(raccolta molto sparsa di pensieri)

fabiotordi

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Tutto quello che non rientra nelle altre categorie

Cybergames

Dopo tanti articoli che ho letto in rete sui crimini informatici, voglio tentare io un reportage. Mi sono imbattuto in un sito di presunti hacker che sostengono di poter trovare password (di email, di facebok, di twitter, ecc) a pagamento.

No, non preoccupatevi, la vostra sicurezza non è in pericolo. Perchè? Primo perchè chi avesse le capacità di fare queste cose certo non le pubblicizza su internet, se le tiene per se o le gira al mercato nero. Un po’ come se uno vendesse droga o armi su ebay! Poi perchè al giorno d’oggi riuscire a trovare una password è praticamente impossibile. Mi spiego meglio: anche io in passato sono stato vittima di "furto" di password, da parte del mio allora capo, ma lui per farlo ha dovuto agire sul file che contiene password. Le ha fatte analizzare da un programma apposito e…zak! Trovata. Qui stiamo parlando invece di scoprire password di servizi on line, di cui non si ha a disposizione il file della password, ma bisogna "tirare a indovinare". Quindi, a parte il fatto che anche se si usasse un programma automatico di generazione password ci si metterebbe un’infinità di tempo, poi bisogna considerare il fatto che i gestori dei siti (gmail, facebook, twitter) non si fanno mica fregare così facilmente. Per prima cosa controllano se l’utente si sta collegando via web o in altro modo, poi se notato qualcosa di sospetto (tipo sbagliare la password 1000 volte di fila!) sospendono l’account. E poi non notate che spesso, quando dobbiamo collegarci, dobbiamo inserire anche altri codici o cose simili? Quindi state pure tranquilli. A meno che non caschiate nel phishing: quelle email fasulle che vi chiedono di inserire i vostri dati…e  voi li inserite!!!

Dicevo, ho trovato questo sito e nei prossimi giorni mi diletterò a chiedergli di scoprire password di email e cose simili, di gestori famosi come Gmail, Tiscali, Fastweb, ecc. Vediamo cosa si inventano. Poi vi farò sapere come è andata. Stay tuned :-)

buonanno

buonanno a me buonanno sperando che questo duemilaquattordici sia un buonanno e non come il duemilatredici buonanno a tutti voi che state leggendo buonanno a mio papà buonanno anche a chi non sta leggendo e non leggerà mai buonanno ai miei compagni di scuola delle medie buonanno ai mie ex colleghi arbitri di calcio buonanno ai miei amici estivi di quando ero bambino buonanno a mia sorella buonanno al mio gatto buonanno a tutta la compagnia dei maestri buonanno ai miei compagni di sci buonanno ai mie amici londinesi buonanno a quelli del baratta buonanno a tutti i miei amici che non posso elencare perchè sono tanti o forse troppi e quindi buonanno a tutti ma proprio tutti buonanno a mio fratello buonanno a quelli che ogni tanto ci sentiamo al telefono buonanno a quelli che magari una volta per caso ci siamo sentiti ancora su facebook e buonanno anche a quelli che non ci siamo mai più sentiti ma io me li ricordo sempre buonanno a tutti i clienti del mio negozio buonanno a quelli che venivano al malaspina buonanno a tutti i brallesi buonanno a quelli che venivano a ballare con me al rolling stone buonanno a tutti i commercianti di voghera buonanno agli amici degli amici buonanno a tutti gli zii e cugini che ho che sono innumerevoli buonanno a tutti i miei fornitori che spesso sono anche amici buonanno a tutti quelli che mi dimenticherò di citare sappiate che vi penso lo stesso e il buonanno ve lo auguro strabello buonanno a mia mamma buonanno ai miei clienti ebay sparsi per l'italia e per il mondo buonanno a quelli della palestra buonanno ai miei colleghi di milano buonanno a chi conoscerò in questo nuovo anno buonanno ai miei nipoti buonanno a chi mi sta sulle palle buonanno a tutti quelli con cui ho avuto a che fare in questi tanti anni alcuni buonanni e altri malanni ma sempre anni sono stati buonanno a chi veniva al milleluci buonanno a tutti quelli che ho incontrato ieri oppure oggi buonanno ai miei nonni buonanno a tutti quelli che hanno lavorato con me e buonanno a quelli che ci lavorano ancora buonanno agli amici del calcetto che non ho perchè non gioco a calcetto buonanno ai miei amici di penna buonanno ai cantanti che con le loro canzoni mi fanno stare bene o perlomeno meglio buonanno a tutti i poliziotti che mi hanno fermato nella mia vita buonanno a tutti professori che ho mai avuto buonanno anche ai miei compagni di università sia a ingegneria che a economia siete stati fondamentali buonanno a tutti i baristi o i pizzaioli o i camerieri o cuochi o altro che mi hanno ospitato nei loro locali e mi hanno fatto stare bene buonanno a quelli che hanno festeggiato capodanno buonanno a quelli che giravano con me sulla tipo buonanno a chi crede come me che questo duemilaquattordici sia un buon anno buonanno a tutti ma proprio tutti belli e brutti buonanno alla Madonna che oggi è la sua festa e infatti è l'unica cosa che scrivo in maiuscolo nella speranza che ci protegga tutti buonanno a quelli coi quali ci siamo mai scritti un esseemmeesse buonanno a chi ci crede buonanno a chi ha mai fatto una foto con me buonanno a quelli delle elementari buonanno a chi mi dice buonanno.

