Sono stato a vedere il film Babel. Che schifo. Sono quattro storie differenti, che avvengono in uno spazio temporale sovrapposto e che sono legate in qualche modo tra di loro. Detto così può sembrare anche bello. Ma è noioso. Avete presente il cinema d’evasione? Ecco, questo è il contrario. Triste. Lento. Palloso. Come genere lo danno come "drammatico", io lo metterei come "tragedia". Non voglio raccontarvi nulla del film perchè magari lo andate a vedere, ma vi assicuro che non è un film per tutti, dovete proprio essere degli appassionati. Ok, non ci vogliono solo le commedie e i filmoni hollywoodiani, ma neanche questi emuli della Corazzata Potemkin.
Un giorno un tizio compra un paio di scarpe, senza provarle. Il giorno dopo torna a cambiarle sostenendo che il numero non è quello giusto, lui aveva chiesto un 44.
Le scarpe sono effettivamente il 44, caro signore, magari calzano strette (come molti modelli sportivi), vuole il 45?
No, il 45 non lo voglio, io ho il 44.
E così se ne va con un altro modello, sempre numero 44. Il giorno dopo ancora ritorna, quasi arrabbiato per il fatto che gli avevo dato un paio di scapre strette.
Queste saranno 43, io porto il 44!
Guardi, caro amico, sono il 44, probabilmente anche queste hanno una calzata ridotta, provi il 45.
No, no e poi no, io ho il 44, non cercare di fregarmi. Lo saprò che numero ho?
Certo, certo, guardi ho un altro modello ancora, ma per favore le provi.
Assolutamente no, se sono numero 44 mi vanno bene.
E così se ne va per la terza volta, con un terzo paio di scarpe, sempre 44. Alcuni giorno dopo lo vedo arrivare con la borsa del negozio in mano. Entra, incazzato, sostenendeo che gli sto facendo perdere un sacco di tempo, anche stavolta gli ho dato un paio di scarpe piccole!
Queste non sono il 44, perchè io ho il 44 e queste non mi vanno bene!
Io, esasperato, tiro fuori dal cassetto i soldi e glieli restituisco. Lui quasi si offende.
Io non voglio i soldi, a me servono le scarpe.
Ho capito, caro cliente, ma lei si ostina a prendere il numero 44, senza provare le scarpe, sostenendo poi che non vanno bene. O le prova subito e si convince o prende il 45.
Io il 45 non lo prendo, io ho il 44.
Benissimo, io non ho altri 44 da farle vedere, si tenga i suoi soldi e arrivederci.
In tutto questo trambusto io, per la smania di togliermelo dai piedi, non avevo controllato le scarpe. Lo faccio solo adesso: apro la scatola e le trovo tutte “pasticciate” con una biro.
Scusi, caro energumeno, queste scarpe sono rovinate.
Come rovinate?
Eh si, vede, sono tutte scritte con la penna.
Si, va beh, basta pulirle.
Ho capito, ma in questo modo io no posso cambiargliele, per favore mi ridia i soldi.
No, non è colpa mia, è stato mio figlio piccolino.
QUESTA E’ STATA LA SCUSA PIU’ ASSURDA MAI SENTITA IN 9 ANNI DI NEGOZIO.
E chi se ne frega. Le mi ha riportato un paio di scarpe rovinate, non posso accettarle, mi ridia i soldi.
Cosa? Vuoi i soldi per un paio di scarpe che, per giunta, sono rovinate… ma tu sei un delinquente! Mi vuoi truffare, vergogna, vergogna, vergogna!
E così urlando ha preso la porta e si è allontanato rapidamente. Vedete con che gente ho a che fare? Ad esser bravo, a cambiare i prodotti e addirittura rendere i soldi, si finisce per essere dei coglioni.

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Dunque, è difficile iniziare questo discorso… cominciamo così: a volte ci si ritrova a pensare alla religione, a Dio, al rapporto con le divinità, ecc, poi si lascia stare per non fumarsi troppo il cervello.
Tempo fa stavo meditando su questi aspetti. Cominciamo col dire che io credo in Dio. Definire ciò che per me è Dio è impossibile, non ce la farei, quindi non mi ci metto. Credo anche in Gesù Cristo, ma non sono un cristiano “ortodosso“, vale a dire che non credo assolutamente che la religione cristiana (e tantomeno la confessione cattolica) sia l’unica verità. Diciamo che è una parte della verità. Credere in Cristo non mi impedisce di credere in altre manifestazioni della divinità chiamata per semplicità Dio su questa terra.
