(raccolta molto sparsa di pensieri)

fabiotordi

Month: June 2011

Bicicane

Questo mito l’ho visto (e fotografato) ieri mattina in via Garibaldi a Voghera:

Un posto nel mondo

Questo libro di Fabio Volo è bello, leggibile e simpatico come gli altri, anche se mi è piaciuto un pelo meno. E’ la storia di un tizio che vive male, che non si decide mai a fare realmente ciò che vuole nella vita, al contrario di un carissimo amico. Dopo un viaggio, sia interiore che nel mondo reale, riuscirà a vivere meglio la vita. Stavolta ho sottolineato una frase sola, eccola:

"In realtà Francesca, come tutte le donne, ha un sacco di età. A volte è più grande di me, a volte è più piccola. Come si fa a dare l’età anagrafica, quella della carta d’identità, a una donna? Sarebbe come misurare la bellezza di un fiore in base all’altezza o a quanto è largo. […] A volte mentre ride pare bambina, a volte una donna. L’età delle donne la si può solamente percepire osservandole nei loro molteplici cambiamenti. Non sono mai la stessa cosa."

Miss Margherita 7

Eccoci giunti al settimo appuntamento con Miss Margherita. Anche stavolta la nostra miss ci presenta quatto pizzerie e le apostroferà coi sui telegrafici e pungenti commentini. I primi tre sono in Oltrepo Pavese, il quarto in Liguria. Questa volta sarà morbida nei giudizi? O li condannerà senza pietà? Vediamo:

Alla Brace di Rivanazzano (PV)
Pizza: sottile
Locale: anni ’80
Personale: abbastanza "piatto"
In una parola: MANCA DI COLORE

ok, questa pizzerie non l’ha fatta di certo impazzire…

45° Parallelo di Voghera (PV)
Pizza: atipica (NB: da tagliare subito)
Locale: lineare ma elegante
Personale: dinamico
In una parola: DA COMPAGNIA

con questa siamo andati un po’ meglio, non essere stroncati da Miss Margherita è già un successo…

De Domenici di Ponte Nizza (PV)
Pizza: pasta croccante per il forno elettrico, ma decisamente appetitosa
Locale: senza pretese
Personale: casalingo
In una parola: CASALINGA

anche se il locale non la entusiasma, questa pizza le è piaciuta! Vediamo l’ultima

Zinco of London di Santa Margherita Ligure (GE)
Pizza: mediterranea ma contenuta nelle dimensioni
Locale
: marittimo e fashion
Personale
: educato
In una parola
:PIACEVOLE (soprattutto anche per la posizione del locale in centro Santa Margherita)

beh, anche questa non è male…mmm stavolta la nostra esperta pizzologa ha la pancia piena ed è abbastanza soddisfatta. Ci vediamo alla prossima !!!

Il caso Yoox

Format Distributivi del settore moda abbigliamento in Italia: situazione e prospettive del piccolo punto vendita

Ventinovesima puntata

Yoox.com è un outlet on line che si è affermato rapidamente nel mercato. Yoox è uno “stocchista” virtuale di griffe e accessori d’alta moda con oltre 100 marchi top, italiani ed internazionali; nato a Bologna alla fine del 2000 da un’idea di Federico Marchetti, nel 2006 ha fatturato 70 milioni di euro. Yoox.com consente l’acquisto tramite Internet di capi d’abbigliamento della passata stagione con sconti del 50%. Nel primo trimestre dopo lo start up (settembre-dicembre 2000) un milione di utenti ha visitato il sito, 15 milioni di pagine viste, oltre 6 mila ordini per 3,5 miliardi di fatturato. Il modello di business a metà strada tra l’on e l’off line ha raggiunto il punto di pareggio dopo due anni. I risultati ottenuti da Yoox sono ancor più interessanti in considerazione del fatto che lo start up è avvenuto in un momento non favorevole per le attività di e-commerce B2C. Yoox è riuscito dove altri hanno fallito, dimostrando che è possibile vendere abiti e scarpe griffate, rispettando business plan e previsioni di crescita e, fatto più importante, generando fatturato. Il sito offre vantaggi a monte e a valle: consente ai fornitori di smaltire gli stock invenduti, riducendo i rischi di penalizzazione dell’immagine di marca rispetto alle altre soluzioni, la promozione non è centrata sul prezzo ma su forme di comunicazione che non alterano il posizionamento dei prodotti venduti on line.


