Ci sono uomini che sulla pancia hanno la tartaruga…io ho una micia!
#millicent #gatto #micia #sonno #love #ruffiana #affettuosa #soloquandovuolelei
Ci sono uomini che sulla pancia hanno la tartaruga…io ho una micia!
#millicent #gatto #micia #sonno #love #ruffiana #affettuosa #soloquandovuolelei
Le stelle stanno in cielo e i sogni….non lo so. So solo che son pochi…. quelli che s’avverano (Vasco Rossi)
BANSKY – SHOW ME THE MONET – 2005
Stasera vorrei rubare un po’ di colori al mondo e dipingere una tela, anche se non sono capace, ma dipingerei il tuo sorriso.
#smile #alwayssmile #bepositive
Ci sono momenti in cui non conta dove ti trovi né cosa c’è intorno a te, perché le persone con cui stai (o a cui pensi) fanno la differenza. Ci sono persone con cui stai talmente bene da perdere la concezione del tempo, con certe persone c’è sempre sorriso, e belle parole. Star bene insieme alle persone con cui condividere momenti belli alleggerisce il peso della vita
Vorrei che anche nella vita e non solo in strada ci fossero i segnali, per sapere quando proseguire, quando girare o dare la precedenza…
Lussemburgo è piccolina, farà si e no centomila abitanti. Lussemburgo è la capitale dello stato di Lussemburgo, pardon del Granducato di L.
L. è sui monti, anzi su un cucuzzolo, circondato su tre lati da un bello strapiombo. Immagino che nell’antichità sia stato un posto difficilotto da conquistare per i nemici.
L. è diviso in zone, il centro storico (Ville Haute), il quartiere sorto intorno alla stazione (non per niente chiamato Gare), la parte bassa (Grund e Pfaffenthal) e Kirchberg (da me soprannominato "Europa")
L. ha altri quartieri oltre a questi, ma chi se ne frega.
Le bici a noleggio
Nel quartiere della Stazione c’è ovviamente la stazione, che è il capolinea del 16 che arriva direttamente dall’aeroporto (grande grande grande comodità)
In L. ci sono tanti italiani, che hanno iniziato a venire qui per fare i minatori e adesso magari fanno gli impiegati per la Ferrero (che ha sede qui, di fronte all’aeroporto)
Nel centro storico c’ la gran parte delle cose da vedere, tra cui il palazzo del Duca, anzi no scusate, del Granduca.
Abbiamo pure visto (passandoci ad un metro di distanza) il primo ministro. Ad un certo punto ci siamo accorti di essere finiti chissà come in mezzo a un cordone di poliziotti, evidentemente in scorta a qualche VIP. Intuendo che magari i VIP non fossimo noi (eravamo in incognito) abbiamo pensato che allora fosse uno degli uomini vicino a noi. E’ bastata un rapida ricerca su Google Immagini per confermare che si trattava di Xavier Bettel.
L. ama le biciclette motivo uno: ci sono piste ciclabili ovunque e spesso con delle segnaletiche diverse da quelle per le auto. Mi spiego: in una via le auto potevano girare a destra, le bici no e dovevano proseguire diritto. le bici sono molto rispettate: sulla pista ciclabile non ci vanno (e non ci parcheggiano) le auto, e neppure i pedoni (che correrebbero il rischio di essere travolti)
L ama le biciclette motivo due: ci sono 75 stazioni di noleggio bici a costi ridicoli. 75 in una città di 100mila abitanti vuol dire che ovunque ti giravi ne vedevi una. Sono organizzati in modo che le stazioni non siano mai completamente piene (altrimenti non sai dove lasciarla), né completamente vuote (altrimenti non sapresti dove prenderla). Ci sono dei furgoni che girano per la città a spostare eventualmente le bici.
Panorama
In ogni stazione c’è un computer dove puoi fare l’abbonamento temporaneo, prendere una bici o lasciarla, verificare le ultime corse.
La parte bassa, vista dall’alto non è un granchè e non ti verrebbe voglia di visitarla. Grazie alle bici abbiamo scoperto che giù ci sono dei posti carinissimi, dei bei ristoranti e dei bei paesaggi.
In L. parlano quasi tutti 4 lingue. Innanzitutto ci sono ben 3 lingue ufficiali: il lussemburghese (una specie di olandese), il tedesco e il francese. A scuola pare che partano con una lingua, poi dopo qualche anno passano ad un’altra e infine alla terza. Roba da incasinarsi. Il francese è la lingua ufficiale dei documenti (i cartelli sono in francese, le leggi sono in francese), ma pare che in parlamento si discuta in lussembughese. Insomma un bel casino. E quindi tutti sanno l’inglese.
Dopo queste 4 lingue (nell’ordine francese, tedesco, lussemburghese e inglese), la quarta più parlata (anche se molto molto più distanziata) è l’italiano.
Il costo della vita sembrerebbe simile al nostro. Se non che gli stipendi medi sono molto più alti, il gasolio costa molto meno e gli immobili molto di più. Un appartamento di 100 mq supera il milione.
in "Europa" (come la chiamavo io) ci sono appunto le sedi delle organizzazione europee, tra cui la corte di giustizia. E’ su un altopiano raggiungibile tramite un bel ponte (ovviamente dotato di pista ciclabile, come tutti). C’è anche un museo d’arte moderna, ma mannaggia a lei, proprio quel giorno ha pensato bene di venire a visitarlo la principessa Caterina d’Inghilterra (moglie di Guglielmo) e quindi era appositamente chiuso. Rimane sempre la mia stima per lei in quanto bella ragazza, però due VIP in due giorni mi sembrano troppi.
L. ha una gran bella sequenza di fortificazioni: bastioni, castelli, mura, in parte conservati e in parte restaurati. C’è un percorso, segnalato, che in….boh forse 6 ore te la fa fare tutta.
La zona della stazione, come tutte le zone delle stazioni del mondo, è abbastanza mal frequentata. Per il resto L è una città pulita, organizzata, moderna.
Un distributore di libri in prestito
Anche in L. c’è una cattedrale di Notre Dame, che però è incastrata tra gli edifici, non su una bella piazza, e quindi non ha una facciata imponente come ci si potrebbe aspettare. Però ha due guglie che si vedono da tutta la città (ripeto ancora: "tutta la città sta per il quartiere del centro storico, che sarà grande come Casteggio, anzi più piccolo)
Intorno al centro scorrono due fiumi fossi, che stanno ovviamente nella parte bassa.
Il museo d’arte moderno quindi non l’abbiamo visto, in compenso abbiamo visitato (gratis) un museo che aveva al suo interno tutti i ritrovamenti archeologici della zona, dalla preistoria ai giorni nostri.
C’è un ascensore panoramico, che porta dal centro alla città bassa, alto circa 65 metri, la cui stazione di partenza in alto ha un fondo in vetro molto suggestivo, che attira frotte di turisti in cerca di selfie mozzafiato. Ci si può portare sue e giù anche la bicicletta. Abbiamo scovato un altro ascensore, molto più nascosto (sembra quasi scavato nella roccia) che porta dalla parte bassa alla Stazione.
Qui siamo a Brallo, negli anni ’70 del secolo scorso. Una Via della Pineta irriconoscibile. Sullo sfondo c’è la casa di Siro, una casa ad un piano con davanti un terrazzo molto ampio che si estendeva sopra al negozio costruito sulla strada, che aveva tre vetrine. Sopra al terrazzo è stata poi costruita la nuova casa di Siro e la casa nella foto è stata abbattuta per costruire la parte del retro del negozio. Al centro vediamo il monumento ai caduti, qui celebrato dal sindaco Giovanni Tagliani (Gianni, con la fascia) e dall’assessore Ciriaco Tordi (Siro, di profilo, davanti). Anche il monumento è stato successivamente abbattuto, così come quel prato, in mezzo al quale, fuori campo a destra della foto, c’era la scuola elementare. Al posto di tutto questo è stato costruito un nuovo edificio che ha poi ospitato le scuole elementari, le medie, la palestra, il cinema, la biblioteca e l’ambulatorio medico.
Oggi piove. Peccato. Decidiamo comunque di visitare Losanna di giorno. Vediamo la cattedrale, gotica. Certo che, nel mondo, se ci pensi, ma quante chiese sono state costruite, importanti o povere, spoglie o barocche, affrescate, decorate, ….
Parlando di sedi: qui c’è la sede del Comitato Olimpico Internazionale.
Poi un giretto per i negozi del centro. Anche Losanna è decisamente cara, rispetto ai nostri canoni. Adesso piove di brutto e anche passeggiare diventa problematico. Va beh dai, un’idea ce la siamo fatta, ritorniamo all’auto e ci dirigiamo a Montreaux, sempre nel canton Vaud, sempre sul lago Lemano.
Spioviggina, un po’ meno e allora ci permettiamo due passi sul lungolago. Qui ha abitato Freddie Mercury, qui è morto Lucio Dalla, qui i Deep Purple hanno visto bruciare il casinò sul lago durante un concerto di Frank Zappa (da qui hanno scritto "Smoke on the water").
Troviamo un barino gestito da un italiano di seconda generazione, che ci spiega come il cambio sfavorisce il turismo. La sua stanza costa sempre 140 franchi, ma se una volta erano 100 euro, adesso con la quasi parità sono 140 euro e quindi cara per il turista medio italiano.
La gita volge al termine, raggiungiamo il traforo del Gran San Bernardo e ritorniamo il Italì. Bei posti, buona compagnia, ottima vacanza !
Partiamo per Annecy. Questa città era a me sconosciuta, nonostante sia il capoluogo dell’Alta Savoia. E’ decisamente molto più turistica di Chambery.
Il centro storico è su alcuni canali che hanno spinto alcuni esagitati a definirla "la Venezia della Savoia" (eeeeeehhhh, vi piacerebbe!) Comunque è molto carina e caratteristica. Oltre ai tantissimi italiani ci sono tanti gitanti. Si vede che è a vocazione turistica dall’alto numero dei negozi di ricordini, di creperie e soprattutto di ristorantini caratteristici. Si, se siete in zona fateci un giro e non ve ne pentirete affatto.
Con l’autostrada si arriva a Ginevra. C’è la dogana, dove ci chiedono da dove arriviamo, dove andiamo e che lavoro facciamo.
Ginevra, sul lago omonimo chiamato anche Lemano, è una città molto grande. C’è la sede dell’ONU (la sede principale è ovviamente il Palazzo di Vetro di New York, ma qui ci sono le sedi anche di tantissimi uffici, tipo l’Organizzazione Mondiale per la Sanità, o l’Alto Commissariato per i Rifugiati, ecc). C’è anche la sede della Croce Rossa e da qualche parte dovrebbe esserci il mitologico CERN.
Parcheggiamo vicino al getto d’acqua, un’attrazione turistica che c’è da più di 100 anni, e che mi ricorda Lugano. Altre cose che mi ricordano questa città che ho citato sono il fatto di essere in Svizzera, il lago, la disposizione del lungolago, le boutiques, il costo della vita. Anche se Ginevra è molto più cara e ha molte più boutiques. Tutte le grandi marche di orologi svizzeri sono qui. Per il resto… non è che ci sia molto da vedere.
Arriviamo a Losanna, anche grazie all’ottima pronuncia della signorina del navigatore di Google (davvero ridicola, ma nel senso letterale del termine, faceva molto ridere).
Andiamo a cena al Café Romand, dove ho preso un’entrecôte, molto morbida, con alcune verdure, tipo patate. La singolarità è che abbiamo finito per le 2230 circa, ed eravamo praticamente gli ultimi! Infatti su internet c’era scritto che è un posto "aperto fino a tardi", ammazza! Di sicuro è molto caro, ma probabilmente è la media prezzi di qui. Abbiamo fatto un giro a piedi e in effetti non abbiamo trovato quasi nessuno (solo un sacco di africani), per poi capire, passandoci in auto, che la movida era da un’altra parte della città.
Il Frejus non l’avevo mai fatto: quando usciamo dal tunnel siamo in quota e il panorama è più bello che in Italia. Si scende si scende si scende e si arriva a Chambery. E’ il capoluogo della Savoia e i componenti l’omonima famiglia stavano qui.
L’albergo è vicino alla stazione e lì vicino, in un’ambia piazza dove c’è il palazzo di giustizia, ci fermiamo a mangiare qualcosa. Dopo pranzo raggiungiamo la famosa fontana degli elefanti. Niente di favoloso. beh io non l’avevo mai sentita nominare, ma pare fosse molto pubblicizzata, ma niente di che.
Girando per la città ci si rende conto che alla domenica non c’è in giro nessuno, anche i ristoranti sono quasi tutti chiusi. Raggiungiamo il castello, antica sede dei duchi di Savoia, quando Chambery era capitale. Adesso è sede della prefettura. Per fortuna c’è una piccola sala adibita a museo, il resto invece non è visitabile, neppure la Sacra Cappella, dove fino al 1500 e rotti era conservata la Sacra Sindone, e stranamente neppure il giardino: se non è aperto di domenica!
