(raccolta molto sparsa di pensieri)

fabiotordi

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Rotelle di liquirizia

In primavera (ma anche nelle altre stagioni) il Tordus Fabiolensis è particolarmente ghiotto di rotelle di liquirizia, di cui si nutre avidamente. Avrei voluto scrivere un articolo a tal proposito, ma ho trovato un articolo che dice essattamente ciò che penso io. Lo trovate qui:

http://culoecamicia.wordpress.com/2008/06/06/il-dilemma-delle-rotelle-di-liquirizia/

Ma lo riporto per comodità:

Il dilemma delle rotelle di liquirizia

Le rotelle di liquirizia sono una delle schifezze alimentari più buone che io abbia mai mangiato. Cosa dite? Mi sto contraddicendo? Beh, a parte il fatto che non sarebbe la prima volta che succede, ora comunque cercherò di spiegare questo ossimoro.

Rotelle di liquiriziaSono delle schifezze perché contengono di tutto, dallo sciroppo di melassa alla cera d’api e la liquirizia è presente solamente sotto forma di estratto in una quantità pari a 1,4%. Credo ce ne sia di più nell’ultima confezione di bagnoschiuma che ho comprato! Però (anzi, proprio per questo) sono buone, morbide, gommose e hanno un gusto eccezionale.
Le adoro.

Tale passione – so di non essere l’unico ad averla – potrebbe derivare dal divieto imposto da tutte le mamme ai propri figli: “questa cosa non la puoi mangiare perché è una schifezza” significa “questa cosa ha un sacco di coloranti e conservanti e non te la compro” ed implica “voglio assolutamente mangiare questa cosa vietata” che porta a scoprire che “questa cosa è buonissima”.
Ed è la fine.

Questa mania delle rotelle di liquirizia comunque porta con se un dilemma, una domanda fondamentale per l’esistenza: come si mangiano?

Io solitamente le srotolo e poi le mangio a pezzettini gustandomele lentamente, come sto facendo durante la stesura di questo post. Ma ci sono altre scuole di pensiero: c’è chi oltre a srotolarla divide anche i due “fili” che la compongono e chi la morsica ancora arrotolata. E voi, di fronte ad una rotella di liquirizia ed al quesito fondamentale che essa vi propone, come vi ponete?

zar

Soqquatto

Il primo dubbio è questo: perchè le forze dell’ordine non hanno recintato subito la zona dove è stata trovato il corpo di Yara e soprattutto non l’hanno lasciato recintato? Come è possibile che sabato e domenica frotte di curiosi hanno calpestato l’area, lasciando fiori e bigliettini, e solo lunedì abbiano deciso di chiuderlo? Come dice il proverbio, inutile chiudere il recinto quando i buoi sono scappati. Fossi io il magistrato farei prendere tutte le tracce di DNA che trovo e denuncio tutti per ostacolo alle indagini. La prossima volta tutti questi curiosi ci pensano due volte, mi sembra abbastanza di cattivo gusto andare a in quei luoghi…seppura nimati dell’intenzione di lasciare fiori.

Il secondo dubbio è questo: perchè i politici e intellettuali di sinistra sono di colpo così favorevoli all’Unità d’Italia? Son diventati forse patrioti tutto d’un colpo? Ma scusa, quando si tratta di difendere l’identità e la cultura italiana sono sempre contro, in forza di una presunta libertà d’opinione verso culture straniere, e adesso si ritrovano fieri d’esser italiani? Che ipocrisia! Sarebbero capaci di nascondere le bandiere perchè altrimenti, secondo questa loro distorta opinione, offenderebbero gli stranieri, e poi mi parlano di Nazione, di Unità… ma per piacere!!! Io quando sono all’estero non provo nessun fastidio per i simboli culurali e religiosi degli altri popoli, e li rispetto.

Terzo dubbio: ma la parola "soqquatto" esiste? E’ utilizzata nell’espressione "di soqquatto" (di nascosto, senza farsi scorgere), ma facendo una ricerca in rete non trovo una risposta soddisfacente. Così, per tagliare la testa al toro, ho posto il quesito all’Accademia della Crusca. Vi farò sapere se e cosa mi risponderanno…


Alle Scuderie del Quirinale in questo periodo c’è la mostra di Lorenzo Lotto.
 

Chat a due piazze

La scorsa settimana siamo stati al teatro San Rocco di Voghera a vedere questa commedia. La storia è un po’ scontata ma molto divertente: un taxista, Mario Rossi, ha due famiglie. Tutto va bene finchè suo figlio e sua figlia non si conoscono su Facebook e decidono di incontrarsi di persona.

Nascono quindi tante situazioni grottesche, di qui pro quo, di esilaranti conversazioni. Anche la scenografia ha il suo fascino, perchè rappresenta entrambe le case del taxista bigamo. Mi ha ricordato un po’ quello che succedeva nei mitici telefilm di Casa Vianello. Il vero protagonosta è l’amico Walter, che cerca in tutti i modi di aiutare Mario, andando a incastrarsi in pericolose contraddizioni.