Gli sbattimenti della vita (3)

  1. clicchi su "Esci" senza aver prima salvato
  2. un attacco di singhiozzo al cinema
  3. quando la bustina del tè cade interamente nella tazza
  4. quando al ristorante chiedi il pane e non te lo portano
  5. gli ospiti che non se ne vanno mai
  6. piegare le lenzuola con gli angoli
  7. quando non trovi l’apribottiglie
  8. le vecchiette che ti passano davanti dal salumiere
  9. i gabinetti dei treni
  10. quelli che ti restituiscono i libri prestati con sottolineature o "orecchie"
  11. pungersi con l’ago mentre si cuce
  12. addormentarsi con le lenti a contatto negli occhi
  13. gli automobilisti che non usano le frecce
  14. i bicchieri nuovi con l’adesivo che non viene via
  15. quando il latte esce dal pentolino
  16. quelli che non ringraziano dopo che gli hai tenuta aperta la porta (la prossima volta te la lascio sul muso)
  17. i tafani
  18. i call center che chiamano per dirti sempre le stesse cose
  19. quelli che qualsiasi cosa hai comprato loro sapevano dove comprarla ad un prezzo più basso
  20. i cani che ti annusano
  21. quando ti manca una sola parola per finire il cruciverba e proprio non la sai
  22. l’unica volta che vai contromano di sicuro arriva subito uno dalla parte giusta
  23. i commessi del reparto elettronica che non sanno come funzionano i prodotti che vendono
  24. le gengive che sanguinano
  25. bruciarsi la lingua
  26. le briciole che finiscono sul burro
  27. il golfini che sanno di naftalina
  28. aprire la cassetta delle lettere piena e trovare solo pubblicità o bollette
  29. gli uffici che rimangono aperti un paio di ore alla settimana
  30. una macchia sulla cravatta
  31. quelli che in coda alla seggiovia ti passano sugli sci
  32. le ciglia negli occhi
  33. quelli che si mettono troppo profumo
  34. perdere il telefono proprio quando lo hai messo su "silenzioso"
  35. aspettare una telefonata che non arriva
  36. dividere il conto del ristorante in parti uguali quando hai preso solo un antipasto e c’è invece chi si è strafogato di cibo
  37. quelli che applaudono quando l’aereo atterra
  38. quelli che quando ti allontani (perchè vuoi andartene) ti vengono a parlare ancora più vicini
  39. i passaggi a livello
  40. i bar che servono il caffè tiepidino
  41. i cocktail che sono quasi tutto ghiaccio
  42. quelli che non chiedono mai scusa
  43. mordersi la lingua
  44. svegliarsi al mattino più stanchi della sera
  45. aprire il frigo e vederlo desolamente vuoto
  46. prendere una scorciatoia e perdersi
  47. perdere una lente a contatto
  48. quelli che ti dicono come va a finire ul libro che stai leggendo
  49. accorgersi si dove uscire di nuovo quando ti sei appena messo in relax sul divano
  50. quelli che a capodanno fanno "copia e incolla" coi messaggini e poi "invia a tutti"

Neve nel cuore

Scende la neve. Lieve lieve. Scende la neve. E’ bello vedere quei fiocconi che cadono così lentamente. E tutto diventa più silenzioso: un silenzio bello, che rende più vicini. E i fiocchi si posano sul manto già bianco, si sommano, si compongono e creano una coltre magica. E’ magica la neve. E’ fredda, fastidiosa, brutta, pericolosa, ma è anche magica. Può essere bella, scintillante, radiosa. E poi è buona la neve. Mantiene la vita. Il proverbio dice "sotto la neve pane". Perché il grano viene riparato dal gelo invernale grazie alla neve. La neve può essere portata dal vento: gli spifferi portano qualche fiocco sotto ai cornicioni, nelle cascine, nei portichetti. La neve ricopre le auto, entra dalle finestre rotte delle cantine, imbianca i tetti. Può entrare anche nel cuore. Lui che è rosso si colora di bianco. Sembra magari congelato, ma sappiamo bene che non è così: sotto la neve c’è la vita. La neve serve proprio a quello. E quindi quando la neve si scioglierà il cuore, ancora vivo, tornerà a battere. Più forte di prima.

