A Pregola c'è una casaforte, chiamata Castello, perchè era la residenza dei Marchesi Malaspina di Pregola.
A Pregola c'è una casaforte, chiamata Castello, perchè era la residenza dei Marchesi Malaspina di Pregola.
Siro dove le ha fatte le scuole elementari? A Brallo? Nel suo paesino, Ponti? E come andava a scuola? Ritorniamo a quell'epoca e facciamocelo dire da lui.
Il cavalier Siro è stato davvero un cavaliere, e il suo cavallo, anzi la sua cavalla, si chiamava Gina.
Due cose ci salvano nella vita: amare e ridere.
Questo è un libro del 1979, a cura del Centro Culturale "Nuova Presenza" di Varzi in collaborazione con la Comunità Montana dell'Oltrepo Pavese.
parla essenzialmente del territorio della Comunità, gli allora 19 comuni. La storia, la geografia, la demografia, l'agricoltura, ecc. Tutto quanto riguarda questo territorio.
Ne ho già parlato citandolo in questo articolo. Da pagina 172 troviamo le pagine dedicate a Brallo di Pregola.
Superati i neri macigni sotto Pregola, ti senti investito dal balsamo dei pini, che ti corteggiano fino al valico del Brallo dove sorgono i grandi alberghi e le attrezzature più moderne. Nascoste nella pineta civettano villette nate per il riposo dell'uomo in esemplare rispetto per la natura. Polmone verde dell'Oltrepo, mèta di gite domenicali, Brallo ha contagiato di fervore turistico i paesi vassalli: Colleri, Corbesassi, Pregola, fino alla sperduta Val Formosa. Sua Maestà il Lesima ha spalancato finalmente al turismo di massa le sue intatte bellezze: i pianori fioriti di genziana e di mirtilli, autentici e gratuiti tappeti da reggia, le fontane cristalline e gelide della Morona e di Prodongo.
Profilo storico
Anche la denominazione di questo Comune è recente, ma la storia dei centri abitati che ne fanno parte è antichissima. All'epoca longobarda risale Pregola, come testimonia la sua chiesa parrocchiale dedicata a S. Agata, una delle sante più venerate dai longobardi dopo la loro conversione al cattolicesimo. Pregola inoltre, col nome di Petra Groa compare in un diploma del 972 di Ottone I con cui il sovrano conferma al Monastero di S. Colombano di Bobbio i suoi possedimenti. Ma poiché tale documento è semplicemente una conferma dei possedimenti già acquisiti, e si richiama a diplomi di precedenti imperatori se ne deve dedurre che Pregola apparteneva al Monastero già da tempi assai precedenti, e forse addirittura fu data al cenobio bobbiese in occasione della donazione di tutto il territorio del Penice da parte di Agilulfo.
Federico Barbarossa diede Pregola, come altri centri della Valle Staffora alla famiglia dei Malaspina, tuttavia ancora nel sec. XIII si ha notizia della giurisdizione dell'Abate di S. Colombano sugli uomini di Pregola. La signoria feudale dei Malaspina durò ciò nonostante incontrastata fino al 1789, anno in cui il feudo di Pregola fu incorporato nel Marchesato di S. Margherita. L'abitato antico, che aveva la tipica forma del « castrum », con castello e chiesa, sorgeva su di uno sperone roccioso sovrastante l'attuale, e si ignora quando e come fu distrutto. Si sa comunque che nel 1725 esso non esisteva già più, anzi, nel 1671 il Vescovo di Tortona Mons. Settala ordinò che si restaurasse l'Oratorio di S. Rocco, posto fuori dell'antico « castrum » e che in esso vi si trasportasse la parrocchia.
Anche Colleri appartenne ai Malaspina, come pure Corbesassi. Il primo centro era già parrocchia autonoma nel 1613, mentre Corbesassi è di recente costituzione. Oggi l'abitato più importante del Comune è Brallo, il cui sviluppo turistico è dovuto alla sua ridente posizione e alle sue efficienti strutture.