Per pigrizia o per comodità o per rigore ci sono le religioni. In questo modo ci sono delle “regole“, delle tradizioni, delle liturgie, ecc. Per chi trova giusto ringraziare Dio ci sono queste cose. Il cristiano prega e fa la processione, il musulmano si inginocchia e fa il ramadam, ecc. Secondo me sono tutte cose validissime. Anche perchè tutte le religioni alla fine predicano il bene, la pace e il ringraziamento alla divinità. Se per caso ci sono degli eccessi di ortodossia che portano a compiere atti che nel 2006 non hanno più senso vanno superati e talvolta eliminati. Vanno eliminati tutti gli atti di violenza, come i sacrifici. Vanno superate tutte quelle credenze che razionalmente hanno poco senso.
Senza guardare in casa d’altri, e quindi non parlando di altre religioni (di cui oggettivamente sappiamo tutti abbastanza poco), parliamo di quella cattolica. Pensate che Dio, e quindi Gesù Cristo, abbia avuto una così bassa considerazione delle donne da considerarle persone di serie B e quindi non degne di officiare le liturgie in suo onore? Ma smettiamola. Sicuramente Gesù aveva delle donne che seguivano i suoi insegnamenti. Questa è solo una delle innumerevoli regolette burocratiche che vanno superate. Non si sta parlando di problemi etici qui. A mio parere ci si può ritenere devoto a Dio anche se non si seguono queste regolette.

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Il mese scorso ho fatto una statistica dei clienti del negozio. Ovviamente non ha nessunissima pretesa di veridicità, in quanto il campione è veramente piccolo.
Per due giorni ho semplicemente tenuto conto di tutte le persone che entravano (eccetto me) in negozio: clienti, amici, fornitori, avrei contato anche il postino (ma non è passato).
Risultato: il primo giorno (giovedì) ho venduto un prodotto ogni 2,5 persone, il secondo ogni 3,9 persone. In totale ogni 3,32 persone. Diciamo che su 10 persone che entrano vendo tre prodotti. Al venerdì ho avuto il doppio di avventori del giovedì (90 contro 46), ma sono solo passato da 18 prodotti venduti a 23 (anche se più costosi, infatti l’incasso è stato il doppio)
I non clienti (amici, ecc.) sono stati 10 su 136. facciamo un decimo. Beh ci può stare.
Sono ovviamente statistiche inutili che lasciano il tempo che trovano. Bisognerebbe tenere il conto almeno per una settimana, per vedere l’affluenza durante la settimana e nel weekend, e poi replicare l’esperimento nei vari periodi dell’anno, per poter confrontare anche gli incassi e la spesa pro capite del cliente, che ovviamente sarà più alta in dicembre che in giugno.
Sto scrivendo questo post dal negozio, adesso è sabato mattina e per la cronaca sono entrati: un tizio a chiedere soldi, una signora a chiedere tutine per bambini piccoli (che non ho), un signore che ha preso una giacchetta, un’amica (Sabry), una signora a prendere un maglione, due signore che cercavano giacche invernali (ma erano misura extra-extra large e non hanno trovato un modello di loro gusto), un tale a chiedere informazioni sugli sci, un altro che mi ha lasciato due paia di sci da sistemare e un gruppo di zie, zii, nipoti e figli che ha comprato una tuta leggera da donna.
Tutto sommato una mattinata tranquilla: un solo rompiballe (strano, al sabato mattino tutti i rompiballe hanno tempo da perdere e solitamente me li ritrovo tutti qui), due chiacchiere con Sabrina e qualche soldino nel cassetto. E ora che è uscita anche l’ultima signora che stava dando un’occhiata posso chiudere e andare a casa. Buon Appetito.

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Avete visto la pubblicità della Lancia Y con Stefano Gabbana? (eccola qui su YouTube)
Mi piace molto: c’è lui che arriva, vede una macchina di fattezze molto antiche e superate, la smonta e la plasma a mano, gettando via i pezzi indesiderati, che vanno ad infrangersi contro vetri, vasi di fiori, ecc… finchè non se ne va soddisfatto, dopo aver così modellato la Lancia Y.
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A Roma hanno manifestato contro il precariato.
