Ecco quello che realmente succede…. !!!
Month: June 2012
Format Distributivi del settore moda abbigliamento in Italia: situazione e prospettive del piccolo punto vendita
Trentaseiesima puntata
Il negozio non è un deposito, ma è il prodotto dell’azienda (Raffaele Cercola, “Il Marketing dell’azienda dettagliante moderna”, a cura di L. Sicca, CEDAM, 1990), e quindi è grande l’importanza dello spazio come strumento essenziale per la realizzazione degli obiettivi commerciali. Il layout (disposizione planimetrica degli scaffali e attrezzature e dei posti di lavoro studiata allo scopo di razionalizzare il processo di vendita) è essenziale per la disposizione ottimale degli articoli, sia per mostrare l’assortimento che per favorire acquisti d’impulso.
Il primo passo è quello di predisporre il layout delle attrezzature. La distribuzione dello spazio deve rendere il negozio più attraente e invitante possibile per il consumatore, in modo che possa realizzare acquisti più facilmente e individuare pienamente l’offerta del negozio. Inoltre deve ottimizzare lo spazio per migliorare le performance di produttività e redditività.
Il Layout dei negozi di calzature Bata sono sviluppati con cura, in modo da supportare il cliente nella scelta all’interno del vasto assortimento.
Dopo la disposizione di scaffali e attrezzature, occorre disporre un layout per l’esposizione delle merci, che non può essere lasciata al caso, ma deve seguire opportuni criteri basati sul tipo di merce e sul genere di negozio. Ad esempio le merci più richieste vanno messe più a portata di mano, facendo magari in modo che il cliente sia obbligato a passare davanti ad altri articoli.
Il presupposto è che più merce si vende da sé e meglio è, pertanto deve essere esposta in modo da attirare l’attenzione del cliente, suscitare il suo interesse e suggerirgli l’idea dell’acquisto.
In alcuni casi potrebbe essere utile l’esposizione vicino all’ingresso di offerte speciali, limitate nel tempo; oppure la presenza di articoli a prezzo basso vicino alle casse per stimolare gli acquisti di impulso; o ancora l’esibizione ravvicinata di articoli che potrebbero suggerire un acquisto combinato (camicie e cravatte, pantaloni e cinture, e via elencando)
Non esiste quindi un layout standard, è un compromesso tra l’esigenza del consumatore di trovare subito e senza impedimenti la merce venduta e quella dell’imprenditore di incrementare la redditività.
Per la serie: "NON INSISTERE"
Non sapete quante volte si è riprodotto questo dialogo in negozio:
"Può tenermi questa maglia (scarpe / felpa / giacca / ecc) ?"
"Certo, mi deve dare un acconto"
"Non ho soldi, altrimenti l’avrei comprato subito"
"Basta un piccolo acconto, altrimenti non posso"
"Mi arriva lo stipendio il giorno X, non ho niente"
"Allora mi spiace, non posso"
"Ma io vengo a prenderla il giorno X"
"Ho capito, ma senza acconto non posso tenerla da parte"
"La prego"
"Mi spiace, ma se dovessi mettere da parte la merce a tutti quelli che me lo chiedono dovrei avere un magazzino apposta, e poi il 90% della gente non torna. Si figuri che a volte non tornano neanche quelli che lasciano l’acconto"
"Ma io torno"
"Si e secondo lei gli altri cosa dicevano? Che non tornavano? Non insista, le regole valgono per tutti. Se avesse un piccolo acconto, anche 5 euro"
"No, non ho niente, va beh pazienza"
Io penso: ma davvero non hai neanche 5 euro nel portafoglio? E vi giuro che mi capita tutti i giorni!! Poi ci sono quelli che lasciano l’acconto e tornano dopo mesi!! E magari si arrabbiano se gli hai venduto la merce. Se invece non l’hai venduta la vogliono cambiare con qualcosa di stagione… non faccio ulteriori commenti.
