(raccolta molto sparsa di pensieri)

fabiotordi

Category: Cronache Page 3 of 6

Verbale di perquisizione

REGIONE CARABINIERI "LOMBARDIA"
Stazione di Varzi (PV)

Verbale di perquisizione personale di Tordi Fabio nato a Voghera [ecc. ecc.] professione o mestiere commerciante stato civile celibe indentificato mediante patente b n° [ecc.]

L’anno millenovencento99, addì 23 del mese di Luglio alle ore 03,45 in Varzi, Via Circonvallazione.

Noi sottoscritti Ufficiali ed Agenti di P.G., effettivi  al suddetto comando, riferiamo al Signor Procuratore della Repubblica di Voghera che, in data e luogo di cui sopra, nel corso di operazione di polizia abbiamo proceduto all’identificazione della persona in oggetto indicata la quale notata transitare a bordo della sotto citata auto, in compagnia di [omissis] nato a Pavia il [ecc.] e residente in Brallo di Pregola [ecc.] destava sospetto.

Ritenendo che la presenza della suddetta persona, in relazione alle circostanze di luogo e di tempo di cui sopra, non appariva giustificabile e ritenendo altresì ricorrere il caso eccezionale di necessità e di urgenza che non consentiva un tempestivo provvedimento dell’Autorità Giudiziaria, abbiamo proceduto – ai sensi dell’art. 4 della legge 22 maggio 1975, n. 152 – all’immediata perquisizione sul posto, al solo fine di accertare l’eventuale possesso di armi, espolisivi e strumenti di effrazione:

– della persona sopora generalizata e del suo accompgnatore
– del mezzo di trasporto dalla stessa utilizzato, marca Fiat, tipo Tipo, targa PV[XXXXXX], intestato a Tordi Fabio, sopra generalizzato, con il seguente esito: NEGATIVO.

Della perquisizione dei cui sopra abbiamo redatto il presente processo verbale in tre copie delle quali una agli interessati,  una alla P.G. e una agli atti d’ufficio.

Fatto, letto, confermato e sottoscritto in data di cui sopra.

I Verbalizzanti [xxxxxxxxx] [xxxxxxxxx]

——————

Vi racconto come è andata. Eravamo alla "Rive Gauche", discoteca di Varzi, io e un mio amico. Quando ha chiuso c’era la colonna di auto che transitavano verso il paese. Appena dopo il ponte sullo Staffora c’erano due Carabinieri. Chi sono stati i due fortunelli che sono stati fermati? Altro che "destavano sospetto", c’erano almeno 200 macchine… ma il destino crudele e baro (e cinico) ha fatto sì che fermassero solo noi. Ma sì, abbiamo passato un bel 20 minuti in modo diverso dal solito….

Cosa è importante

E’ successo tanto tempo fa, ma potrebbe essere anche oggi. C’è un signore dal’accento milanese che mi telefona perchè ha visto un bel piumino in vetrina. Arrivo lì, apro il negozio e glielo faccio vedere. Noto la sua auto, una sportiva cabriolet che deve valere un sacco di soldi. Guarda gli altri piumini, con fare un po’ da bausciotto della Brianza. E’ un tipo tutto firmatissimo e cerca solo cose di marca. Non pensate ad un tipo borioso e snob, era semplicemente "milanese", ma gentilissimo ed  educato. Insomma una persona con cui è un piacere fare affari. Il piumino sarebbe per la moglie, e mi chiede se posso aspettare: lui sarebbe andato a prenderla entro pochi minuti. Lo aspetto. Arriva e parcheggia in mezzo alla strada. Che sborone, penso io. Entra e mi chiede se posso portare il piumino di fuori per farlo provare alla moglie. Che sborone, ripenso io. Invece no, noto una carrozzella piegata sul retro dell’auto. infatti la moglie non cammina, lui la aiuta ad alzarsi e ad appoggiarsi all’auto. Il piumino non va bene, è troppo grande e quindi non lo comprano profondendosi in scuse. Però non importa, avevo comunque imparato una cosa: al di là di tutti gli sfizi e le apparenze, le cose importanti sono altre, e mi ha fatto ancora più piacere aver avuto a che fare con quelle persone.