Il sito Yoox

L’idea è semplice: Yoox compra da show-room, negozi e distributori di merce invenduta e la ripropone, fotografata e catalogata, sul proprio sito per un mercato ben più grande ed eterogeneo, cioè di tutti coloro nel mondo che hanno un accesso al web. Le camicie rimaste totalmente invendute in una boutique di Parigi potrebbero essere acquistate da un americano, un austriaco o un inglese e consegnate in tempi brevi. Yoox ha offerto per i consumatori il vantaggio di trovare capi di grande qualità e prestigio, a prezzi inferiori, comodamente da casa, con le garanzie sui tempi di consegna (2/3 giorni al massimo) e sulla sicurezza dei pagamenti, con la possibilità inoltre di restituire il prodotto, senza dover fornire spiegazioni .

Anche altri attori hanno tratto dei vantaggi: i negozi, i magazzini delle aziende, degli show room, delle aziende licenziatarie (Yoox ha oltre 100 fornitori, soprattutto italiani e francesi) possono smaltire il non venduto o vendere nuove produzioni create ad hoc per Yoox, così da sfruttare la capacità produttiva in eccedenza, creando un mercato che prima non esisteva. Yoox consente agli operatori di allungare il ciclo di vita dei prodotti al di là delle stagionalità tipiche del settore, senza svalutare il marchio, e di testare nuovi segmenti di consumatori, senza conflittualità con la rete distributiva tradizionale vendendo prodotti diversi, in quanto della passata stagione, a consumatori diversi, quelli che acquistano on line.
Le aziende hanno sempre dovuto scegliere tra aprire il proprio outlet (che, oltre a sminuire l’immagine del brand, può generare il pericolo di cannibalizzazione delle vendite presso i negozi già esistenti), o vendere il loro invenduto a grandi stockisti, perdendo il controllo sul come e dove i loro prodotti saranno venduti . Yoox offre alle case di moda un’alternativa assai migliore: vendere l’invenduto dell’anno precedente senza ripercussioni negative sull’immagine del brand tramite una formula di comunicazione e di servizio che rispetta il posizionamento delle case di moda; evitando di creare rivalità con i negozi tradizionali, rivolgendosi ad un target tendenzialmente diverso con un prodotto diverso.
Yoox non definisce mai il proprio business come quello di un outlet on line, affermando che il progetto di comunicazione non è basato sul prezzo: parte dal prodotto, accuratamente selezionato, mai in grandi quantità, talvolta raro ed esclusivo, direttamente presso i fornitori (non utilizza intermediari come molti altri siti web), per poi passare al servizio, curato nei minimi dettagli, e solo alla fine considera il prezzo. Yoox nasce dunque da un’idea semplice ma di elaboratissima attuazione: il sistema di ordine, magazzino, imballaggio, spedizione e pagamento è complesso, soprattutto in funzione di una distribuzione a livello globale, con la differenziazione dei mercati (alcune marche non possono essere vendute in certi paesi). Secondo l’amministratore delegato Marchetti la ricetta del proprio successo è composta da quattro ingredienti: l’apertura verso mercati esteri (che contribuisce per il 65% del fatturato), la convenienza dei prezzi (sconti medi del 50% su quelli di listino), la possibilità di reso gratuito (11% degli acquisti, a conferma della qualità dei prodotti) e, infine, investimenti pubblicitari limitati (8% del fatturato), dato che la metà dei clienti arriva ancora grazie al passaparola.
Il progetto Yoox è stato sviluppato affinché racchiudesse in sé rigore ed innovazione artistica, tecnologia all’avanguardia ed emozione, secondo un concetto di sperimentazione e ricerca estetica, che porta a definire Yoox un concept store virtuale.
Yoox ha una presenza operativa in Europa, Stati Uniti e Canada, Giappone e sta inoltre pianificando una presenza localizzata anche in Russia, Cina, Taiwan e Sud Corea.


