Il cavalier Siro ci parla di alcuni luoghi che ha visitato nella sua vita:
Il cavalier Siro ci parla di alcuni luoghi che ha visitato nella sua vita:
Chiunque smetta di imparare è vecchio, che abbia 20 o 80 anni. Chiunque continui ad imparare resterà giovane. La più grande cosa nella vita è mantenere la propria mente giovane.
Henry Ford.
Ho letto questo libro, di Doris Lessing, dove racconta del suo rapporto coi gatti, durante la sua movimentata vita. Nata in Persia, cresciuta in Rhodesia e poi a Londra.
Ha avuto moltissimi gatti, e ovviamente non li cita tutti, ma solo quelli che, per qualche motivo, l’hanno colpita.
Non è un libro eccezionale, però è singolare riscontrare che, alla fine, i gatti sono sempre esseri speciali. Strani, diversi, misteriosi, indubbiamente affascinanti. Ognuno col proprio carattere ben definito, ognuno col le proprie abitudini, il proprio modo di comunicare.
Un libro che è divertente (soprattutto per chi possiede un gatto) e anche un po’ malinconico.
la solitudine diventa un’ombra che scava nell’anima e io così voglio distruggerla cercando intorno a me solo la musica.
Milano è una foresta futurista vorace mille volti d'anni luce bellezza esausta tacita taciuta più che d'amore una bacio di sorella. Orrida e bella, diva e selva oscura ghiaie panchine di moltisolitudine un gesto e non un posero di fiori e a macchie di leopardo vie di fuga
C’è appena stata la "Fiera dell’Ascensione" a Voghera. Vorrei scrivere alcune mie considerazioni. Secondo me…
Sarebbe bello che Voghera avesse una sua "fiera" permanente. Tipo Milano, Pavia, ma anche Casteggio. Insomma una struttura che possa ospitare manifestazioni tutto l’anno. Ad ogni edizione della Sensia (a parte quest’anno, a causa dei tagli) si deve montare e poi smontare la famigerata tensostruttura che costa un fracco di soldi. Non sarebbe bello avere una struttura fissa? Questa sarebbe utile anche per organizzare (come nelle altre città sopra citate) altre manifestazioni durante l’anno: se esistesse una fiera si potrebbe usarla come si vuole, sarebbe uno spazio utile per la città.
A questo punto una domanda fondamentale: dove farla? Bel problema. Farla in uno dei cortili della caserma significherebbe sacrificare una zona di parcheggi fondamentale, anche perché ormai sono praticamente gli unici. E allora dove? Lo spazio del mercato ortofrutticolo non c’è più, l’ex dogana è piccola e ancor più decentrata, Piazza Liberazione (Piazza Castello) è sede di un meraviglioso (sic!) giardino. E quindi? Non saprei. Magari restaurare la parte ancora malmessa della Caserma?
Parliamo della Sensia. Io da commerciante ho notato un particolare, che non so se i miei colleghi hanno riscontrato nello stesso modo: durante i giorni finali dell’Ascensione, contrariamente al solito, c’era gente ANCHE in giro per la città e non solo nel quadrilatero Via Roselli – Via Kennedy – Via Cernaia – Via Gramsci. E questo è SICURAMENTE positivo. Questo sarà dovuto alla mancanza dell’attrattiva degli stand? Può darsi, ma è un segnale, secondo me, importante. Se la festa di Voghera (perchè di questo si tratta) è vissuta anche per le vie del centro giova sia a chi ha delle attività, ma alla città nella sua interezza. Dai, ammettiamolo, sarebbe bello che la festa Patronale di Voghera desse vivacità a tutta Voghera e non solo alla zona della Caserma, che è un pochino decentrata.
