COMITATO DIFESA TREBBIA NURE AVETO
E’ stato presentato un progetto alla Regione Emilia Romagna, nel quale sono previste due opere di presa con captazione in galleria per una lunghezza
di 20 km divisi tra Trebbia e Aveto. 20 km di fiume completamente in secca! La centrale che raccoglierà l’acqua delle due condotte sarà poi posta alla confluenza dei due fiumi (Confiente); si parla di un edificio con una pianta di circa 1000 mq per 18 m di altezza nel cuore di due vallate che tutta Europa ci invidia!
I progetti a cui il Comitato si oppone prevedono l’intubamento delle acque di questi fiumi e torrenti e la loro messa in stress idrico per alcuni chilometri, nonché la realizzazione di tutte le infrastrutture quali strade di accesso, traverse, condotte forzate e gallerie, basti pensare che alla confluenza di Aveto Trebbia è prevista una struttura alta 18 metri.
AVETO e TREBBIA. E’ perfino superfluo parlare del loro valore ambientale e turistico. Basti ricordare che sono due dei pochi corsi d’acqua che presentano caratteristiche chimico-fisiche e biologiche tali da permettere la balneazione ed un uso turistico, in grado di richiamare, nel periodo primavera-estate, numerosissimi turisti, canoisti, pescatori e bagnanti anche dalle province vicine, in particolare Lodi, Cremona, Pavia, Milano. Il tratto interessato dalla messa in asciutta comprende i famosi meandri di Confiente, dove la Trebbia, per le particolari caratteristiche geologiche, disegna ampie anse incassate in alte rive
boscose.
A fronte di questo danno, NESSUN VANTAGGIO in termini economici ed occupazionali ricadrebbe sulle popolazioni locali. Infatti l’energia prodotta verrebbe venduta in rete secondo criteri di libero mercato, non avvantaggiando in alcun modo gli abitanti delle valli interessate, ma garantendo grandi profitti solo all’azienda (bresciana) che ha proposto il progetto.
Per quanto riguarda poi le ricadute occupazionali, si tratta di impianti che funzionano in modo completamente automatizzato e che quindi, realisticamente, non produrrebbero posti di lavoro in loco. Tale sfavorevole rapporto costi-benefici diventa ancora più evidente se si pensa che già oggi la provincia di Piacenza
produce (a prezzo di grandi danni ambientali) quasi dieci volte la quantità di energia elettrica che consuma (14 milioni di megawatt/ora prodotti all’anno contro 1 milione e mezzo utilizzati).
Ecco il sito:
www.notube.it
Ecco il video: