(raccolta molto sparsa di pensieri)

fabiotordi

Month: August 2024 Page 1 of 2

Anello Pietragavina – Mombelli

Anello Pietragavina – Mombelli.

Mi sono cimentato in questo percorso, prendendo spunto dal sito https://sentierioltrepopavese.it/…/005-pietragavina…/ , ma, siccome io prediligo i percorsi ad anello e non quelli andata-ritorno, mi sono creato una traccia che prevedesse un percorso diverso per il ritorno rispetto a quello dell’andata.

Ne ho approfittato una mattina in cui ho portato Leo al Bosco Villaggio di Bognassi, ho facilmente raggiunto pietragavina e da lì sono partito. Non conoscevo il paese di pietragavina, per me era solo una curva per il percorso Varzi-Zavattarello quando da giovane andavo a ballare al Milleluci.

Questa gita non ha presentato particolari problemi, ma neanche particolari luoghi di eccezionale bellezza se non, come sempre, la bellezza intrinseca di camminare nei boschi. E poi il fatto di conoscere posti nuovi e sentieri nuovi

Altre mie escursioni qui: https://youtube.com/playlist…

Via d’Amelio

Ricordo quel giorno del luglio 1992, sulla panchina del parco di Brallo, stavamo noi diciottenni a elaborare piani per provarci colle ragazze. Nel tardo pomeriggio venne Alberto, un ragazzone grande, non molto carino, ma che ci sapeva fare: aveva un nonsoché a renderlo simpatico alle donne e anche agli uomini.

Veniva al Brallo solo d’estate, come tanti, ma era amico di tutti. Passavamo le giornate al parco, oppure al Trebbia, in piazza o in giro in bici, e lui mi diceva sempre: “vedrai l’anno prossimo, quando avremo la patente, allora sì che potremo portare in giro le ragazze“.

Quel pomeriggio arrivò di corsa dicendo: NE HANNO AMMAZZATO UN ALTRO. Un altro chi? Chiesi. UN ALTRO MAGISTRATO, DI QUELLI DI PALERMO, HANNO MESSO UN’ALTRA BOMBA. Avevo ancora negli occhi l’esplosione di Capaci, dove avevano fatto saltare in aria l’autostrada per uccidere quel Falcone. E adesso un altro. Un brivido lungo la schiena. I brutti fatti di cronaca nera di una volta li avevo assorbiti come fa un bambino, senza farci troppo caso, ma quelli no: avevo diciott’anni e a quell’età stai per mangiarti il mondo. Ed ecco che qualcuno compie una cosa così grave, così feroce. Pareva di essere in guerra.

Un altro, mi aveva detto Alberto, ne hanno ammazzato un altro.

Passò l’estate, e in primavera un giorno vennero i parenti di Alberto nel mio negozio a Brallo. Mi dissero: forse non l’hai saputo, Alberto aveva la febbre forte, gli hanno diagnosticato una leucemia fulminante e nel giro di una settimana non c’era più.

E io nell’estate 1993 giravo in auto, con la mia bella patente, sperando in un futuro migliore, cercando di capire meglio cosa stesse succedendo nel mondo e ricordando sempre quel ragazzone che stava simpatico a tutti, che però non era con me a girare in auto e invitare le ragazze al Trebbia.

I segreti erotici dei grandi chef

Ho letto questo libro, di Irvine Welsh, “I segreti erotici dei grandi chef“.
Di Welsh avevo già letto: Trainspotting, The Acid House, Tolleranza Zero, Il Lercio, Ecstasy, Serpenti a sonagli, Colla, Porno, Skagboys e mi sono piaciuti tutti. Anche in questo caso il protagonista ha dei problemi di dipendenza, stavolta dall’alcol. Anche stavolta è cinico, abietto, politicamente ultrascorretto.

Che dire, a me lo stile di Welsh piace. O meglio “gli” stili perché lui riesce a dare un ritmo, uno stile, un modo di raccontare diverso non solo in ogni libro, ma all’interno di ogni libro in base a chi è la voce narrante. E ogni volta non c’è bisogno di sottolineare o far capire in qualche modo chi sta “parlando“, basta lo stile per capirlo. E questo lo trovo davvero geniale.

