Oggi chiuso
Tutto quello che non rientra nelle altre categorie
Ma vi ho mai raccontato di quando ho saltao in skateboard la muraglia cinese? Nooo ??!!?? Ecco il filmato:
Leggevo su "Focus" del dicembre 2007:
A scuola è la materia più odiata dagli studenti. Ma ingiustamente: l amatematica è la regina delle scienze, e per più motivi.
Ma la matematica è anche un abisso senza fondo, un calderone che accumula in sè, da millenni, i contributi delle culture più diverse (Egizi, Babilonesi, Greci, Indiani…), probabilmente fin da prima dell’invenzione della scrittura. perchè questa disciplina è veramente universale: vale in tutti gli angoli dell’universo (i suoi teoriemi sarebbero gli stessi anche per eventuali altre civiltà extraterrestri) e in ogni epoca (il teorema di Pitagora è valido oggi come lo era più di 2 mila anni fa).
La matematica è il nostro passato e il nostro futuro: senza di lei non esisterebbero le industrie, i cellulari, i conti in banca… Saremmo rimasti, insomma, all’età della pietra.
Grazie al regalo dei miei amici, posso svelarvi che la meditazione del Dalai Lama del 3 aprile recita:
La povertà materiale non deve impedire di coltivare pensieri nobili. Infatti essi sono addai più importanti della ricchezza. E’ per questo che anche se si è poveri non c’è ragione di scoraggiarsi o di ripiegare su sè stessi.
Beccatevi questo:
Anima Sana In Corpore Sano. Cosa c’entrano i latini? Avete fatto caso alle iniziali di questa locuzione? Esatto, quelli della ASICS hanno preso spunto da Giovenale.
Non sapete quante altre marche (ops, uno studente di Marketing come me dovrebbe dire "brand") riservano sorprese. Ad esempio molte sono formate dalle iniziali del nome e del cognome dei fondatori. La manifattura Mario Colombo ha il marchio "Colmar". Il signor Vitale Bramani ha inventato la famosa suola Vibram. E che dire di Adolf Dassler detto Adi? Lui fondò la famosa Adidas mentre suo fratello Rudolf Dassler fondava la Puma. Complimenti, sono riusciti entrambi a realizzare imprese di alto livello. La colla Uhu si chiama così perchè ricorda il verso del gufo reale. E la mitica Nutella? Deriva dalla parola inglese nut (nocciola). certo che sono avanti quelli della Ferrero eh? La Reebok, famosa marca sportiva, prende il nome da un’antilope africana, così come Nike deriva dal nome di una dea greca. Pssiamo ai grandi magazzini. UPIM sta per Unico Prezzo Italiano Milano, mentre STANDA è la contrazione di "Magazzini Standard" (anche se durante il fascismo fu modificato in STANDA – Società Tutti Articoli Nazionali Dell’Abbigliamento)
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi –
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola,
un grido taciuto, un silenzio.
Così li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla.
Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti.
Mi fanno male i giorni, mi fa male il colore, il calore, i profumi e le sorprese.
Continuo a non voler capire per evitare di odiare, ormai lontano dagli altri, lontano da me stesso e lontano dalla vita.
Ho smesso di immaginare quella vita che so bene che non mi appartiene.
Io sono solo , almeno quando mi ricordo di esistere.
Spero un giorno potrete perdonarmi, so che lo farete … queste sono le ultime righe che vi scrivo e l’ultimo saluto a chi mi ha voluto bene
…no non vi preoccupate, non le ho scritte io ‘ste cose…
Un uomo con la bombetta è arte? Forse no. Una mela? probabilmente no. Un uomo con la bombetta con il viso nascosto da una mela diventa arte.
Un quadrato, delle linee? Se sono disposte da un’anima diventano arte.
Due manichini sono artistici? Dipende.
Questi sono solo esempi, per cercare di spiegarvi perchè il codice è poesia. Per codice intendo il codice di un programma, si insomma quella serie quasi interminabile di astrusi comandi che i presunti cervelloni danno in pasto agli ammassi di rame e silicio. Come fa una cosa che è figlia della matematica ad essere assimilata alla poesia? Orrore. Se è questo quello che pensate non avete capito nulla. Per prima cosa vi assicuro che la matematica e l’informatica sono parenti tanto come la ginnastica e la latteratura. Certo, se fai ginnastica sarai un letterato più attivo, ma puoi benissimo essere un appassionato di letteratura senza dover fare ginnastica!!! E poi…
E poi… quando con delle pennellate di enigmatici geroglifici riesci a dare vita a figure, disegni, animazioni, movimenti, quando con delle note sottoforma di simboli grafici riesci a far suonare, a far vibrare l’anima di un inanimato computer, o creare movimento, far nascere sensazioni, dubbi, conclusioni…. Voi non conoscete che emozione. Come il bambino che costruisce con anonimi pezzi di Lego un bel robot semovente. Che bello.
Ti metti li e, pezzo dopo pezzo, con fatica, con tanti errori e ripensamenti, riesci a far fare cose strabilianti. Dai un pizzico di vita, un pizzico di fantasia, di sapere, di incantesimo. Forse allora è vero, code is poetry, o forse no, it’s a kind of magic:
il codice è magia !
L’unico atto poetico necessario è la scrittura della poesia, e tutto quello che viene dopo è propaganda.
Le due più grandi invenzioni dell’uomo sono il letto e la bomba atomica: il primo ti tiene lontano dalle noie, la seconda le elimina.
Mi guardai intorno. Non c’era nessuna donna, lì in quel caffè. Ripiegai sulla cosa che sta al secondo posto in graduatoria: sollevai il mio bicchiere e lo scolai.
Ma cosa diavolo ci mettono dentro per farlo così buoni? La droga?