Per la serie "MAMMA MODELLO"
Anche stamattina una mamma è venuta dentro a curiosare. E fin qui tutto bene, se non fosse che per dieci minuti ha lasciato il bambino sul passeggino fuori da solo e sotto il sole! Complimenti! Ma è già -purtroppo- capitato altre volte. E poi quelli che lasciano fuori il cane.. beh in questo caso li capisco, se il cane è grosso e/o irrequeto è segno di rispetto verso le altre persone e verso il negozio, però non lasciatelo al sole! Vuoi il cane? Per prima cosa rispettalo! Poi c’è stato chi ha lasciato di fuori il nonno sulla sedia a rotelle (giuro!). Per contro ci sono quelli che portano dentro cane, passeggini e simili e li piazzano esattamente davanti alla porta di uscita, come se nel negozio ci fossero solo loro… Poi ci sono quelli che i bambini se li dimenticano e se non sto attento io al fatto che escono e vanno in mezzo alla strada finirebbero arrotati… Eh si, stare in negozio a volte è come stare all’asilo Mariuccia!
Su Facebook gira quest’immagine. Non so se è vera, ma è verosimile… :-(
Voghera, 21 giugno 2012: DIK DIK Potete sentire anche la voce delle groupies che cantavano a squarciagola dalle ultime file.
Oggi vi parlerò di Bono. No, non quello degli U2, ma di quello di Voghera!
E’ stato mio professore di Lettere e di Storia alle superiori, durante tutti e cinque gli anni passati al "Baratta". Era un po’ il nostro tutore, quello che ci ha portato dalla prima classe alla quinta, quello che ci conosceva meglio.
Bono è uno studioso e soprattutto un appassionato dell’arte e della storia locale. A dir la verità è un appassionato dell’arte in senso generale. Anzi, a onor del vero debbo dire che, in termini ancor più generali, la sua è una passione per il bello, che sia l’arte in tutte le sue svariate forme, o che sia un paesaggio, un modo di vivere, un’emozione.
Detto questo, posso ora dire che VGB è anche uno studioso di arte e storia locale!
Per esempio ha curato il lavoro di Alessandro Maragliano e soprattutto la revisione del Dizionario Vogherese-Italiano e delle sue poesie dialettali. Alcuni lo indicano addirittura come il suo erede ideale, ma io non azzardo tanto, perchè so che il Professore si schernirebbe per questo paragone, ma anche se non lo scrivo diciamo che un po’ lo penso…
La sua attività è sempre rivolta a recuperare, sviluppare, spiegare, il patrimonio culturale locale: dalla scrittura, alla pittura, architettura, poesia, storia. Negli anni le sue pubblicazioni, i suoi articoli, i suoi libri e i suoi interventi hanno avuto come oggetto il Marchesato di Casei e Cornale, la storia di Voghera e dei suoi monumenti e dei suoi edifici importanti, il pittore Paolo Borroni, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Pietro Bisio, Piero Leddi e soprattutto l’unica grande avanguardia italiana del secolo scorso: il Futurismo creato da quel Filippo Tommaso Marinetti, figlio dell’avvocato Enrico di Voghera. Sempre riguardante il movimento futurista ha scritto di Tullio Crali, della corrispondenza tra Marinetti e le sue collaboratrici di Godiasco, e un libro anche sul pittore vogherese Ambrogio Casati (nota simpatica: esiste una pagina su wikipedia in inglese, ma non nella versione italiana!).
Oltre ai libri sui pittori, ha scritto anche a proposito anche delle opere che altri pittori hanno lasciato o realizzato in zona, come quelle dei fratelli Boxilio, del Bramantino, di Lorenzo Toma, di Boccioni, e tanti altri ancora.
E poi ancora ha scritto della tradizione del carnevale vogherese, de "Il Giornale di Voghera", del Papa Pio V di Bosco Marengo, delle tradizioni contadine, e… insomma qui l’elenco si fa lungo, e avevo iniziato a scrivere questo non certo per fare un mero e arido elenco, ma per tentar di spiegare ciò che anima questo scrittore.
Quando ero a scuola Bono "predicava" una vita tranquilla, senza la minima frenesia, atta ad ammirare le vecchie cose. Un gentiluomo d’altri tempi.
