(raccolta molto sparsa di pensieri)

fabiotordi

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Lisbona uno

Partenza alle 8 da Voghera. Prima scoperta: l’aereo parte dal terminal 1 di Malpensa e non dal solito caro terminal 2. Bella menata, qui i parcheggi costano un assassinamento. E poi noi torniamo con Easyjet quindi siamo sicuramente al 2. E va beh.

Per fortuna il viaggio in aereo è molto tosto: Lufthansa ci coccola e ci da il giornale da leggere e il pranzo. Very good. Peccato che la scelta sia tra il merluzzo e le lasagne. Ovviamente ho scelto le lasagne, ma.. erano alle verdure (zucchine comprese). Il viaggio dura tre ore, ma viaggiamo lisci.

A Lisbona fa più caldo che in Italia, si gira ancora in maniche corte. Raggiungiamo in taxi l’albergo e ci dedichiamo subito a girare per la città. Grazie alla mitica guida del Touring scendiamo dalla nostra via (Almirante) per raggiungere il cuore della città, il Rossio.

Poi abbiamo proseguito per la Baixa, il quartiere più pedonale. Altra sorpresa: Lisbona non è in pianura, ma è tutto un saliscendi di colline. La gente che circola non è bellissima, mi ricorda un po’ Atene… e non so se mi spiego. Anche se a prima vista qui sembra un pelino meglio. La città è carina, molte cose sono state ricostruite dopo un terribile terremoto del 1755, da un certo tizio, aspetta come si chiama. Ah si. Il marchese di Pombal. Ci sono delle funicolari (piccoli trenini a cremagliera) per raggiungere i punti più alti, ma non le abbiamo ancora viste.

Abbiamo raggiunto il mare, ma… altra sorpresa: nella mia beata ignoranza ho sempre creduto che Lisbona fosse in riva all’oceano, invece no: da sull’estuario del fiume Tago. La mitica Piazza del Commercio era purtroppo chiusa per lavori e non l’abbiamo vista nel suo splendore.

Si faceva buio e ci siamo inerpicati su fino al Chiado, zona di mostre d’arte, librerie, vinerie e chiese. C’era addirittura la chiesa della Madonna di Loreto.

Devo dire che Lisbona mi ispira simpatia. La città è piccola per essee una capitale, non è caotica è ha tanti punti…come dire.. di sosta: piazze, giardini, ecc.

I marciapiedi sono tutti lastricati con quadrelli bianchi e neri che formano disegni. E’ una particolarità di questa città.

Abbiamo girato finchè ce l’abbiamo fatta, per poi tornare in camera e crollare dalla stanchezza.

Atene – terzo giorno

Il tempo è bello, alla strafaccia delle previsioni. Caldissimo.
Mi da l’impressione che nei negozi parlino fluentemente l’inglese, a differenza dell’Italia. X esempio il tizio dell’internet point dove vado alla sera parla un inglese perfetto. Ma anche i venditori di ricordini.

Poi c’è un altro mistero: lungo le vie c’è una… non so come definirla e descriverla è difficile… una "striscia", larga circa 30/40 cm, che sembra quasi una pista per i trolley… ma in realtà non si capisce a cosa serva. A volte è di materiale plastico, e ha delle linee longitudinali in rilievo… sembra fatta apposta per farci passare qualcosa, ma è stretta e poi ogni tanto fa delle curve. Ma c’è dappertutto, in quasi tutti i marciapiedi.

Un’altra singolarità è che qui mangiano a tutte le ore. In questo momento stiamo pranzando, sono le 3 e mezza del pomeriggio e il ristorante è strapieno imballato di gente.

Oggi era una qualche festa nazionale, gli uffici sono chiusi. Lungo la via c’era una parata di scolari, a gruppi di età variabile dalle elementari alle superiori. Sono molto nazionalisti, ci sono bandiere dappertutto e c’è pieno di venditori ambulanti che vendono bandierine biancazzurre. A mezzogiorno abbiamo assistito al cambio della guardia davanti al parlamento, coi caratteristici guardiani vestiti in modo tradizionale che si muovono come fossero automi. Attraversando il parco lì dietro abbiamo raggiunto lo stadio costruito in occasione delle prime olimpiadi moderne del 1896. Notevole. Poi abbiamo fatto tutta la passeggiata che parte dietro alla rocca dell’Acropoli finché non abbiamo raggiunto questo ristorantino per mangiare qualcosa.