Il precariato è una piaga moderna. Il Mc Job ha fatto scuola e oramai il metodo preferito di assunzione è proprio quello temporaneo. Succede così che ci sono persone che lavorano per anni nello stesso posto con un contratto di lavoro temporaneo che oltre al problema (anche psicologico) della precarietà non offre le dovute garanzie.
Ho conosciuto tanti ragazzi assunti con contratti a termine, che avevano tanti problemi. Per esempio non si potevano permettere di comprare il computer portatile (che gli sarebbe servito per il lavoro, tra l’altro) a rate, perchè non si fanno finanziamenti ai precari. Ma la vera grana è per quelli che magari ragazzi non sono più, e magari hanno una famiglia, dei figli, un mutuo, ecc. Come fai a vivere con l’idea che magari il 31 dicembre non ti rinnovano il contratto, e tuo figlio che fa le medie ti costa un capitale, e l’altro tuo figlio un po’ più grande ancora peggio, ha il motorino, la morosa, qualche spesuccia. E tua moglie con quel lavoro part time guadagna appena appena per fare la spesa al supermercato….
Però qual è la soluzione? Io sinceramente purtroppo non ne vedo (sempre ottimista eh?). Le ditte italiane lavorano ormai in un mercato mondiale e quindi, per rimanere competitivi, devono utilizzare queste formule di flessibilità. Ovviamente c’è chi poi ne approfitta e ne abusa. Non so come, ma qualche metodo burocratico per impedirlo potrebbero inventarlo (anche se poi fatta la legge trovato l’inganno). D’altronde non si può tornare al vecchio sogno del posto fisso, nel 2006 in Italia, in Europa, questo non è possibile. Ma visto che la virtù sta nel mezzo spero che si raggiunga una soluzione condivisibile dalla maggioranza dei lavoratori e delle imprese.
Perchè se è vero come è vero che le imprese sono il cuore dell’economia e sono quelle che tirano avanti la baracca chiamata Italia (alla facciazza di quelli come Visco), è anche vero che chi si fa il culo tutte le mattine sono i lavoratori. Compresi quelli precari.

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Qui sul tram si alzano spesso x far sedere gli anziani o le donne. Infatti non mi sedevo neanche, era inutile.
Le vetrine dei negozi sono belle in centro, più fuori sono poco curate (ma non brutte e sciatte come a Budapest).
E’ impressionante vedere quanti negozietti sono aperti fino a molto tardi o anche 24h @ day. Nella nostra via c’è un minimarket dove c’è di tutto, aperto fino all’una. Questi negozi si trovano anche e soprattutto fuori dal centro.
Oggi giro in centro, soprattutto nella città vecchia. Prima nella grande Piazza Venceslao e nelle vie limitrofe piene dei soliti negozi: Bata, Benetton, ecc.
Mi ha colpito la sede municipale, un edificio splendido (se un giorno sarò imperatore voglio un posto così x i ricevimenti) e la bella Piazza della Città Vecchia, con la chiesa di Santa Maria di Tyn e le sue guglie, i palazzi, il monumento a Hus, la chiesa di San Nicola (un’altra!), il municipio (un altro!) con l’orologio astronomico.
Qui hanno proprio la fissa delle statue, ce ne sono dappertutto, sul serio!
Poi un giro nel quartiere ebraico, ho visto un orologio di una sinagoga con le lancette al contrario, in senso “antiorario”.
Ma si, Praga è una bella città, europea, in tutti i sensi. E’ nel cuore dell’Europa, lo è stata x centinaia di anni prima di cadere nel medioevo comunista. Grazie all’ingresso nell’UE tornerà certamente ad essere una città importante, le prerogative non le mancano.
Domani ci aspetta il ritorno con Smart Wings, ottavo carrier low cost che utilizzerò in vita mia per il mio ventesimo viaggio aereo. (Un anno fa erano 12, vedi QUI)
La birra è abbastanza buona, io ho bevuto Budweiser (non è quella americana di cui sono ghiotto, leggete QUI per saperne di più), ma è famosissima anche la Pilsner, da cui ha preso il nome un tipo di birra.

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Qui fa proprio caldo! E poi è una città in collina e fai tante discese e salite, xtanto il caldo aumenta.
Come previsto è difficile trovare posti dove facciano un buon caffè, anzi è difficile trovare posti dove facciano un caffè… e basta, anche se tantissimo hanno insegne e marchi italiani.