Quando ero suo alunno, come ho già scritto, mi dava la sufficienza in italiano perchè scrivevo delle castronerie, ma le scrivevo in modo abbastanza corretto e quindi era "costretto" a dare un 6 alle mie farneticazioni linguistiche. Ora invece, sapendo che ogni tanto segue questo blog, credo che perdoni i miei – spesso grossolani – errori di forma e di sostanza, e lo ringrazio molto per questo !
Questa è una torta a forma di Castello Visconteo esposta durante la Fiera dell’Ascensione 2012
Il pronostico di Milli sulla partita di stasera.
Giuro che solitamente Millicent è ghiotta di quei croccantini, anzi: spesso sono l’unico modo per fargli fare quello che voglio. Invece quando è davanti alla videocamera accesa diventa timida e piuttosto… non mangia!!
La gatta Millicent riprova a fare il pronostico sulla partita dei Campionati Europei di calcio di stasera.
Altra riflessione: ci insegnano che se vogliamo la pensione dobbiamo pagare i contributi, in modo da avere da parte un gruzzoletto per quando ne avremo bisogno. Ci dicono anche che lavorando si mette via il TFR, il fondo per il trattamento di fine rapporto, in modo che quando lasciamo il lavoro ci troviamo con un gruzzoletto. Insistono dicendo che dobbiamo pagare le tasse per la sanità, in modo che, facendo tutti gli scongiuri, se dovesse succedere qualcosa, abbiamo il Servizio Sanitario Nazionale che pensa alla nostra salute. C’è anche chi si spinge a dire che è cosa buona e giusta avere delle assicurazioni (sulla vita, sugli infortuni, ecc) in modo che, in ogni evenenienza, possiamo avere un gruzzoletto che serva ai nostri bisogni. Ma se tutti noi sappiamo queste cose, mi chiedo…
Ma perchè ogni santissima volta che succede un disastro il governo italiano aumenta la stramaledetta benzina? Ma non ce l’ha un gruzzoletto da parte?
Risposta: no, perchè i signori che poggiano il fondoschiena sugli scranni alti del Palazzo utilizzano i (nostri) soldini per comprarsi la villa al mare, la laurea in Albania, l’attico in centro, le vacanze in barca a vela, le feste in Sardegna, le auto sportive, i diamanti, le discoteche, le serate a Lugano, le cene a Portofino. Anzi, quando ci sono questi disastri (come è successo a L’Aquila) ci speculano ancora sopra. Lorsignori dicono che non è così? Non si deve qualunquemente fare del qualunquismo? Bene, chi è senza peccato scagli la prima pietra!
C’è la crisi, dicono. E quando le cose vanno male, a chi si da (giustamente) la colpa? A chi governa. E’ una cosa da proverbi, "piove governo ladro", ma d’altronde di chi può essere la colpa? Di chi al governo non c’è? E allora mesi fa a furor di popolo è stato "cacciato" (beh formalmente si è dimesso) il Sivio, per mettere il "tecnico" Mario Monti. Ora vi racconto qualche mia riflessione.
Un "tecnico" io me lo aspetto come il "Tecnico" della Nazionale: uno che si mette lì, testa bassa, uno che se ne intende, uno che non guarda in faccia nessuno, e che porta avanti la sua idea e che fa il meglio del meglio che può. Da un Prandelli io mi aspetto che scelga gli uomini più in forma, quelli coi quali può realizzare la squadra migliore, adottanto la tattica milgiore. Da un Monti io mi aspettavo che lui facesse un semplice ragionamento, che ora vi illustro. C’è la crisi, dicono. Mancano i soldi, a tutti, e quindi anche allo Stato. E quando allo Stato mancano i soldi, cosa si può fare? La cosa più facile, ingenua, intuitiva è quella di chiederli agli italiani. I metodi? I soliti: aumento delle tasse, delle imposte, delle accise, delle gabelle e dei balzelli. Poi ci sono altri metodi, magari meno popolari… (o meglio: più popolari !) come la lotta agli sprechi e le dismissioni. Chi non vede di buon occhio questo secondo metodo? I politici, ovviamente, che direttamente, o indirettamente tramite clientele e amici degli amici, sono i principali "beneficiari" degli sprechi di denaro pubblico.