Il cast è eccezionale, molto molto bravi. Io mi entusiasmo sempre quando vedo gente recitare dal vivo così bene. Walter è interpretato da Gianluca Ramazzotti (lo cito perchè mi è piaciuto molto). Ci sono anche Raffaele Pisu (non l’avevo riconosciuto, me lo ricordo a Striscia la Notizia) e Lorenza Mario (me la ricordo come soubrette al Bagaglino, ha una voce che ti ammazza…poverino il suo vero marito…)

Italiano male bene

[Legenda: Male –> Bene]
Vogliono la locuzione:

allora –> all’ora (e viceversa; "allora" è soltanto l’avverbio che indica "in quel momento"; "andavo a cento chilometri allora" è sbagliato)
affianco –> a fianco ("affianco" esiste: è voce del verbo "affiancare")
approposito –> a proposito
aldilà –> al di là (a meno che non si tratti del sostantivo "Aldilà", in tal caso attaccato e maiuscolo)
aldisopra –> al di sopra (esiste "al disopra", ma è orribile)
aldisotto –> al di sotto (come sopra, esiste anche il bruttissimo avverbio "disotto")
allincirca –> all’incirca
centrare –> c’entrare (nel caso si indichi "avere a che fare"; il verbo "centrare" significa "fare centro")
daccordo –> d’accordo
daltra parte/daltraparte –> d’altra parte
daltro canto/daltrocanto –> d’altro canto
daltronde –> d’altronde
dora –> d’ora
infondo –> in fondo ("infondo" è voce del verbo "infondere")
ingiro –> in giro
intondo –> in tondo
inquanto –> in quanto
l’altranno/laltranno –> l’altr’anno
l’altroieri/laltroieri –> l’altro ieri/l’altrieri (la seconda è corretta, ma brutta e poco usata)
manmano –> man mano/a mano a mano (anche "mano a mano", ma è una forma scorretta, anche se accettata)
nientaltro –> nient’altro
percui –> per cui
peresempio –> per esempio
perfavore –> per favore
pocanzi –> poc’anzi
quantaltro –> quant’altro
senzaltro –> senz’altro
tralaltro –> tra l’altro
tuttaltro –> tutt’altro
tutt’edue/tuttedue/tutteddue/tutte due –> tutt’e due
tuttoggi –> tutt’oggi
tuttuno –> tutt’uno
viavia –> via via

Non vogliono la locuzione

a bastanza –> abbastanza
a fatto –> affatto (ovvio che si parla dell’avverbio e non di preposizione + sostantivo "fatto"; "a fatto compiuto" è corretto, e non "affatto compiuto")
al di là/Al di là –> Aldilà (nel caso di sostantivo)
all’ora –> allora (qui parliamo dell’avverbio "allora"; viceversa, se voglio la preposizione + sostantivo, per esempio se parlo di "chilometri", allora ci vuole "all’ora" e non "chilometri allora"; così, se dico "all’ora di pranzo" serve la locuzione)
altri menti –> altrimenti (certo, se state parlando di un serial killer che stacca il mento alle vittime, allora ci può stare: "il detective trovò nello sgabuzzino molti altri menti")
a punto –> appunto (nell’espressione "mettere a punto…" la separazione è corretta)
ben sì –> bensì
da vanti/d’avanti –> davanti
da vero –> davvero (a meno che il vostro personaggio non parli romanesco)
di nanzi/d’inanzi –> dinanzi/dinnanzi/d’innanzi
dopo domani –> dopodomani
d’ovunque –> dovunque
e bene –> ebbene (parliamo della congiunzione; se dite "devo affrontare un gigante, e bene che vada mi romperà le ossa", è giusto)
e pure –> eppure (idem; se dite "devo affrontare un gigante, e pure un vampiro!" è giusto)
fa bisogno –> fabbisogno
fin anche –> finanche
fin’ora – finora/fin ora
in dietro –> indietro
in anzi –> innanzi
in fatti –> infatti
in oltre –> inoltre
in torno –> intorno
in vero –> invero
mal famato –> malfamato
mal fidato –> malfidato
né anche –> neanche
né meno –> nemmeno ("né meno" esiste, ma è talmente arcaica da poter essere considerata scorretta; si parla dell’avverbio o congiunzione; in espressioni come "né più né meno", oppure analoghe a "né meno forte, né meno bello di Fabio", serve la locuzione)
né pure –> neppure
non che –> nonché (come congiunzione, ma chiaro che esiste anche l’uso di "non che": "Non che Fabio sia il più bello del mondo, ma è molto affascinante (e modesto)")
o pure –> oppure
o sia –> ossia (come sopra, si parla della congiunzione: "che sia sano o sia pazzo" è corretto, sbagliato "sia sano ossia pazzo")
o vero –> ovvero (nel caso di congiunzione; come sopra: "che sia falso o vero" è corretto, sbagliato "che sia falso ovvero")
per ciò –> perciò (nel caso di congiunzione; come sopra: "per ciò che hai fatto sarai condannato" è invece corretto, e sbagliato "perciò che hai fatto sarai condannato")
per fino –> perfino
per sino –> persino
per tanto –> pertanto (come sopra: "sarai premiato per tanto coraggio" è corretto)
più tosto –> piuttosto (spero capiate da voi che "Fabio è più tosto di quanto sembri" è corretto)
poi che –> poiché
pressa poco/press’a poco –> pressappoco (a meno che non stiate dicendo: "pressa poco la testa di silente, non devono vedersi segni")
pur troppo –> purtroppo
qual cosa –> qualcosa (nel caso di pronome; in altri casi è corretto separare: "Silente ha mentito, la qual cosa è molto grave")
qual ora/qual’ora –> qualora
se bene –> sebbene
sì che –> sicché (parliamo della congiunzione; "sì che andiamo a Roma" è giusto)
sì come –> siccome
sopra tutto –> soprattutto
sotto sopra –> sottosopra
tal mente –> talmente
tal’ora/tal ora –> talora (si parla dell’avverbio; se dico "arriva alla tal ora" è giusto)
tal volta –> talvolta (come sopra)
tutta via –> tuttavia
via vai –> viavai
vice versa –> viceversa
vice [ruolo] –> vice[ruolo] (per esempio "vicepresidente" e non "vice presidente")