Qui non ci sono autobus, nè filobus. Oltre all’underground il solo mezzo di trasporto è il tram.
Ho visto diverse insegne che vedevo spesso a Londra: Subway, T-Mobile, O2, ovviamente McDonald’s, e…. c’è la Tesco! Mi sento a casa.
Stamane un giro fino a Malà Strana (Parte Piccola), con visita alla piazza di San Nicola e arrampicata fino al Castello di Praga. “Vasto borgo circondato da bastioni, più che arroccata fortezza“, come dice la guida.
Al suo interno la chiesa di San Vito, stile gotico.
Ridiscesi, siamo passati alla chiesa che custodisce il famoso Bambin Gesù di Praga.
Un occasionale incontro con un frate italiano ci ha dato l’opportunità di salire sulla soffitta della chiesa. Ma tu dimmi. Per puro caso quel frate, che stava per mostrare i piani alti ad un manipolo di turisti, ci ha fatto accodare al gruppo, e poi aveva fretta di andare perchè doveva partire per Arenzano…
Altro giro sul Ponte Carlo, per vedere le sue famose statue con la luce del giorno. A proposito di statue, qui ne hanno la passione: ce ne sono ovunque, sulle chiese, sui monumenti, sugli edifici importanti…
In giro si vede ancora qualche vecchia Skoda, ma x il resto sono quasi tutte auto nuove.
Pensa che bello se i prezzi dei supermercati fossero stati così bassi anche a Queensway!

San Francisco? No, Praga.
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L’arrivo è un po’ scontato, nel senso che ho visto tanti palazzoni e il tram vecchio stile: ecco l’idea dell’est europa spartana che acquista conferma.
La vita qui semrba meno cara, un euro corrisponde a circa 30 corone.
Il centro, di sera, è pieno di turisti. E’ una città di fiume, e x questo già affascinante di per se.
Siamo stati al Ponte Carlo, e nelle viette del centro. Potevi essere in un qualunque altro posto dell’Europa.
C’è quasi più caldo che in Italia.

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Parlando con amici e parenti, mi sono reso conto che la gente non sa cosa è raffigurato sulle monete italiane.
Cominciamo dalla più facile: i due euro. Qui c’è il volto di Dante Alighieri, sommo poeta e politico fiorentino, autore della celeberrima Divina Commedia. Questo ritratto è quello fatto da Raffaello Sanzio e che si trova in Vaticano.
Sulla moneta da un euro c’è il cosiddetto “Uomo Vitruviano“, disegno di Leonardo da Vinci (mi raccomando, non fate come un certo scrittore americano, Da Vinci non è il cognome di Leonardo, è il suo paese natale). Leonardo raffigura ciò che Vitruvio (architetto ingegnere romano dell’epoca di Giulio Cesare) aveva scritto nel De architectura a riguardo delle proprorzioni del corpo umano. Il disegno è a Venezia.
I disegno dei cinquanta centesimi diventa più difficile. Va beh che io abito al nord Italia, ma praticamente tutti siamo stati a Roma, no? Anche perchè è facile arrivarci, visto che tutte le strade portano lì.
E cih, una volta nella Città Eterna, non ha salito il colle del Campidoglio (dietro l’Altare della Patria, vi ricordate?), dove c’è la piazza omonima con il municipio di Roma. Questa piazza è stata progettata da Michelangelo, e il papa Paolo III vi fece spostare da piazza San Giovanni in Laterano una statua di Marco Aurelio (imperatore romano del secondo secolo d.c.). Piazza e statua sono raffigurate sulla moneta. Chiaro adesso?? Ma si dai che ci siete stati.
Sul venti centesimi… un disastro. Penso che solo i maniaci come me lo sappiano. Dunque, partiamo dal Futurismo. Cos’è? è una corrente artistica italiana dei primi del secolo scorso, creata da Filippo Tommaso Marinetti (di origini vogheresi, ma questa è un’altra storia). Questa corrente artistica, che spaziava dalla prosa alla poesia, alla scultura, alla musica, ecc. esaltava il movimento e il progresso che avrebbe reso tutto più moderno e veloce. Umberto Boccioni, pittore e scultore, fu uno dei fondatori del movimento. L’opera raffigurata sulla moneta è “Forme uniche della continuità nello spazio“, di cui esistono parecchie copie (la principale è a Milano, io ne ho vista una a Londra alla Tate Modern) che rappresenta un uomo in movimento. E’ interessante il coraggio che ha avuto l’Italia nella scelta di questa figura, magari poco nota, ma che ricorda la più importante avanguardia artistica italiana del ‘900.
