Seguendo le indicazioni del blog di Cristiano, mi sono avventurato in direzione Giardino Botanico di Pietra Corva.
Un altro bellissimo giro sulle nostre montagne.
Month: December 2023
Questa volta Leo e io siamo andati da Capanne di Cosola fino al monte Legná e ritorno. Proprio un bel giretto, abbiamo visto la panchina gigante, le mucche e abbiamo fatto tante merende.
Caro padrone di cane, apprezzo il fatto che tu abbia raccolto le deiezioni del tuo amico animale, apprezzo meno il fatto che tu le abbia lasciate quasi sulla porta del mio negozio, considerando anche il fatto che a meno di 5 metri, di fronte, c’è un cestino.
Il correttore automatico aveva scritto “cretino” al posto di cestino, probabilmente è un lapsus freudiano.
La chiesa di Artana (in val Boreca e sotto il comune di Ottone) e il Monte Lesima
Io rimarrò sempre aggrappato.
Alla vita, alla mia famiglia, alle mie idee, a Brallo (se potrò), alle piccole grandi cose che mi rendono felice.
Capita che in negozio il cliente chieda uno sconto. Chiedere è lecito, rispondere è cortesia.. Ecco alcuni casi in cui invece le richieste sono fastidiose.
*L’INSISTENTE*
Quel cliente che chiede lo sconto svariate, decine, innumerevoli volte. Non è che se me lo chiedi 10 volte alla decima la risposta cambia, mi vuoi prendere per sfinimento?
*IL DENIGRATORE*
Questo articolo non è bello. Oppure: Questo articolo non mi va bene. Oppure: Questo articolo da un’altra parte lo vendono a meno. Risposta per tutte queste obiezioni: non comprarlo.
*IL PREPOTENTE*
Mi devi fare lo sconto. “Devi”, a casa mia, non me lo dici. Punto. Ribadisco che chiedere è lecito, rispondere è cortesia.
*LO SCONTENTO*
Ecco, su questo articolo un po’ di sconto posso fartelo. Così poco? No fammi più sconto. Benissimo, non ti piace lo sconto accordato? Allora torniamo al prezzo di cartellino, magari ti piace di più.
*IL NOSTALGICO*
Venti anni fa vendevi le cose a meno. Anche io ho scritto così al gestore del gas, ma non mi ha neanche risposto.
*L’INDECISO*
Vorrei un po’ di sconto, ma poi ci penso, ti lascio qui la merce, poi magari ripasso e se ripasso cambio idea, tolgo un articolo e ne metto un altro, anzi tolgo anche l’altro e non prendo niente, anzi passo il mese prossimo, poi te lo riporto, ne pago uno col bancomat e l’altro in contanti, poi se lo riporto mi rendi i soldi? No ci ho ripensato non voglio niente. Buona giornata.
*IL DOPPIO SCONTO CARPIATO*
Dunque: questo articolo 100 scontato a 95, l’altro 70 scontato a 65, totale 160, quindi mi fai lo sconto a 150, poi magari te li riporto e prendo merce per 170, ma siamo a posto così vero? Si certo, siediti pure che ti porto anche il tè coi pasticcini.
*L’ESAGERATO*
Quanto costa? 200? Beh a me farai 100.
Si, come no, ti faccio anche la consegna a casa, intanto che sono per strada ti faccio anche la spesa e te la porto al quinto piano senza ascensore. A casa tutto bene? Ti servono mica dei soldi che te li presto?
*IL TACCAGNO*
Quanto costa? 5 euro? Mi fai lo sconto!
Guarda, te lo regalo che faccio prima.
(questa frase non la dico più: una volta un cliente mi ha preso in parola, mi ha ringraziato ed è uscito)
*IL CLIENTE ABITUALE*
Sa che su alcuni articoli, dove possiamo, per lui che acquista abitualmente da noi, un po’ di sconto lo facciamo. Anche senza chiederlo.
Ho letto questo libro, IL BAMBINO BUGIARDO, di S. K. Tremayne
Un bel thriller, sa tenerti col fiato sospeso fino alla fine (che poi è quello che devono fare i thriller)
Ambientato in Cornovaglia, in una grande casa di una ricca famiglia che esiste da un millennio. La nuova sposa di un vedovo deve ambientarsi in questa sua nuova vita e rapportarsi con la madre e soprattutto il figlio di lui e ancora di più col ricordo della moglie morta di cui talvolta non si sente degna sostituta.
Mancano molti mesi a Natale, quando dovrebbe succedere che…
Se vi piace il genere, leggetelo. Non è il libro della vita, ma è sicuramente di piacevole lettura e ha, nei capitoli finali, dei risvolti che lo rendono forse ancor più inquietante.
da “Terre e cultura – Guida turistica della Comunità montana dell’Oltrepò Pavese” 2011. Testi e fotografie di Alessandro Disperati e Mattia Tanzi.
BRALLO DI PREGOLA Il Brallo ha un’estensione di 4638 ettari. L’altitudine del capoluogo è di 951 metri mentre il territorio varia dai 371 ai 1724 metri (Monte Lesima). Il Santo Patrono è San Rocco. Il Passo del Brallo è nato proprio a cavallo dell’Appennino. Tra gli anni sessanta e settanta ha conosciuto un periodo molto importante per lo sviluppo di questa zona sotto il profilo turistico. È in quegli anni che furono realizzati gli alberghi, i ristoranti e gli impianti di risalita. Oggi la località non ha perso la sua importanza: negozi, bar, ristoranti e alberghi sono al servizio di sciatori e villeggianti. In particolare va ricordato il centro tennis C.O.N.I., presso il quale durante l’estate si svolgono corsi per tutte le età e che offre numerose altre attività sportive. La caratteristica singolare di questo Comune è di essere formato da ben venti frazioni. Alcune importanti e ricche di storia, come Colleri e Pregola, altre invece che, addirittura, nel periodo invernale, risultano per lo più disabitate o contano pochi abitanti.
Storia
La denominazione Brallo di Pregola è alquanto recente, ma la storia di questo Comune è invece molto antica; Pregola era già nota all’epoca longobarda, nel X secolo, quando faceva parte del Monastero di San Colombano di Bobbio. Fu Federico Barbarossa, nel 1164. a cedere Pregola alla famiglia dei Malaspina: rimase in possesso dei marchesi sino alla fine del feudalesimo. L’abitato antico, con castello e chiesa, sorgeva su di uno sperone roccioso sovrastante l’attuale. Soltanto nel 1789 Pregola cessò di essere marchesato e fu annesso alla comunità di Santa Margherita Staffora. Nel 1859 Pregola, con una popolazione di 1756 abitanti, entrò a far parte della provincia di Pavia e venne inserito nel I mandamento di Bobbio del circondario di Bobbio. In passato il Comune non si trovava al Brallo, bensì a Pregola. Il municipio è stato trasferito nella sede attuale il 31 marzo del 1958.
Non sottovalutate la stupidità umana
A tal proposito leggetevi le 5 leggi sulla stupidità di Carlo Cipolla:
https://www.libriantichionline.com/divagazioni/carlo_cipolla_leggi_fondamentali_stupidita_umana
La sicurezza innanzi tutto
Se rinasco non ci casco, bevo un fiasco, ascolto Vasco, mi sento piccante come il Tabasco, meglio monegasco o meglio bergamasco?meglio Damasco? Io me ne frego, indosso un basco e me ne vado a Fizzonasco!