Qualcosa di simile

Dopo aver letto l’ultimo post del mio amico Michele, mi è venuto in mente questo aneddoto, non so il perchè: anni fa ero abituale frequentatore dei giovedì estivi all’Acquatica di Milano, che smetteva di essere, per quela sera, parco acquatico e diventava discoteca rock (erano "quelli del Rolling"). Una di quelle sere stavo girando da solo quando vedo una tipa, distesa per terra, a guardare il cielo. Una persona normale avrebbe pensato che fosse matta o ubriaca o qualcosa di simile. Invece, per istinto, mi sono coricato anche io, a un paio di metri di distanza da lei, abbastanza distante da non disturbarla, abbastanza vicino per poterle parlare. "Cosa vedi?", le chiesi. E parlammo per circa dieci minuti di quello che vedevamo in cielo. Poi ad un certo punto lei disse "Devo andare", e andò. Ma furono dieci minuti di poesia. E’ una di quelle cose che sono contento di aver fatto nella vita: seguire l’istinto, restare bambino a guardare il cielo. Anche in mezzo ad una discoteca. Perchè no? Probabilmente penserete che io sia matto o ubriaco o qualcosa di simile

Auto e telefoni

In auto mi sono capitate diverse cose nella mia carriera da guidatore. A volte, parlando con gli amici, mi accorgo che sono cose che succedono a tutti, ma a me in modo particolare. O forse era la mia auto precedente, la mitologica Fiat Tipo, che portava sfiga. Per esempio ho forato un numero indescrivibile di volte. Ormai ero un mago nel cambio prenumatici. Con la Focus penso di non aver mai cambiato io una gomma.
Un’altra cosa è quella di essere fermati dalla Polizia (o dai Carabinieri, vigili, finanza, ecc.). Io sono stato fermato mille volte. Beh mille no, ma ai tempi almeno una volta al mese si. E poi perquisa. Sarà per la macchina da rapinatore e soprattutto per le facce da galera che avevamo io e la compa. Mitica questa: ci fermano i carabinieri fuori dal Rive Gauche a Varzi, eravamo io e Matteo. E giù perquisa. Ci hanno fatto passare l’auto come il riso. Alla fine rilasciano il verbale: hahahaha che ridere, devo averlo ancora da qualche parte. Il verbale ovviamente indicava che ci avevano fermato in una via di Varzi, in piena notte, e ci avevano perquisiti. Tutto normale, peccato che hanno omesso di dire che la discoteca aveva appena chiuso e c’era la fila di auto sul ponte dello Staffora, e chi sono stati gli unici fortunelli ad essere stati fermati? Ma la cosa bella era il motivo scritto: alla ricerca di armi o esplosivo. Ollamadonna!

Con Varni una volta siamo stati fermati a piedi a Riccione!! (anni prima eravamo stati fermati, sempre io e il Varni, sempre a piedi, a Rimini). Un’altra volta a Sala ci hanno rivoltato le tasche, pensavano avessimo avuto del fumo. Che pizza, continuavano ad insistere, finchè non ci hanno controllato tutte le tasche. Dovevamo andare a Pavia e ci hanno tenuti lì un’ora, col risultato che poi era tardi e non siamo andati. Si vede che avevamo proprio un’espressione poco raccomandabile. Un’altra volta a Castellarguidobono stessa scena, ci hanno perquisito da cima a fondo. O meglio, i miei amici… io ero da Varni e sono arrivato lì con una borsa piena di insalata… che faccia hanno fatto i caramba!.  A Serravalle, tornando dal Palace, hanno fatto anche battute sul fatto che fossimo di Brallo. E quella mitica volta a Rivanazzano, di ritorno dal Vertigo di San Martino…. Ragazzi lì si che l’avevamo scampata bella, per fortuna all’epoca non esistevano i palloncini…
Un’altra cosa che mi è successa diverse volte è quella di rimanere senza benza. Non era difficile, io ero perennemente in riserva, ogni volta che pigliavo la macchina dovevo ricordarmi di fare benza. Quando mi dimenticavo… zak, a piedi.
Da quando ho la Focus ho la mania opposta. Se vedo che non ho il pieno, mi viene da fermarmi e fare gasolio.
Così come col telefono: se vedo che scendo sotto una certa solgia, tipo 30 euro, mi sembra di non avere credito e ricarico. Il motivo è semplice: sono pigro. Io vedo gente che ricarica il cell tutte le settimane. Che palle. Io lo farò 3 o 4 volte l’anno. Non voglio avere il patema di pensare se ho credito o meno per chiamare, voglio averlo SEMPRE. Poi stare li coi grattini, ma chi ha voglia! Tutto tramite internet, rapido e veloce. Ho un amico che va avanti a grattini da 5 euro…