Notizie religiose e artistiche
Le notizie religiose di Pregola risalgono a prima del Mille, e qualcuno dice che il luogo fosse dotato di chiesa fin dal tempo dei Longobardi.
Si sa che la chiesa odierna è sorta nel 1600 sulle rovine del vecchio Oratorio dedicato a San Rocco. Dove sorgeva l'altra chiesa anticamente dedicata a Sant'Agata ricordata in antichi documenti?
(NotaDiFabio: leggi qui: www.fabiotordi.it/blog/?p=1091 e anche qui: www.fabiotordi.it/blog/?p=1130)
Lo sviluppo del Brallo, diventato sede del Comune ha fatto sorgere nel centro turistico la grande chiesa in cemento armato secondo moduli moderni di costruzione, che ben si inserisce nel paesaggio ricco di pini.
(NotaDiFabio: leggi qui: www.fabiotordi.it/blog/?p=995)
Da qualche tempo ho aperto una pagina su Facebook, chiamata BRALLO VINTAGE, la cui descrizione dice:
"Foto antiche del Passo del Brallo e paesi limitrofi. No pubblicità, no eventi, no notizie (per quelli ci sono già altri gruppi), solo ricordi."
Ho iniziato a mettere qualche foto e qualche cartolina in mio possesso e a poco a poco anche altri stanno facendo lo stesso. E' un bel modo, a mio avviso, di ricordare, riscoprire o scoprire ex novo volti, situazioni, avvenimenti del passato del Brallo e dei paesini dei dintorni.
La pagina è raggiungibile qui:
https://www.facebook.com/groups/brallovintage/
da "Terre e Cultura – Guida turistica della Comunità montana dell'Oltrepo Pavese" – Alessandro Disperati e Mattia Tanzi – 2011
BRALLO DI PREGOLA
Il Brallo ha un'estensione di 4638 ettari. L'altitudine del capoluogo è di 951 metri mentre il territorio varia dai 371 ai 1724 metri (Monte Lesima). Il Santo Patrono è San Rocco. Il Passo del Brallo è nato proprio a cavallo dell'Appennino. Tra gli anni sessanta e settanta ha conosciuto un periodo molto importante per lo sviluppo di questa zona sotto il profilo turistico. È in quegli anni che furono realizzati gli alberghi, i ristoranti e gli impianti di risalita. Oggi la località non ha perso la sua importanza: negozi, bar, ristoranti e alberghi sono al servizio di sciatori e villeggianti. In particolare va ricordato il centro tennis C.O.N.I., presso il quale durante l'estate si svolgono corsi per tutte le età e che offre numerose altre attività sportive. La caratteristica singolare di questo Comune è di essere formato da ben venti frazioni. Alcune importanti e ricche di storia, come Colleri e Pregola, altre invece che, addirittura, nel periodo invernale, risultano per lo più disabitate o contano pochi abitanti.
Storia.
La denominazione Brallo di Pregola è alquanto recente, ma la storia di questo Comune è invece molto antica; Pregola era già nota all'epoca longobarda, nel X secolo, quando faceva parte del Monastero di San Colombano di Bobbio. Fu Federico Barbarossa, nel 1164, a cedere Pregola alla famiglia dei Malaspina: rimase in possesso dei marchesi sino alla fine del feudalesimo. L'abitato antico, con castello e chiesa, sorgeva su di uno sperone roccioso sovrastante l'attuale. Soltanto nel 1789 Pregola cessò di essere marchesato e fu annesso alla comunità di Santa Margherita Staffora. Nel 1859 Pregola, con una popolazione di 1756 abitanti, entrò a far parte della provincia di Pavia e venne inserito nel I mandamento di Bobbio del circondario di Bobbio. In passato il Comune non si trovava al Brallo, bensì a Pregola. Il municipio è stato trasferito nella sede attuale il 31 marzo del 1958.
Da vedere.