Locuzioni o Vocaboli

[Legenda: Bene – Bene]

allato – a lato (il primo è raro)
allorché – allor che/all’or che (la seconda è arcaica, la terza poetica – usate la prima)
almeno – al meno (il secondo è arcaico, ma non errato; evitatelo, comunque)
ancorché – ancor che (la seconda è arcaica, evitatela)
anzitempo – anzi tempo
anzitutto – anzi tutto
benché – ben che (la seconda è arcaica)
casomai – caso mai
chissà – chi sa (se usato come avverbio che introduca dubbio, tendenzialmente è meglio la prima; se dico "chi sa la tabellina del due?" è corretta la separazione; l’espressione analoga "chi lo sa!" va scritta separata)
ciononostante – ciò nonostante (ok, ma scrivetelo separato, eh)
controvoglia – contro voglia
cosicché – così che
dappertutto – da per tutto (ma non dapertutto)
dappoco – da poco
dappresso – da presso (meglio la seconda)
dapprima – da prima (meglio la prima)
dapprincipio – da principio
difronte – di fronte ("difronte" esiste ma è orribile)
disopra – si sopra (idem)
disotto – di sotto (idem)
dopotutto – dopo tutto
finché – fin che (più usata la prima, ma corrette entrambe)
giacché – già che (entrambe piuttosto arcaiche; l’espressione (per lo più colloquiale) "già che ci sei" (o simili), non vuole "giacché"; in altri casi l’uso di "già che" è più raro, meglio forme come "visto che"/"dato che")
invano – in vano (rara la seconda)
malgrado – mal grado (raro il secondo)
manodopera – mano d’opera
nondimeno – non di meno
nonostante – non ostante (molto meglio il primo)
oltremisura – oltre misura
oltremodo – oltre modo
peraltro – per altro
perlomeno – per lo meno
perlopiù – per lo più
quantomeno – quanto meno
quantopiù – quanto più
sennonché/senonché – se non che (con due enne è corretto ma Orribile; più diffusa la prima versione)
sennò – se no
seppure – se pure (più diffusa la prima)
sissignore – sì signore (le espressioni sono entrambe corrette; meglio ancora, "sì, signore"; la prima è più onomatopeica e da usarsi in ambito militare o dove si simuli un tono militareggiante)
suppergiù – su per giù
tantomeno – tanto meno
tantopiù – tanto più
tuttalpiù – tutt’al più (preferire il secondo)
tuttora – tutt’ora (più frequente il primo, ma corretti entrambi)

Composti di "su" e "giù"

laggiù, lassù, quaggiù, laggiù: esiste la forma separata (la giù, la su, qua giù, la giù), ma è obsoleta.
insù, ingiù – in su in giù: utilizzare la forma unita solo in locuzioni precedute da preposizione ("Tizio ha il naso all’insù"); in tutti gli altri casi non è propriamente errata, ma è da preferire la locuzione.

Il lupo c'è

di Rita Rebolini

Oggi il mondo è cambiato. È cambiato anche troppo in fretta. Non so dire se in meglio: economicamente sì certo.
Noi di una certa età abbiamo vissuto via via il mutamento (nell’arco di cinquant’anni) che fu così veloce da non lasciarci il tempo di pensare, di confrontare, di constatare. Eravamo usi ad attenersi scrupolosamente ai principi morali e religiosi tramandati dai nostri padri. Ci è parso dissacrante il concetto moderno dove trovi il termine “tutto è lecito”. Non è più tanto male se (sfacciatamente) si offende un vecchio, un vicino, chi ti sorpassa in automobile. Chi ha speso una parola in più nel fare un apprezzamento ad una ragazza. Si passa con velocità inaudita alle vie di fatto. Ci si affronta con ira ed invettive pesanti e talvolta spunta persino un coltello.