Io da un governo tecnico mi aspettavo questo! Non c’era bisogno di un governo "tecnico" per aumentare le tasse, per inventarne di nuove, per aumentare ancora la benzina!!! Questo lo può fare un qualsiasi governo politico! Da un tecnico, da uno che si vanta di essere un economista "chissacchì" mi aspettavo ben altro.
Ovvio che un governo, seppur "tecnico", deve avere fiducia dal parlamento, e quindi dalla politica. Ed è altrettanto ovvio che la politica sta facendo fare il lavoro più sporco a Monti, in modo da averne le mani pulite. Ma badate bene, gli Italiani non sono stupidi, prima o poi vi mettono le mani addosso se continuate così. La pazienza dei somari sta per finire.
Avete presente Annibale? Quella della seconda guerra punica, quello che è venuto in Italia a piedi da Cartagine.
Dunque, Cartagine era dove più o meno adesso c’è Tunisi. I cartaginesi avevano a quei tempi (circa 200/300 anni prima di Cristo) il predominio sul Mar Mediterraneo (in conflitto con la Grecia) quando, ad un tratto, si accorsero che i Romani, dopo aver conquistato la penisola italica, avevano intenzione di mettersi anche a dominare sui mari, e la cosa non gli andava molto a genio.
Allora litigarono, e fu la cosiddetta Prima Guerra Punica (dal nome in latino con il quale venivano chiamati i cartaginesi: Punici, derivato da Phoenici, in riferimento alle origini fenicie del popolo) che vide sconfitti proprio i cartaginesi (nonostante questo bisogna dire che anche Roma subì pesantissime perdite). Allora il generale Amilcare, suo figlio Annibale e suo genero Asdrubale (che fantasia nei nomi, eh?) per distrarsi si trastullarono con la conquista della penisola iberica, dove fondarono Cartagena. Alla morte di Amilcare e Asdrubale, i capo dell’esercito diventò, appunto, Annibale.
Siccome era ancora molto incazzato coi romani, decise di fare una cosa mai vista: prese su baracca e burattini e puntò verso Roma. E fu la Seconda Guerra Punica. Partì da Cartagena a maggio del 218 con circa centomila uomini e 37 elefanti. Roma era lontana e durante il tragitto deve combattere con tante popolazioni e conquistare tante città. Quindi un po’ di uomini li perde sui campi di battaglia e altri li lascia a difendere il terrotorio. Ad agosto passò i Pirenei con la metà dei soldati e sempre 37 elefanti. Nell’attuale Francia trovò dei Galli che gli diedero una mano per combattere il comune nemico, ma nel frattempo i romani vennero a sapere che lui è li e gli andarono incontro.
Annibale non volle lo scontro, perchè il suo scopo era arrivare in Italia e sobillare le popolazioni oppresse a ribellarsi a Roma. Allora allungò il giro, superò le Alpi e piombò nella Pianura Padana. Ma vi rendete conto di cosa è stato capace? Non fu certo una passeggiata, ma un’impresa epica compiuta addirittura d’inverno: chissà che effetto faceva sulle popolazioni che lo vedevano passare!!! Tu sei lì, nella tua bella e tranquilla pianura e ti vedi passare un esercito di mori con… degli elefanti! Pazzesco. Sarebbe un’impresa straordinaria oggi, figuriamoci duemila e passa anni fa!