Un tizio che conosco

Poco più di anno fa, un tizio che conosco mi ha chiesto un prestito. Non è propriamente un mio amico, ma lo conosco perchè ha la casa dalle mie parti, e conosco anche la sua famiglia. Non era una grande cifra, e mi ha fatto un suo assegno come garanzia, da incassare dopo qualche giorno. Quando sono andato alla mia banca, la sorpresa: assegno scoperto. Ho atteso ancora qualche giorno, per dargli magari il tempo di rientrare e poi mi sono recato presso la sua banca. Per poco non mi ridevano in faccia. Appena hanno visto il nome mi hanno subito detto che non c’era nessuna speranza di portare a casa i miei soldini.

Come ho detto la cifra è quasi irrisoria, ma questa storia ha rafforzato la mia convinzione che il modo migliore di perdere un amico è quello di prestarlgi i soldi. In vita mia, quando ho prestato una cifra più alta di quella per pagare un panino al bar, non mi è stata quasi mai restituita. O conosco solo dei perdaballe, oppure l’animo umano è fatto così: cercare di fottere il prossimo.

Il fatto è che io vivo benissimo. Magari un po’ più disilluso, ma questo non può farmi che bene. Lui invece vive male. Una volta l’ho incontrato in giro, mesi fa, e si è profuso in incredibili scuse dicendo che mi avrebbe saldato al più presto. In questi giorni invece due episodi mi hanno proprio dato da pensare. Qualche giorno fa lo incrocio in Via Emilia. Lui da lontano ovviamente mi vede, e non trova di meglio da fare che mettersi a guardare le vetrine della profumeria Limoni. Adesso, con tutto il rispetto di Limoni, ma che cavolo c’è da guardare (per un uomo) in quella vetrina per due minuti buoni?? Ha ha che ridere. E stamattina, stavo attraversando al semaforo, sempre a piedi, quando lui mi vede, cambia direzione e fa il giro dell’isolato per non incrociarmi. In questi casi mi verrebbe voglia di chiamarlo, oppure di fare il giro opposto per incrociarlo ancora, ma poi scatta in me una strana sensazione: io vado dove voglio, a testa alta. E’ lui quello che si sente così meschino da dover abbassare lo sguardo o cambiare strada. Per pochi euro. Che amarezza. Oggi non sapevo se ridere di gusto o ridere amaro. Alla fine quello che sta peggio… è lui.

Cronaca di 500 metri in auto per Milano

Ero a Milano in zona Sempione e ho notato un pulmino, di quelli vecchi, con tutti gli adesivi attaccati dietro. È una cosa che non si vede molto spesso, una volta era più “di moda”, era un’usanza quella di attaccare gli adesivi sulle auto. Ma non solo sulle auto, c’era più la cultura dell’adesivo, se ne vedevano dappertutto. E uno dei posti dove appiccicarli erano proprio le auto. Quando adesso ne vedi qualcuno così, ci si fa più caso. Tra l’altro questo pulmino aveva degli adesivi assurdi, pubblicitari, tipo quelli delle radio, tutti attaccati storti. Alcuni erano venuti un po’ via e si vedeva la colla. Il "tocco di classe" finale lo dava una foto, ritagliata da un giornale, attaccata con lo scotch. Ad un certo punto doveva girare a destra e io mi sono affiancato con una curiosità matta di vedere chi fosse il proprietario, chi fosse quel personaggio che avesse ancora voglia di attaccare adesivi sul proprio veicolo, in quest’era in cui le auto sono tutte in “bianco e nero”. Sono sparite le auto colorate, hanno tutti i colori delle gradazioni di grigio. Un personaggio un po’ bohemien quindi? Si mi sarei aspettato un signore sulla cinquantina che magari aveva iniziato ad attaccare adesivi trent’anni fa e non aveva ancora smesso. Invece era una ragazza.

