(raccolta molto sparsa di pensieri)

fabiotordi

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Tutto quello che non rientra nelle altre categorie

Felice

Quando sono andato a scuola, mi hanno chiesto cosa volessi diventare da grande. Ho risposto “felice”. Mi dissero che non avevo capito l’esercizio e io risposi che loro non avevano capito la vita.

(John Lennon)

Cambiare

Se è possibile cambiare idea, allora è possibile anche cambiare anche la tua vita.

La centrale nucleare di Caorso

Sono nato a metà anni ’70 e sono cresciuto quindi nei favolosi anni ’80. Nei film il buono era sempre americano e il cattivo era russo. Un esempio per tutti, "Rocky 4", del 1984 se non vado errato.
Da bambino le cose le vedi in modo diverso: alcune da adulto ti sembrano meno speciali. Una di queste era l‘energia nucleare. Se ne parlava come fosse un toccasana, una grandissima invenzione dell’uomo. Una cosa nata "brutta" (con le bombe nucleari) ma utilizzata per scopi "nobili". Insomma una gran figata. Le centrali nucleari in Italia erano come i casinò: poche e quasi tutte al centro nord. C’era quella di "Trino Vercellese", che non ho mai saputo dove sia, ma ipotizzo vicino a Vercelli, quella di Latina e quella "vicino a noi", ovvero quella di Caorso (non ricordo se ce ne fossero altre). Neanche Caorso sapevo dove fosse, se non che fosse "in provincia di Piacenza" e siccome da Brallo basta fare pochi (ma pochi) chilometri per essere in quella provincia, era indubbiamente vicina

Ricordo a scuola la mia maestra, Rita (che nel tempo libero era pure mia mamma), ci raccontava preoccupata che l’energia nucleare era probabilmente un bene, ma era pericolosa. E il pericolo non era negli errori umani (Cernobyl non era ancora "successo"), ma arrivava da possibili attacchi missilistici durante una possibile "terza guerra mondiale". Non ce lo diceva in questi termini, eravamo comunque dei bambini, ma il senso, anche se edulcorato, era quello. Diceva "la Russia e l’America litigano e noi ci siamo in mezzo". Io pensavo: "ma se la Russia e l’America litigano, non possono litigare a casa loro? Devono proprio venire a litigare qui?"

Una volta avevamo letto in classe una scheda, un articolo, un nonsocosa, che riguardava proprio cosa fare in caso di emergenza nucleare. Un po’ come quei volantini tipo "cosa fare in caso di terremoto" venuti tristemente alla ribalta in questo periodo. In pratica diceva di uscire il meno possibile, non avvicinarsi alle finestre e non mangiare cibo fresco.

Un giorno la scuola ci ha portato in gita proprio alla centrale di Caorso. Queste gite erano organizzate dalla centrale stessa, per far vedere alle future generazioni come funzionava una centrale e far capire che non c’era nulla di cui preoccuparsi. Nonostante il film "The Day After", uno dei miei film preferiti che faceva vedere cosa succedeva, dopo lo sgancio di una testata nucleare a Kansas City, che a dispetto del nome non è in Kansas, ma in Missouri. Ma non divaghiamo.
Arriviamo alla centrale e ricordo che fuori c’era un bel parchetto, col laghetto e le ochette. Questa era tutta una macchinazione per far vedere che l’acqua di raffreddamento dell’impianto, una volta utilizzata e sversata nel laghetto, non era pericolosa, visto la flora e la fauna che vi erano concentrati. Poi siamo stati all’interno. Interno di che? Boh, ero piccolo, ma non stupido e ho subito capito che non eravamo nella centrale, ma in una qualche palazzina lì vicino adibita ad accogliere i visitatori. C’erano filmati, plastici, foto, poster, ecc. La vera centrale era circondato da un’alta cancellata che correva a perdita d’occhio. Ad un certo punto ci accorgiamo che la nostra maestra non c’era più. Dove era sparita? Alla toilette? Sulla corriera? Nooo, figuriamoci. La maestra Rita si era presa la briga di vedere dove finiva l’inferriata, aveva circumnavigato la centrale e….era riuscita a entrare dove non si poteva! Le guardie l’hanno vista dai monitor e sono andate subito ad acchiapparla e accompagnarla gentilmente fuori. Mitica. Solo lei poteva fare una roba simile, intrufolarsi nella centrale nucleare di Caorso. Le nostre guide hanno fatto buon viso a cattivo gioco e l’hanno lodata per l’intraprendenza, regalandole un tot di libri sulla centrale
Poi, dopo il disastro dell’Ucraina, il referendum del 1987.