Non meglio assistiamo ogni giorno ai mugugni, ai vari battibecchi dei nostri politici, siano essi da una parte o dall’altra, che in questo modo non assolvono il loro compito di dare il buon esempio. Il video, poi, diciamola com’è, presenta parecchie volte scene scabrose, casi in cui le persone che hanno subito un torto non chiedono giustizia, ma vendetta. Inoltre esempi di vizi, di disagi, di gente che se ne frega di tutti e di tutto. La voce della Chiesa viene contestata, si vuole ad ogni costo metterla a tacere come si fa delle proprie coscienze. Si mira solamente ad esternare il lusso, il baccano, lo spot, gli abiti firmati. Il volgare vocabolario è diventato purtroppo moderno. E così via.

Ma il lupo c’è, come nella favola. A dodici, tredici anni, o su per giù, le ragazzine non pensano solo a studiare, non aspettano neppure di crescere, pensano di capire tutto del mondo, che certamente pare ai loro occhi meraviglioso, speciale, da godere, da prendere subito. Internet, il telefonino, completano il quadro: ci si può collegare con tutto e con tutti, chattare, avere dei segreti.
E qui sta il guaio!
Quando poi succedono casi estremi e talvolta senza più rimedi, noi di una certa età ci domandiamo se il progresso sia sempre positivo; in che cosa si è sbagliato; che cosa oggi si possa fare per porvi rimedio. Difficile è un’esauriente risposta. Un avvertimento: “il lupo c’è, anche se si presenta quasi sempre camuffato”.

Soluzione del cubo sudoku – sudokube

Come avevo scritto in questo articolo mi ero procurato un cubo sudoku, vale a dire un cubo di Rubik che ha la particolarità di avere tutti i quadratini dello stesso colore, ma con un numero, in modo che ogni singola faccia componga un sudoku, vale a dire che abbia tutti i numeri da 1 a 9.
Ci ho messo mesi per capire come risolverlo e finalmente una gran mano me l’ha data questo articolo.

Il fatto è che il mio cubo sudoku non è uguale a quello dell’autore dell’articolo, ma perlomeno mi ha suggerito un metodo di risoluzione. Cercherò ora di spiegarvelo, ma darò per scontate due cose che di certo non posso star qui ad insegnarvi io (non ne ho né la vogliale capacità): come si risolve un cubo di Rubik e come si risolve un sudoku.

Per prima cosa vi consiglio di prendere un bel foglio a quadretti e una matita cancellabile, per poter disegnare le facce del cubo, in questo modo:

Iniziamo a posizionare i centri. Per “centro” intendo il quadratino centrale di ogni faccia. Ce ne sono quindi 6. Dovreste individuare un centro e fare in modo che, ruotandoli opportunamente, il centro alla sua destra, il centro alla sua sinistra e il centro opposto, siano tutti e 4 girati nello stesso verso.

Mi spiego meglio: se io guardo il mio cubo e vedo nella faccia in fronte a me il centro con scritto “1”, girandolo a destra trovo il centro “7”, a sinistra il centro “4” e dietro il centro “5”. Questi numeri sono tutti orientati nel senso giusto, non ho un centro girato così:

…o così:

Provate a rigirare il cubo nelle vostre mani finchè non troverete una posizione ottimale di partenza, quella in cui cioè avete i centri orientati come vi ho detto.

Il mio cubo ha i centri girati così:

Vedete? Se io guardo la faccia con scritto "4" e giro il cubo a destra trovo "1", poi "7" e poi "5", girati nel verso giusto.
Ora individuiamo la faccia principale. Quella che io chiamerò faccia principale è la seconda da sinistra, quella con il numero “1” scritto normale, NON capovolto.
 

Ora che abbiamo individuato i centri possiamo mettere gli spigoli.
Cosa intendo con la parola "spigoli"? Gli spigoli sono i cubetti d’angolo del cubo, quelli formati da 3 quadratini. Gli spigoli sono quindi in totale 8.
Gli spigoli del mio cubo (che citerò sempre come esempio) sono formati da queste sequenze di tre numeri (ciascuno su un diverso quadratino dello spigolo):

169
486
395
719
564
224
758
137

Prendete un foglio di carta e segnatevi gli spigoli del vostro cubo.

Ora, come metterli al loro posto? Guardando gli orientamenti dei numeri scritti sui quadratini e conoscendo le regole del sudoku (è facile: in ogni faccia un singolo numero deve comparire una sola volta!) riusciamo a posizionare tutti e 8 gli spigoli.