A Collistano e a Someglio ci sono due antichissime chiese: quella di Collistano è stata sconsacrata, mentre a Someglio si trova una torre in mattoni a vista alquanto caratteristica, risalente al XIII secolo. Alla frazione Pregola, oltre alla chiesa, si trovano i resti dell'antico castello dei Malaspina. Caratteristiche sono inoltre le chiese di Valformosa e di Cencerate. A Cima Colletta si trovano un Rifugio del Cai di Voghera e impianti di risalita per lo sci alpino.
Appuntamenti.
II principale appuntamento si tiene la seconda domenica di settembre con la tradizionale `Festa della Patata'. La terza domenica di ottobre va in scena la Sagra del Pane Casereccio e della Castagna.
La pieve di Someglio.
A Someglio nel XIII sec. sorse un'importante pieve, oggi Oratorio dei Santi Gervasio e Protasio, che ben presto assunse il controllo dei centri sacri circostanti, arrivando a reggere le chiese di Colleri, Cencerate e Pregola. L'edificio è completamente costruito con pietra locale in stile romanico e conserva ancora l'arco di accesso all'antico cimitero che un tempo circondava la chiesa. L'elemento più interessante è costituito dal campanile, voluto dai Malaspina, che svolgeva anche la funzione di torre di avvistamento, data la sua posizione strategica, arrivato fino ad oggi inalterato. L'interno è a navata unica, coperta da volta a botte, e conserva un interessante quadro dei santi titolari.
Sull ultimo numero del giornalino del Circolo Sassi Neri di Pregola c'è questo articolo, scritto da Luciana.
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"Sono arrivate le magliette LACOSTE"!
"Sono arrivate le scarpe SUPERGA e se non ci diamo una mossa andando subito al Brallo (a piedi), entro domani saranno esaurite!"
Chi dei soci della mia età non si ricorda questi messaggi (verbali) tra noi ragazzi negli anni 70/80? Ebbene sì, sto parlando del primo vero stocchista (ora il nome viene inglesizzato "outlet") dove tutti noi abbiamo fatto in nostri acquisti/affari:
IL CAVALIER SIRO DEL BRALLO
lo ricordo bene il primo negozio/vano aperto alla fine degli anni 60 (dico bene?) con solo scatoloni dove ci si tuffava per trovare la taglia ed il colore giusti. Quasi ogni giorno arrivava merce nuova, i fuori stock dalle aziende (Marina Yachting, Lacoste ecc) e soprattutto dai negozi in fallimento. Siro ritirava tutto e pagava in contanti. Il più delle volte non sapeva neppure cosa contenessero gli scatoloni. Ed il passa parola tra amici (non parlo di whatsapp: non avevamo neppure il cellulare, cari millennials) era così efficace che molti acquirenti, avuta la notizia, arrivavano da Voghera, Pavia, Genova ed anche da Milano ed hanno iniziato a frequentare il Passo del Brallo anche e soprattutto per merito suo, del SIRO. Era diventato così famoso in quegli anni, sempre aperto tutte le domeniche e feste comandate, che molti negozianti di articoli sportivi (io ne conoscevo di Milano) venivano di domenica a fare acquisti da rivendere nei loro negozi (c'era davvero convenienza) e approfittavano poi dell'occasione per gustarsi un buon piatto di ravioli al brasato o risotto ai funghi e godersi l'aria fresca della zona. E la "mania" del SIRO di chiudere la porta a chiave, che a molti dava sui nervi perché ritenuta una mancanza di fiducia, è nata proprio allora per la necessità di regimentare la coda di clienti che si formava in strada e per farli entrare un po' alla volta. La "mania della porta chiusa" poi è rimasta anche negli anni successivi…
Non perdevo mai l'abitudine di fare un salto in negozio ogni volta che arrivavo al Brallo per chiedere "Cosa è arrivato di nuovo SIRO"? anche solo per leggere i divertenti cartelli con gli "slogan pubblicitari" che la moglie Rita esibiva in vetrina. E chi si ricorda l'unica stufa a legna del negozio per il riscaldamento anche invernale? ed alla domanda: "ma SIRO non puoi mettere un'altra stufa aggiuntiva o il riscaldamento a gas? Fa freddo qui!" SIRO: "Stufa a gas? ed io dove brucio tutti cartoni vuoti?" Lui è così, come quando si arrabbiava e ti offriva qualsiasi cosa pur di non farti uscire a mani vuote dal negozio.