Prima della partenza abbiamo deciso di visitare una zona a caso non ancora vista. Abbiamo optato per la zona a nord est di piazza Monastiraki. All’inizio erano tutti locali pieni di gente che mangiava e beveva, poi quartieri sempre più degradati. Che storia, appena ti allontani dal centro si iniziano a vedere case semidistrutte, locali abbandonati, marciapiedi malmessi. Ad un certo punto pareva di essere in un film: arabi, indiani e africani ovunque. Ma tantissimi, a decine se non a centinaia. Tutti uomini. Ovunque ti giravi c’erano le vie piene di queste persone. Ad un certo punto sono spuntati alcuni agenti di polizia che cercavano di incanalare questi  personaggi… x poco non vengo incanalato anche io!! Ma che strano, non ho proprio capito cosa facessero. Vie e vie strapiene di questi tizi… devo ammettere che passarci attraverso dava un certo senso di claustrofobia o di agorafobia. Non per fare del razzismo, ma facce veramente da galera… per fortuna si facevano i fatti loro, non ci hanno mai interpellato a parole, al limite con gli sguardi. Boh sarà stato il raduno del fancazzista, ci saranno stati almeno mille uomini in totale a far nulla. E’ proprio quello lo strano: non stavano facendo nulla: non una festa, un mercato, un rito, non stavano pregando… nulla! Boh?

E poi in metro fino all’aereoporto. Dovrebbero farla anche a Linate.

Voto ad Atene: 6

 
Tempio di Efesto

 

Atene – secondo giorno

Una particolarità notata visitando alcune chiese: non ci sono statue. Solo raffigurazioni, cioè quadri. la gente entra, fa il giro di questi quadri, fermandosi davanti a ciascuno per una manciata di secondi e poi esce, non prima magari di accedere una di quelle piccole , magre e brune candele da conficcare in una cesta piena di sabbia. Le chiese sono tutte molto elaborate.

Andando verso l’Acropoli ci siamo imbattuti nel mercato della carne: allucinante. Sembra di essere in estremo oriente o nel medioevo: è al chiuso, ma sono tutte bancarelle aperte, coi tizi con la mannaia che taglino i pezzi di carne su taglieri di legno in mezzo alla gente, coi camici bianchi tutti sporchi…se allunghi una mano potresti toccagnare tutto ciò che vuoi. Addirittura è passato un carrello stracolmo di pezzi di carne, in mezzo alla gente. C’erano alcuni macellai che fumavano ed è passato anche un motorino. L’Italia sarà un paese di pseudoschizzinosi dove per comprare la frutta ci mettiamo i guanti, ma qui l’igiene non sanno neanche cosa sia!

Siamo saliti verso la mitica Acropoli. Si passa attraverso viuzze, casette, scalette. Tutto molto caratteristico. Tutte quelle casette con un piccolo giardino con viti, fichi, ulivi,…

Prima dell’ingresso c’è una rocca che offre un bel vedere. E’ una roccia marmorea, come molte nella zona, ma moooolto scivolosa, a causa del passaggio di orde di turisti.
 

Il Partenone è molto “conciato”, semidistrutto, però visto da davanti fa ancora la sua figura. Anche perché la posizione, là in alto, rende molto. Sulla guida c’è scritto che molte statue e reperti sono in realtà copie, per preservarle dall’inquinamento. Gli originali sono esposti nei musei, tra cui il BM di Londra.

Eravamo sfiniti, e allora una pennica in hotel. Nel tardo pomeriggio un giro in via Ermou, la via dei negozi del centro. Devo elencarli o ne faccio a meno? Tanto sono sempre i soliti: Benetton, Calzedonia, Zara, H&M, ecc. ecc.
Fino a piazza Syntagma. È la parte “shopping” della città e si non discosta molto da tutte le altre città europee che ho visto.
Abbiamo concluso la giornata con un giro nelle vie dei dintorni.

Qui c’è pieno di motorini. Vanno ovunque, sono abbastanza indisciplinati (e senza casco). Così come le auto: passano e parcheggiano dappertutto.

Ci sono tanti negozi di pellicce, molto spesso maculate, e molto spesso vendono sia pellicce che gioielli.