Poco più avanti c’era una Mini Cooper a cui si era staccata la “C” della scritta e il proprietario gliene aveva attaccata un’altra, che non era la sua, in quanto era completamente diversa. Piuttosto che girare con una scritta non “completa” costui l’aveva attaccata in modo artigianale.

Poco avanti, al semaforo, avevo una macchina dietro a me che aveva attiva la freccia per girare a destra. Quei casi in cui ti basta avanzare di mezzo metro per permettergli di girare. Quelle situazioni in cui quando capita a me quello davanti non si sposta neanche di un millimetro, anzi se potesse tornerebbe anche indietro, piuttosto di lasciarti passare. Io invece me ne sono accorto, mi sono spostato un poco più avanti e lui, quando è passato, ha rallentato, si è girato per ringraziarmi. È bello questo. Mi piace quando tra automobilisti (e non) ci si rispetta, si usa una certa etichetta non scritta ma che tutti sanno, anche se fanno finta di sapere. Di solito la gente la pensa proprio al contrario: a me non fanno mai favori, quindi io non ne faccio di sicuro, e così si crea il vortice vizioso. Peccato.

Feel the snow

Giorni fa sono andato a Pila con Michele per la prima sciata della stagione. Ogni anno, quando riprendo, ho bisogno di almeno un paio di discese per riprendere il feeling con la neve. Quando siamo arrivati abbiamo trovato subito i nostri amici che erano già li e ci siamo immediatamente sparati la nuova pista del bosco…. Fiiiiiiiiiiiiii….. che bello, che sensazione… stavolta il feeling è arrivato subito. Che bello: la velocità, la neve compatta che sembrava quasi guidasse gli sci, le curve larghe per cercare quasi di "sentire" il contatto col bianco mantello… uuu-huuuuuuuu….. si si, proprio bello.

Aneddoti 11

In questi giorni di neve, dopo aver spalato davanti al negozio lascio fuori la pala. Entra una signora e mi chiede:

Scusi quanto costa la pala?
Guardi, non la vendo io, l’ho usata per togliere le neve qui davanti, se vuole le vende Maconi qui a fianco.
A grazie, mi scusi.

Sale in macchina e se ne va. Boh???

Entra una signora con figlia:

Vorrei solo un’informazione
Mi dica
Vorrei sapere se c’è il numero
Eh…
Si, insomma, se c’è il numero
Si ma di che cosa?
Dei doposci
Che numero?
38
No, mi spiace, il 38-40 non c’è più
In che senso?
Nel senso che i numeri dei doposci vanno a 3 a 3, c’ è il 35-37, il 38-40, il 41-43, ecc.
Bene, potrei avere un 38-40 allora?
Non ne, ho. Ho finito i 38-40
Ah
Se vuole posso farle provare un 35-37…
Si ma… quelli la in alto non sono doposci?
Si
Allora mi dia un 38-40
Signora: NON NE HO. FINITI! FI-NI-TI. Mi spiace, ma non ne ho.

Ho la faccia di uno che mente, o comunque non sono credibile

Aneddoti 10

Ai primi di novembre entra un signore con ai piedi un paio di scarpe che aveva preso in negozio. La conversazione si è svolta più o meno così:

“Sono venuto a reclamare, si è scollata la suola di queste scarpe. Me le dovete cambiare perché sono nuove, le ho appena prese”
“Oh cavolo, ma certo, mi faccia vedere… hey ma queste scarpe le ha prese già da un bel pezzo!”
“Saranno due settimane, e si sono già rotte”
“E no caro signore, queste scarpe le ho messe in svendita a 5 euro il giorno della riapertura autunnale… e abbiamo aperto i primi di settembre, quindi sono passati due mesi, non due settimane”
“E va beh cosa c’entra, io le ho appena messe”
“Cosa vuol dire? Se lei le metteva fra 5 anni e si rompevano veniva a reclamare? Per cinque euro poi…”
“Non è il fatto dei 5 euro, potevano essere 5 oppure 50, voi me le dovete cambiare. E poi siamo in Europa, e c’è la garanzia di 2 anni”

A quel punto voi cosa avreste fatto? L’avreste cacciato a pedate immagino. Invece no, proprio per il fatto dei 5 euro: chissenefrega, mi guadagno un posto in paradiso. Gliele ho cambiate, con un altro paio di scarpe da 5 euro. Ovviamente ho preteso le sue (che dopo ho buttato nel cestino).
Santa pazienza!!!!


Lo sfacelo della vetrina alla sera del giorno di riapertura autunnale a settembre..

Io speriamo che me la cavo

Mettendo a posto nei cassetti, ho ritrovato un curriculum che mi avevano presentato in negozio. L’avevo tenuto perchè era troppo forte. Non posso non metterlo sul blog, rispettando ovviamente la privacy della persona. Eccolo, in rosso i miei commenti.

Nome Xxxxxx Xxxxxxx

Indirizzo via tal dei tali (non lo metto per rispetto, ma è scritto in minuscolo e pure sbagliato!!!)

Telefono 3xxxxxxxxxx

Nazionalità Italiana

Data di nascita xx/xx/xx

Esperienza lavorativa: Nomedelnegozio (ho lavorato come stagista). Lavoro ogni sabato in piazza meardi (scritto minuscolo) a fare pulizie a 2 uffici (non si scrive mai il numero due in numero) e una scala (e un bel chi se ne frega?, ma che esperienza lavorativa è?)

Tipo di azienda o settore: Abbigliamento (ma non si trattava di pulire scale e uffici??)

Tipo di impiego Commessa

Principali mansioni e responsabilità: Di tutto con foglio allegato dietro (qui iniziamo a dare segno di problemi con l’italiano)

Istruzione e Formazione

Date (da a) Da settembre2003 (tutto attaccato) a giunio2007 (tutto attaccato e scritto sbagliato)

Nome e tipo di istituto di istruzione o formazione: Istituto professionale maragliano (sempre minuscolo, povero Maragliano) come indirizzo di grafico pubblicitario per tre anni e un anno al santa chiara (sic!) come operatore/trice (ma cavolo, lo saprai se sei un operatore o un’operatrice!) commerciale delle vendite e dei trasporti.

Principali materie / abilità professionali oggetto dello studio: Al maragliano le materie di studio erano:italiano ,storia, geografia ,diritto, matematica , (gli spazi prima o dopo le virgole… a caso) grafico (grafico? che materia è grafico??!!), tecnica (si ma tecnica cosa?), professionale (ma che materia è "professionale" ?), ginnastica, religione (ah certo, tra le principali materie, maddaiiiiiiii), inglese,geometria, scienze invece al santa chiare (ok i punti e le virgole non li conosciamo, ma almeno il nome della scuola!!!): diritto, matematica, tecnica delle vendite, informatica, tecnica professionale magazzino, tecnica professionale vendite, tecnica commerciale, comunicazione specialistica, italiano, storia, geografia, vetrinistica, capacita personale (anche gli accenti le sono sconosciuti), scienze, sicurezza, inglese.

Qualifica conseguita: Per ora medie ancora un anno di studio per avere il diploma (e si vede che hai solo la licenza media, come puoi scrivere una frase così messa male in un curriculum)