Da qualche anno però, dopo perdita della adorata moglie Rita e con l'avanzare dell'età, il nostro caro SIRO non ha più rifornito il negozio, non l'ha più aperto: all'interno tutto è rimasto invariato, impolverato, la stufa è tristemente spenta, come se il tempo si fosse fermato. Ora SIRO lo potete trovare sempre seduto su una sedia, davanti alle vetrine del suo negozio quasi vuoto ed accanto a quello fiorente del figlio Fabio, come a voler ricordare i tempi d'oro ormai trascorsi. Lui è quasi sempre lì, malinconico ed un po' triste ma un saluto ed un sorriso agli amici non lo nega mai. FORZA CAV. SIRO!
A dimostrazione della sua "fama" di tanti anni fa trovate qui di seguito una sua caricatura ed un "indovinello" facenti parte di uno spettacolo a "quiz" che noi ragazzi di allora presentammo durante il ferragosto pregolese datato 1971 !!!
Luciana
SOPRA: quiz "Trova il gatto" livello medio
SOTTO: rebus chiave 2,5,3,5,3,6. Soluzione: "La gatta sul tetto che scotta"
Oggi Siro ha incontrato il suo amico Gerardo, detto Gerry,
Anni '80. Una sconsolata Rita stende i panni mentre osserva i lavori per la parziale demolizione del balcone sopra al negozio.
Alle elementari la maestra Tordi a volte ci portava sulla via della Faggeta a vedere i formicai della Formica Rufa (https://it.wikipedia.org/
Era stata introdotta appositamente nella pineta adiacente per far fronte all'invasione delle "gatte", vale a dire le processionarie (https://it.wikipedia.org/
Noto che dopo 40anni i formicai ci sono ancora
Daniele manca un po' a tutti.
Io l’ho conosciuto che ero bambino e per me è sempre stato un fratello maggiore. Ricordo quando arrivava in moto, vestito da tamarro, a prendere Cinzia, 33 anni fa. Mio papà era preoccupato di quel personaggio un po’ ribelle nel vestire, ma dopo averlo conosciuto, come è capitato a tutti noi, ha capito che ragazzo meraviglioso fosse.
Daniele ha costruito un’impresa dal nulla, con tanto lavoro e tanto sacrificio. Era orgoglioso e testardo, accettava consigli ma voleva sempre fare tutto con le proprie forze per poter dire: questo l’ho fatto io, per me e la mia famiglia. Possiamo dirlo tutti: Daniele era sempre nei suoi negozi, pacato, allegro, sorridente.
Era grande e grosso, ma dite la verità: chi è che lo ha mai visto una sola volta arrabbiato?
Ha creato una bella famiglia, ha sposato la sua Cinzia e dopo è arrivata Gloria che lui definiva sempre “la mia principessa”. Per loro e per Gianfranco l’assenza terrena di un punto di riferimento così grande si farà sentire, ma dobbiamo riuscire a vedere i suoi sorrisi, i suoi consigli, che arriveranno in un altro modo, perché lui ci sarà sempre, lui che non faceva mai mancare niente a nessuno: fosse anche solo un sorriso.
Chissà che festa ha fatto col suo papà, a cui assomigliava tanto, e sua mamma di sicuro gli ha preparato una delle sue belle bistecche impanate.
I tuoi amici ti salutavano sempre dicendo: ciao Omo.
Vi ho già parlato di Gerry.
Qui: "Gerry Napoli"
Qui: "Gerry contro tutti"
Qui: "La scogliera di Gerry"
In questi anni ha proseguito la sua attività di artista, anche a Pregola.
Ecco alcune sue incisioni sulla montagna composta dalla tipiche rocce nere.
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