Allora ci dirigiamo alla cattedrale, la cui particolarità è quella di avere la più grande superficie dipinta con la tecnica del trompe l’oeil in Europa: 6000 mq.
Acchiappiamo l’auto e ci dirigiamo all’Abbazia di Altacomba, mausoleo dei Savoia, dove sono sepolti molti appartenenti al casato, dalla notte dei tempi, c’è pure Umberto II, morto in esilio.
L’abbazia è sulla riva del lago del Bourget, che ho scoperto essere il più grande lago francese. Forse perché noi siamo abituati ai nostri laghi alpini, ma questo mi pare piccolissimo per essere il più grande.
La giornata è bella, c’è il sole, si vorrebbe prendere un aperitivo da qualche parte, ma tutti i posti stanno chiudendo, che tristezza. torniamo a Chambery e ci dobbiamo accontentare di un pub irlandese, l’unico aperto. Ci sono le elezioni in corso del presidente della repubblica.
Per cena invece scegliamo una cosa decisamente locale: per antipasto un’insalatona con gamberetti, poi tartiflette (una roba ustionante con dentro patate, formaggio, lardo e cipolla).
"Ho ancora dentro il cuore il ritmo delicato dei tuoi passi, e le parole che mi hai detto prima che ti addormentassi. Ormai le critiche non mi feriscono, ma devo a te questa fortuna, a te che abiti la Luna"
Format Distributivi del settore moda abbigliamento in Italia: situazione e prospettive del piccolo punto vendita
Cinquantaduesima puntata (le altre le trovate guardando qui)
La musica in negozio svolge un ruolo benefico. Un sottofondo musicale, infatti, rende piacevole la permanenza dei clienti all’interno dei locali. Anche qui si è cercato di seguire opportune regole. Il genere musicale deve essere consono al tipo di locale, quindi abbracciare tutti gli stili musicali oppure concentrarsi su un genere pop che viene accettato dalla stragrande maggioranza delle persone. Alcuni studi (C. Santoro, "L’importanza della musica nell’esperienza di acquisto e nella selezione dei prodotti", http://www.businessonline.it, 10 gennaio 2006) hanno dimostrato che il ritmo della musica ha un impatto sul tempo medio di permanenza all’interno del punto vendita: tendenzialmente, una selezione di brani molto ritmati provoca un flusso più veloce dei clienti; musica più lenta o rilassante ha invece l’effetto di accrescere il tempo di permanenza nel negozio. La psicologia ha infatti riconosciuto alla musica la capacità di distrarci dal nostro orologio interno. Sarebbe meglio quindi procurarsi musica adeguata, ma questa soluzione presenta il difetto che, quando la musica si interrompe, occorre sospendere le altre attività per sostituire il supporto, oppure far perdurare il silenzio finché non si avrà tempo di farlo. Meglio quindi sintonizzare l’apparecchio su una radiostazione che trasmetta buona musica interrotta il meno possibile da spot e intermezzi degli speakers. Una musica non gradita al cliente potrebbe creargli fastidio, così come un volume troppo alto, quindi anche questo strumento deve essere calibrato con sapienza.
Le caratteristiche esplicate nei paragrafi precedenti concorrono alla creazione di qualcosa di unico che le amalgama tutte insieme: lo stile del negozio. Lo stile è un aspetto quasi indefinibile, è l’anima stessa del negozio, è il suo modo di presentarsi, è l’ambiente percepito dalla clientela, è un inscindibile insieme di infinite caratteristiche. Nasce da un progetto ma ha subito una propria evoluzione, si è adattato ai tempi, agli usi e costumi, all’esperienza, alle esigenze, alle variazioni nella moda, nel modo di lavorare, di fare acquisti. Si è modellato anche sulla personalità del titolare, rendendo l’esperienza di acquisto presso il negozio Piazza Affari molto personale. In conseguenza di ciò lo stile del negozio è casual, informale, imprevedibile, spiritoso, e anticonvenzionale. Tutte queste caratteristiche sono presenti, mescolate le une alle altre, creando un mix che ha riscontrato un giudizio positivo da parte della clientela. Il cliente-tipo di una Stock House è consapevole del fatto che non troverà un ambiente stereotipato e accetterà benevolmente e volentieri un ambiente vivace e originale.
Quando spunta la luna
tacciono le campane
e i sentieri sembrano
impenetrabili.