Le formiche

Fai come le formiche: non arrenderti mai, guarda avanti, sii positivo e fai tutto quello che puoi.

#bepositive

Nostalgia del futuro

Ho nostalgia del FUTURO perché so che sicuramente sarà MOLTO BELLO

Andiamo a comandare

Ecco il filmato ufficiale della performance di "Piazza Affari" al Galà della Moda 2016 al castello di Voghera.
Per vedere il video da un’altra prospettiva, cliccate qui.

 

Ricordate gli SMS?

Quando si usavano ancora solo ed esclusivamente gli SMS, mi ero abituato a tenere i più belli.
Belli per me, perché avevano un significato: mi facevano sorridere, ridere, riflettere.
Ogni anno, il 31/12, scrivevo su questo blog la classifica coi più belli dell’anno.
Oggi, rileggendole, ho deciso di fare una classifica dei dieci migliori di quegli anni. 
Se volete leggerli tutti ecco quelli del 2005, 2006, 2007, 2008, 2009, 2010, 2011


TOP TEN SMS 2005-2011

10 – (2011) Il cartello di fuori serve a fare pubblicità? :-) (lo avevo dimenticato)

9 – (2008) Ho saputo..(aveva saputo)

8 – (2007) Ieri una timida lettrice del mio blog mi ha detto che scrivo molto bene… Grazie fabio per la bella figura che mi hai fatto fare!il tuo clone. (il mio clone una volta copiava quello che scrivevo, adesso scrivo direttamente per lui)

7 – (2005) Sono il papà della barista, mi stavo chiedendo una cosa… ma tu domenica in pizzeria cosa CAZZO c’entravi?!?!“ (scena epica)

6 – (2007) sei nello scatolone?? mi chiami alle tre di notte!?!? (quando mi inscatolavo al sabato mattina)

5 – (2006) Anteprima orione: è morto fidel castro. gloria all’ultimo eroe comunista. (è morto dieci anni dopo)

4 – (2009) Ciao ho cambiato numero di telefono questo è quello nuovo. L’altro lo puoi cancellare xche non lo uso più. a presto ciao ciao" (si va bene… ma chi sei? avava mandato questo messaggio a tutta la rubrica!)

3 – (2007) Buongiorno,sono la malattia…Non credere di fregarmi andando a fare gli esami,io sarò sempre lì… (gli amici ti incoraggiano sempre)

2 – (2007) Vieni+dove+vendono+le+birre+a+sinistra+del+palco+++marco (e ci siamo pure trovati)

1 – (2005) Fabio ma come cazzo è che c’è lolli da ivo (troppo lunga da spiegare)

SUPERPREMIO TOP  – (2005) Vorrei essere con voi nel meraviglioso mondo della musica (questo non è un sms, è L’SMS!)

 

 

#oggiunagioia

Bebe Vio con le sue "gambe coi tacchi": che donna!

E voi di cosa vi lamentate? Lei ha perso gambe e braccia…. ma poi ha vinto le olimpiadi!

#oggiunagioia

3 cravatte

Questo 2016 sta per tramontare e il ricordo più bello è dato da tre pezzi di cravatta. Non sono della stessa cravatta, ma di tre cravatte diverse.
La prima è quella del matrimonio di Oriana e Fabio.
La seconda è quella del matrimonio di Michela e Matteo.
La terza quella del matrimonio di Paola e Umberto.