Per esempio, guardo la faccia principale del mio cubo, quella che ha il centro con il numero “1”. Incominciamo dalla posizione in alto a sinistra: che spigolo posso mettere? Deve essere un spigolo che quando lo posiziono deve avere il numero scritto sul quadratino che sta nella faccia “1” orientato nello stesso verso di “1”, cioè verticale, il quadratino che sta nella faccia “4” orientato nello stesso verso di “4” e quello nella faccia “6” orientato come il “6”. Questa è la regola dell’orientamento. Se trovo più di uno spigolo che soddisfa questa regola utilizzo la regola sudoku: nella faccia “1” ci finirebbe un quadratino con il numero “1” ? Anche se fosse orientato giusto non andrebbe bene, perché la regola Sudoku ci dice che in ogni singola faccia del cubo ci devono essere 9 quadratini con 9 numeri diversi (da 1 a 9 appunto). Utilizzando queste due regole è “facile” (lo scrivo tra virgolette perché non è molto intuitivo) mettere a posto tutti gli spigoli. Non dovete metterli a posto contemporaneamente sul cubo, provateli uno alla volta e segnateli a matita sul disegnino.

Ora dobbiamo sistemare gli angoli. Per angoli si intendono quei blocchi dove si vedono solo due quadratini. Ce ne sono 12. Io ho preso un foglio e li ho segnati così, in modo da indicare anche il loro orientamento:

 

 

(è un sei)

 

 

 

(è un sei)

(è un nove)

(è un nove)

 

 

 

(è un nove)

Scopro che ho 4 angoli in cui i numeri sono orientati così

Che sono:

Poi ho due angoli orientati così:

  

E infine altri angoli orientati in modo diverso.

Cominciando da questi ultimi che sono più facili, procedo così: osservo il mio cubo e cerco di capire dove inserirli. Ribadisco che il cubo va prima risolto SU CARTA. Stiamo facendo un lavoro esclusivamente con matita e gomma. Non dovete cercare di sistemare già i quadratini al loro posto. Nel vostro cubo "reale" sistemate SOLO i centri, in modo che le facce siano le stesse di quelle del vostro disegno su carta.
Dicevo… osservate una a caso delle dodici posizioni dove andrebbero sistemati gli angoli e  segnatevi che orientamento dovrebbe avere l’angolo da mettere proprio lì. Ad esempio, se guardo la mia faccia principale, la “1”, e guardo l’angolo in alto (quello tra “3” e “7”) scopro che ci deve andare un angolo che abbia i numeri orientati così:

In modo che, visto in verticale, sia così:

Guardo l’elenco dei miei angoli e noto che ne ho due di angoli fatti così:

 

Quale metto? Facile, nella faccia “6” c’è già un 2, nell’angolino in alto a destra. Ricordate le regole del sudoku? Nella stessa faccia NON ci possono essere due numeri uguali. Quindi non posso fare altro che mettere

In questo caso sono stato fortunato, ho trovato subito il pezzo giusto. A volte potrebbe rimanermi il dubbio, ma niente paura, passo ad osservare un altro angolo e inizio a sistemare i pezzi di cui non ho alternative nell’orientamento. Così facendo sistemo quasi tutti i pezzi. Bello, vero? Il nostro cubo sudoku sta prendendo forma. Mi rimarranno i 4 pezzi orientati così:

Ma osservando la regola del sudoku dovrei capire dove posizionarli
E infatti nel mio caso capisco che devo metterli così:

E ora? Beh ora non mi resta che risolvere il cubo. Io sono b e uso il sano vecchio metodo a strati, ma risolutori più evoluti usino pure il metodo che più gli aggrada. Un unico avvertimento: a questo punto fregatevene dell’orientamento dei centri. Infatti, una volta che avete risolto il cubo potreste avere dei centri orientati in modo errato, magari così:

Nel cubo normale questo non succede perché un quadratino colorato, anche se lo girate di 90 o 180 gradi, rimane sempre un quadratino colorato. Un numero invece no, se lo giri è un numero al contrario. Per sistemarli esistono due sequenze.

La prima serve a ruotare il centro della faccia in alto di 180 gradi, la seconda per ruotare il centro della faccia in alto di 90 gradi a destra e contemporaneamente il centro della faccia di fronte di 90 gradi a sinistra.
La prima sequenza è, per gli esperti di notazione:

u r l u u r’ l’ u r l u u r’ l’

per i meno esperti un piccolo ripasso:

 

(immagine tratta da Cubochiaro)

U sta per Up e quindi dice di girare in senso oraio la faccia superiore.
D sta per Down e dice di girare in senso oraio la faccia inferiore.
R sta per Right, faccia destra e L per Left, faccia sinistra.
Infine F sta per Front, girare in senso oraraio la faccia di fronte e B sta per Back, la faccia nascosta.

Se le lettere hanno l’apostrofo indicano che la relativa faccia va girata in senso antiorario!