La lana e la pecora

Caro Stato (Governo / Fisco / Agenzia Entrate / Equitalia / IRPEF o come vuoi essere chiamato)

Ricorda: se tosi la pecora otterrai sempre la lana.

Ma se sei ingordo e vuoi mangiare anche la carne di pecora e la uccidi, nei prossimi anni non avrai neanche più la lana.

Buone feste!

La figlia del cavaliere

Con un po’ di ritardo auguri a Cinzia e Daniele per i dieci anni del loro matrimonio !

 

ps per dovere di cronaca non era l’albergo Lesima (che è a Corbesassi) bensì l’albergo Prodongo ai Piani del Lesima.

Miss Margherita 15

Sono curioso di sapere dove si è spinta stavolta Miss Margherita per assaporare la prelibatezza della pizza. Sarà stata al mare? In montagna? Al lago? In pianura? Vediamo subito.

Cresci di Cannes (FRANCIA)
Pizza: decisamente corposa e in grado di saziare i più affamati anche se si tratta di sola mezza pizza e il formaggio impiegato non può certo dirsi mozzarella.
Locale: area molto vasta arricchita da immagini della dolce vita
Personale: decisamente organizzato
Giudizio: buon tentativo straniero di evocare la pizza, premiato dall’organizzazione dello staff

Caspita! Addirittura in Francia e addirittura in Costa Azzurra. Si tratta bene la nostra miss. D’altronde è giusto che vada a verificare anche all’estero se le pizze sono come da tradizione!

Scacco Matto di Tortona (AL)
Pizza: originale la proposta della multimegapizza cosiddetta Cupido. Soffice e succulenta.
Locale: può migliorare in modo da renderlo più accattivante.
Personale: giovane e gentile
Giudizio: gustosa

Stavolta la Miss è rimasta in zona, in Piemonte. Questa pizza mi sa che le è piaciuta! Beeeeeeneeeee! Avanti con la prossima recensione. 

Milano di Salice Terme (PV)
Pizza: normale seppur con limitata scelta. Nota a parte per l’impasto c.d. napoletano: attenzione ti ritrovi a mangiare une Speedypizza Findus
Locale: carine le immagini della milano antica che distolgono in parte l’attenzione dai tipici arredi da giardino impiegati per la stagione invernale
Personale: l’impegno del personale non risolve il problema dei tempi biblici di attesa nonostante la dovuta prenotazione
Giudizio: prezzo decisamente caro per la qualità offerta

Caspita, qui c’è andata pesante, si vede che proprio non l’ha gradita!

Al 29 di Milano (MI)
Pizza: impostazione tipicamente tradizionale
Locale: tipico localino che rievoca la Milano da bere anni ’60
Personale: partenopeo
Giudizio: partenopeo

Qui avrei qualcosa da ridire: per prima cosa la "Milano da bere" è sicuramente quella anni’80. E poi non mi puoi chiamare "partenopeo" un locale a Milano, seppur gestito da napoletani. Detto questo, mi inchino alla sapienza di Miss Margherita, la Regina delle Pizze, che sicuramente voleva sottolineare la competenza dei pizzaioli e la coerenza con la tradizione (essendo campani).

A questo punto dichiaro terminala la puntata odierna delle recensioni pizzaiole della nostra inviata. A presto su questo blog per scoprire altri meravigliosi (e meno meravigliosi) posti dove assaporare uno dei piatti italiani più famosi nel mondo!

Cristoforo Colombo a Pavia

Ma voi lo sapevate che a Pavia sono custoditi i resti di Cristoforo Colombo? O perlomeno delle ceneri a lui attribuite. 

Andiamo per ordine. Il grande navigatore morì a Valladolid, in Spagna, nel 1506 e i suoi resti furono inumati prima a Siviglia e poi trasferiti a Santo Domingo. E qui la Storia si intreccia con la Leggenda. Nel 1795 le spoglie dell’ammiraglio furono nuovamente riportate a Siviglia (fu un viaggiatore così da vivo quanto da morto, pare). Nel 1877 però venne rinvenuta, nella cattedrale di Santo Domingo, una cassa di piombo contenenti polvere e frammenti di ossa con una targa che attribuisce tali resti a Colombo. A questo punto una parte di queste ceneri viene trasportata anche in altri tre luoghi: in Venezuela, a Genova (città dello scopritore della cassa di piombo, e di Colombo) e a Pavia, dove pare che Colombo abbia studiato. 