Fonte: Yoox gennaio 2006

Gli strumenti di marketing utilizzati da Yoox differiscono, spesso in modo netto, da quelli utilizzati da imprese che operano nel mondo “reale” e non in quello “virtuale” della rete. Il Web ha potenziato le possibilità di conoscenza della propria clientela, con la conseguente opportunità di aumentane la soddisfazione delle esigenze. Per la gestione delle relazioni con la clientela risulta molto importante il ruolo dell’Information Technology. Yoox raccoglie e ascolta la voce del cliente al fine di migliorare la relazione con esso tramite il servizio clienti via call center, posta elettronica, e un’apposita area del sito, ma anche spingendo il cliente a compilare un questionario on-line. Inoltre, dopo ogni ordine, il cliente è invitato ad esprimere un proprio parere. L’utente può essere interessato a rilasciare i suoi dati nella speranza che vengano utilizzati dall’azienda per migliorare il servizio e offrire delle forme di personalizzazione, come ad esempio l’invio di informazioni mirate, l’offerta di prodotti o servizi personalizzati.
Si scopre che da un punto di vista socio-demografico, il cliente di Yoox è un giovane tra i 20 e i 30 anni, per due terzi donne, appartenente ad una fascia di reddito medio/alta (dato il valore medio dell’ordine: 150 euro), abitante prevalentemente in aree extra urbane, dove infatti vi è una minore concentrazione di punti vendita rispetto alla grande città dove c’è un’ ampia scelta.
Nel 50% dei casi giunge al sito direttamente digitando l’URL, segno di un’elevata familiarità con il sito. Il 60% dei clienti sono clienti ripetuti, a dimostrazione di un elevato grado di fedeltà del consumatore. Molto del traffico proviene anche dai siti partner, principalmente siti dedicati alla moda e al life style, ad indicare che il target di Yoox è simile al target di questi siti, ovvero un target molto coinvolto ed interessato alla moda. Si tratta ovviamente di un target molto rilevante, dato che il tipico consumatore on line è giovane, ha un reddito medio/alto o alto ed è propenso a provare nuove esperienze. Si tratta anche di un target in continua crescita.

Per quanto riguarda la promozione, la strategia di comunicazione di Yoox è cambiata nel tempo. Durante il primo anno di vita hanno investito molto al di fuori della Rete, impiegando la quasi totalità del budget per la promozione su quotidiani e magazine di moda, con una maggiore intensità sui mercati italiano e anglosassone. Una volta che il brand si è affermato, la comunicazione si è spostata online, con maggiori investimenti sui portali orizzontali (Yahoo, Msn), motori di ricerca e partnership.
L’aspetto di stile e design di tutto il mondo Yoox è molto curato, dalla grafica del sito, all’architettura interna delle sedi di Milano e Bologna, fino alle scatole di imballaggio che arrivano al cliente tramite il corriere. Uno degli obiettivi della comunicazione è conferire a Yoox un’immagine “cool”, “glamour”, “trendy”, esclusiva, così come lo sono molti dei brand e delle iniziative promossi dal sito. Trasmettere un’immagine del genere è molto importante per un sito che si presenta come un partner delle grandi griffe della moda e non come un semplice rivenditore.