Capacità e competenze relazionali: MI SO RELAZIONARE MOLTO BENE CON ALTRE PERSONE PERCHE’ (e qui siamo passati al "tutto maiscuolo", chissà il perché) SONO UNA RAGAZZA SOCIEVOLE CON TUTTI PERCHE’ AVENDO FATTO LO STAGE COME COMMESSA AL UNIVERSO MODA DEVI RELAZIONARTI CO LA GENTE E DEVI SAPER COMUNICARE PER FARTI CAPIRE DALLA GENTE (infatti io non ho capito una mazza. Per prima cosa dovrebbero abolire per legge parole inutili come "relazionare". Poi volevo farti notare che non serve essere "socievoli" per fare la commessa, non sei un cagnolino. Un’altra cosa da abolire sarebbe l’abuso del tempo gerundio. Infine un consiglio, ma cavolo rileggilo prima di stamparlo, come fai a fare tutti questi errori di battitura, è un documento importante, cosa pensa di te uno che non ti conosce e legge ‘sta roba? Non stai scrivendo un blog. Noi blogger abbiamo licenza poetica, pertanto possiamo fare tutti gli errori che vogliamo)

Capacità e competenze organizzative: nessuna (e allora potevi risparmiarti di scriverlo, no?)

Capacità e competenze tecniche: So usare molto bene il computer (a si? e io so usare il microonde)

Capacità e competenze artistiche: So disegnare discretamente essendo che ho studiato come grafico. (per fortuna che non c’è la voce: capacità di utilizzo della lingua italiana…. brividi…..)

Patente o patenti: no

 

da notare anche che in fondo alle pagine c’è scritto: "Curriculum vitae di" e basta, senza il nome. Che idolo che sei. Mi ricordi un mio amico che alle superiori riusciva a scrivere il proprio nome sbagliato nei compiti in classe.

Aneddoti 9

Oggi voglio parlarvi di un cliente particolare. L’uomo dalle tasche quadrate.

Questo tizio è spuntato all’improvviso quest’inverno, è venuto una dozzina di volte, in un caso anche due volte nello stesso giorno… a chiedere sempre la stessa cosa.

Vale a dire: una giacca…. con le tasche quadrate. Entra dentro e dice, con una flebile voce quasi inudibile: "Salve vorrei una giacca impremeabile…. …. con…. …. …. le tasche quadrate". In pratica vuole i tasconi applicati all’esterno, non le tasche che rientrano nella giacca. Il motivo non si sa, ma a lui piace così. Il problema è che tutte le giacche che gli mostriamo non vanno mai bene: non ha il  cappuccio, ha il cappuccio ma non è staccabile, è grande, non mi piace il colore, non mi piace il tessuto, ecc. Una volte ne ho trovata una che aveva tutte le caratteristiche ma… aveva la cerniera nelle tasche (quadrate) e lui poverino poteva farsi male nel mettere le mani in tasca!!!

Ma io mi chiedo: ma se sei venuto al mattino, perchè torni al pomeriggio e mi fai tribulare mezz’ora per cercare una cosa che sai già che non c’è? perchè torni due giorni dopo? Non le fabbrico le giacche con le tasche quadrate ! E non c’è verso di dirgli di dare un’occhiata: vuole essere servito! E poi quasi si arrabbia: "ma possibile che non avete una giacca con le tasche quadrate, in giro vedo che ce l’hanno su tutti". Allucinante.

Tempo fa è entrato, ha visto i k-way e ha detto: vorrei un k-way… con le tasche quadrate.

NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!

———————–
Aggiungo una strana richiesta. Entra un tizio e dice: "avete teli mare antiriflesso??". Nella mia beata ignoranza non so neanche cosa siano…

Aneddoti 8

Un giorno un tizio entra, lasciando fuori il povero cane, attaccando il guinzaglio ad un canale pluviale. (Da notare che nel mio negozio non c’è il divieto di ingresso per i cani, anche se metterei molto volentieri il divieto di ingresso per quelle teste di quiz che fanno orinale le propie bestiole proprio sull’ingresso, ma presto farò un’altro cartello come questo). Il problema è che il cane era legato molto vicino alla porta d’ingresso, cosicchè si è posizionato proprio sull’uscio a "fare la guardia". Siccome era un cagnone di grossa taglia, va da sè che scoraggiava i potenziali clienti anche solo ad avvicinarsi al negozio. A questo punto ho fatto notare la cosa al mio cliente, che ha obiettato "Ma no, non fa male a nessuno". Ok, non farà male, ma incute un certo timore. E così sono dovuto uscire io: "Ciao cane, dai spostati, non puoi stare sulla porta…" e come San Francesce con il lupo, l’ho convinto a spostarsi di un metro. Anche questa mi tocca fare, visto che il cliente ha sempre ragione…