Atene – primo giorno

L’aereoporto di Atene è veramente molto moderno. la gran comodità è che c’è una linea della metro che porta direttamente in città (circa 40 min). Il nostro albergo è in centro, pulito, semplice e il tizio della reception gentilissimo, ci ha spiegato proprio per filo e per segno tutte le cose da vedere in città. Ok, via con la visita. Da una primissima occhiata non è che faccia una bellissima impressione. I negozi sembrano poco curati e le facce che si vedono in giro sono abbastanza da galera. Ci sono anche tantissimi indiani o pakistani. I prezzi sembrano simili a quelli dell’Italia, forse un po’ più bassi.

Abbiamo visto il mercatino che c’è la domenica ai piedi dell’Acropoli. Ma si, c’è un po’ di tutto, ma alla fine è il solito fritto misto che vedi ovunque: africani con roba falsa, ricordini, finte anticaglie, ecc. Fatto sta che il pomeriggio è passato.

Dopo ci siamo avventurati nelle viette della città vecchia, la Plaka. Diciamo che sicuramente qui non si muore di fame. Ci sono ristorantini ovunque, sembra di stare… ma dai… nel quartiere greco di Parigi. Dopo tanto (ma tanto) girare la stanchezza si faceva sentire, in fondo eravamo in piedi dalle 4 e mezza! Allora ci siamo sparati una cena greca a base di suvlaki e roba simile.

Però sto imparando a leggere le lettere greche. La teta si legge T, la omega O, la ipsilon si legge U, la Σ si legge S, la Λ che dovrebbe essere la lambda si legge L, ecc.

Alla sera ho chiamato l’Italia con Skype: che figata si sentiva benissimo e ho speso quasi nulla (a parte il costo dell’Internet Point). Quando ero a Londra due anni fa lo usavo tutti i giorni.


L’Acropoli la si vede da ogni punto della città.. domani ci andremo.

Il dottore è fuori sede

Fabio Da domenica 26 a martedì 28 sarà ad Atene (Grecia)

Fabio Κυριακή 26 έως Τρίτη 28 θα είναι στην Αθήνα (Ελλάδα)

Espuma

La mia esperienza ad Ibiza si può dividere in due parti, completamente diverse tra loro. Prima parte. Ibiza è veramente una delle patrie del divertimento, ma ormai quello che trovi li lo trovi dappertutto. Pieno di locali e pieno di discoteche aperte fino al mattino, con tanta gente strana. Ma non c’è bisogno di scomodare né Riccioneioré (Lloret de Mar) per fare paragoni: basta farsi un giro a Milano e puoi trovare tutto questo. L’isola in sé fa abbastanza schifo, immagino che prima dell’invenzione del turismo gli abitanti del posto facessero proprio la fame, non c’è nulla di nulla. Il mare è abbastanza bruttino, proprio niente di chè. I locali pre-disco sono i soliti di ogni parte del mondo. E non sono in tutta Ibiza, ma sono concentrati nella parte del porto. Insomma è abbastanza un pacco, che bisogno c’è di prendere l’aereo x andare fino a là? Io non ero certo in cerca di una vacanza rilassante, me ne sarei andato a Celle Ligure altrimenti (che non so neppure dove sia). Io ero in cerca delle leggende di Ibiza: gente fuori di brutto, discoteche aperte giorno e notte, locali ovunque, bar in spiaggia aperti alla sera per fare l’aperitivo a mezzanotte, cene alle due di notte. Leggende, appunto. C’è un mare di italiani. Ma proprio tantissimi, sono il secondo popolo di Ibiza (infatti praticamente chiunque capisce e/o parla italiano) sia come clientela che come baristi/camerieri/pr/ecc. Sabato sera un tizio ci convince ad andare alla discoteca Privilege, anzichè il Pacha. Giudizio: il posto si vanta di essere la discoteca più grande del mondo. Buuu, tanto per citarne una, l’Alcatraz di Milano è più grande. E poi non è neanche bella, è un capannone con una piscina fatta malissimo. La nota molto positiva era la musica, proprio quella che piace a me, vale a dire E-LET-TTTTTTT-TTTT-TTTTRO-NI-KA un po’ minimal e un po’ house (come ho spiegato qui è difficile definire bene la musica). Musica che purtroppo nella zona sfigata e musicalmente repressa, l’Oltrepo Pavese, non suonano e non hanno praticamente mai suonato. Da noi c’è la cultura discoteca=fighetto, non discoteca=musica, della musica non gliene fotte un piffero a nessuno. Da noi si va in disco se c’è "bella gente", non per ballare o ascoltare musica. Voi direte: ma perchè tu la ascolti quella musica li? SI. Siamo tornati alle 6 e alle 10 eravamo già in giro col motorino affittato. Siamo andati a cercare un’altra presunta trasgeressione di Ibiza: la spiaggia dei nudisti. Prevedevo fosse una cazzata e infatti avevo pienamente ragione. Quattro bischeri isolati dal mondo col pisello o le tette al sole. Non ho questo tipo di perversioni, né quello di abbronzarmi le parti basse, né la voglia di star li a spiare quelle degli altri. Al pomeriggio un sonno ristoratore e alla sera un giretto per i locali. Poi in albergo.