E quindi, pedantemente e pedissequamente, la sequenza scritta sopra sta per:
(u) girare una volta in senso orario la faccia superiore
(r) girare una volta in senso orario la faccia di destra
(l) girare una volta in senso orario la faccia di sinistra
(uu) girare due volte volta in senso orario la faccia superiore
(r’) girare una volta in senso antiorario la faccia di destra

ecc ecc…

La seconda sequenza è

f b’ l r’ u d’ f’ u’ d l’ r f’ b

ovvero
(f) girare una volta in senso orario la faccia di fronte
(b’) girare una volta in senso antiorario la faccia dietro
(l) girare una volta in senso orario la faccia di sinistra

A questo punto dovreste avere il vostro sudokube risolto. Gran bella soddisfazione vero? Ora potete mischiarlo di nuovo…
Ps la prossima volta non dovete fare tutto questo procedimento, se non avete buttato via il fogliettino scritto a matita (anzi fate una fotocopia che non si sa mai…) 

Pelliccia di castorino

Anni fa, ricordo, le pelliccie da donna andavano parecchio. Il classico dei classici era la pelliccia di visone, ma c’erano svariate alternative. Ricordo che mio papà aveva sempre qualche cliente in cerca di pellicce. Le donne mature si indirizzavano più verso modelli lunghi, ampi  e più classici, le giovani su modelli più corti e magari di altri animali, come la volpe argentata o il più economico castorino.

C’erano quelle che la volevano bella, di qualità, ed erano disposte a pagare un po’ di più. Quelle che avevano già una o più pellicce e ne volevano un’altra. Quelle che tanto pagava il loro uomo (che fosse marito, ma non credo, o amante, poco importava). E quelle che si accontentavano di pelli meno pregiate.

C’era appunto tra queste il castorino. Ma che animale è questo? Se vi dico che è la nutria ci credete? No? Eppure, care mie, è proprio così. Come dire "lapin" al posto di "coniglio", così si dice "castorino" invece di "topolone"….

Messaggi dallo spazio

Ormai è una tradizione: l’ultimo giorno dell’anno ece il mio post con gli sms dell’anno. Quest’anno devo dire che non mi è arrivato niente di eccezionalmente insolito, in ogni caso oecco quelli che ho scelto:

L’amico che mi scrive nelle prime ore del mattino:
Sono tutto preso per una che punto da dieci anni

Un sms inaspettato addirittura dal ;-) Presidente del Consiglio:
Ti aspetto Sabato alle ore 14 a Roma Circo Massimo. Un grande corteo fino a San Giovanni per difendere la liberta’ e la democrazia. Silvio Berlusconi

Un altro amico che era stupito da un successo elettorale:
Ma chi cazzo è ciocca angelo della lega nato nel 1975 che ha preso 18848 preferenze?!? Più del doppio di abelli?

22 maggio 2010, tutti i tituli:
Tutti!

Un’amica che risponde a un mio messaggio in pseudo spagnolo:
Un hispanohablante perfecto,grande Tordi! :-D Domani ci racconti algo de tu viaje,vale? a presto!

Un atleta espone i suoi successi:
Bocco colletta in bici… Altro che la figa

In ferie, giustamente, c’è chi dorme:
Tordi sono le nueve e medie… El tomason ronfa

C’è chi si preoccupa della mia salute:
Fa, visti i risultati dell’Italia, sei ancorea tutto intero? Che scandalo

Ricordi di adolescenza:
Bevi grog picchia uomini di bassa morale (pirati) metti sushi in governatore di isola sembra che funzioni


Esc e vad a far un gir

Aprite i regali

(senza titolo)

Visto che il sottotitolo di questo blog è "raccolta molto sparsa di pensieri" eccone un po’.

  • Non sono superstizioso, voi si? Pensate che l’altro giorno, venerdì 17, mia mamma ha preso l’intercity 666 :-)
  • L’OCSE dice che la pressione fiscale in Italia è aumentata. Ma non era Tremonti quello che diceva che avrebbe diminuito le tasse?
  • Al contrario, pare che dal 2011 entrerà in vigore per i privati lo “spesometro”. In pratica anche i privati cittadini dovranno giustificare le spese superiori ad una certa soglia (pare 2500 euro). In questo caso dovranno fornire il proprio codice fiscale. Dicono che questo servirà a fronteggiare l’evasione. Siete sicuri? Secondo me succederà il contrario: la gente, per evitare di doversi giustificare, chiederà espressamente che non gli venga fatta la fattura/ricevuta! Anche perchè, parliamoci chiaro, se uno spende 20000 euro per comprarsi la macchina nuova non vuol mica dire che in quell’anno ha guadagnato 20000 euro! Certo che siamo bravi a complicarci la vita qui nel Sud Europa
  • C’è gente che usa Facebook un po’ a sproposito. Nel senso che secondo me FB va bene per le cazzate, non per le cose serie. Un po’ come essere al bar, si ride e si scherza ma di cose serie si parla altrove… o no?
  • Ma voi quella cosa che serve per appendere  i vestiti come li chiamate? Dovrebbero chiamarsi appendiabiti, io li chiamo appendini, mia mamma ometti oppure omini, alcuni li chiamano grucce, altri li chiamano stampelle. Oppure attaccapanni.  Quanti nomi per lo stesso oggetto. L’ultima che ho sentito è manichino.

