfondino abbagliante. Sembra la fototessera del Circolo della Briscola.
Il santino di Tura è molto "giovane": slogan, breve curriculum, riferimenti internet, foto elegante e sorridente. Unico neo: gli sono venute spalle troppo larghe…
 Miiiiii che titolone. Ma cosa vuol dire? Ma quindi sulla porta dell’ufficio ha scritto A.a.S.E.P.T.e.T.V.P.T.L ? Lo slogan è pessimo: prima mette le virgole e poi non mette neanche il punto. Per il resto tutto ok.

 Pero oggi ho criticato abbastanza… a domani…

Aneddoti 12

Entra una signora, mentre il negozio è pieno di gente e io sono da solo e lei, chiaramante, vuole essere servita subito immediatamente.

– Vorrei vedere quella rossa in vetrina.

– Quella rossa… cosa? In che vetrina?

– La cuffia rossa, l’ho vista in una vetrina, non so quale, una vetrina….

Allora io guardo le vetrine e vedo una cuffia rossa, abbinata alla sciarpa.

– Questa?
Le dico indicando la cuffia rossa in vetrina.
E lei, senza muoversi di un centrimetro, e quindi senza poter vedere ciò che stavo indicando, replica un po’ stizzita.
– Ma si, quella rossa in vetrina.

Mi infilo in vetrina e recupero ‘sta cuffia. Ovviamente, come prevedibile, non era quella che voleva la signora, perchè ce n’era un’altra, sempre rossa. Se solo si fosse degnata di indicarmela prima…
Allora mi ributto in vetrina e prendo l’altra cuffia.

– Questa?

– Si, è proprio lei.

– Bene, eccola.

– C’è solo rossa?

-Beh…. si

-Ah no, a me interessava nera, grazie e arrivederci.

Giuro, non è una barzelletta come mi hanno già chiesto, sono tutte storie vere.

Duemiladieci

Di solito con l’anno nuovo si fanno i cosiddetti buoni propositi, quelli classici come mettersi a dieta, smettere di fumare, iscriversi in palestra, ecc. Oppure quelli più strani come iscriversi al corso di parapendio

Io, come sempre, non faccio buoni propositi. Il motivo che mi spingerebbe a farli, l’anno nuovo, non è abbastanza motivante. Ciò nonostante, mi piace quando inizia un nuovo anno, perchè porta una ventata di novità. Al lavoro ho un po’ più di tempo (perlomeno la domenica), magari riesco ad andare a sciare, come domenica scorsa a Pila. Per il resto… tutto come prima, cioè tutto bene. Ne approfitto per fare un grosso in bocca al lupo al mio amore che proprio ieri ha incominciato una nuova avventura professionale a Voghera

1986

Nella primavera del 1986, due anni dopo quel millenovecentoottantaquattro nel quale Orwell ci prospettava l’avvento del Grande Fratello, c’era già stato un evento che aveva colpito la mia mente di ragazzino: a gennaio era esploso il Challenger. Quando ero piccolino era insieme abitudinaria e speciale l’eventualità di un lancio di un "missile" nello spazio. La luna era già stata conquistata da decenni e mi sembrava quasi preistoria, ma il lancio di navicelle spaziali era ancora un evvento carico di suggestioni a cui i media davano molta importanza. Il countdown era qualcosa di sensazionale. Quel giorno di gennaio qualcosa andò storto e lo Space Shuttle Challnger esplose. Mi pareva incredibile, non mi sembrava vero. Avevo 12 anni e certe cose non le comprendevo, andavano al di là della mia immaginazione. Il mondo era per me fatto di cose consequenziali e quindi non mi sembrava vero che potesse succede una cosa così spaventosamente straordinaria. La cosa che mi ha colpito di più, e a cui ho ripensato tante volte, era la presenza di una maestra tra l’equipaggio. Ne avevano parlato molto: un’insegnante nello spazio. Che, insieme ai suoi compagni di viaggio, è diventata di colpo polvere e fiamme.

