Giorni fa ho visto questo cartello su una cassetta delle lettere. Mi ricordava molto quello che avevo messo io fuori da mio negozio.
Giorni fa ho visto questo cartello su una cassetta delle lettere. Mi ricordava molto quello che avevo messo io fuori da mio negozio.
Tempo fa chiacchieravo con Franco e parlavamo del fatto che ci sono un sacco di lavori che si stanno perdendo. Ma non stavamo parlando della congiuntura sfavorevole che, in questo periodo, mette a repentaglio (o addirittura elimina) parecchi posti di lavoro. Il nostro era un discorso più ampio. Lui sostiene che le nuove tecnologie rubano lavoro ai lavoratori in quanto, per fare un lavoro che prima richiedeva molti addetti ,oggigiorno, sempre più, ne bastano molti meno. In gergo si dice che la tecnologia aumenta la produttività. Vuol dire che a parità di dipendenti si rende di più, e quindi, per mantenere la stessa produzione, occorrono meno dipendenti. E quindi, secondo il mio interlocutore, si perdono posti di lavoro (e fin qui gli do ragione, è oggettivamente vero) che non vengono in nessun modo rimpiazzati. E su questo non sono per niente d’accordo. A parer mio il suo è un discorso sicuramente sorpassato.
La storia insegna: ai tempi della rivoluzione industriale gli operai licenziati si rivoltavano contro i loro ex datori di lavoro bruciando le fabbriche e distruggendo le macchine. Ma questo è servito a fermare il progresso? No, anzi alla fine è stato il progresso che, bonariamente, ha migliorato la vita delle persone. E la gente che lavori fa? Altri. Portando il discorso ai giorni nostri, io credo ad esempio che la produzione, in Italia, abbia vita breve. Le grandi attività produttive sono destinate, chi prima ci dopo, a terminare. Rimarranno piccole produzioni di qualità e di nicchia. Su questo siamo molto forti. Ma sulle grandi produzioni di massa non possiamo più competere. E quindi? Gli operai che faranno? Faranno altro. Così come ogni giorno muoiono tanti lavori, ne nascono tanti altri. L’uomo moderno ha delle esigenze che solo 50 anni fa era impensabile avere, sia perché non esistevano, sia perché non si avevano le possibilità. Ora può permettersele grazie al tenore di vita attuale. E quindi ci sarà gente che gliele fornisce. Ogni minuto nascono lavori che prima non esistevano, in qualunque settore: nei media, nell’informatica, nella comunicazione, nei servizi economico-finanziari. Ma anche nell’agricoltura, nell’artigianato, nell’edilizia, e in mille altri settori.
Certo, il mio è un discorso accademico, come quelli che fanno i grandi professoroni che parlano per massimi sistemi e non escono mai dal proprio studio ovattato. Io mi rendo perfettamente conto che se andiamo nello specifico, se analizziamo ogni situazione, le cose sono molto più difficili. Se sei un operaio di 50 anni e ti lasciano a casa, è difficile che ti reinventi come esperto del factoring o decidi di aprire un asilo-nido o cose simili. Magari hai anche dei figli in età “di spese” (cioè… sempre !!!). E li son dolori.
Il mio era solo un discorso generale, per dire che il mondo del lavoro non è destinato a scomparire per colpa delle nuove tecnologie… nulla si crea e nulla si distrugge, tutto si trasforma…
Io non sono nessuno
e sono contento
perché so di poter essere
migliore di molti
che sono qualcuno
perché so di essere
migliore di molti
che si credono qualcuno
perché so di esistere
al contrario di qualcuno
E’ stato annunciato da poco un nuovo rivoluzionario servizio di Google, il famosissimo motore di ricerca che da anni ci delizia con nuovi e utili (non sempre) tools. Questa volta vuole stupirci con il servizio Google Thrush, che funzionerà così:
Avete presente che in quasi tutti programmi per navigare, sia Internet Explorer, che Firefox, Opera, e lo stesso programma di Google, Chrome, è presente una barra di ricerca dove, inserendo il testo da cercare, si viene indirizzati sulla pagina di ricerca di Google? Ebbene, utilizzando quella barra si accettano formalmente tutte le regole imposte dalla Grande G, tra cui l’utilizzo di tale strumento, da parte loro, per le più svariate finalità. Ebbene, e qui sta la notizia: utilizzando tale barra, si attiva un controllo Active X (per il browser Microsoft) o AJAX (per tutti gli altri) che in pratica indicizza tutti i file all’interno del vostro computer.
Quindi in futuro, se Google proseguirà con questo che finora è solo un esperimento, si potrà cercare un file, una foto, una canzone, un documento, all’interno di milioni di computer collegati in rete. Certo, questo è molto entusiasmante, ma pone un grossissimo problema di privacy. Non tutti potrebbero essere contenti che le proprie foto personali vengano viste da chicchessia…
Da quando ho letto la notizia su un blog ho notato che il link relativo a questo servizio:
è stato sospeso, forse sommerso da ondate di sdegnati utenti.
Voi che ne pensate?
Fabio il giorno 2 aprile 2009 ha aggiunto:
Lo so, non sono stato molto originale, ma ora posso ammetterlo che si trattava di un pesciolone di aprile…
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