(raccolta molto sparsa di pensieri)

fabiotordi

Month: January 2013

Almeno l’itagliano sallo!

Ogni giorno mi arrivano tante email. Capisco che non c’è necessità di scrivere in modo formale e corretto, si tratta spesso di comunicazioni veloci e informali, ma almeno cerchiamo di renderci comprensibili!
Eccone una ricevuta nei giorni scorsi (facico copia&incolla, il testo è esattamente così come l’ho ricevuto):

ciao ho appena acquistato una masckera carrera vision ed ho un piccolo problema al arrivo aprendo la maschera visionandola ho tolto l adesivo centrale e c era una macchia della colla credo lo pulita cn il coso x i vetri ed ora la lente e tutta a puntini cm faccio aiuto nn lo mai neanche usata meanche iun uscita in montagna

Ubuntu sugli smartphone

Dopo iOS, Android, Windows Phone, Blackberry OS, il vecchio Symbian, il semisconosciuto Bada, sta per arrivare un nuovo concorrente nel mercato dei sistemi operativi per smartphone: Ubuntu.

iOS, lo sapete, è il sistema operativo di casa Apple, e quindi gira su tutti gli iPhone. Android è il software open source di Google che detiene la leadership di mercato ed è installato su dispositivi di diverse marche, prima tra tutte Samsung, ma anche HTC, LG e Motorola (acquistata da Google stessa nel 2011).

Windows Phone, arrivato alla release 8 come nella versione desktop, è il fratellino minore di quest’ultima, pensato appositamente per i dispositivi mobili. E’ la perenne rincorsa di chi è leader nel settore dei computer, ma non ha saputo cogliere le prospettive del settore mobile.  Il S.O. di Blackberry è chiaramente utilizzato dai portatili di casa RIM. E’ quindi un po’ di nicchia.

Symbian è stato il leader incontrastato degli anni 2000, quando gli "smartphone" (ma non si chiamavano ancora così) erano quasi solo Nokia. Destinato a sparire, visto che i telefono top di gamma della casa finlandese montano Windows.

Bada è stato realizzato da Samsung per essere istallato sui dispositivi della serie Wave. Penso che non abbia tanto futuro.

E ora sta per arrivare Ubuntu. Per chi non lo sapesse è un sistema operativo GNU/Linux molto utilizzato per i prodotti desktop (cioè per quelli che negli anni ’80 del secolo scorso erano chiamati Personal Computer, o PC, o piccì). Adesso c’è il progetto di sbarcare sui telefonini (ma ormai chi li chiama più così?) Non subito, diciamo nel 2014, anche perchè attualmente non c’è ancora nessun produttore che abbia in programma di realizzare un aggeggino con Ubuntu come sistema operativo.

Staremo a vedere!

Ruzzle Mania

Ebbene si lo ammetto, anche io sono caduto nel tunnel di Ruzzle. Dai, veramente c’è ancora chi non lo conosce?

E’ un giochino per smartphone, abbastanza banale in vero, ma che sta diventando una vera e propria mania. Il gioco in sè è molto semplice: abbiamo una scacchiera 4×4 in cui ciascuna casellina compare una lettera. Noi, partendo da una lettera e senza mai staccare il dito, dobbiamo comporre una parola di senso compiuto. Quando siamo su una lettea possiamo andare su, già, a destra a sinistra e anche in diagonale. Dopo 2 minuti il tempo scade e il gioco è finito. Tutto qui? Si.

Sarebbe un gioco a cui giocare un paio di volte prima di disinstallarlo se non fosse per il suo aspetto social. Eh si, perchè a Ruzzle si gioca in due, ci si sfida! E gli altri utenti come si trovano? Possiamo scegliere se invitare un giocatore casuale, un amico che abbiamo nella lista (in questo caso dobbiamo conoscere il nick su Ruzzle del nostro amico), oppure sfidare un amico di Facebook.  Quella delle sfide è la carta vincente!

Ormai sono diventato abbastanza bravino. Ho capito che ci sono un sacco di paroline di due lettere che si trovano facilmente andando (quasi) a casaccio e che bisogna provare anche le parole più assurde, magari ci sono nel dizionario dei Ruzzle! Un altro aspetto che aumenta la longevità di gioco sono i cosiddetti "Achievement", cioè degli obiettivi da raggiungere, come "Trova la parola migliore" o "Gioca un round solamente con parole di 4 lettere", ecc. Io sono al 54%. Mi manca "Trova 30 parole nei primi 30 secondi", ma non ce la farò mai :-(

Se volete ci sono anche dei metodi sporchi per vincere, dei trucchi. Basta cercare su Google e li trovate, ma che gusto c’è? Il bello del gioco è proprio sfidare un avversario, se uno bara il gusto dov’è?