Tra gli strumenti utilizzati da Yoox per la promozione ondine c’è il keyword advertising. È uno strumento che sfrutta la possibilità, a pagamento, di promuovere link sponsorizzati quando un utente cerca determinate parole chiave in un motore di ricerca. In questo modo si hanno buone probabilità che l’utente sia interessato al link proposto. Un ulteriore strumento di marketing utilizzato è l’affiliazione. Vi sono delle piattaforme di affiliazione, che non sono altro che delle società specializzate che gestiscono tutto il network di affiliazione, mettendo in contatto il cliente che lo richiede con migliaia di altri siti, classificati secondo il settore di appartenenza, i quali possono decidere se “ospitarlo” o meno all’interno del proprio sito, attraverso ad esempio un link o un banner. Il vantaggio dell’affiliazione è che in questo caso Yoox tiene i rapporti con un solo soggetto, il network di affiliazione, il quale a sua volta tiene i contatti con numerosi siti. L’affiliante mette a disposizione banner, link di testo ed elementi grafici che il sito affiliato potrà a propria discrezione inserire nel proprio sito, ottenendo come remunerazione solitamente una percentuale sulle vendite che vengono generate dall’affiliato, meno frequentemente una quota sulla base del numero di nuovi iscritti procurati. Yoox ha sviluppato un’attività di supporto nei confronti dei propri affiliati attraverso newsletter mensili e rispondendo tempestivamente alle domande poste dagli affiliati, sia tramite e-mail sia tramite un’area FAQ del sito dedicata all’affiliazione. Grazie al network di affiliazione Tradedoubler, Yoox ha aumentato le proprie vendite oltre il 100% in un anno tra il 2002 e il 2003.
Un’altra opportunità per Yoox è la presenza all’interno dei siti comparatori di prezzo e all’interno di cataloghi elettronici, facendo sì che l’offerta del sito sia presente tra i risultati di ricerca. Anche in questo caso la remunerazione per il gestore del sito di comparazione è solitamente una percentuale sulle vendite da questo procurate al retailer.

In definitiva, i punti di forza che hanno determinato il successo di Yoox sono:

  • Management altamente preparato con molti professionisti del web ed esperti nel settore della moda.
  • Dotazione tecnologica all’avanguardia.
  • È un’azienda in continua evoluzione e rinnovamento, sia da un punto di vista tecnologico che di marketing.
  • Il prodotto di Yoox risponde alle esigenze del mercato, caratterizzato da qualità e prestigio, non presente nei negozi tradizionali, che valorizza la produzione Made in Italy.
  • Rapporto qualità / prezzo.
  • Operatività su scala globale.
  • Approccio al marketing che punta alla soddisfazione e alla fidelizzazione del cliente, facendo leva da un lato su un servizio impeccabile, dall’altro su un approccio strategico creativo che punta alla creazione di un legame emozionale con il cliente.

Sulla base di tali punti di forza Yoox ha conseguito i seguenti vantaggi competitivi:

  • Un sito efficiente, gradevole e interattivo che consente una navigazione veloce e semplice, che risponde inoltre a tutte le esigenze informative dell’utente.
  • La qualità totale: i clienti utilizzano qualsiasi aspetto dell’offerta per giudicarne la qualità, dal servizio offerto, al sito, alla transazione, al post-vendita, alla consegna.
  • Immagine aziendale: Yoox è cresciuto nel tempo in credibilità, raggiungendo una buona reputazione, rendendo la decisione di acquisto della propria clientela più veloce e sicura.
  • Gamma di prodotti: Yoox presenta una gamma di prodotti molto ampia e diversificata, così da soddisfare le diverse esigenze della clientela.

Vendita on line

Format Distributivi del settore moda abbigliamento in Italia: situazione e prospettive del piccolo punto vendita

Ventottesima puntata

Internet offre nuove opportunità agendo su diverse dimensioni: sia come strumento di marketing relazionale nella filiera del tessile-abbigliamento (business to business), sia come nuovo canale on-line (business to consumer). In questa sede considereremo solo la vendita on line al consumatore.

Nella maggior parte delle imprese, Internet è stato all’inizio utilizzato essenzialmente come nuovo mezzo di comunicazione, questa concezione ha portato alla creazione di un sito “vetrina” e solamente in seguito si è cominciato a pensare alle potenzialità della rete in termini di revisione dei processi aziendali di relazione e vendita.
In Italia la maggior parte delle imprese del settore dell’abbigliamento ha creato un sito vetrina, cui sono state però dedicate risorse inadeguate; le aziende del sistema moda italiano stanno cogliendo con ritardo le opportunità offerte dalle nuove tecnologie digitali, nonostante vi siano casi di successo.
Alcuni sostengono che le caratteristiche dei beni d’abbigliamento non si prestano al commercio on line ed evidenziano che le quote di mercato dell’e-commerce nel settore dell’abbigliamento sono molto risicate, sia negli USA che in Europa. Gli ostacoli alla diffusione di questi canali nel sistema moda sono riconducibili all’alta varietà, variabilità e difficoltà di descrizione e standardizzazione del prodotto e all’elevata specificità relazionale tra imprese nella filiera del sistema moda.