Ci sono tantissime ipotesi in ballo. Come sapete, ci sono le ipotesi di Colombo spagnolo, di Colombo figlio di un papa, ecc. E quindi potevamo risparmiarci ipotesi sulla vita (e sulla morte, e anche sulla post-morte)? Quindi non è assolutamente certo che il capitano Genovese fu uno studente pavese, né tantomeno che quelle siano veramente ciò che resta delle sue spoglie terrene (perlomeno finché non si faranno dell prove sul DNA).

Nel frattempo le ceneri sono custodite in una teca piramidale nella Biblioteca dell’Ateneo pavese.

Io e i miei gatti – 2a parte

Per anni non ho più avuto gatti: mio padre era contrario e mia mamma anche (a parole). A Voghera non l’avrei potuto tenere, visto il poco spazio e il fatto che non ci abitavo in maniera fissa (alcuni mesi l’anno e non per tutta la settimana). Finché un giorno, nel 2004, una mia amica mi chiede se voglio un cucciolo…. ci penso… Ma si! Perché no? Ormai sono abbastanza adulto per decidere se posso o no tenere un animale. E poi i gatti sono fantastici sotto questo aspetto: sono molto molto molto indipendenti. E così Obi Wan Kenobi, detta Obi, entrò nella mia vita. Una micia dolcissimaintelligentissima. Non si lagnava quasi mai, la portavi dove volevi, sapeva riconoscere le persone simpatiche o antipatiche solo "annusandole". La portavo avanti e indietro da Brallo a Voghera e da casa al negozio: le aprivo la portiera e lei si accoccolava tranquilla sul sedile. Oppure si metteva sullo schienale dei sedili posteriori per vedere dietro. Era molto coccolona e non vedeva l’ora che qualcuno si sedesse sul divano, sulle sedie, per accoccolarcisi sulle ginocchia. Amava anche vedere la tv :-)


Ecco Piturel che coccola le sue sorelline

Siccome la voce popolare dice che, prima di essere sterilizzata, è meglio che abbia almeno una volta i cuccioli… sono nati tre bei cucciolini: due maschi e una femmina. Un maschietto e la femminuccia li ho dati in "adozione", mentre l’altro maschio è diventato il micione di mia mamma, che lo ha chiamato Peuterey o, come diceva lei storpiando il nome, Piturel. Il nome arrivava da un qui pro quo: mamma Rita voleva dire che il micio aveva un pelo così bello e folto che sembrava la bordatura di un piumino Woolrich, solo che nel frattempo era diventato di moda il Peuterey e quindi… l’ha chiamato così. Era un micione un po’ tontolone, però tanto bravo. Contrariamente a quanto succedeva con la Gatta, Obi non "scacciava" i figli che diventavano grandi dopo lo svezzamento, anzi. Figuratevi che Obi ha avuto una seconda (e ultima, poi l’ho portata dal veterinario) cucciolata e Piturel succhiava il latte insieme alle sue piccole sorelline! Vedevi la povera Obi con attaccate le due cuccioline e un micione più grosso di lei. Però poi lui si sdebitava facendo da sister-sitter perchè Obi, sfinita dall’allattamento, andava a riposarsi più lontano e lui "abbracciava" le sorelline e dormiva con loro…o meglio erano loro che gli dormivano praticamente addosso, come fosse una coperta morbidosa.


Anche quando diventi grande, per tua mamma sei sempre un bambino (Piturel era più grande e grosso di sua madre, ma lei se lo trastullava tutto)

Obi è stata purtroppo investita a Brallo la notte di S. Stefano del 2007, mentre Piturel è misteriosamente scomparso nel febbraio 2009.

A giugno del 2008 è arrivata Millicent, di cui già tante volte ho scritto su questo blog, che tra l’altro è qui con me mentre scrivo, cercando di distogliermi dalla scrittura zampettandomi sul portatile e ostinandosi a leccarmi le mani. Smettilaaaaaaaaaa!!!!! Va beh, su Milli non mi dilungo, dico solo che è un’ottima compagna di giochi e di vita. E poi dicono che i gatti non sono affettuosi e/o intelligenti. Forse non avete mai avuto un gatto.