Come fare? Purtroppo anche in questo caso non ho l’arroganza di avere la soluzione. E non ho neanche la spocchia di dire "ci deve pensare la politica". Dico solo che occorrerebbe pensarci, non dare per scontato che la fiera rimanga solo e solamente all’Ex Cavalleria. La storia ci insegna che le situazioni non sono immutabili. Un tempo il centro della fiera del bestiame (allora importante, anzi fondamentale) era in Piazza San Bovo, se non vado errato. E quelli più grandicell….più anzianott…insomma più vecchi di me ricordano le giostre nella zona del Castello. Quindi non è assolutamente un dogma quello di tenere le cose come sono state finora. Non so, la "butto lì": magari mettere le bancarelle lungo le strade che portano al centro. Dicono: "i gestori delle bancarelle non sono d’accordo". Ok, ma sono loro che decidono a Voghera? Capisco che non bisogna fare un muro-contro-muro (altrimenti non vengono più e sarebbe ancor peggio), ma se la fiera si sposta leggermente si dovrebbero adeguare e alla fine ci si guadagna tutti. Se ci si inventa un "percorso" per far arrivare la gente in Via Emilia, in Via Plana, in Via Garibaldi, in Piazza San Bovo, non sarebbe bello? E offrirebbe la possibilità a chi ha in negozi di tenere aperto, e la possibilità a chi visita la fiera di trovarli aperti.
Mettetevi nei panni di chi viene "da fuori". Arriva a Voghera, parcheggia addirittura nel centro del centro del centro (Piazza Duomo), passeggia nella via principale (Via Emilia) e trova tutto chiuso. Brutto, no? Mi si replica: si, ma i negozi, con le bancarelle davanti alla vetrina, non vendono, anche perché la gente che passeggia è più portata naturalmente ad acquistare magari dalla bancarelle più che nei negozi. Vero sì e no: è sempre una pubblicità. Io da commerciante preferirei di gran lunga avere "da lavorare" la domenica dell’ascensione, invece di essere in giro con gli amici, avere in negozio duecento persone che non acquistano, che tenere chiuso e vedere la mia via (quasi) deserta.
Altra idea: e se nel centro del centro (Piazza Duomo) ci mettessimo gli stand? Ma sai che attrattiva? Però "non si può fare" perché montare e smontare gli stand non permetterebbe il regolare funzionamento del mercato bisettimanale. Irrealizzabile. E allora perché non metterci le bancarelle?
Altra nota: secondo voi non sarebbe stato meglio quest’anno se avessero messo tutto ciò che è stato piazzato in Piazzale Fermi nel cortile della caserma e viceversa lasciare il piazzale libero al parcheggio? Le attività dell’Area Fermi erano sicuramente penalizzate (specialmente nel corso della settimana). Un esempio: anche a causa della pioggia, anche a causa della mancanza dell’attrattiva dei fuochi, ma domenica sera ero a vedere nella tensostruttura di Piazzale Fermi i V-Tribute, gruppo eccezionale di Voghera e…c’era poca gente. Ok, mi è andata bene perché ero in ritardo e ho puro trovato il tavolo, ma alle scorse edizioni c’era lo stra-pienone!
Quindi Fabio? Che facciamo? Boh. Diciamo: in un parcheggio rimangono le giostre, nell’altro gli stand e magari con gli anni si restaura un’ala della caserma per fare una fiera "fissa" e le bancarelle in centro.
A proposito della "tensostruttura", avrei un appunto da fare. Il commissario ha tagliato i costi. Ma ricordate che gli espositori (e io ne so qualcosa avendo partecipato a due edizioni) non partecipano gratis, ma al contrario pagano delle belle cifre! Quindi trovo singolare che addirittura si vada in perdita. Se è così la struttura "fissa" a questo punto diventa indispensabile!
Un ultimissimo appunto, una proposta che covo da tanti anni. Gli organizzatori della Fiera dell’Ascensione (il comune o chi per esso) dovrebbe spaccarsi in quattro per far si che IN PRIMIS partecipino aziende (negozi, artigiani, industrie e quant’altro) DI VOGHERA. Perché deve essere UNA VETRINA di eccellenze. Non solo, come negli ultimi anni, eccellenze enogastronomiche (indispensabili nel nostro territorio), ma di tutti i settori. In modo che Voghera ridiventi (perché nei fatti non i sembra più) LA CAPITALE DELL’OLTREPO.