Uno dei tanti siti di vendita on line

Attualmente, i produttori di marca sfruttano prevalentemente la dimensione comunicativa della rete. Ai fattori generali di impedimento alla diffusione del commercio elettronico in Italia, si aggiungono fattori specifici, quale il nuovo ruolo del punto vendita nel processo di creazione di valore per il cliente. Sempre più spesso l’ubicazione del punto vendita, le dimensioni, i servizi erogati, il design, l’atmosfera, sono utilizzati dai consumatori come segno del valore del marchio.
Internet, quindi, a tutt’oggi, almeno per quei segmenti di mercato in cui il contatto col prodotto ha un’importanza fondamentale, è utilizzato solo come strumento di comunicazione. Attualmente, infatti, solo una minima percentuale dei siti web operanti nei beni di fascia alta vende in Rete, mentre la maggior parte si occupa della comunicazione del brand . Molti beni di lusso vengono venduti attraverso siti che non appartengono alla società, in indirizzi specifici per settore o in siti generici. Ciò comporta il rischio di vendere il prodotto in un sito sovrappopolato, senza il sostegno del marchio e del carattere dell’esclusività. Discorso diverso va fatto per i prodotti degli altri segmenti, per i quali l’utilizzo della Rete come e-commerce è più sviluppato (in particolare per i beni di massa e quelli dell’usato.
Eppure le vendite in rete presentano numerose adiacenze con le vendite per corrispondenza, tanto in voga prima dell’avvento di internet, ne acquisiscono i pregi e ne aggiungono altri (L. Windham, K. Orton, “Clienti e consumatori”, Apogeo, 2002) :

  • Sono acquisti di comodità, soprattutto per chi vive in luoghi nei quali non vi sono punti vendita.
  • Spesso si tratta di canali più convenienti dal punto di vista economico rispetto al punto di vendita tradizionale.
  • Evitano al consumatore lo spostamento fisico coi relativi costi addizionali.
  • Consentono un certo risparmio di tempo.
  • Offrono un’informazione trasparente sui prezzi e sugli assortimenti.

Occorre quindi cercare di sfruttare questi punti di forza, superando nel contempo le criticità. Più in generale, nel business to consumer uno dei problemi critici è rappresentato dalla capacità di attrarre il maggior numero possibile di clienti finali allo scopo di generare traffico. I primi casi di vendita on line di prodotti di abbigliamento non hanno avuto successo.
Boo.com è un caso d’insuccesso nato nel 1999, nella fase di massima espansione della new economy, fallito dopo solo sei mesi di attività nel maggio del 2000. Nell’arco di un anno vengono commessi una serie di errori di fondo, in particolare, il lancio pubblicitario off line viene fatto con troppo anticipo rispetto alla realizzazione del sito, che viene completato con quasi quattro mesi di ritardo rispetto al previsto. Il sito web è eccessivamente complesso, nonostante le immagini tridimensionali e la possibilità di ingrandire le immagini dei prodotti per valorizzare i dettagli dei singoli capi d’abbigliamento, non era sufficientemente ergonomico: l’eccessiva sofisticazione rendeva di fatto la sua fruizione estremamente lenta, quasi impossibile. Inoltre, Boo.com doveva riuscire ad operare contemporaneamente in 18 Paesi, con legislazioni, sistemi fiscali, costi logistici, intermediari e finanziari notevolmente diversi. Un ultimo rilevante errore è stata la scelta dell’internalizzazione della logistica, costruendo due magazzini, uno in Europa e uno negli Stati Uniti, le carenze di competenze specifiche nella logistica (che invece potevano essere ricercate in un partner esterno) hanno creato numerosi disservizi ai clienti.