Entra una signora:
Vorrei un paio di pantaloni da sci come quelli della vetrina.
Eccoli.
Una domanda: ma i pantaloni da sci vanno bene anche per andare sulla neve??
Certo signora (no figurati, io di solito vado a sciare al mare… ma che domande sono????)
Ma questi non sono pantaloni!
Come no?
E no, hanno le bretelle.
Beh… chiamiamoli "Pantaloni con le bretelle", ma sempre pantaloni sono.
Ma non mi piacciono con le bretelle.
Le bretelle si staccano semplicemente, sono attaccate con il velcro.
Non mi piaccionoooooo…
A quel punto stacco le bretelle (è facilissimo, basta tirare lo "strappo") e glieli rendo in mano
Ecco, adesso non hanno più le bretelle!
Oooh, bene, adesso si che mi piacciono.

Ma secondo voi è gente normale???

Strane patologie: entra una donna e dice "Voglio una tuta, ma con la giacca lunga perchè soffro di sedere freddo".

Altro due conversazioni surreali. La prima:
Hai la XL di questa maglietta?
Si ce l’ho, ma non bianca, bensì nera.
Posso vederla?
Eccola.
Ma che taglia è?
XL
Ma no, è grande, non hai la L ?
Ma se mi hai chiesto la XL.
Io te l’ho chiesta bianca, di quella nera
(era lo stesso identico modello giuro) voglio la L

Seconda:
Voglio una giacca nera come quella in vetrina.
Eccola.
E’ piccola.
Più grande non c’è. Però c’è di quest’altro modello, sempre nera.
Non c’è blu?
No. Ma scusi, non la voleva nera?
No di questo modello la voglio blu.

Ma voi cosa rispondereste a queste tipe? Io non so cosa dire e faccio finta di niente….

Via Bligny 42

Gli anni scorsi frequentavo parecchio Milano alla sera, tant’è che tra amici è nata l’idea balorda di affittare un microappartamento in società da usare per fermarsi a dormire se capitava di fare tardi. Ingenuamente pensavamo di cavarcela con 500 / 600 euro al mese, ma non trovavamo neanche un box per quella cifra.
Cerca sui siti, cerca nelle inserzioni delle agenzie, ma…. nulla. Solo cifre pazzesche: monolocali a partire da 1000 euro. Alla fine troviamo un sito con questa inserzione: "Affittasi monolocale in zona centrale di Milano, 350 euro al mese". Ottimo, direi. Il mio socio telefona e la telefonata si volge più o meno così:

"Buongiorno, vorrei delle informazioni sul monolocale in affitto"
"Certo, si trova in Via Bligny 42, se vuole andare a vedere lo stabile, così se poi le interessa mi richiama"
"No, ma a me interessa di sicuro, si può andare a vederlo?"
"Ecco si, lei vada a vedere il palazzo, poi se è proprio ancora interessato ci risentiamo"
"Ma.. perchè è messo male?"
"Noooooo, l’appartamento è piccolino, ma in ordine: tavolo, sedie, letto e… stop. Però il palazzo non è messo benissimo. Facciamo così: lei lo va a vedere e poi, se è ancora interessato, ci richiama"
"Va bene, a risentirci"

Beh diciamo che è molto strano questo comportamento: di solito prima di rivelarti l’indirizzo…. ti ci portano loro, altrimenti l’affare sfuma. Boh? Decidiamo di fare una piccola ricerca su internet e cosa scopriamo? Ecco cosa: !!!!