I dieci centesimi hanno un viso molto più noto. E se il viso non vi dice niente immaginatevi tutta la figura, una dea che emerge dalle acque… ma si è lei, la Venere, tratta da “La Nascita di Venere” di Botticelli, custodito a Firenze negli Uffizi.
Cinque centesimi: facilissimo: l’anfiteatro Flavio di Roma, vale a dire il Colosseo.
Due centesimi: stranamente molti non lo sanno. E’ il monumeto simbolo di Torino: la Mole Antonelliana di Alessandro Antonelli. Vi ricordate le olimpiadi dell’ultimo inverno? Il logo di Torino 2006 era proprio la Mole stilizzata.
Un centesimo: anche questo non lo sa nessuno! Ora ve lo dico: Castel del Monte. Ne sapete tanto come prima, cioè niente. E’ un grande edificio fatto costruire da Federico II di Svevia (che a dispetto del nome germanico era nato a Jesi, come il mio amico Maurizio. In effetti era nipote del Barbarossa) vicino ad Andria (uno dei capoluoghi della prossima provincia di Andria-Barletta-Trani, targa BT).
Perchè hanno scelto queste cose e non altre? Boh? C’è chi si lamenta per l’assenza di altri grandi personaggi, di altri grandi monumenti… io mi ricordo com’era andata. Una commissione di sapientoni professoroni aveva individuato un elenco di immagini possibili, la scelta finale è stata fatta con un televoto a Domenica In. Se non lo sapevate… è così! Probabilmente hanno televotato in tanti dalla Puglia, da Torino, e da Roma (beh il Colosseo l’avranno votato anche gli altri… ma Marc’Aurelio chi se lo fila?)
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Mi piace l’estate, mi piace l’inverno, mi piace il pollo, mi piacciono le carote, mi piace la techno, mi piace Beethoven, mi piace “Ghost” e mi piace Pulp Fiction, mi piacciono i pomodori, mi piace il cocco, mi piace la Venere del Botticelli e mi piace Filippo Tommaso Marinetti. Mi piace il Dolce Stil Novo e mi piace la New Dada, mi piace Guccini e mi piace Jovanotti, mi piace Carboni e mi piacciono i Prodigy, mi piace De Andrè e mi piace Elio e le storie tese. Mi piace guardare una farfalla e un cubo che ruota su un computer. Mi piace l’estremismo e mi piace stare nel mezzo, mi piace contestare e… mi piace proprio contestare. Mi piace fare la guerra, mi piace fare l’amore. Mi piace mandare tutti a cagare e mi piace salutare tutti col sorriso, mi piace mettermi in giacca e cravatta e mi piace girare coi jeans strappati e con le All Star strappate o con le scarpe lucidate. Mi piace Carmen Consoli, mi piace il rap all’italiana, mi piace Trainspotting, mi piace Titanic e La Vita è Bella, mi piace giocare a tennis perché mi diverto e più sono scarso e più mi diverto, mi piace Vasco – il migliore – e mi piace il sorriso di un bimbo. Mi piace quando vinceva Tomba, mi piace leggere Topolino, mi piace Dylan Dog, mi piace La Fattoria Degli Animali di Orwell e Bar Sport di Benni. Mi piace l’Inter, mi piace il crèm caramel, mi piace il cioccolato al latte, mi piace il colore, mi piace il bianco e nero. Sono Sandokan e sono Cavour, sono Indiana Jones e sono Giulio Cesare, sono allegro come i pagliacci del circo e sono triste come i pagliacci del circo. Mi piace odiare, ma finisco coll’amare. Mi piace la luce, ma amo la notte. Mi piace dormire, mi piace ballare, mi piace impegnarmi, mi piace un casino stupire le persone, mi piace la gente che sorride, mi piace navigare su internet, mi piace leggere, mi piace l’ombra, mi piace stare al sole, mi piace Il Corriere della Sera, mi piace Lupo Alberto e Wil Coyote, mi piace Manuela Arcuri, mi piace la pubblicità della Wyler Wetta, mi piace l’innovazione, amo la tradizione, mi piace il comfort, mi piace stare scomodo, sa più di avventura. Mi piacciono gli occhi delle donne, c’è tutto scritto, ma si riesce sempre a leggere poco o nulla. Mi piace il mare, mi piace sciare, mi