Vorrei che un "forestiero" quando arrivi in quei giorni dica: "Perbacco, perdindirindina, quante belle cose ci sono qui!!!!" e non solo "Facciamo un giro sul dondolino e poi mangiamo il panino alle bancarelle", quello lo possono dire in qualunque fiera d’Italia. Vorrei che arrivassero fin dall’Inghilterra per scoprire le bellezze, le qualità, le particolarità, le eccellenze dell’Oltrepo Pavese e della sua capitale.
nel cuore piove grandine: stasera niente alcol, voglio bere le mie lacrime. E una crepa sopra il petto che diventa una voragine al quale non puoi fare le iniezioni di collagene. Io sono senza scrupoli e tu sei senza carattere: togliamoci i vestiti ma teniamoci le maschere
Sono stato recentemente a Varsavia. Come mia abitudine vorrei segnalare alcune cose in ordine sparso che mi hanno colpito, stavolta senza fare una descrizione del luogo, per quello ci sono in giro tantissime guide.
"Guarda che cielo che hai
guarda che sole che hai
guardati e guarda cos’hai
e…….. guarda dove vai!"
Certo che la faccenda di Casa Matti è quantomeno singolare. E’ un paesino dalle mie parti, nel comune di Romagnese. Quattro case, appena sotto il Passo del Penice. Una volta era in attività la pista da sci, che era in qualche modo collegata con quella dello "Scarpone": partivi dal passo e scendevi giù fino a Casa Matti. Ci sono stato qualche volta da ragazzino, prima che chiudesse. All’epoca sembrava di vivere in una zona molto sciistica, c’erano impianti dappertutto: a Brallo, a Cima Colletta, al Pian del Poggio, a Caldirola. Al Penice addirittura tre: il "Penice Vetta", lo "Scarpone" e "Casa Matti".
Cosa ha portato agli onori della cronaca questo dimenticato paesino dell’Alto Oltrepo? Beh, un albergo del luogo ha dato la disponibilità ad alloggiare dei cosiddetti "profughi". Mi scusino gli strenui sostenitori del politically correct per l’uso delle virgolette, ma non mi farete credere che una ventina di ragazzotti, in età da lavoro, siano dei poveri disgraziati. basta con ‘sta storia del "scappano dalla guerra" o anche del "anche i nostri nonni emigravano". I nostri nonni scappavano dalla guerra e dalla fame, ma non finivano certo in albergo spesati, si facevano un culo così, magari nelle miniere di quel Belgio di cui adesso siamo tutti amiconi, trattati come pezzenti. Giusto o sbagliato che fosse, se uno lascia la propria terra in cerca di una vita migliore, deve mettere in conto di fare dei sacrifici. Invece qui da noi non funziona così.
Come mai? Perché siamo un popolo che accoglie chiunque a braccia aperte? Guardate che qui non si parla di carità cristiana o di solidarietà. Qui si tratta di trattare in modo ben diverso chi è in difficoltà e che arriva da altri paesi e chi è in difficoltà in Italia. Ai secondi sembra che non importi nessuno aiutarli. Perché, ripeto? Beh intanto perché fa più notizia aiutare i "profughi", come se quelli che dormono sotto i portici di via Vittor Pisani a Milano non avessero diritto a una vita migliore solo perché non scappano da niente (che poi, ci sarebbe tutto da dimostrare, a pensar male spesso ci si indovina: visto che siamo tanto generosi cosa frena un immigrato dal dire che sta fuggendo da una qualche guerra?)
Il vero motivo è un altro. Quella roba che fa girare il mondo. No, non è quella cosa che pensate voi. Anche quella, per la carità, ma il vero motore delle decisioni a livello mondiale è uno solo: il business, il soldo, i piccioli, la pecunia, le palanche, il commercio, il denaro! Quindi un albergatore che magari non se la passa benissimo, quando viene a sapere che lo stato gli passa un po’ di soldini per mantenere questa gente, cosa fa? Due conti son presto fatti: hai l’albergo sempre pieno, ma se gli dai un piatto di pasta a mezzogiorno e una minestrina alla sera ci stai dentro alla grande. E volete farmi credere che qualcosa non avanzi ANCHE per chi ce li fa arrivare? Ma dai, mi prendete per pirla? Ripeto, aprite gli occhi, le cose succedono SOLO se girano dei soldi. Quindi che interesse avrebbe la politica di organizzare queste cose se non avesse un tornaconto personale?