"Omicidio nella casbah di viale Bligny. Tunisino accoltellato. Il quartiere: «Violenze e spaccio: non ne possiamo più»"
"Nel fortino di viale Bligny 42 lo spaccio è porta a porta"
"«Cinquanta a casa mia». Casa mia è viale Bligny 42, la casbah in pieno centro, il Bronx nel cuore della città, la via Anelli di Milano pronta a esplodere come e più di quella di Padova"
"Milano: Violentarono Connazionale, Arrestati Due Curdi"
"È successo nel cosiddetto «palazzo della droga» di via Bligny 42, dove spesso intervengono le forze dell’ordine anche per indagini sul terrorismo."
"È finita con cinque arresti, due italiani fra cui un transessuale e tre egiziani, la notte a base di cocaina e sesso di due operai"

e altri articoli di questo genere…. capito adesso perché nessuno vuole questi appartamenti ??

La banca digitale

Ieri sono stato alla filiale della mia banca, la BRE. Si vede che dopo innumerevoli rapine nelle varie filiali della zona, stanno cercando di prendere delle contromisure. La novità è che per entrare devi appoggiare il dito su un “coso” che registra le impronte digitali.
A parte il fatto della palese violazione della privacy, in quanto manca (o non è ben visibile) il cartello che spiega tutto questo… ma si sa che l’Italia è il posto dove si fanno le leggi solo per il gusto di non applicarle. Allo sportello mi hanno detto che dopo una settimana vengono cancellate. Si come no, come se io non avessi lavorato anni fa per il sistema informatico di una grande banca: non si cancella mai nulla. Ovviamente all’utente si giura e spergiura che tutti i suoi dati sono stati cancellati… ma secondo voi?? Al giorno d’oggi i dati personali sono talmente importanti che ci si può permettere di cancellarli??
A parte questo discorso, il sistema delle impronte digitali mi sembra accettabile e discreto: non fa perdere tantissimo tempo e spero che così venga eliminato quel fastidissimo sistema che non ti permetteva di entrare se avevi oggetti metallici in tasca che per chi come me ha sempre una paio di cellulari, monete, due o tre mazzi di chiavi ecc. è veramente una seccatura. Il fatto è che, per quegli utenti che non capiscono il meccanismo, la porta viene aperta lo stesso, per poi spiegargli, una volta dentro, come funziona il sistema. Bene, se io fossi un rapinatore farei finta di non capire e mi farei aprire. Ma si, magari poi la cosa migliora, staremo a vedere…

Casino de la Vallée

Tempo fa sono stato al Casino di Saint Vincent, in Valle d’Aosta. Erano esattamente 15 anni che non entravo in un posto del genere (se si escude un rapido passaggio in quello di San Remo e a quello di Montecarlo, ma erano brevi visite turistiche solo nelle sale delle slot machine).

Ragazzi, quanti soldi che girano. C’è un sacco di gente, ma veramente tanta, che butta palate di soldi sui tavoli verdi come se niente fosse. E quando dico palate di soldi intendo proprio tanti. Al piano di sotto puoi entrare senza giacca e i giochi hanno solitamente delle poste minime più basse. C’era pieno di giapponesi che giocavano ad un gioco strano che non sono riuscito bene a decifrare. Dei tizi giocavano a dadi e uno di loro aveva in mano una mazzetta di 500 euro!!
Al piano di sopra l’ambiente è un poco più raffinato, e lì c’è gente che picchia duro come un fabbro. Al tavolo di Chemin de Fer ho visto un tale che in una mano si è portato a casa dodicimila euro. Do-di-ci-mi-la. Io e i miei soci abbiamo scambiato qualche soldino in fiches, che distribuivamo parsimoniosamente sul tavolo della roulette. Ogni tanto passava uno e buttava un gettone da 500 euro e se ne andava, come se niente fosse. Poi ne è arrivato un altro e ha cambiato una fiche da diecimila euro, lamentandosi, a cuor leggero però, che la serata era un po’ sfortunata.


Édouard Manet – Le Chemin de fer

Commmento della serata: ma si bel posto, un giro ogni 15 anni si può anche fare (magari anche senza aspettare così tanto, per la carità), avendo però bene in mente che l’unico che vince sempre e comunque è il Casino. Punto e basta. Se ci vai e dici "passo una serata diversa e butto via TOT euro" va bene, se pensi di vincere invece è meglio che te ne stai a casa. I soldi che hai in tasca quando entri devi considerarli persi, se li riporti a casa è già una fortuna.

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