 

Il mitico Rolling Stone

Che onore!

Andate sul sito www.rollingstonemilano.com

e scendete in basso fino a dove inizia con "…UN ALTRO MITO CHE SE NE VA’.

è riportato un articolo che avevo scritto nel febbraio del 2009, questo:

www.fabiotordi.it/blog/?p=674

 

 

Ho sempre odiato i Playmobil

 

La borsa della Rita

Vecchia, semidistrutta, fuori moda. Dentro un documento, un coltello da cucina senza filo, un cacciavite quasi rotto, fil di ferro, fazzoletto di stoffa, matita, un gigantesco mazzo di chiavi, uno specchietto e altre amenità. Non è una borsa "à la page" a fare una grande donna. Questa era la borsa della Rita.

Fotoromanzo gattico

The Doors of Perception

Quando le porte della percezione si apriranno tutte le cose appariranno come realmente sono: infinite.

Vetrine

Format Distributivi del settore moda abbigliamento in Italia: situazione e prospettive del piccolo punto vendita

Cinquantesima puntata (le altre le trovate guardando qui)

La vetrina è il mezzo più immediato di attrazione della clientela e come tale la sua realizzazione richiede tempo e studio. Deve attrarre l’osservatore inducendolo ad entrare in negozio e contemporaneamente fungere da fonte di informazioni. Sulla base di ciò che vede in vetrina, e spesso solo su quello, il consumatore decide di acquistare in quel punto vendita o in un altro. La vetrina è quindi un mezzo per confrontare l’offerta, senza bisogno di entrare e chiedere ulteriori spiegazioni ai commessi. Pertanto, non è eccessivo dichiarare che l’allestimento della vetrina è una delle fasi più delicate e importanti della vendita, specialmente nel negozio Piazza Affari, ricco com’è di articoli unici che non potrebbero essere presentati alla clientela se non esponendoli in vetrina

In vetrina vengono esposti i prodotti che si possono classificare in tre categorie.
  • Articoli unici. Sono pezzi singoli o in numero molto limitato provenienti da stock, campionari e fine serie, quindi oltre alle caratteristiche generali verranno indicate anche quelle peculiari (come i colori disponibili, la taglia o il numero della scarpa)
  • Prodotti civetta. Sono articoli che vengono venduti ad un prezzo di poco superiore o addirittura inferiore al costo di acquisto. È una politica promozionale che serve ad attirare l’attenzione della clientela e per forgiare l’idea di trovarsi di fronte ad un negozio con prezzi bassi, anche se il prodotto in questione non è di suo interesse.
  • Articoli seriati. Sono articoli di cui si dispone di serie in taglie e colori. 

Per rendere più particolare la vetrina, attirare maggiormente l’attenzione del pubblico, formare e sostenere l’immagine di originalità del punto vendita, utilizziamo dei cartellini per i prezzi molto particolari. Al posto di indicare semplicemente il prezzo su piccoli cartellini, nelle vetrine (ma anche sui capi esposti all’interno del negozio) applichiamo dei cartelli relativamente grandi (circa 10×15 cm) contenenti una battuta, uno slogan o un aforisma, oltre che al prezzo. Questo metodo suscita l’interesse dei passanti, che si fermano a leggere i cartelli, anche se non si ritengono interessati al prodotto. Il successo deriva dal fatto che il cliente si ricorda comunque degli articoli esposti, e questo contribuisce al fiorire di altri strumenti non canonici di comunicazione come il passaparola o il marketing virale. È un’evoluzione del passaparola, ma se ne distingue per il fatto di avere un’intenzione volontaria da parte dei promotori della campagna. Il principio del marketing virale si basa sull’originalità di un’idea: qualcosa che, a causa della sua natura o del suo contenuto, riesce a espandersi molto velocemente in una data popolazione. Come un virus, l’idea che può rivelarsi interessante per un utente, viene passata da questo ad altri contatti, da questi ad altri e così via. In questo modo si espande rapidamente, tramite il principio del "passaparola", la conoscenza dell’idea.

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