Una volta arrivato nella penisola italica, seguì il Po e si scontrò la prima volta coi romani dalle parti di Vigevano, presso il Ticino (la prima T). I Romani stavano antipatici a parecchia gente, tra cui i celti, chiamati dalle nostre parti "Galli", che erano stati conquistati da Roma e non vedevano l’ora di disertare e aiutare Annibale. Solo che avevano il braccino corto e non si prodigavano certo nello sfamare l’esercito cartaginese. Allora Annibale "comprò" la grande dispensa romana di Casteggio, e poi si avviò verso Piacenza, dove l’esercito di Scipione si era rifugiato, passando sui monti. La leggenda dice che è passato proprio sul monte Lesima, dalle mie parti. Il toponimo Lesima deriverebbe proprio da una presunta ferita alla mano del condottiero punico: "Lesa Manus". La seconda battaglia fu nei pressi del fiume Trebbia, la seconda T. Gli africani diedero una suonata ai romani, che si ritirarono con le pive nel sacco (si salvarono in 10 mila su 20 mila).
(immagine tratta da Wikimedia:
http://commons.wikimedia.org/wiki/Image:Percorso_di_invasione_di_Annibale.png?uselang=it)
Annibale scese in terre etrusche puntando verso Roma. Ormai si sentiva la vittoria in tasca, anche se quasi tutti i suoi elefanti erano nel frattempo morti e lui stesso si era ferito gravemente ad un occhio. Quando furono vicino al lago Trasimeno (la terza T) diedero un’altra ripassata all’esercito romano: botte da orbi e ne uccisero un bel po’. A Roma la notizia fece non poca paura, e allora decisero di dare pieni poteri a un mio omonimo Quinto Fabio Massimo. Nel frattempo il nostro Annibale si rese conto che non aveva un esercito attrezzato a porre assedio a Roma, allora cambiò tattica: cercò di convincere le varie popolazioni a ribellarsi a Roma. Si rese ben presto conto che più si avvicinava alla Città Eterna e più trovava popolazioni a lei fedeli. Si recò quindi nel Sud Italia, ma anche qui non ebbe troppa fortuna con i vari popoli. Quando si trovava in Puglia ci fu un’ulteriore battaglia, a Canne, anche questa ampiamente a suo favore. Annibale continuava a vincere, ma il suo esercito, lontanissimo da casa, si assottigliava sempre più. Questo gli permetteva di dominare i territori meridionali, ma non di sferrare l’attacco decisivo all’odiata Roma. Difatti l suo avversario venne appellato come il "Temporeggiatore". Stette lì parecchi anni. Figuratevi che partì dalla Spagna nel 219 a 28 anni e rimase in Italia fino al 203 a 44 anni !!! Dopodichè tornò in patria, dove subì la grande sconfitta nella terza guerra punica da parte di Scipione l’Africano (figlio del già citato Scipione).
La sua vita volse alla fine in modo complicato. Si mise in politica, ma fu ostacolato fortemente, e così scelse l’esilio. Andò a Tiro in Libano, a Efeso in Turchia, a Creta, in Armenia, in Anatolia (ma dove diamine sarà l’Anatolia??), e nuovamente in Turchia dove si uccise per non essere consegnato vivo ai Romani.
Sicuramente fu un condottiero eccezionale, uno dei più grandi della storia.
Conoscete il significato del termine "aggio" ? Dice il dizionario Treccani:
In finanza, la percentuale sulle somme riscosse per conto dello stato, dei comuni e delle province, che gli esattori comunali e i ricevitori provinciali delle imposte sono autorizzati a trattenere a compenso del loro servizio.
Lo sapete che Equitalia ha l’aggio del 9% ?
(fonte: sito di Equitalia http://www.gruppoequitalia.it/equitalia/opencms/it/faq/index.html)
Adesso capite perché non gliene frega niente di cartelle pazze, ricorsi, proteste, e cose simili? L’unica cosa interessante è incassare. E percepire l’aggio.
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Altra riflessione: parliamo della compensazione dei crediti. Cerco di spiegare. Una ditta può avere dei crediti nei confronti dello stato (nelle sue svariate forme): rimborsi da ricevere, sovvenzioni, oppure semplicemente crediti dovute a fatture emesse verso un ente pubblico. Contemporaneamente hai dei debiti: tasse da pagare, multe, contributi, ecc. E allora non sarebbe giusto fare in modo che queste cose si compensino? E invece (quasi sempre) no: il suddito contribuente deve pagare, POI, DOPO, FORSE, MAGARI, viene pagato dallo stato padre, padrone e signore. Mah…
A tavolaaaaaaaa!!! E’ tornata Miss Margherita e ci inviata a cena. Cosa si mangia? Ma che domande: pizza !!! Ecco le nuove proposte:
Da noi due di Milano (MI)
Pizza: gigante, consigliabile per i più affamati
Locale: arredo normale, ottima location
Personale: normale
In una parola: EXTRA POTENT
La nostra esperta è stata quindi sui Navigli a Milano. Ma che ne dite di questa pizza "romana" ?
E se adesso andassimo al mare?
Bella Napoli di Rapallo (GE)
Pizza: classica
Locale: marittimo
Personale: napoletano DOC
In una parola: EVERGREEN
Questa pizza non le è dispiaciuta. Allora proviamo a fare un salto in Piemonte, in un posto rinomato:
Officina della Pizza di Tortona (AL)
Pizza: nonostante il nome altisonante del locale, si inorridisce alla vista del forno elettrico (l’anti-pizza per tradizione); apprezzabile la scelta di impasti.
Locale: spartano
Personale: gentile
In una parola: PIZZA AL SAPORE DI SOFFICINO dal rapporto qualità prezzo non equilibrato
Caspiterina! La nostra Miss ne ha per tutti: se la pizza non la soddisfa, sono guai. Proviamo l’ultima pizzeria di oggi, a Voghera
Poco di Buono di Voghera (PV)
Pizza: piccola ma gustosa
Locale: decisamente spartano, versione "festa della birra"
Personale: gentile, ma servizio non rapidissimo
In una parola: PIZZA DA CENA INFORMALE E LOW COST
E con questa, rimandiamo l’appuntamento con la nostra miss alle prossime recensioni. W la pizza !!!!
Su Twitter, Telecom Italia contro Wind 1-1, palla al centro.
Ricordate la storia che avevo raccontato a luglio sui problemi che avevo avuto con la linea Telecom Italia che avevo risolto grazie al servizio clienti su Twitter?
Beh recentemente ho avuto un piccolo disguido con la linea mobile Wind (mi hanno maldestramente fatto spendere 3 euro non dovuti) e ho provato a chiamare il 155. L’operatore ha detto che sarebbe andato tutto bene il giorno successivo, cosa che non è stata così. Mi sono sentito un po’ preso in giro e ho riciamato. Un altro operatore ha detto addirittura che era colpa mia, avrei dovuto agire per tempo, che non sapeva dirmi perchè il suo collega mi aveva rassicurato e che non esisteva un numero per il servizio reclami. Allora ci ho riprovato e ho scritto su Twitter:
Risultato: dopo pochissimi minuti mi hanno scritto:
@fabiotordi Ciao, se hai bisogno di domandare qualcosa, scrivi pure a noi :)
Dopodichè gli ho scritto un DM (Direct Message = messaggio privato) spiegandogli la situazione, ma non si sono mai più fatti sentire. Dopo settimane ho riprovato a twittare in pubblico per due volte, ma stavolta… neanche uno straccio di tweet, niente!
Credevo ormai che per bucare il muro di gomma non sarebbe bastato neanche il becco di un tweet!
E invece… un pomeriggio mi squilla il telefono: sono loro! La gentilissima operatrice Wind si spertica in scuse e mi dice che ora provvederanno a rifondermi dei 3 euro! Se io avessi un altra linea wind me li accrediterebbero lì, ma non ce l’ho. Allora, se avessi una linea fissa Infostrada me li scalerebbero dalla bolletta, ma non ce l’ho. A questo punto non rimane che mandarmi un assegno. Mi chiede quindi i dati. A questo punto mi dichiaro soddisfatto così ! Le spiego che un assegno di 3 euro sarebbe più un dispetto che un favore: mi arriva la raccomandata, devo andare i posta a ritirarla e poi in banca a ritirare i 3 euro. E voi sapete come sono rompiballe le banche quando devi ritirare un assegno e non sei correntista. Quindi va bene così: sono soddisfatto.
W Twitter !!!!