Seconda parte. Ibiza è veramente una figata, non fosse altro che per un motivo: l’Amnèsia e lo schiuma party. Partiamo in costume e t-shirt a bordo del nostro mezzo, guido io. Arriviamo all’Amnesia alle 2 e venti circa. L’ambiente è molto bello. Ci sono due sale. La musica è sul genere techno, quindi molto più cattiva di quella del Privilege, ma più adatta alla situazione. La sala principale è piena imballata. Ci buttiamo a ballare per due ore ininterrotte. Di schiuma neanche l’ombra. La barista ci dà la brutta notizia: sarà sparata dopo le 5 e mezza. Cazzarola noi siamo già stanchissimi. Ce la dobbiamo far passare. Facciamo un giro nell’altra sala, ci sediamo un attimo e torniamo in pista. Siamo pronti.
Io mi aspettavo una pioggia di schiuma, che magari ti arriva fino alla vita, esagerando. Invece no, ci sono 3 cannoni che sparano un getto impressionante di schiuma. Dopo pochi secondi (secondi!!) la schiuma ti supera e ti circonda. Schiuma ovunque. Nel naso in bocca negli occhi. Cerchi di togliertele dagli occhi con le mani, ma sono piene di schiuma e peggiori la situazione. Se ti sbagli e respiri con la bocca sei finito, inizi ad inghiottire schiuma. In pista è il delirio assoluto. Musica a palla, luci strobo e gente piena di schiuma. Ma letteralmente piena, non so come descrivere la situazione. Quasi pupazzi irriconoscibili. Dopo un po’ il livello cala, e allora spingono i cannoni a manetta e giù un’altra schiumata. Pazzesco. Schiuma ovunque, ovunque. Nella pista varia dai 150 ai 180 cm di altezza. Nella zona limitrofa arriva all’inguine. Gente che balla, che scivola, che perde gli occhiali o le infradito, forse per sempre. Gente che si lancia la schiuma, che si abbraccia. La parola giusta è proprio delirio. Una situazione stranissima e quasi indescrivibile. In una parola fantastica. Dopo una manciata di minuti la maglietta è ovviamente diventata una spugna e quindi me la tolgo. Boys a petto nudo, girls in bikini. E ancora musica, luci e soprattutto schiuma, schiuma schiuma. E schiuma. Senza trregua. Penso di averne mangiato a chili. Le mie lenti a contatto ovviamente mi ringrazieranno per sempre, avevo gli occhi color brace viva. Dopo una mezzoretta hanno iniziato a sparare acqua con un idrante e hanno acceso delle bocchette stile anti incendio. Questo per togliere progressivamente un po’ di schiuma. Noi, già bagnati fradici, ulteriormente inzuppati dall’acqua, ci chiedevamo come saremmo tornati a casa, in scooter. Quando erano quasi le 7 la disco ha chiuso. C’era schiuma ovunque, perfino fuori dal locale. Ma non "un po’ di schiuma", ce n’era almeno una quindicina di centimetri. Nel piazzale! Mi sa che l’Altro Mondo Studios di Rimini ha perso il posto di miglior discoteca che abbia mai frequentato. Abbiamo strizzato le nostre magliette e abbiamo raggiunto il parcheggio. C’era già chiaro. Il nostro era l’unico scooter rimasto. Gli altri avevano quasi tutti un ricambio in auto. Noi no. Noi ci siamo sparati i circa 10 km che ci separavano dall’Hotel completamente bagnati in motorino, con la schiuma che ci ricopriva i piedi e le gambe fino al ginocchio. Ottimo. Ormai era giorno. Alle 8 e trenta ho riconsegnato il mezzo, ho fatto colazione e mi sono concesso due ore e dieci minuti di sonno. Che nottata fantastica però.