Io e i miei gatti – 1a parte

E’ bello avere un gatto. Da piccolo avevo una gatta, che si chiamava Gatta. E’ apparsa dal nulla, è stata con noi tanti tanti anni, ed è sparita nel nulla. Non ce l’aveva data nessuno, non l’avevamo presa da nessuna parte: un giorno è arrivata lì e l’abbiamo adottata. Era furba, parecchio. Avevamo un vicino di casa col cane, un lupo di nome Rolf, legato alla catena del cortile. Lei sapeva esattamente fin dove arrivava Rolf e camminava un metro più in là. Quel povero cagnone diventava matto: abbaiava, sbavava, ma lei niente, se ne stava impettita e imperterrita. Ha avuto tantissimi cuccioli, e purtroppo non ne è sopravvissuto nessuno. Ogni volta li partoriva in qualche scatolone: in solaio, in cantina, una volta addirittura in negozio! Si era nascosta perché sapeva che era arrivato il momento e noi ce ne siamo accorti al mattino. Solo che poi diventava molto gelosa dei suoi cuccioli e allora ad uno ad uno li faceva sparire e li portava da qualche parte. Li prendeva in bocca per il coppino e li portava nella sua cuccia segreta. A volte li abbiamo ritrovati e riportati a casa. Solo che poi, abitando vicino alla strada, qualcuno moriva investito dalle auto, qualcun altro in bocca a Rolf o a qualche altro cane, alcuni cadendo dal balcone di casa (secondo piano). Solo pochi sono arrivati all’età adulta. Uno di loro era diventato il gatto di mio nonno Michele. Quell’anno gli avevamo affidato tutti e tre i piccoli della cucciolata per tenerli con lui a Ponti. Purtroppo qualche mano ignota, a cui evidentemente davano fastidio, li ha chiusi in una borsa di plastica e li ha gettati in una scarpata. Quando il nonno li ha trovati seguendo i miagolii per uno di loro non c’era già più niente da fare. Un altro poi era morto o sparito e quindi ne era rimasto solo uno. Era come un cagnolino: quando il nonno andava nei campi a zappare le patate lui lo seguiva, per poi tornare a casa insieme. Stava sempre qualche metro indietro. Mi ricordo una volta una passeggiata nel castagneto col gatto che ci seguiva a debita distanza. Qualche anno dopo Michele decise che era troppo vecchio per gestire un gatto e, visto che nel frattempo la mia Gatta era sparita (probabilmente era andata a finire i suoi giorni altrove), ce l’ha "restituito". Da Brallo a Ponti ci sono parecchi chilometri, eppure per ben 3 volte il Gatto Marinaio (così l’avevamo ribattezzato io e mia sorella) era tornato a casa… a casa sua a Ponti. Il soprannome derivava dal fatto che gli altri micioni di Brallo non vedevano di buon occhio il nuovo arrivato, e quindi era sempre rissa. Tornava sempre tutto pesto, gonfio e graffiato, come un marinaio ubriaco appunto. Il nonno ha insistito per riportarlo a Brallo, ma dopo qualche tempo il Gatto Marinaio ha levato le ancore ed è ritornato a Ponti. A questo punto bisognava arrendersi: voleva restare a casa sua.


Mario Arlati sul balcone di casa mia tra le serenelle (i famosi "lillà")

Poi è stata la volta di Mario Arlati. Un giorno ho trovato un gatto molto molto affettuoso in giro per Brallo da solo. L’ho portato a casa. I miei hanno storto un po’ il naso, ma col passare dei giorni quel gattone affettuoso ha finito per farsi voler bene da tutti. Anche perché, come tutti i gatti, era autonomo: entrava ed usciva di casa, senza problemi di passeggiate, bisognini e tutte quelle cose lì. Io gli avevo messo il nome di Mario Arlati (uno dei pochi gatti con cognome!) ma in famiglia lo chiamavano "gatto" oppure "mao". E’ stato il primo gatto che ho portato dal veterinario. Una volta al telefono il dottore mi ha detto che probabilmente non avrebbe passato la notte. Invece ha vissuto ancora a lungo. Diciamo che ha dato fondo alle sue 7 vite in quanto ogni tanto ne combinava una: si è lanciato da un balcone, si è tirato addosso un armadio, ecc. Era un bel micione in salute, ma con tutte queste sue magagne finiva che era spesso pesto e zoppicante. Alla fine è sparito così come era arrivato, probabilmente aveva esaurito le vite.

…segue domani

Posta surreale

Ad agosto ho deciso di spedire tramite Paccocelere3 di Poste Italiane. Anni fa l’avevo già utilizzato e sapevo che esistono dei carnet prepagati di bollettini da compilare. Io spedisco quasi esclusivamente scarpe, e quindi ricado nella fascia 0-3 kg che costa 10 euro (9,90 per la precisione).