Quando spunta la luna
il mare copre la terra
e il cuore diventa
isola nell’infinito.
Federico García Lorca
Ai tempi dei tempi dalle nostre parti abitavano già gli uomini (e presumo anche le donne), come dimostrano diversi ritrovamenti in zona di utensili e manufatti in pietra, in bronzo e in ferro. Nel primo millennio avanti Cristo c’erano i Liguri, divisi tra varie tribù. Ad un certo punto (IV secolo a.C.) sono arrivati i Celti, in pianura, che erano sicuramente più evoluti dei Liguri, i quali sicuramente avranno assimilato innovazioni da parte di questi "Galli" . Nel secondo secolo avanti Cristo arrivano i Romani. Questi privilegiavano maggiormente l’agricoltura rispetto alla pastorizia e alla caccia, quindi fondarono numerose città lungo la via Postumia, nella pianura dell’odierno Oltrepo Pavese e dintorni: Libarna (Serravalle Scrivia), Derthona (Tortona), Iria (Voghera), Piacenza.
Caduto l’Impero Romano, la zona cadde sotto il dominio dei Longobardi (572 d.C.), che avevano come capitale Pavia e si erano convertiti al cattolicesimo. Il re Agilulfo ospitò il monaco irlandese Colombano, che poi giunse a Bobbio e vi morì (615), non prima di aver fondato il famoso monastero, che negli anni successivi divenne un vivace centro di vita religiosa e culturale.
Nel frattempo si era formato il Sacro Romano Impero e per esempio Ottone I di Sassonia rilasciava un diploma dove viene citato per la prima volta nella storia l’abitato di Pregola, scrivendo che è assoggettato proprio a Bobbio.
Più tardi comandò Oberto, marchese della Liguria Orientale, progenitore della stirpe dei Malaspina. Iniziarono a chiamarsi così a partire dal marchese Alberto verso il 1124. Avevano feudi in Lunigiana, in Val trebbia, Valle Staffora e Val Curone. Sia Federico Barbarossa, che Federico II che Carlo IV confermarono ai Malaspina i loro privilegi e i loro possedimenti. Con la divisione del casato tra Spino Fiorito e Spino Secco, i Marchesi di Pregola furono tra i più importanti di quest’ultimo.
Nel frattempo tutta la Lombardia, e quindi anche l’Oltrepo e il Bobbiese, passarono sotto la dominazione del ducato di Milano dei Visconti e degli Sforza. Condividendone le sorti, passò quindi sotto la dominazione francese e poi, nel 1589 con la Pace di Cateau-Cambrésis, sotto quella spagnola.
Ad un certo punto, con il Trattato di Utrecht del 1713 Pregola finisce sotto sotto l’Austria, ma ci rimane poco perchè col trattato di Worms del 1743 si trasferisce finisce sotto casa Savoia (mentre da Pavia in su rimane territorio austriaco). Scusate queste mie imprecisioni: non sono uno storico, solo un dilettante: il primo trattato pose fine alla guerra di successione spagnola, il secondo rimescolò un pochino le carte per aggiustare gli attriti. Il trattato di Aquisgrana ribadì le stesse cose.
A questo punto venne istituita la provincia di Voghera che comprendeva l’Oltrepo Pavese e il Bobbiese, nonchè la parte bassa dell’attuale provincia di Alessandria e un pezzo di Liguria. Per capirci da Busalla a Cantalupo Ligure. Dopo la parentesi di Napoleone, nel 1815 viene istituita la provincia di Bobbio. Da Godiasco in su è tutto il territorio di questa provincia. Ne ho parlato in questo articolo: clicca qui.
La provincia di Bobbio e quella di Voghera nel 1859 sono inglobate nella nuova provincia di Pavia, ma nel 1923 c’è un riassetto e alcuni comuni finiscono nella provincia di Genova (come Fontanigorda e Gorreto), altri nella provincia di Piacenza (come Bobbio, dove ci fu un sollevamento popolare, perchè i bobbiesi non volevano assolutamente esser soggetti a Piacenza)) e altri rimangono in quella di Pavia, come Pregola.
E siamo quindi arrivati ai giorni nostri, Pregola fa parte della Repubblica Italiana e nel 1958 il comune ha cambiato denominazione, aggiungendo il nome del Passo del Brallo a quello di Pregola diventando comune "di Brallo di Pregola"
Ecco un mio articolo sul COMUNE DI PREGOLA
Ed un altro sul cambio del NOME DEL COMUNE
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