MATRICE SWOT
Utili Pericolosi
Interni Prodotti di marca.
Mercato planetario
Problemi di logistica.
Mancanza di contatto diretto col cliente.
Esterni Sempre più gente acquista on line Il prodotto moda è difficile da vendere con questo canale

Angry Birds

 
Lo ammetto: sono un fan di Angry Birds. Non conoscete questo giochino? Davvero? Beh sappiate che è uno dei giochi più giocati degli ultimi tempi. Lo potete trovare sui tablet dei (dis)onorevoli in parlamento così come sugli smartphone dei ragazzotti al bar. Gira su iOS, webOS, Android, Symbian OS, PlayStation Portable, PlayStation 3, Microsoft Windows, Maemo. Il gioco di per sé è semplicissimo: devi lanciare con una fionda dei pennuti incazzosi (gli angry birds, appunto) per cercare di far fuori dei maialotti verdi. Tutto qui. Però ti prende da matti, ci sono un sacco di livelli e sono già usciti due versioni aggiornate. Qui sopra ho messo la versione in Flash. Se per caso usate Google Chrome per navigare vi consiglio però di giocare qui: http://chrome.angrybirds.com/

Pietranatale

di Rita Rebolini

Più giù c’è il paesino di Pietranatale. Il suo nome è molto eloquente: una pietra di dimensioni enormi, sola soletta, se ne sta lì in mezzo ai prati. Non si sa bene da dove venisse, né da che parte fosse rotolata. Le case si sono aggrappate attorno a lei, in un girotondo, quasi volessero proteggerla. Veramente è lei che con la sua stazza, la sua compattezza e la sua solida posizione, raccoglie a sé tutte quante le abitazioni piccole e basse rispetto al suo trono. A causa dello spopolamento della montagna, il paese rimase con pochissimi abitanti: migrazioni di massa di persone in cerca altrove di lavori più redditizi. La pietra divenne malinconica perché non sentiva più il vociare dei bambini, né lo stridolio dei carri che trasportavano legname, fieno e frutta.

Un giorno, con la coda dell’occhio, vide passare sulla strada grande alcuni camion carichi di tronchi. Appena più in là erano sorti dei capannoni dai quali provenivano rumori diversi, nuovi. Dentro ai capannoni frinivano motoseghe elettriche, punzoni per spaccare la legna, pulegge per trasportare automaticamente i vari manufatti.
L’enorme pietra sospirò. Ci mise quattr’occhi per osservare quel viavai di TIR che giungevano persino dalla Jugoslavia, talmente lunghi da dover fare varie manovre per guadare quelle curve di strada a gomito, carichi di lunghi e grossi tronchi d’alberi. Talmente immensi che era inverosimile immaginarseli in piedi nei loro boschi.
Ora la mastodontica pietra strizza l’occhiolino, si striglia i baffi, si dà un buffetto sulla guancia e sorride. “Scarpe grosse e cervello fine”. La malinconia è sparita: l’industria ha sopperito all’agricoltura.

Il posto delle fragole

Recentemente ho visto questo film. E’ un film del 1957 di Ingmar Bergman. E’ proprio vero che per fare un bel film non servono effetti speciali o altre strane cose, basta una pellicola in bianco e nero e del talento.

La storia è un po’ malinconica. Parla di un vecchio professore, che viene insignito del premio per i 50 anni di professione medica. Il signore è un vecchio burbero e cinico. Decide di partire in auto verso la città dove avrebbe ricevuto il premio, in compagnia della nuora e poi di altri personaggi incontrati durante il viaggio. Proprio durante questo viaggio il vecchio professore ha modo di ripensare al passato, di fare brutti sogni che lo fanno meditare sulla sua vita e sul suo modo di fare e di trattare le altre persone della sua famiglia. Un po’ come Ebenezer Scrooge nel racconto di Dickens "Canto di Natale". Come ricordo questo nome? Beh, a parte che è un racconto bellissimo, ha data il nome originale a Scrooge Mc Duck, ovvero Zio Paperone!

Alla fine del film si capisce che qualcosa nel professore è cambiato, si è accorto che al modo si può vivere in maniera migliore, e se per lui è quasi troppo tardi, non lo ho per suo figlio.