E’ successo anche a Varzi. E a Voghera. E a Casa Matti hanno spedito 25 bellimbusti, in un paese che di abitanti ne avrà anche meno. A fare che? A fare un cazzo. Perché sono "profughi", mica li puoi far lavorare, la legge non lo consente. E poi cosa gli puoi far fare a Casa Matti? E poi la gente non dovrebbe incazzarsi? Gli anziani non dovrebbero infuriarsi a pensare che loro hanno lavorato una vita, che magari sono anche emigrati in cerca di fortuna per poi tornar da vecchi al loro paese e questi qui, scudati dallo status di profugo, sono accolti in albergo? Dai, è una disparità evidente. E i giovani, a cui si dice di doversi rimboccare le maniche perché c’è crisi? Che insegnamento gli stiamo dando? Come al solito l’Italia dei furbi: sei regolare, il mutuo te lo paghi tu e se non lo paghi ti pigliamo la casa, se sei clandestino ti mettiamo invece in albergo. E ai tantissimi stranieri regolari in Italia? Cosa dovrebbero dire tutti quegli operai, tutte quelle badanti, braccianti, imprenditori, tutti quelli che sono venuti in Italia a farsi il mazzo e contribuire così allo sviluppo del Belpaese? Penseranno: ma noi siamo gli scemi? Perché siamo venuti onestamente a lavorare quando potevamo venire qui a far nulla? Che colpa abbiamo, quella di non aver la guerra a casa nostra? Maddai, ma è ovvio che dietro c’è solo interesse economico, suvvia. C’è della gente che ci mangia sopra. Stop.
E quindi gli abitanti di Casa Matti sono preoccupati, si chiedono cosa possono fare tutti questi uomini, nullafacenti per legge, in un paese di montagna a mille metri? Anche a Brallo, tanti anni fa, c’è stata una situazione del genere. Berlusconi aveva pubblicamente "adottato" una famiglia clandestina, per farsi vedere in TV che lui ha il cuore buono. Poi non sapeva dove metterli e così li ha posizionati a Brallo tramite la regione Lombardia. Caspita se facevano una bella vita questi: ogni settimana veniva su qualcuno a portargli la spesona, andavano in giro a passeggiare ben vestiti (non POTEVANO lavorare, erano clandestini). E siccome avevano fin troppo in questa loro vacanza dorata, invitavano spesso i loro amici per trascorrere il weekend. Quando li vedevano passeggiare amabilmente per le vie del paese, i ragazzi di Brallo che magari si alzano al mattino presto per andare a lavorare a Tortona, cosa pensavano? Come minimo di strappare la carta d’identità e fingersi profugo. Anzi, "profugo".
Sei PAZZA DI ME oppure PAZZA DI MENTE?
Me ne hai fatte mille, ma mi PASSA DI MENTE
oppure più probabilmente sei PAZZA DA SEMPRE
Siete contenti, cari italiani, di aver dato dei soldi per l’Expo? Ecco dove vanno a finire.
Sono stato a Ragusa. E’ una zona della Sicilia che non avevo mai visto (ero arrivato fino a Noto e a Capo Passero). La città è molto bella e vale assolutamente la pena di essere vista. Come al solito in Italia ci sono delle bellezze uniche senza dover andare chissà dove.
Iniziamo col dire che Ragusa è in montagna, sarà a circa 500 metri di altitudine. Poi che è essenzialmente divisa in due: la parte più in basso e più antica è chiamata Ibla e la parte nuova Ragusa o Ragusa Nuova. E’ successo che alla fine del 1600 un terremoto ha distrutto Ragusa. Alcuni hanno ricostruito nello stesso posto (Ibla), altri hanno preferito ricostruire più in alto, creando questa città speciale aggrappata al monte. Per esempio il Duomo è giù, mentre il Vescovo è su. Fino a circa un centinaio di anni fa erano addirittura due comuni diversi, poi sono stati uniti per creare così un grande centro che potesse essere capoluogo di provincia (negli anni ’20 dello scorso secolo). In quegli stessi anni, durante il periodo fascista, ha avuto numerosi abbellimenti.