piace il verde, mi piace ragionare, mi piace scrivere, mi piace confrontare le mie opinioni con chi mi sta ad ascoltare prima di controbattere, mi piace imparare da chi ha da insegnare, mi piace insegnare a chi ha da imparare. Mi piacciono i gatti, tantissimo. Mi piacciono le loro zampette felpate, mi piace sentirmele addosso. Mi piacciono i maglioni di lana pesante, mi piacciono le t-shirt, mi piacciono le camicie. Mi piacciono le more, amo le bionde, mi piacciono le persone sincere, mi piacciono le fragole, adoro fare le foto, mi piace dare un’anima ai computer, mi piacciono gli occhiali da sole, specialmente quelli con le lenti colorate, mi piacciono le patatine, mi piacciono gli amici. Mi piace stare da solo, mi piace la birra Corona col limone, mi piace la vodka ai frutti di bosco, mi piacciono i Queen, mi piace Battisti, mi piace Gigi d’Agostino, mi piace Frankie Hi-nrg MC, mi piacciono i videogiochi, mi piacciono gli orologi con le lancette, ma uso solo orologi senza lancette. Mi piacciono le collanine, mi piace far ridere, mi piace scombinare l’ordine delle cose, mi piace dire cose senza senso, mi piace guidare. Mi piace il mio telefono, mi piace il mio lavoro, mi piace la vita, mi piace superare i casini, mi piace essere un po’ matto, mi piace prendere tutto alla leggera, mi piace pianificare tutti i dettagli, mi piace decidere all’improvviso, mi piace cercare di migliorarmi la vita ogni giorno che passa. Mi piace la mia maglietta rossa dell’Adidas, mi piace il mio giaccone blu con gli alamari, mi piace correre nel freddo, mi piace la luna. Mi piace ricevere regali imprevisti, mi piace se qualcuno mi da fiducia, mi piace ripagare questa fiducia, mi piace fare regali imprevisti, mi piace soprattutto la fiducia degli amici, mi piace dare fiducia agli amici. Mi piace stuzzicare chi mi fa del male, mi piace urlare nel vento, mi piace pensare. Mi piace tutto, ma a volte non mi piace niente. Mi piace avere i capelli lunghi e lisciarmeli, mi piace troppo avere i capelli corti, mi piace stare senza barba, mi piace essere un po’ trasandato, mi piace la nutella, mi piace chiacchierare con mia sorella. Mi piace osservare, mi piace gironzolare senza meta, mi piace camminare immerso nei miei pensieri, mi piace camminare senza pensieri, mi piace andare in treno col walkman, mi piace girare in macchina con la musica al palo, mi piace girare piano in macchina e farmi superare, mi piace superare quelli che vanno piano. Mi piace il profumo dei prati, specialmente dopo che è piovuto, mi piace riscoprire profumi dimenticati, come quello della colla delle figurine da bambino, mi piace conservare tutto, mi piacciono le persone originali, mi piacciono le persone speciali, mi piace dormire poco, mi piace il 5 Maggio di Manzoni. Mi piace il movimento, mi piace chi trasmette emozioni positive, mi piace la felicità, mi piace nuotare, mi piace cantare, mi piace stare in ciabatte, mi piace girare in bici sotto la pioggia, mi piacciono le nevicate, mi piacciono le cose tenere, mi piacciono le persone decise, mi piace essere sempre indeciso, mi piace il succo di frutta alla pera, mi piace il filetto di pesce alla San Pietro, mi piacciono le barzellette, mi piacciono i Sofficini Findus alla pizza, mi piace la pizza prosciutto e rucola, mi piace la birra rossa, mi piace rileggere ciò che scrivo, mi piacciono le persone intelligenti, mi piace l’acqua e la Coca-Cola, mi piacciono i miti dello sport, mi piace la storia, mi piace Babbo Natale, mi piace avere dei nipoti. Mi piace il numero 9, mi piace scrivermi le frasi interessanti e originali, mi piace l’urlo di Munch, mi piace giocare a scala 40, mi piace la cupola del Brunelleschi, amo Parigi, vivrei sulla torre, mi piace dire che prima o poi andrò a New York, mi piace