Spesso in negozio mi sembra di essere un assistente sociale perchè mi si presentano i più svariati personaggi, ognuno con la propria triste staoria da raccontare. Chi chiede carità, chi lavoro, chi vestiti, chi offerte, ecc. Credetemi, sono una quantità impressionante, in media 3 o 4 al giorno.
Putroppo, mi duole dirlo, si comportano come i piccioni: più li aiuti e più pretendono di essere aiutati in futuro. Quante volte mi è capitato di non comprare l’accendino al venditore ambulante e sentirmi mandato a fanculo!
Sentite questa: una sera sto per chiudere, ho già chiuso le porte e ho dato una sistemata alle vetrine. Sto facendo i conti della cassa quando un brutto ceffo bussa alla porta. Gli faccio segno di ritornare un’altra volta. Lui insiste e dice di voler parlare con mio padre, che era li con me. Allora lui esce e si mettono a parlottare. La scena non mi era nuova, succede spesso. Un po’ perchè mio papà ha la pazienza di Giobbe, cosa che sicuramente non ho ereditato, io mi infiammo come la genitrice (e amo farlo ;-), un po’ perchè da sempre retta a tutta una sorta di strani personaggi: disgraziati, disadattati, irregolari, ecc.
Dopo dieci minuti esco dal negozio, anche perchè erano le 20 e alla sera dovevo uscire. Il tizio inizia ad attaccare bottone anche con me e mi spara una torta incredibile, piagniucolando, dicendo che le ultime notti le ha passate sulla panchina, che i servizi sociali non lo aiutano più, che ha fame freddo sete sonno e voglia di cambiarsi. Io sono in luna buona, mi impietosisce, si mette quasi per terra a supplicarmi. Mi chiede 70 euro. Gli dico che una cifra così se la scorda, apro il portafoglio e, in un impeto di generosità, gli lascio un deca.
Lo so che sono tanti, lo so lo so, non so cosa mi è successo, sembrava proprio sincero, ha giurato e spergiurato che appena poteva me li avrebbe ridati. Ovviamente non gli ho creduto, ma una medievale convinzione di aver espiato in tal modo una fettina di colpe e peccati mi ha spinto a tal cosa.
Mio padre allora gli dice di presentarsi il mattino dopo, così si sarebbe fatto dare una mano a spostare dei mobili. C’era un garage da ripulire di vecchie cose e così questo personaggio è risultato utile.
Questo era venerdì. Domenica vado a Brallo e me lo ritrovo la. In pratica era stato tre giorni con i miei, aiutando mia mamma a fare dei lavori (lei ne ha sempre da fare: togliere la copertura di un gazebo, spostare divani, fare il cemento, trasportare tegole, ecc). Sembrava contento, mi diceva che finalmente aveva fatto dei pasti regolari per tre giorni, aveva dormito in un letto e mia mamma gli aveva anche lavato i vestiti. In più si era beccato un centone per il lavoro, che sommato ai miei diventava un centodieci. Mica male.
Ieri il piccione è tornato a cercare le granaglie in negozio: e no caro mio, la pacchia è finita, aiutati che il ciel ti aiuta, mica sono il tuo spacciatore di denaro… Lui gironzola tutto il giorno davanti e dentro il negozio, in attesa del passaggio del mio vecchio, dicendomi che hanno un appuntamento. Che palle. Io in negozio avrei anche da lavorare. Quando ci sono i clienti dovrei servirli, non è bello dover controllare anche questi loschi figuri a piede libero. Quando non ci sono clienti avrei dovuto scaricare la macchina, sistemare il magazzino, ecc ecc. La gente non si rende conto di quante cose ci sono da fare in un negozio, mica trovo la pappa pronta. Spesso ci passo le serate a mettere a posto. E quello invece che mi fa le menate, che avrebbe bisogno di soldi, ecc ecc. Ho capito ragazzo mio, ma che ci posso fare?? Dopo qualche ora non lo sopporto più e lo spedisco fuori, eccheccavolo! Non siamo al riformatorio, siamo in un negozio, diamine. Alla fine si trovano e si parlano.
Poi alle 20 non so come riesce ad avere il mio numero di cellulare e mi chiama incazzato dicendo che mio padre l’ha preso in giro, l’ha sfruttato, che lui è stato in galera e non ci mette niente a dargli una coltellata, ecc. Io lo mando a cagare in diretta internazionale.
Alle nove arriva a casa il babbo dicendo che ha trovato il tizio in via Emilia, che diceva che 100 euro erano pochi per 3 giornate di lavoro, ecc. Si era già dimenticato dell’ospitalità ricevuta, dei pranzi, dei vestiti, ecc. Risultato, gli da altri 50 euro e lui per tutta risposta lo insulta ancora, lo minaccia e poi va a pagare il conto del bar li vicino: 16 euro.
Cosa?? Ma brutto pezzo di merda, non hai neanche i soldi per cambiarti le mutande e spendi 16 euro in bere?? Ma gran figlio di una puttana.
Come i cani rabbiosi, gli porti il cibo e ti morsicano. Pensi che io sia tranquillo sapendo che i miei genitori possano frequentare questa gente? Quanto ci metterebbero a tirar fuori un coltello? Nulla.
Questo è solo uno dei tanti esempi che potrei raccontarvi, cari amici che lavorate in ufficio e votate Prodi, perchè non sapete come gira il mondo qui fuori. Voi che chiamate lager i centri di prima accoglienza e sfruttatori quelli che aiutano questi ingrati.
E poi mi parlano di razzismo: ma scusa ho già tanti rompicazzo delinquenti qui a Voghera, ma proprio dal Marocco devono venire a minacciarmi?
Poi se ci scappa il morto non lamentatevi, coglioni.