Sto parlando dei Fagolosi, che per chi non lo sapesse sono i mitici grissini prodotti dalla GrissinBon. Io li ho scoperti qualche anno fa nei ristoranti. Solitamente non sono un vorace divoratore di grissini, ma quando ho assaggiato i Fagolosi… mamma mia che scorpacciata. Sono proprio buoni. E così ho iniziato a comprarli anche per casa. Se mi avessero predetto che un giorno avrei comprato i grissini da mangiare a casa avrei sicuramente negato: a che servono?? Al risotrante li sgranocchi nell’attesa delle pietanze, in casa non ha senso: se sto preparando io da mangiare non ho tempo di sgranocchiare alcunchè, se non sto preparando io preferisco fare dell’altro piuttosto che stare seduto a perdere l’appetito coi grissini.
Invece ora in casa li uso come stuzzichini, quando non ha proprio fame ma… voglia qualcosa di buono, come diceva la contessa in giallo. E siccome io in casa non ho la scorta di Rocher come il mitico Ambrogio, mi butto sui Fagolosi. La scorsa settimana ho voluto provare quelli coi semi di sesamo: buonissimi anche quelli. Ma come fanno quelli della GrissinBon? Complimenti.
Che emozione, guardate cosa hanno realizzato Darron Schall e Claus Wahlers:
un emulatore Commodre 64 in flash !!! Che figata!!!
Il progetto è sicuramente da milgiorare, ma è veramente una figata.
Lo potete provare cliccando qui.
Ieri sera sono stato al teatro Arlecchino di Voghera ad assistere al musical sulla vita del pittore Giuseppe Pellizza da Volpedo. Molto bello. Ecco cosa dice il volantino:
Lo spettacolo mette in rilievo attraverso la musica e l’azione teatraIe i principali anni della vita e della produzione artistica del pittore, compresi fra il 1891 e il 1907, anni intensi e amari in cui la piena maturità e consapevolezza del pittore si scontrano con la fragilita, le difficoltà e i dolori dell’uomo.
Una particolare forma di teatro musicale (vicina al musical) che indaga l’universo "pubblico" e quello "privato" del pittore: i suoi quadri, le sue passioni artistiche, il suo impegno sociale, le sue amicizie, i suoi affetti.
Viene affrontato il tema dell’amore di Pellizza per il paesaggio, per la luce e i colon, e in modo piu approfondito l’amore di Pellizza per la mogiie (quella Teresa che egli sposo giovanissima) insieme all ‘attenzione del pittore per l’ universo femminile, per quelle presenze austere, silenziose, proprietarie di misteri che, nei suoi quadri, Pellizza osserva attento e partecipato (un’attenzione e un rispetto inediti nella cultura pittorica di fine ottocento).
Viene tratteggiato il Pellizza autore di Ricordo di un dolore, di Pensieri o La sposa (i suoi primi capolavori) ma anche il pittore dei famosi Panni a/ sole, Le ciliegie, Mammine, Sul fenile, con i primi esiti divisionisti fino al periodo simbolista de "Lo Specchio della vita".
E, naturalmente, emerge con forza il mondo contadino di Volpedo, quel mondo da cui Pellizza non riuscira mai a staccarsi, con i suoi amici di sempre che immortalerà nel suo quadro piu famoso: quel Quarto Stato che lo ha fatto conoscere nel mondo.
Si evidenziano inoltre le relazioni che Giuseppe Pellizza ebbe con il mondo culturale fra Tortona e Voghera. Si assisterà a dialoghi sulla pittura tra Pellizza e Angelo Morbelli (altro importante pittore alessandrino) e a discussoni sulla politica e sulla società con Emesto MaJocchi, giornalista vogherese, anarchico socialista e suo fraterno amico. Non mancano in scena anche il fotografo vogherese Cicala e il piu giovane pittore Barabino. Riferimenti d’obbligo sono infine l’intenso diario e le lettere, i materiali piu privati del Pellizza cui la drammaturgia dello spettacolo intende rendere discreto omaggio.
per altre info www.teatrodegliacerbi.it oppure www.pellizza.it
C’era un re egizio, insomma un faraone, che era figlio di Amenofi terzo, e così lui sarebbe stato Amenofi 4. Alcuni, forse più propriamente, lo chiamano Amenhotep quarto. Come è successo molte volte nella storia (per esempio con l’imperatore romano Costantino) ad un certo punto ha pensato bene di cercare di manipolare la religione per fini personali, vale a dire per aumentare il proprio potere (a scapito dei santoni del tempo). E così iniziò a propagandare il culto del dio Aton, al posto di quello del dio Amon. A questo punto si rese conto che il suo nome, Amenofi, derivava da Amon e quindi non stava facendo una bella figura. E così cambiò nome in Akhenaton (d’altronde lui era il re e poteva fare ciò che voleva, no?). Un po’ come poi fece il suo successore, altrettanto famoso, Tutankhamon (quello che porta una sfiga pazzesca), che prima si chiamava Tutankhaton. Che casino eh?
Ma perchè arlare di Amenofi/Akhenaton? Perchè egli aveva una moglie, la mitica regina Nefertiti, bella gnocca, famosa in tutto il mondo per le statuette che la raffigurano in tutta la sua bellezza. Pensate che sono passati più di tremila lunghi anni. Infatti si sa poco di lei, notizie frammentarie. I più la vogliono come giovane sposa del re, morta giovane, altri azzardano addirittura che invece se la filava con Tutankhamon. Potrebbe anche darsi, visto che ho ricevuto in dono una statuetta di gesso raffigurante la regina e porta una iella incredibile ;)
Ma tanto è andata in premio al vincitore del "Maestro 2007"
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