dire che andrei a vivere in Nuova Zelanda, mi piacciono i bagnoschiuma al pino, mi piace Paperino. Sono Leopardi e sono D’Annunzio, sono l’ultimo dei Mohicani e sono quel bastardo del Generale Custer. Sono stronzo e sono un coglione, sono intelligente e sono fesso, sono gentile e sono sfacciato, sono introverso e sono un rompiscatole, sono brillante e sono schietto. Sono pronto a spaccare la luna se serve a far nascere un piccolo sorriso, sono ingenuo e malizioso, sono prevedibile, ma sono totalmente imprevedibile. Mi piace Certe Notti di Ligabue, mi piace non farmi troppe domande, mi piace fare troppe domande, mi piace fare tante domande, finisco per non fare tante domande. Mi piace il vitello tonnato e mi piace la canzone che sto ascoltando adesso che è Jardin d’Hiver di Henry Salvador. Cosa mi piace non lo so, mi piace continuare lo spettacolo, mi piace rialzarmi dopo ogni sconfitta, mi piace far finta di niente, cosa mi piace lo so benissimo. Mi piace la grinta di Skin degli SkunkAnansie, mi piace Haidi, mi piace la poesia di Jim Morrison e i suoni dei Doors, mi piacciono le ambientazioni dei Tangerine Dream, mi piace Profondo Rosso di Argento, mi piace Piazza dei Miracoli di Pisa, mi piace Marylin di Warhol, mi piace il Quarto Stato di Pelizza da Volpedo, mi piace ridere, mi piace Camogli, mi piace trovare il lato buono di qualsiasi cosa. Mi piace volare, mi piace sognare, mi piace vestirmi secondo l’umore del momento. Me ne vado senza salutare oppure non smetterei mai di salutare e mai me ne andrei. Mi piacciono le emozioni, mi piacciono le giostre, mi piacciono le fiere, mi piace il casino, amo il silenzio, la casa-dolce-casa, la vecchia signora solitudine, mi piace andare nei boschi, mi piacciono le pigne, mi piace il brivido, mi piacciono i complimenti. Mi piacciono soprattutto i complimenti non detti, quelli sottintesi, ne vado fiero, mi piacciono le piccole cose. Mi piacerebbe parlare tante lingue, mi piace Firenze, mi piace l’amore, mi piacerebbe visitare tanti posti, mi piace la diversità, mi piace la satira, adoro l’autocritica, mi piace la cotoletta alla milanese, mi piacciono Le Iene d
i Italia1, mi piace giocare a Tetris, mi piace fare i favori che non mi costano nulla, ma che restano ugualmente dei favori fatti, mi piace sapere di odiare un’infinità di cose, mi piaccio abbastanza, mi piace ciò che ho fatto, mi piace aver fatto gli errori che ho commesso, mi piace il fatto che mi hanno aiutato. Mi piace ciò che faccio, mi piace il futuro, mi piace la libertà, mi piace essere chi sono, mi piace di tutto…..me gusta la mañana….me gusta la noche….me gusta el fuego….me gustas tu.
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Cosa hanno combinato a Disneyland Paris?
Quei burloni che impersonano Minni, Topolino, Pippo, Pluto, ecc. hanno pensato bene, in un attimo di tranquillità, vi mimare atti sessuali, mentre un loro degno compare li stava riprendendo.
Ora il video sta girando su internet col nome di “Orgia dei Topolini” (lo so, adesso andrete tutti a cercarlo, vi dico solo che su YouTube l’hanno rimosso, ma lo troverete lo stesso in giro).
Pare che l’allegra brigata sia stata licenziata in tronco.

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Una volta ero un teledipendente. Da bambino ero affascinato dalla TV, il mio sogno era quello di diventare editore o perlomeno conduttore. Giocavo a “Telefabio” creando palinsesti, mi inventavo studi televisivi, inquadrature, ecc. Mi ricordo ancora che casa mia era lo Studio1, la pineta del parco giochi lo Studio3, ecc.
Quando ero un teenager addirittura ero arrivato a crearmi un’agenda con i dati di tutte le tv che riuscivo a raccogliere: frequenze, indirizzi, numeri di telefono. Inutile dire che non me ne sono mai fatto niente.
