(raccolta molto sparsa di pensieri)

fabiotordi

Month: April 2008

Metilfenidato

Il metilfenidato (MPH) è un analogo delle anfetamine, quindi, fino a prova contraia, è uno stupefacente. Il metilfenidato è uno stimolante del sistema nervoso centrale. Ha un effetto calmante, e riduce il comportamento impulsivo nei bambini affetti da ADHD, cioè sindrome da deficit di attenzione e iperattività, un disturbo neuropsichiatrico caratterizzato da inattenzione, impulsività e iperattività motoria che rende difficoltoso e in taluni casi impedisce il normale sviluppo e integrazione sociale dei bambini.
Detto questo, voi veramente ricorrereste alla cura farmacologica dando degli psicofarmaci ad un bambino? Per la serie "ma si è matto, almeno me lo levo dai coglioni" ??
Ragazzi non pensate che i problemi si risolvano con una pasticca. Voi siete gli stessi che quando i genitori non sono più autosufficenti li mettete in casa di riposo e chi si è visto si è visto. Beh io non la penso così. Avete lo stesso comportamente dei fattoni. Una pastiglia e via. Ma se un adulto può decidere del proprio destino non mi sembra per niente giusto dare queste schifezze ai bambini.

La salute mentale di un bambino io non la metterei in mano alle anfetamine. Se sei un medico, un pedagogo, un educatore, accetta il consiglio: tu le prenderesti? Se la rispota è si, invece di dirlo: fallo, riempiti tu la testa di pastiglie e lascia stare Pierino.

Inventano le malattie per poterci vendere la cura, vi rendete conto??
                  

Dalai lama

Grazie al regalo dei miei amici, posso svelarvi che la meditazione del Dalai Lama del 3 aprile recita:

La povertà materiale non deve impedire di coltivare pensieri nobili. Infatti essi sono addai più importanti della ricchezza. E’ per questo che anche se si è poveri non c’è ragione di scoraggiarsi o di ripiegare su sè stessi.

2 aprile

Forse d'amore, forse di morte, forse di altre sciocchezze

Mi dicevano il matto perchè prendevo la vita
da giullare, da pazzo, con un’ allegria infinita.
D’ altra parte è assai meglio, dentro questa tragedia,
ridersi addosso, non piangere e voltarla in commedia.

Quando mi hanno chiamato per la guerra, dicevo:
"Beh, è naja, soldato!" e ridevo, ridevo.
Mi han marchiato e tosato, mi hanno dato un fucile,
rancio immondo, ma io allegro, ridevo da morire.

Facevo scherzi, mattane, naturalmente ai fanti,
agli osti e alle puttane, ma non risparmiavo i santi.
E un giorno me l’ han giocata, mi han ricambiato il favore
e dal fucile mi han tolto l’ intero caricatore.

Mi son trovato il nemico di fronte e abbiamo sparato,
chiaramente io a vuoto, lui invece mi ha centrato.
Perchè quegli occhi stupiti, perchè mentre cadevo
per terra, la morte addosso, io ridevo, ridevo?

Ora qui non sto male, ora qui mi consolo,
ma non mi sembra normale ridere sempre da solo, ridere sempre da solo!

(era… Francesco Guccini, "Il Matto")

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