Mi ricordo un’altra cosa del 1986: è passata la Cometa di Halley. Anche di questo ne parlarono molto. A me pareva una cosa incredibile: una cometa, come quella di cui parlano i Vangeli, quella del Natale!!!!
E poi ricordo che avevo letto su un qualche giornale che nel 1986 avrebbe visto la luce un’invenzione che mi pareva fantascientifica: il videotelefono. Ho dovuto aspettare molti anni per vederlo davvero, e mi è parso ‘na strunzata.

Ma fu appunto nella primavera del 1986 che successe qualcosa di ancora più straordinario: il disastro di Cernobyl. All’inizio la notizia passò tra le tante: in Russia (in realtà Cernobyl è in Ucraina e quindi era in Unione Sovietica) è scoppiata una centrale nucleare. L’immaginazione veniva colpita perlopiù per un motivo: in Italia avevamo qualche centrale nucleare e il terrore era quello di un qualche disastro che potesse provocare morte e disperazione. La paura più grande era quella che la Guerra Fredda si trasformasse in guerra reale, e uno degli obiettivi dei "cattivi" potesse essere proprio la distruzione di una di queste centrali. Mia mamma mi diceva sempre che se fosse successo qualcosa alla centrale di Caorso, noi saremmo stati relativamente vicini e quindi in grave pericolo. I film che giravano in quel periodo (ricordate "The Day After"?) non facevano che acuire quelle preoccupazioni.

Col passare dei giorni la notizia prese una piega ancora più inquetante: gli espertoni non avevano mai calcolato (o meglio, avevano sempre taciuto) un pericolo molto grave: che le radiazioni nucleari potessero essere trasportate dal vento. E quindi l’intera Europa era in pericolo. Non si mangiavano più frutta e verdura. Non si poteva giocare nei prati. Mettetevi nei miei panni, io abitavo in montagna!!!
Il brutto era che dovevi aver paura di qualcosa di ignoto: non si vedeva, non si sentiva. Il mondo che ci circondava sembrava uguale a prima, ma i telegiornali non smettevano di metterci in guardia. Da incubi…

Altre cose che mi ricordo di quel 1986 sono il mondiale di calcio messicano vinto da Maradona e la sua Argentina (io tifavo Germania Ovest) e la misteriosa morte di Sindona nel supercarcere di Voghera. Costui era uno strano figuro, un personaggio coinvolto in un malaffare torbido in cui erano (forse) coinvolti banchieri, mafiosi e vaticano. Roba da film. E divenne così tristemente famoso il "Caffè alla Vogherese". Un poco indigesto direi…

Chi l'ha vista?

Questa foto è stata scattata a Voghera. Chi sa dirmi dove si trova?

Lo stemma di Voghera

Tratto da "Voghera nel Cuore", a cura del Comune di Voghera, Assessorato al Turismo, 2004


II Comune di Voghera, secondo la ricostruzione del conte Antonio Cavagna Sangiuliani posteriore al 1871, al tempo della Dieta di Roncaglia (15.12.1154), mostrando fedeltà all’imperatore Federico Barbarossa, assunse a proprio stemma l’aquila imperiale in campo dorato con sbarre bianche e nere e, secondo altre fonti, anche rosse, con l’iscrizione che termina con le parole Signo Sacrati Imperii Durabit Viqueria tempore longo si sciet vivere cauta.
Lo stemma, a forma di scudo, recava nella parte superiore, in campo oro, un’aquila imperiale unicipite poggiante su un attraversamento fasciale costituito da tre bande nere e tre bianche fra loro alternate, occupante la parte centrale, mentre la parte inferiore è costituita da campo rosso.
Al di sopra dello stemma campeggiava una corona turrita a cinque torri uguali, significante la presenza di fortificazioni. Nel linguaggio araldico le bande nere rappresentano la fazione ghibellina, quelle bianche, la fazione guelfa; l’aquila imperiale poggia sulla pace delle fazioni della comunità (il campo rosso).
Con decreto dato in Milano il 19 gennaio 1608 da Filippo III di Spagna, la Contea di Voghera venne elevata a Marchesato e infeudata a Don Petrus Enriquez Azevedo, conte di Fuentes, come risulta dal diploma originale conservato nell’archivio di Stato di Milano.
Il marchese di Fuentes aggiornò lo stemma di Voghera dandogli forma ovale, inquadrandolo in una cornice barocca, sormontata da una corona marchionale a tre gigli intercalati da due punte argentate, mentre nei due fori inferiori erano incastonati alternativamente rubini, perle e smeraldi.
Negli anni ’30 del XX secolo lo stemma fu riconosciuto dalla Consulta araldica in forma di scudo, mantenendo l’aquila imperiale in capo oro, sormontata dal fascio littorio poggiante su fasce convesse alternate nere ed argentee con sottostante campo inferiore rosso e la corona marchionale, sovrastante. Sotto lo scudo figurava un nastro azzurro con l’iscrizione Signo Sacrati Imperii durabit Viqueria e un ramo di alloro intrecciato con uno di quercia, legati, al centro, con nastro rosso.
Con l’avvento della Repubblica Italiana, viene tolto il fascio littorio.