Il 2 di agosto chiedo all’ufficio postale di Brallo il costo di uno o più carnet. Il ragazzo non lo sa e non trova l’informazione sul computer. Dice di ripassare. Dopo 3 giorni passo e mi dice che ancora non lo sa, ma che se gli lascio il mio numero di cellulare mi avrebbero richiamato. Va bene. Il giorno dopo vado ancora in posta a spedire (e quindi in questi giorni, se li avessi avuti, avrei potuto utilizzare i carnet) e alla fine chiama una collega al telefono che mi dice che si sarebbe informata. La gentile impiegata mi richiama nel pomeriggio e poi mi manda i costi via email: un carnet da dieci spedizioni costa 90 euro, due carnet 170 euro. Beh, ne ordino due, risparmio 30 euro in totale. Benissimo, ci vogliono un po’ di giorni per farli arrivare. Pazienza. Nel frattempo continuo a spedire compilando ogni volta il bollettino da 10 euro. Il giorno che sarebbero dovuti arrivare ne arriva uno solo. Pazienza, dico io. Ma loro insistono e dicono di passare il giorno dopo. Anche quel giorno non c’è. Pazienza, ripeto io, tanto ormai siamo quasi a metà mese e non so quanti ne utilizzo ancora. Insistono anche loro, ripassa il giorno dopo. Quel giorno mando mio cugino a ritirare e… oltre al fatto che ne avevano sempre solo uno, gli han fatto pagare 109 euro !!! Ma come? Mi fiondo all’ufficio postale e chiedo lumi. La gentile impiegata si informa: eh già sono 90 euro + IVA = 109 euro ! Ma scusate care le mie poste: ma se una spedizione la pago 10 euro perchè 10 spedizioni le dovrei pagare 109 euro? Visto che ne compro tante e vi pago subito vorrei lo sconto, non l’aumento! Mi dicono che col carnet posso spedire fino a 30 kg. E chi se ne frega, io devo spedire pacchetti piccoli ! Va beh, con un po’ di insistenza riesco a farmi rimborsare.

L’altro giorno devo spedire tre pacchetti, ecco il dialogo surreale:

"Salve, avrei bisogno 3 bollettini per il Paccocelere, se me li da intanto li compilo, grazie"
"Eccone due"
"Grazie, ma ne avevo chiesti 3"
"Io ne ho solo 2"
"Ho capito, allora uno lo posso fare senza bollettino?"
"No, ne può fare solo 2"
"Scusi, e per spedire il terzo pacco come faccio?"
"Vada a Varzi"

Ogni commento ulteriore è superfluo. Risultato: ho spedito tutti e tre i pacchetti con DHL.
Devo dire che tutti gli impiegati delle poste sono stati gentilissimi (a parte quella di "Vada a Varzi"), se alle Poste non gliene frega niente delle spedizioni ma solo dei conti correnti non è certo colpa loro.

DHL

E’ da qualche mese che utilizzo DHL come vettore per le spedizioni. Come mi trovo? Per alcune cose benissimo, per altre male.

Il costo per le spedizioni nazionali è leggermente superiore di un 10-15% rispetto agli altri corrieri che utilizzavo di solito, ma il servizio è migliore: più puntuali, più veloci, più competenti, più efficienti. Le spedizioni arrivano mediamente il giorno dopo, ma questo succede a onor del vero anche con gli altri corrieri. Mediamente, ho detto. Per le spedizioni internazionali è abbastanza conveniente, soprattutto in Unione Europea (basta non sbagliarsi: alcuni Paesi, seppure in UE, hanno dei costi molto più alti degli altri). La rapidità, invece, è stupefacente. Mantiene la media del giorno di consegna. In parole povere: vengono a ritirare nel primo pomeriggio e il mattino dopo consegnano a Berlino (Madrid, Londra, Parigi, ecc.). Non male, veramente!

Ogni volta che ho avuto un problema ho sempre trovato persone disponibili e soprattutto gentilissime dall’altra parte del telefono. Anche questo è un fattore che mi ha stupito parecchio, ormai siamo abituati a operatori sgrabati.