Meglio utilizzare tattiche lecite imparate con l’esperienza: coniugate i verbi e declinate le parole (se c’è "vissuto" magari c’è anche "vissuta", "vissute", "vissuti"). Utilizzate le lettere che vi fanno guadagnare più punti, quelle contrassegnate da una sigla: DL vi raddoppia il punteggio della lettera, DW raddoppia il punteggio della parola. TL e TW li triplicano.

Buon Ruzzle!!

Il bar di Helga

 

HELGA è la proprietaria di un bar, di quelli dove si beve forte.
Rendendosi conto che quasi tutti i suoi clienti sono disoccupati e che quindi dovranno ridurre le consumazioni e frequentazioni, escogita un geniale piano di marketing, consentendo loro di bere subito e pagare in seguito. Segna quindi le bevute su un libro che diventa il libro dei crediti (cioè dei debiti dei clienti).

La formula “bevi ora, paga dopo” è un successone: la voce si sparge, gli affari aumentano e il bar di Helga diventa il più importante della città.


Lei ogni tanto rialza i prezzi delle bevande e naturalmente nessuno protesta, visto che nessuno paga: è un rialzo virtuale. Così il volume delle vendite aumenta ancora. 

La banca di Helga, rassicurata dal giro d’affari, le aumenta il fido. In fondo, dicono i risk manager, il fido è garantito da tutti i crediti che il bar vanta verso i clienti: il collaterale a garanzia. 

Intanto l’Ufficio Investimenti & Alchimie Finanziarie della banca ha una pensata geniale. Prendono i crediti del bar di Helga e li usano come garanzia per emettere un’obbligazione nuova fiammante e collocarla sui mercati internazionali: gli Sbornia Bond. 

I bond ottengono subito un rating di AA+ come quello della banca che li emette, e gli investitori non si accorgono che i titoli sono di fatto garantiti da debiti di ubriaconi disoccupati. Così, dato che rendono bene, tutti li comprano. 

Conseguentemente il prezzo sale, quindi arrivano anche i gestori dei Fondi pensione a comprare, attirati dall’irresistibile combinazione di un bond con alto rating, che rende tanto e il cui prezzo sale sempre. E i portafogli, in giro per il mondo, si riempiono di Sbornia Bond. 

Un giorno però, alla banca di Helga arriva un nuovo direttore che, visto che in giro c’è aria di crisi, tanto per non rischiare le riduce il fido e le chiede di rientrare per la parte in eccesso al nuovo limite. 

A questo punto Helga, per trovare i soldi, comincia a chiedere ai clienti di pagare i loro debiti. Il che è ovviamente impossibile essendo loro dei disoccupati che si sono anche bevuti tutti i risparmi. 

Helga non è quindi in grado di ripagare il fido e la banca le taglia i fondi. 

Il bar fallisce e tutti gli impiegati si trovano per strada. 

Il prezzo degli Sbornia Bond crolla del 90%. 

La banca che li ha emessi entra in crisi di liquidità e congela immediatamente l’attività: niente più prestiti alle aziende. L’attività economica locale si paralizza. 

Intanto i fornitori di Helga, che in virtù del suo successo, le avevano fornito gli alcolici con grandi dilazioni di pagamento, si ritrovano ora pieni di crediti inesigibili visto che lei non può più pagare. 

Purtroppo avevano anche investito negli Sbornia Bond, sui quali ora perdono il 90%. 

Il fornitore di birra inizia prima a licenziare e poi fallisce. 

Il fornitore di vino viene invece acquisito da un’azienda concorrente che chiude subito lo stabilimento locale, manda a casa gli impiegati e delocalizza a 6.000 chilometri di distanza. 

Per fortuna la banca viene invece salvata da un mega prestito governativo senza richiesta di garanzie e a tasso zero. 

Per reperire i fondi necessari il governo ha semplicemente tassato tutti quelli che non erano mai stati al bar di Helga perché astemi o troppo impegnati a lavorare. 

Bene, ora potete dilettarvi ad applicare la dinamica degli Sbornia Bond alle cronache di questi giorni, giusto per aver chiaro chi è ubriaco e chi sobrio.

La NASA sbarca a Colleri

No, non stanno sbarcando i marziani. Adesso vi spiego meglio:

La NASA (si quella vera, quella dei film di Hollywood, l’ente spaziale americano!) ha un sito dove ogni giorno viene pubblicata una foto del nostro affascinante universo. Il sito si chiama appunto APOD "Astronomy Picture Of the Day". La foto pubblicata ieri, primo gennaio, per festeggiare l’anno nuovo è stata scattata dal Parco Astronomico Astrobrallo, in località Colleri, nel comune di Brallo di Pregola.

Complimenti ai ragazzi dell’associazione ADARA, non è certo da tutti avere un riconoscimento così importante!

Clicca qui per vedere il sito della NASA

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