Questo non è tra i suoi migliori (per me Il Lercio rimane il numero uno, seguito da Tolleranza Zero), ma neanche tra i peggiori quindi io consiglio sempre di leggerlo. Anche stavolta la traduzione di Massimo Bocchiola è maestra. Non è per niente niente niente facile tradurre ‘sta roba. Vi dico solo che Il Lercio lo comprai anche in lingua originale a Londra nel 2006 ed è di un faticoso leggerlo che non vi dico, figuriamoci tradurlo (e tradurlo tenendo fede all’opera)

Tempo amore vita

La vera ricchezza non è data dai soldi.
La vera ricchezza è il TEMPO, l’ AMORE, la VITA

Orso Bruno

C’era un orso di nome Bruno che viveva sui monti vicino a Belluno.
Era un orso un pò speciale perchè odiava la montagna e voleva andare al mare.
In inverno poverino piangeva disperato: anche sotto tre coperte era sempre congelato.
Gli altri orsi gli dicevano: “Caro Bruno ti devi rassegnare,
tu sei un orso di montagna non puoi certo andare al mare!!”.
Lui piangendo rispondeva: “Me lo ha detto anche il dottore,
se non me ne vado in fretta, non guarirò dal raffreddore”.
Così Bruno solo e con molto coraggio partì per il suo lungo viaggio.
Finalmente dopo tanto camminare vide un cartello con la scritta: AL MARE.
Felice e contento si mise a correre veloce come il vento
e ad un tratto vide la spiaggia con sdrai e ombrelloni,
più giù il mare con barche e mosconi.
Bruno non credeva ai propri occhi,
sdraiato sulla spiaggia a godersi quel tepore
si sentì subito meglio senza più il raffeddore.
Sotto il sole sorseggiando una granita
pensava tra sè “Questa si che è vita!!!”.
Questa è la storia dell’orso Bruno nato sui monti vicino a Belluno
ma poichè era un freddolone siè trasferito a Riccione!!!

Livigno

Mi sento un po’ arcigno,
un po’ beffardo e un po’ maligno,
ma mentre io sogghigno
qui precipita un macigno,
nel lago nuota il cigno.
Sempre meglio che a Foligno,
me ne sto qui a Livigno

Quelle estati lì

E da qui, e da qui
Qui non arrivano gli angeli
Con le lucciole e le cicale
E da qui, e da qui
Non le vedi più quelle estati lì
Quelle estati lì

Nostalgia di Londra

Each Londoner has a London in his mind which is the real London (Virginia Woolf)

“La osservo abbagliato, come un insetto atterrato per caso sul dorso di un elefante. Le nuvole illuminate al neon mi dicono che solo una città grandissima, senza fine, può vincere così l’oscurità della notte. Ma che forma abbia, e cosa ci sia dentro, non riesco a immaginarlo. Non m’importa. E’ il mio primo giorno a Londra e io, giovanissimo, sono felice di essere qui, felice di starmene immobile tra la folla, e soprattutto felice di sentirmi una nullità, uno zero assoluto in confronto a tutto questo.” (Alex Roggero – Il treno per Babylon)

Scelte

Scelte facili, vita dura.
Scelte difficili, vita facile.

La siccità

Ho letto questo libro di Guido Conti intitolato “La siccità“.
Ambientato a Montú Beccaria, in Oltrepó Pavese, racconta la vita di una famiglia contadina dove il protagonista, un ragazzino, vive con il papà, la mamma e lo zio.

Anche quell’estate il ragazzo passa le vacanze scolastiche nel suo paese. Andrea vive male il carattere del padre, molto nervoso a causa di una siccità che dura da mesi, e si svaga girando nei boschi e facendo una nuova, strana conoscenza.

Un libro di lettura molto piacevole e scorrevole. Guido ti porta in quel mondo, facendoti sentire la siccità addosso, sulla pelle secca, sulle labbra screpolate, facendoti addirittura venir una sete da arsura pagina dopo pagina. E quando l’estate finisce, ti viene voglia di tornare a scuola insieme ad Andrea.

Gentile

Vuoi un altro consiglio non richiesto?
SII GENTILE
(senza aspettarti nulla in cambio)

Pianello Val Tidone

Oggi FAI UNA COSA NUOVA, una cosa che non hai mai fatto! Provaci, impara qualcosa, tentare non costa nulla.

Convocazione giudiziaria

NOOOO! Vittorio Pisani in persona mi ha scritto!
E adesso? Addio amici, venite a trovarmi in gattabuia.

Voghera Vecchia

Ho letto questo libro, una ristampa del 1988 a cura del “Giornale di Voghera” di “Voghera vecchia” di Alessandro Maragliano, pubblicato a puntate, sullo stesso settimanale, dal 1928 al 1930.

Maragliano ci racconta la Voghera di quegli anni, ma soprattutto la Voghera di 50 anni prima. Una cittadina con le sue tradizioni, i suoi personaggi, le sue attività, le sue chiese, fabbriche, strade, monumenti. Una Voghera in cui ci si conosceva tutti e in cui molti erano noti non per il nome, ma per il soprannome, rigorosamente in dialetto vogherese.

Un must have, per dirla con termini moderni, parlando però di qualcosa che ha radici molto antiche. Uno dei grandi omaggio che Maragliano ha fatto alla sua città natale.

Casa mia

Casa mia o casa tua
Che differenza c’è? Non c’è

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