La nota negativa è data dal reparto contabile: finora mi hanno mandato 4 fatture e in ognuna di queste fatture c’era almeno un errore (sempre a loro favore, ovviamente). Ecco. se il reparto amministrativo fosse come quello logistico sarebbe una società di spedizioni perfetta ! Invece ogni volta devi chiamare il numero a pagamento…. Però devo dire che hanno sempre risolto senza fare storie, anche questo è positivo…

Un caso specifico: il negozio “Piazza Affari”

Format Distributivi del settore moda abbigliamento in Italia: situazione e prospettive del piccolo punto vendita

Quarantesima puntata

Motivazioni dell’apertura del negozio
Il negoziante del terzo millennio deve essere un professionista del commercio. La crescita della concorrenza, la moltiplicazione delle formule distributive, la maggiore razionalità dei consumatori richiedono una preparazione superiore da parte di chi gestisce un punto vendita. Entusiasmo e determinazione da soli non bastano più.
Quando, a metà degli anni ’90, ho iniziato a pensare seriamente all’attività che avrei voluto svolgere in futuro, una volta terminati gli studi universitari, ho riflettuto a lungo sull’ipotesi di avviare e gestire un negozio di abbigliamento e articoli sportivi. Come punti di forza avevo la volontà e la risolutezza (dovute anche alla giovane età) e la conoscenza del settore nel quale avrei operato, in quanto molti componenti della mia famiglia operavano da anni in quel campo. Avevo maturato un’esperienza ormai decennale come saltuario addetto alle vendite nel negozio dei miei familiari e contavo sul sicuro supporto che in particolar modo mi avrebbero dato i miei genitori, sia economico, sia gestionale.

Quando si decide di avviare un’attività le motivazioni possono essere delle spinte positive, ma anche nascondere fattori di rischio. Ecco alcuni esempi:

  • Motivazioni esclusivamente economiche: avviare un’attività solo con la speranza di guadagnare tanti soldi. Non era il mio caso in quanto non ritengo di essere una persona avida. Inoltre nella mia vita non mi è mai mancato nulla di essenziale.
  • Motivazioni legate all’indipendenza personale. Questo è stato sicuramente una delle molle che mi ha spinto ad intraprendere questa avventura. È stato anche uno dei motivi che mi ha convinto a non abbracciare la carriera di ingegnere informatico per la quale mi stavo laureando.
  • Motivazioni familiari. Anche questo è un elemento preponderante che ha inciso moltissimo nelle mie scelte. Mio padre ha una lunghissima esperienza nel commercio, fatto che ha invogliato anche mio fratello e mia sorella ad intraprendere la stessa strada, sebbene in totale autonomia gli uni dagli altri.
  • Motivazioni legate all’assenza di alternative. Io avevo il problema contrario, quello di avere parecchie alternative e doverne sceglierne una.

Ovviamente avrei dovuto valutare anche aspetti legati alla personalità e alla poca esperienza. Sono fondamentalmente timido, che è una grave pecca per un venditore, ma col tempo ho imparato a relazionarmi con la clientela e inoltre ho adottato una serie di procedure e tecniche (come ad esempio quelle raggruppate sotto il nome di Visual Merchandising) che mi permettono di vendere i prodotti senza puntare tutto sull’interazione diretta col cliente.
Dopo aver valutato queste e altre caratteristiche (capacità di organizzare il lavoro, capacità di negoziazione, capacità gestionale e burocratica, stato di salute, diplomazia, pazienza, ecc.) ho deciso di aprire il negozio a Voghera, in provincia di Pavia, città nella quale vivevo. Nell’ottobre del 1997 apriva così i battenti il negozio “Piazza Affari”.

A questo punto occorreva scegliere l’impostazione da dare alla mia attività: il tipo di prodotti venduti, il pubblico a cui rivolgersi, la valutazione della concorrenza.

Agriturismo La Fuga

Siamo stati in questo agriturismo a Varzi, sulla rive gauche dello Staffora, per una serata d’evasione sulle colline.

Iniziamo subito con gli antipasti misti, accompagnati da gnocco fritto con salumi. Quasi inutile dire che i salumi erano deliziosi. Non c’è niente da dire, dalle nostre parti siamo forti sui salumi. Queri locali che servono salumi scadenti sono proprio dei… salami hehehe.

Ci hanno servito una torta salata, una specie di frittata con verdure e un panzerotto con sugo e cipolla. Mi spiace se non elenco le pietanze coi loro nomi corretti, ma sono abbastanza carente nel lessico culinario e dico ciò che mi sembrano.

Di primo andiamo coi ravioli di magro con fagioli e patate e poi dei sublimi raviosi al brasato: buonissimi e teneri.

Di secondo assaggiamo roast beef, morbido. Di dolce una torta sbrisolona e un particolare tiramisù alle fragole.

Da citare il liquore alle noci, una crema molto buona.