Eni

Stamattina entrano tre baldi giovanotti incravattati e azzimati dentro il loro bel vestitino, con tanto di spilletta e cravatta con logo aziendale. Che azienda non è dato sapere, visto che non l’hanno rivelato. Si sono presentati con larghi sorrisi, strette di mano, dicendo di essere "inviati del comune". Eh già, come no: qui mi han fatto girare le scatole. Poi mi hanno fatto presente che in zona molte attività come la mia hanno ancora vecchi contratti con fornitori di energia privati, e non tutti sono passati alle tariffe statali calmierate (ma dove?). Io rispondo che non ho capito molto del loro discorso (anche se in realtà avevo capito benissimo, cioè avevo capito dove volevano andare a parare, ma è troppo bello fare il finto tonto per vedere cosa dicono). Loro sono più diretti: "ma lei con chi ha il contratto di fornitura del gas ed elettricità?". Io rispondo che, se effettivamente sono inviati dal comune, lo sanno già !! Loro si infastidiscono di questa mia reticenza, iniziano a fare un discorsone dove dicono che tutti gli operatori privati prendono l’energia da Enel Distribuzione e poi la rivendono, quindi per forza di cose ci devono aggiungere il loro guadango e quindi al consumatore costa di più. Loro invece, che sono i Santi Apostoli di Enel Energia (ma scusa, fino a un attimo fa non erano di ENI ?) mi farebbero risparmiare un sacco di soldi. Bene, dico io, più finto tonto che mai, fatemi la vostra proposta. Il tizio che sembra comandare attacca col suo discorso "Lei pagherebbe 7 centesimi a…", ma io lo blocco subito: "Eh no, signori cari, non accetto una proposta a parole, voi mi lasciate un bel foglio scritto, io lo leggo, ci penso, confronto e vi faccio sapere". Lui, un po’ intimorito, ma ancora non troppo, replica così: "Ma va, basta un timbro, una firma, ed è tutto fatto. Se lei ha qui una bolletta ASM le faccio vedere io".
"Eh no ragazzi, se volete fare affari con me non ci si comporta così: mi lasci un foglio scritto e mi dai tempo di valutare, adesso non ho nè tempo nè voglia di firmare nessun contratto, sto lavorando"

I duei bravi che stavano alle spalle del "capo" a queste mie parole escono dal negozio sbuffando, senza salutare, ma dicensosi a vicenda "Questo lo dobbiamo segnalare" "Eh si, dobbiamo proprio segnalarlo". Ma che ca…volo fai brutto cretino, minacci??

Il boss, che farebbe a mio giudizio meglio a togliersi il pirsing dall’orecchio che stona un po’ col gessato che indossa, tenta di prendere l’ombrello e uscire anche lui sommessamente, quando lo frego e gli porgo la mano, in modo che lui deve tornare indietro e salutare come si deve. Lo show è finito, andate in pace.

p.s. secondo me non erano dipendenti ENI, però avevano i contratti pronti da firmare con il logo ENI. Probabilmente erano venditori di una qualche società intermediaria (quella del logo sulla cravatta)

Paperino a Pavia

In questo periodo su "Topolino" c’è un’avventura a puntate che racconta la storia di un certo Paperin negli anni 1859/1860 e giù di lì. Guardate in questa puntata dov’era ! (clicca sulle immagini per ingrandire)



 

Gesù sta arrivando

Dopo gli sposi che hanno riempito i muri di Voghera, un nuovo tipo di cartelli sta apparendo in giro per la città:

Aneddoti 15

Dopo quella del tizio che prenendeva gli cambiassi una tuta da ginnastica usata che ho raccontato su Facebook, vi racconto questa:

Ieri entra una signora e dice:

"Cosa vuol direquesto cartello che dice : e sette ?"
"Che costa sette euro"
"Si ma perchè c’è scritto: e sette ?"
"Signora, e (con le due barrette) sta per euro e 7 sta per…. sette, quindi sette euro!"
"E ma perchè non c’è scritto: virgola zero zero?"
"Perchè noi i centesimi non li vogliamo"
"Ah, ho capito, vi siete sbagliati…."

e va beh….


Negozio "Piazza Affari" di Mantova

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