Amnèsia

In questo momento, mentre voi siete li, io dovrei essere qui. Ma poi torno eh? Forse. Sono partito ieri, sono stato al Pacha e stasera dovrei andare all’Amnèsia. Poi domani, semidistrutto, will go back home. Perchè uso il condizionale? Perchè questo post l’ho scritto ovviamente in anticipo, in questo momento non sono in grado di poter scrivere… a presto.

 

 

Briançon

Sono appena tornato da un week-end a Briançon, nella regione delle Alte Alpi in Francia, organizzato dallo Sci Club Voghera.
Ci siamo divertiti, abbiamo trovato due giornate buone. Sabato c’era un bellissimo sole, anche se al pomeriggio la neve era un po’ marcia. Abbiamo sciato di brutto tutto il giorno, per tutto il comprensorio. Alla sera eravamo stanchini, ma abbiamo fatto un giro x il paese. Domenica invece c’era coperto, ma almeno la neve teneva un po’ di più.

Giudizio: il comprensorio non è male, è abbastanza vasto, anche se non credo che lo sopporterei per un’intera settimana. Diciamo che è il posto giusto per fare due o tre giorni. Il prezzo "normale" (noi avevamo il ridotto) costa 38 euro e iniziano ad essere tantini. Il paese "vecchio" non è male, peccato non averlo potuto visitare di giorno, sembra proprio carino. Non è possibile che alla domenica non ci siano autobus di linea che portano agli impianti !!! Il nostro albergo era parecchio distante e abbiamo dovuto attendere un’ora alla fermata !!! Scandaloso.
Il mangiare, beh… se sono sopravvissuto a Londra posso resistere everywhere, però diciamo che a casa mia mangio meglio. Non perchè non siano cose di qualità, semplicemtne perchè non sono cose che amo mangiare. Io nel cibo sono "difficile" nel senso che a me piacciono cose semplici semplici: pasta al ragù, bisteccazze, patatine, frutta, dolce, caffè. Non tutte quelle cazzate astruse…. Sai quei personaggi che passano le mattine a cucinare specialità? Ecco, purtroppo io alle specialità preferisco le normalità. Avete presente le locande dei camionisti dove si mangiano cose semplici? Ecco per me sono le migliori in assoluto… forse avrei dovuto fare il camionista…
Tornando a Briançon, ci siamo proprio divertiti, abbiamo fatto un po’ i cretini, come fossimo in gita delle superiori, abbiamo sciato, ci siamo trovati bene e… niente, arrivederci alla prossima !

Oslo

Giorni fa sono stato ad Oslo con amici: ecco qualche foto!

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Molveno

Sono appena tornato da un week end sciistico alla Paganella con lo Sci Club Voghera.

Siamo partiti Venerdì mattina e siamo arrivati a Molveno, dove avevamo l’albergo, nel primo pomeriggio.

Diciamo che il comprensorio AndaloFai della Paganella non è male, anche se forse farci una settimana bianca sarebbe esagerato, visto che le piste non sono tantissime (l’anno scorso sono stato a Marilleva, dove potevamo sciare anche a Folgarida e Campiglio)

Tutto sommato è stato un bel fine settimana, abbiamo trovato anche tempo abbastanza bello (oggi un pò ventoso e freddo, che comunque contribuiva a mantere bella la neve). E poi avendo a disposizione il pullman dello Sci Club non avevamo problemi di parcheggio, strade e stanchezza alla guida.

Ieri sera a Molveno c’è stata la festa del CSI, con prodotti tipici delle varie località italiane: non abbiamo disdegnato gli assaggi, anche se purtroppo avevamo già abbondantemente mangiato a cena e quindi non li abbiamo gustati appieno.

In definitiva: buona compagnia, tempo discreto, piste carine. Giudizio più che positivo. Sarebbe bello tornarci d’estate.

Bello è bello

Ho preparato il fotoracconto delle nostre viaggio in Sicilia. Lo trovate cliccando qui.

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