Consigliabile :-)

 

Una mamma è dentro al cuore

Come si fa non voler bene alla Rita? Era uno scricciolo di energia. Una donna piccolina che aveva dentro una forza incredibile. Io l’ho conosciuta per meno della metà della sua vita, quindi molte cose le so solo per come me le hanno riportate. E’ nata in una famiglia poverissima, ha patito la fame, una famiglia con 5 fratelli maschi di cui era l’unica femmina e quindi ha fatto da sorella e talvolta anche un po’ da mamma.
Sua mamma le ha voluto dare un futuro diverso e l’ha fatta studiare: è diventata maestra.
La sua è stata una vita di sacrifici: dopo l’infanzia e lo studio ha intrapreso la carriera da insegnante, ma non è stato facile. Non ha mai avuto una cattedra fissa e quindi ha fatto numerosissime supplenze. Non pensate ai giorni nostri, quando con l’auto o coi mezzi si raggiungono facilmente tutte le scuole. A quei tempi andare in paesi distanti chilometri, in valli lontane, era quasi un’avventura. E durante i giorni di supplenza era impensabile tornare a casa: si rimaneva al paese, magari ospitati in qualche locanda. E il marito e il figlio che ti aspettano a casa. Ha girato veramente tanti paesi, ha cresciuto tanti bambini, è stata la maestra di tutti. Quando è andata in pensione ricordo che un articolo sul giornale l’ha definita "globetrotter".
Ha sempre avuto uno spirito incredibile, non si fermava mai davanti a nulla, trovava sempre una soluzione. E’ stata la prima donna della valle a prendere la patente.
E una volta raggiunta l’età della pensione? Facile, ha iniziato a lavorare, ancora di più. Il suo orto a Pregola, i suoi tetti da sistemare, il catrame contro le infiltrazioni, le fragole da piantare, tutti i suoi traffici. Zappa, badile, carriola, falcetto, roncola, cazzuola, saldatore, martello. Questi erano i suoi strumenti, altro che ferri da maglia!
Aveva mille passioni. E la prima era la famiglia. Il marito, col quale ha creato una cosa incredibile. "Dietro un grande uomo c’è una grande donna" si dice e mai fu più vero come nel caso della Rita, così piccola di statura e così grande come donna. Siro creava e lei gestiva.
Io spero nella vita di essere felice, fortunato, umile e capace anche solo una piccola parte di quanto sono stati loro.
Ha avuto 3 figli: un modo per essere sempre giovane. Perchè lei è sempre stata giovane. Dentro e fuori. Sempre vogliosa di sperimentare cose nuove. Magari non sapeva utilizzare bene le nuove tecnologie ma le capiva e se ne interessava, mantenendo nel contempo il gusto per le cose antiche. Una donna straordinaria.
E così come ha vissuto, sempre giovane, ha voluto morire giovane. Con la sua giacca rossa, con la sua motosega elettrica, con la fiamma ossidrica, con tutti i suoi attrezzi e la sua inventiva che le permetteva di riuscire in qualsiasi situazione. C’era un problema? Ci pensa la Rita. Ha viaggiato fino a Londra da sola a 77 anni. La potete osservare su YouTube in sella a un quad. Sono forse cose da vecchietta?

E così, quando ha dovuto arrendersi, quando la vita l’ha costretta a riempirsi di medicine e stare su una sedia a rotelle, non ha voluto starci. Ed è volata via da giovane, per fare che possiamo ricordarla così…giovane. Più ci penso e più ne sono convinto: non ha voluto diventare vecchia.

E non era solo una donna capace nelle cose pratiche. Era una grande moglie e una grande mamma. Aveva un senso della famiglia enorme. A me ha insegnato tanto. Anzi di più. Voi che magari la conoscevate potete sospettarlo, ma non potete capire fino in fondo che donna eccezionale fosse. Ognuno di noi è la storia che ha fatto, a partire dalle proprie radici. Io sono io per quello che sono, per la mia testa, per dove ho vissuto, per quello che ho fatto, ma anche per quello che mi hanno insegnato mia mamma e mio papà, nel piccolo, nella vita quotidiana giorno per giorno. Un insegnamento fatto di tante piccole cose che messe insieme è come un oceano.

Quindi lei vive in me, così come nei miei fratelli. Ecco perchè ho detto che se ho bisogno di lei la trovo nel mio cuore, perchè lei vive in me. E ho anche detto di non essere tristi. Io triste non sono: malinconico tanto, ma felice per averla avuta.

E quando proprio non ce la faccio le parlo. E quando devo pregare per lei, per fare in modo che anche lassù possa stare bene, fin da subito non riuscivo a recitare l’Eterno riposo. Riposo? mmm, non le si addice. Si annoierebbe… a morte (scusate il gioco di parole). E qundi: eterno lavoro donale o Signore, splenda a lei la luce perpetua, tribuli e riposi in pace, amen.

Era giusto salutarla anche da queste pagine che avevano ospitato tante volte i suoi scritti. Mi diceva: questo l’ho scritto per Internet.
Ciao grande donna. Ciao Rita. Ciao Mamma :-) !!!

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