Oltre a questo la tv mi piaceva guardarla, e molto. Ero proprio assuefatto. Non potevo immaginare la mia settimana senza TV Sorrisi e Canzoni. Aspettavo il mercoledì per comprarlo e conoscere subito tutti i film, programmi e telefilm della settimana. Quello che non potevo vedere lo registravo (mi ero comprato il VCR coi miei sudati risparmi).
Mettevo sveglie e allarmi durante tutta la giornata per segnalare l’inizio dei programmi preferiti.
Circa dieci anni fa ho iniziato, senza volerlo, ma a poco a poco, a disintossicarmi. Se perdevo una puntata del telefilm o programma preferito, non mi importava più di tanto, e magari non la registravo neanche.
Ormai sono totalmente anti-teledipendente: non guardo un film in tv da anni e anni. Non vedo telefilm (l’ultima serie è stata X-files), rarissimamente vedo la prima serata, non so che programmi ci sono e men che meno i giorni, gli orari e il canale. Mi ricordo che le Iene sono su Italia1… e poco altro.
A pranzo mi guardo un tiggì, poi spengo. Alla sera tiggì mentre ceno, magari quei dieci minuti prima di programma a premi (uno qualunque, non ho preferenze) e magari dopo un po’ di Striscia (ma da qualche anno mi piace meno…). Poi o esco o mi fiondo al computer. Posta, contabilità, gestione siti vari, navigazione spicciola, lettura notizie, ecc. ecc.
Quindi verso le 22:30 / 23 ero abituato ad accendere la tv per vedermi qualche programma in seconda serata (solitamente zappando) e dopo ancora magari un film in videocassetta o dvd.
Solo che da un po’ di tempo a questa parte… Non c’è più la seconda serata. Ormai i programmi di prima serata finisco verso la mezzanotte. Chi ha voglia a quell’ora di mettersi li e iniziare un film? Io ci provo, ma finisce che accendo la tele, mi faccio un giro sui vari canali, poi verso l’una inizio il mio film e all’una e venti sono già tra le braccia di Morfeo.
Così per veder un film ci metto più di una settimana…

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Leggo sul sito de “Il Giornale” (oddio adesso mi diranno che sono uno sporco fascista… ma prima lasciatemi dire che la notiza l’ho letta su Google News):
“La Finanziaria del governo Prodi potrebbe dare il colpo di grazia al già traballante matrimonio tra i turisti tedeschi e il Bel paese. Ormai da tempo le associazioni dei consumatori della Germania criticano l’offerta turistica italiana. «Paghiamo una Ferrari e ci date una cinquecento», è più o meno l’argomentazione. E ora, con la manovra varata dal governo di centrosinistra, arriva la notizia che per compensare il taglio ai trasferimenti dallo Stato agli enti locali, le città potranno imporre ai visitatori una tassa di soggiorno.
Magari sotto forma di un ticket da cinque euro al giorno per chiunque metta piede in una località turistica o una città d’arte dello Stivale.
La prospettiva di un giro di vite fiscale di questo tipo non è piaciuta a quattro colossi dei viaggi del calibro di Tui, Rda, Dertour, Silverjet e Langhout, che hanno deciso di inviare una lettera al governo italiano con l’obiettivo di bloccare la nuova imposta. Stesse finalità e stesse argomentazioni dei tour operator statunitensi e giapponesi che nei giorni scorsi hanno inviato al governo italiano missive dal tono simile.”
E’ così ragazzi: in Italia libero accesso a extracomunitari di ogni sorta, ma ai turisti facciamo pagare l’ingresso. Complimenti.

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Dal “QN Quotidiano Nazionale”
“Città del Vaticano, 7 ottOBRE 2006 – La Chiesa è orientata ad abolire il limbo, ma Benedetto XVI rimanda l’annuncio ufficiale almeno di due anni. Già Giovanni Paolo II si era espresso a favore dell’ eliminazione del luogo che accoglie le anime dei bambini morti senza aver ricevuto il battesimo, così come l’orientamento dei teologici del Vaticano va nella stessa direzione.
Ma chi si aspettava che Papa Benedetto XVI annunciasse ufficialmente l’abolizione del limbo è rimasto deluso. Papa Ratzinger prende infatti ancora tempo e rimanda l’annuncio di altri due anni.”
Caspita, ci tolgono anche il limbo. Quindi tutti quelli che non sono nè carne nè pesce, che non sanno mai decidersi e che amano rimanere nel “limbo”, dal 2008 non potranno più farlo, dovranno scegliere: inferno o paradiso!