Il tutor

Sapete cos’è il Tutor? E’ quel famigerato sistema che controlla la velocità media in autostrada. E’ un marchingegno ideato e sviluppato dalla Società Autostrade, che poi ha messo a disposizione della Polizia (in quanto i privati NON possono fare controlli sulla velocità).

Funziona più o meno così: nei tratti controllati ci sono dei sensori "annegati" nell’asfalto (vale a dire nascosti sotto la strada) che si accorgono del passaggio di un veicolo e di che tipo di veicolo si tratta. Lo fanno tenendo conto degli "assi", cioè in sostanza di quante ruote hanno e a che distanza (per capire se si tratta di una moto, un’auto, un camion, ecc, che ovviamente hanno limiti di velocità diversi). Fanno scattare una fotocamera che "fotografa" la targa del veicolo e la memorizza insieme all’orario. Dopo un certo numero di chilometri (10, 15, 20, …) c’è un altro di questi sensori che fa scattare un’altra foto. Un software confronta le targhe e gli orari e calcola quanto tempo ci ha messo il veicolo a fare quel tratto di strada. Se la velocità media è superiore al limite… zak! scatta la multa!

In questo modo nessuno può dire: "ero in sorpasso, normale che ero un po’ sopra ai limiti", perchè qui si sta parlando di velocità media per tanti chilometri…. Questo meccanismo ci costringe quindi a rispettare i limiti se non vogliamo multe e perdita di punti della patente.

Nella brochure di Autostrade ci sono altre informazioni su questo sistema, per esempio:

  • Il Tutor funziona anche di notte, con la nebbia e con la pioggia (potente l’amico spione, eh?)
  • Il limite di velocità può essere tarato in base alle condizioni del tempo (infatti per la pioggia il limite previsto è di 110 mk/h)
  • Come già detto, rileva le infrazioni in base alla categoria di veicolo.
  • Alcune leggende dicono che il Telepass influisce positivamente o negativamente sul Tutor. Leggende, appunto.
  • Non provate a passare sulla corsia di emergenza, vi sgamano lo stesso e perdipiù rischiate il ritiro immediato della patente.
  • Sulla tratta controllata ci deve essere un unico limite di velocità. Per evitare complicazioni, non viene controllato un tratto che presenta cambi di limite di velocità.
  • Non sono sempre attivi (e per fortuna, dico io…, tanto basta la loro presenza come deterrente)
  • Se venite pizzicati più volte sulla stessa autostrada vi possono arrivare più multe. Però poi vi consiglio di prendere l’autostrada per Lourdes.
  • Siete preoccupati per la privacy? In teoria le targhe dei veicoli che non infrangono i limiti vengono cancellati, ma ormai non mi stupirei più di nulla….
  • Questo ingegnoso meccanismo NON sarà esteso a tutta la rete autostradale.
  • Come per gli autovelox c’è una percentuale di tolleranza del 5%  Quindi fino a 136,5 km/h siamo a posto…
  • A proposito di autovelox, anche il tutor può calcolare la velocità istantanea, ma non viene quasi mai usato in quel modo. Quasi mai non vuol dire mai.

Detto questo, il Tutor ha fatto diminuire gli incidenti. Quindi, come direbbe chi so io, è una cosa "good".

Flash Mob Pavia

Dice wikipedia: "Con il termine flash mob (dall’inglese flash: breve esperienza o in un lampo, e mob: folla) si indica un gruppo di persone che si riunisce all’improvviso in uno spazio pubblico, mette in pratica un’azione insolita generalmente per un breve periodo di tempo per poi successivamente disperdersi. Il raduno viene generalmente organizzato attraverso comunicazioni via internet o tramite telefoni cellulari. In molti casi, le regole dell’azione vengono illustrate ai partecipanti pochi minuti prima che l’azione abbia luogo."

Ecco cosa è successo a Pavia il 5 settembre scorso

Parole parole parole

prosopopea
figura retorica per cui si introducono a parlare persone assenti o morte, o si personificano cose inanimate o astratte.

proditoriamente
a tradimento.

cassandra
è una figura della mitologia greca. È ricordata anche da Omero come una delle figlie del re di Troia Priamo e di Ecuba. Avuto da Apollo il dono della preveggenza, prevedeva terribili sventure ed era pertanto invisa a molti. Ancora oggi il suo nome è associato a persone che preconizzano eventi nefasti.

nichilismo
la dottrina di un movimento rivoluzionario russo (secolo XIX) che, portando ad estreme conseguenze l’individualismo anarchico, si proponeva di distruggere l’ordinamento politico e sociale esistente.

sicumera
ostentata sicurezza di se.

agnato
congiunto in linea maschile

genetliaco
giorno natalizio, anniversario della nascita (in parole povere… il compleanno!)

grassatore
chi aggredisce a mano armata per derubare

orografia
distribuzione dei rilievi sulla Terra o in una data regione; anche la relativa descrizione e rappresentazione cartografica


Tintoretto – Venere, Vulcano e Marte – 1550 – Alte Pinakothek, Monaco

Tordo Beffeggiatore

Fonte: Wikipedia

Il Tordo Solitario (Turdus Solitarius in latino) è una costellazione obsoleta introdotta nel 1776 dall’astronomo francese Pierre-Charles Le Monnier in uno scritto intitolato Constellation du Solitaire nelle Memorie dell’Accademia Reale Francese delle Scienze.