Il risultato è che Ragusa è decisamente una località particolare, e quando sei su hai un bello spettacolo guardando giù, e quando sei giù e ti giri verso l’alto….altrettanto. Un posto sicuramente da vedere.
Poi ho girato un po’ nella zona: Scicli, Modica, Marina di Ragusa, Vittoria, Comiso, ecc. Tutti posti carini (a parte Vittoria, onestamente), barocchi, piacevoli da visitare.
E ora la rubrica "cose che ho notato, in ordine sparso:
Lei si chiama Millicent. Il cognome non lo so, non me l’ha mai detto. Dite che è un nome strano? Beh per esempio per la bambola più famosa del mondo hanno scelto "Barbara Millicent Roberts"
Ci conosciamo dal giugno 2008, dal momento che si è arrampicata sui miei pantaloni, graffiandomi e tirandomi i fili. E’ lei che mi ha scelto come amico.
Non è mia figlia e io non sono suo papà, da momento che io sono un uomo e lei una micia, quindi la cosa è fisiologicamente impossibile.
Non sono neanche il suo padrone, né quindi lei è il mio gatto. Io non sono padrone di niente, tantomeno lei ha voglia di farsi padroneggiare.
Infatti ognuno di noi ha la propria vita. Io ho la mia casa, il mio negozio, i miei giri ed entro ed esco diverse volte al giorno. Lei pure.
Quindi? Possiamo dire che siamo coinquilini? Beh si in un certo senso. Siamo molto amici e collaboriamo, ecco.
Lei viene a darmi una mano in negozio di tanto in tanto, sebbene molto meno di una volta. Vista la distanza da casa (per lei, per me non è un problema) le do uno strappo in macchina.
Io le gestisco le spese, le compro il cibo, visto che lei non ha dimestichezza coi soldi e ancor meno dimestichezza con la caccia autonoma di cibo.
Preferisce dilettarsi con svaghi tipo il sonno, il riposo, il rotolarsi in mezzo alla strada, si dedica al relax, tra una pausa e uno stacco. Insomma è molto impegnata.
Quando non lavora, mangia. Oppure dorme. Lei in cambio del mio favore, mi da una zampa anche in casa, con compiti di supervisore di quello che faccio e controllore di quello che guardo in tv o al computer.
Ma non siamo proprio coinquilini, perché lei in realtà abita al piano di sotto di me. Quindi in pratica è la vicina del piano di sotto.
Ha la sua porta indipendente (in questo caso è un finestrino, ma per una gatta è come fosse una porta), dalla quale entra ed esce più volte al giorno.
Non so molto della sua vita fuori casa, solitamente bighellona nel circondario, strusciandosi contro i pantaloni dei passanti o prendendo il sole sull’asfalto.
A volte, quando non sono a casa, mi telefona. Lei non possiede telefoni, ma ha il mio numero scritto sul collarino (che cara) e quindi qualcun altro lo fa al posto suo.
Quando invece sono a casa, lei spesso viene su da me a guardare un po’ di tv (lei non ce l’ha), a riposare sul calorifero (lei non ce l’ha, ma ha una caldaia), sul plaid, sulla cuccetta davanti alla portafinestra, sul tappetino dell’ingresso. Insomma, è un po’ come fosse anche casa sua. In cambio lei mi fa tenere la mia auto nella sua casa al piano di sotto. E’ un giusto compromesso, direi: parcheggio gratis e pure custodito (spesso Millicent, Milli per gli amici, si mette su un cuscino proprio davanti alla mia Megane per tenerla sotto controllo tutta la notte. Quanti vostri amici farebbero lo stesso?)
Insomma, oltre che vicini di casa siamo anche buoni amici. Non siamo di quelli melensi che lo dimostrano con baci e abbracci, ci basta uno sguardo, ci basta stare insieme. Anche perché mica siamo una coppia, eccheccazzo, ognuno si fa i fatti suoi.
Powered by WordPress & Theme by Anders Norén