Grazie mille

Lo hanno fatto. Era come vivere a Los Angeles: lo sai che prima o poi arriverà il terremoto, ma speri sempre che non arrivi. E invece, dopo tanto parlare, lo hanno fatto. Hanno iniziato il lavori per trasformare il parcheggio di Piazza Liberazione (aka Piazza Castello) a Voghera in un giardino. Che bello, direte voi. E come no, un bel giardino davanti ad un castello fatiscente e malmesso. Un giardino dove i cani potranno fare i loro bisogni, i pusher potranno agire indisturbati, gli ubriachi portanno vomitare e perchè no, magari anche un po’ di drifting con gli scooter. Sono pessimista? Beh vedremo. Quello che so per certo è che hanno tolto un mucchio di parcheggi in pieno centro. Mi vengono a dire: ma abbiamo messo i parcheggi nell’altro cortile della caserma. Si ma forse non avete pensato ad una cosa: quelli che in centro ci devono venire per forza si adegueranno, quelli che venivano per fare un giro o per piccole commissioni non ci verranno più. Fossi io col cavolo che ci verrei, andre bel bello all’Iper dove trovo il parcheggio che voglio e tutti i servizi che voglio. Mi secca ripetermi, ma poi quando non ci saranno più i negozietti saranno cazzi per tutti, e forse sarà troppo tardi. Comunque grazie mille a chi ha preso quasta decisione, anzi dirò di più, anche un bel VAFFANCULO!!!

Parcheggi di Piazza Castello

Come previsto tra breve partiranno i lavori davanti al castello di Voghera, per trasformare la piazza, da scalcinato parcheggio, a fiorente giardino. Io ho il dubbio, espresso anche da altri colleghi negozianti di Via Cavour, che il giardino in realtà sarà solo una zona franca dove ogni sbandato di passaggio possa fare i propri comodi: dormire, mangiare, sporcare, usarlo come toilette, spacciare, e chi più ne ha più ne metta. Il caso di Corso Metteotti a Pavia dovrebbe insegnare qualcosa. Spero di sbagliarmi, ma basta osservare la situazione dei giardini dell’Esselunga di Viale Montebello per capire il mio pessimismo. E poi c’è il grosso problema della perdita dei parcheggi. Ogni tanto vengono "rivalutati" e abbelliti alcuni punti della nostra città, tutto a scapito dei posti di parcheggio. Io non sono un sostenitore oltranzista dell’automobile, ma occorre trovare un compromesso, cosa ce ne facciamo di una città bella, se poi è vuota? E quindi mi chiedo che senso ha abolire quel parcheggio, vitale per il centro di Voghera? Chi ci parcheggiava per andare al lavoro lascierà l’auto altrove, ma chi ci veniva per fare delle commissioni, per andare in qualche negozio del centro o alle bancarelle del mercato? Ovvio, andranno tutti negli ipermercati: lì problemi non ce ne sono: parcheggi, iniziative, clima ideale. Io, se abitassi fuori città o anche solo in periferia, in centro non ci verrei di sicuro: non ci sono neanche piste ciclabili degne di questo nome, nè mezzi pubblici adeguati. E quando Voghera si ritroverà con tanti negozi in meno e tanti bei parchetti in più poi nessuno si lamenti se si svilupperanno le idee delle "ronde".

Vie di Voghera

Nei giorni scorsi ho fatto queste foto a due cartelli delle vie di Voghera, ma… dove sono queste vie? Cercando sui siti di mappe non le trovo…. mmmm…

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