Occupava un’area presso la coda dell’Idra, vicino alla Bilancia, e rappresentava, secondo il proprio ideatore, un «uccello delle Indie e delle Filippine». L’uccello raffigurato sulla carta di Le Monnier somiglia moltissimo ad una femmina di passero solitario (Monticola solitarius, famiglia Turdidi), un piccolo uccello europeo che, malgrado il nome, è imparentato con i tordi. Le Monnier disse di aver introdotto tale costellazione in memoria del viaggio a Rodrigues, un’isola dell’Oceano Indiano, di un altro astronomo francese, Alexandre-Guy Pingré, recatosi laggiù per osservare il transito di Venere del 1761.

Nel libro Star Names, lo storico delle stelle Richard Hinckley Allen sostenne che l’uccello rappresentato nella costellazione fosse un solitario di Rodrigues, un uccello estinto incapace di volare simile al dodo.

Lo scienziato britannico Thomas Young rinominò la costellazione Tordo Beffeggiatore nella sua mappa stellare del 1806, mentre un altro inglese, l’astronomo amatore Alexander Jamieson, autore di un Atlante Celeste del 1822, la chiamò Noctua, la civetta. Jamieson rimase colpito dal fatto che questo uccello non fosse mai comparso tra le costellazioni, «data la frequenza con cui si aggira tra gli antichi monumenti egizi».

Malgrado tutti questi cambi di nome, però, la costellazione venne ben presto abbandonata.

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Vedete una spirale? SBAGLIATO ! Guardate bene, sono cerchi, non è una spirale !!!

Oltrepo con l'accento

…ma "Oltrepo" si scrive con l’accento o senza? Secondo me si scrive senza, per questo motivo: il fiume Po si scrive senza accento e quindi la parola composta "Oltrepo" mantiene la grfia non accentata. Ma cosa si dice in rete?

In un articolo dell’associazione culturale Varzi Viva (di Antonio di Tomaso) si legge:

Scrivere Oltrepo senza accento sull’ultima "o" è un vero e proprio errore di grammatica (lo ha ribadito Aldo Gabrielli, il noto linguista, autore di numerose edizioni del "Vocabolario Gabrielli", nel volume: "Si dice o non si dice?", edizione Mondadori).
Una fondamentale legge ortografica prescrive che le parole italiane di due o più sillabe per essere pronunciate tronche debbono recare l’accento sulla vocale dell’ultima sillaba; le parole che non portano questo accento, o si leggono piane o sdrucciole o bisdrucciole.
Un’eccezione per Oltrepò non si può fare; e per questa ragione, scrivendo Oltrepo, si legge "oltrèpo" o "òltrepo": non si scappa. E lo stesso ragionamento si può fare con i composti di tre: ventitré, trentatré, quarantatré. Togli l’accento e la pronuncia è una sola: "ventìtre, trentàtre, quarantàtre"

L’ipotesi sembra abbastanza convincente. Anche sul sito dell’Accademia della Crusca, Mara Marzullo scrive:

L’uso dell’accento grafico in italiano è diventato stabile dal Novecento per i polisillabi tronchi
[…]
introduce alla questione dell’accento di polisillabi composti con un originario monosillabo finale: per quanto detto all’inizio sull’uso dell’accento coi polisillabi, è chiaro che anche in questi casi, essendo il polisillabo tronco, si deve usare l’accento grafico (ventitré, rossoblù, nontiscordardimé, Oltrepò).

Anche la Lega Nord Voghera si interroga sul quesito e, malgrado suggerisca che la logica non preveda accento, ribaisce che la citata Accademia fuga ogni dubbio sull’errore che si commetterebbe non accentando la parola.

Insomma, in tanti si interrogano sulla questione, anche i lettori di Vogheranews, ma alla fine mi arrendo leggendo il libro del pavese Max Bocchiola (traduttore ufficiale di uno scrittore a me caro, Irvine Welsh [1] [2] [3]) e Ludovico Gerolin, "Grammatica pratica dell’italiano dalla A alla Z", che subito a pagina 2 recita:

Attenzione: le parole tre e blu non hanno mai l’accento, che è invece obbligatorio per il oro composti: ventitré, rossoblù. Lo stesso vale per tutti i monosillabi se sono la parte finale di un composto: il fiume Po, ma l’Oltrepò Pavese; vado su, ma il tiramisù.

E allora davanti al tiramisù mi arrendo :-)

Quindi… quindi continuerò a scrivere Oltrepo senza accento. Sbagliando, direte voi? Ma certo che no, la mia è una chiara licenza poetica!

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